Arabia Infelix – 10

Arabia Felix, l’Arabia Fertile, era l’espressione che usavano i romani per indicare l’attuale Yemen, la sede del regno della mitica regina di Saba: terra di favolose ricchezze naturali, oltre che porta verso l’oriente e l’India.

l’immagine dell’Arabia che e’ venuta a crearsi nei 2.000 anni successivi e’ molto differente: Arabia e` diventato sinonimo di un arido e sabbioso deserto, vivificato soltanto dalle enormi ricchezze del sottosuolo, ma pietrificato da un islam interpretato nel peggiore dei modi (cioe’ nella pretesa che vada appllicato letteralmente, come fanno gli ebrei con le leggi mosaiche) e di un paese inchiodato sinora all’obbedienza ad una delle ultime monarchie assolute e teocratiche della Terra.

ma questo quadro, apparentemente inattacabile, sta rivelando di colpo tutte le sue fragilita`, ed e’ un articolo del Die Welt che me ne da’ una chiave di lettura che trovo convincente, prima di tutto perche’ sposta decisamente l’attenzione verso certi fattori strutturali, che di solito sono trascurati dalla nostra stampa iper-politicista.

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stiamo parlando della distruzione avvenuta rapidamente negli ultimi decenni di un equilibrio ambientale che durava da millenni.

attorno alle sorgenti di Tamya, nel nord est della penisola, vivevano citta’ di cui parlavano gia’ gli Assiri nelle loro cronache e contro le quali lanciava le sue maledizioni apocalittiche il profeta Geremia.

2.500 anni dopo queste profezie si sono realizzate: l’acqua delle fonti e’ stata esaurita quasi completamente; e lo stesso destino riguarda tutte le altre oasi del paese.

eppure l’Arabia disponeva di riserve d’acqua sotterranee, formatesi attraverso decine di migliaia di anni, che avevano le dimensioni del Lago Ontario nel Nord America, pur se nascoste nel sottosuolo.

queste riserve sono state consumate oramai quasi completamente, con inziative volute dalla monarchia saudita, come ad esempio il piu’ grande allevamento bovino del mondo, 150 km a sud della capitale.

in poco tempo l’Arabia Saudita era diventata il decimo esportatore di grano del mondo: il deserto verdeggiava, grazie al pompaggio illimitato di acqua dal sottosuolo: il sole faceva il resto.

ma oramai questa fase di agricoltura davvero Felix, durata un paio di decenni o poco piu’,  e’ alle spalle e la desalinizzazione dell’acqua marina non riesce a rappresentare un’alternativa: troppo cara.

l’Arabia ha cominciato a comperare enormi appezzamenti agricoli in altri paesi per produrre il grano di cui ha bisogno (ad esempio alle sorgenti del Nilo, oppure 40 km quadrati in Arizona) e per il resto deve acquistarlo con i proventi declinanti del petrolio.

ma la crisi economica mondiale, che sembra voluta dalla natura per difendersi, taglia i suoi proventi petroliferi in modo drammatico: il paese vacilla.

solo quest’anno il debito pubblico ha raggiunto i 100 miliardi di dollari; una volta e mezza quello italiano 2014, che e’ stato di 66 miliardi di dollari, per avere un’idea delle proporzioni…; e la popolazione e’ soltanto la meta’.

altri sei anni cosi’ e le riserve dello stato saranno completamente esaurite.

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il problema dell’acqua riguarda del resto l’insieme del Medio Oriente, dove il 5% della popolazione mondiale vive con l’1% delle precipitazioni sulla Terra, e la quota e’ destinata a scendere ulteriormente per il riscaldamento globale.

60 milioni di persone in Siria, Giordania ed emirati vari del Golfo dipendono dalle risorse d’acqua sotterranea che sono state dilapidate, ed oggi appaiono insufficienti non soltanto per coltivare il grano, ma semplicemente per bere.

del resto non e’ qui che incombe, trasformata in stupefacente spettacolo turistico, il monito perenne dell’autodistruzione idrica della citta` di Petra duemila anni fa?

la crisi delle primavere arabe non fu forse preceduta quattro anni fa da una crisi idrica catastrofica che ora si ripete aggravata?

cinque anni consecutivi di siccita’ in Siria hanno portato alla distruzione dell’85% delle greggi e alla perdita di ogni reddito per 800.000 contadini, mentre il regime, li’ ed altrove, si preoccupava di tutelare i piu’ ricchi.

fenomeni analoghi spiegano l’esplosione delle altre rivolte nel Medio Oriente, ma anche la loro sconfitta, e l’esito della loro sconfitta: la fuga di massa, l’emigrazione disperata per salvarsi la vita (chi puo’), l’avanzata del Califfato, che rappresenta anche visivamente il ritorno alla barbarie).

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ma quanti capiscono che questo scenario anticipa soltanto di qualche anno quello che sara` anche il nostro?

intanto aspettiamo che lo scellerato regime saudita, che ha sinora conquistato il consenso grazie alla incredibile ricchezza petrolifera, finisca di affondare con la guerra religiosa dichiarata al mondo sciita, i bombardamenti nello Yemen, le provocazioni…

ma nessun Nostradamus sembra davvero in grado di prevedere nei dettagli il futuro.

e’ gia’ molto se il vostro povero blogger cerca di capire dove stanno le  vere cause della crisi.

A1lM-mXZE5L


2 risposte a "Arabia Infelix – 10"

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