È una persona perbene, se sento del disagio è verso di lui e la mia famiglia.
È finito un po’ al centro dell’attenzione continua delle cronache non tanto per quello che fa lui ma perché è mio padre, abbiamo lo stesso cognome.
dichiarazioni della ministra Boschi alla presentazione del libro di Vespa, 14 dicembre
Se mio padre ha sbagliato deve pagare.
Non c’è spazio per doppie misure e favoritismi.
discorso alla Camera della ministra Boschi del 17 dicembre
. . .
non bastasse l’imminente rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta, questo genitore perfetto a giudizio della ministra appare ogni giorno che passa sempre più coinvolto in affari diversamente loschi, dei quali ovviamente non troverete traccia sulla stampa ufficiale, che possiamo considerare di regime e che è impegnatissima a parlare d’altro (come quasi tutti i blogger che conosco, anche se non sono di regime, anzi non si interessano di politica proprio…).
. . .
il Resto del Carlino racconta ora che Pierluigi Boschi è stato indagato tempo fa dopo la compravendita di una tenuta agricola, la Fattoria di Dorna, a Badia Pino; la fattoria, una villa padronale, diversi annessi e 150 ettari di terreni, è dell’Università di Firenze che la mette all’asta per oltre 9 milioni e poi la cede a trattativa privata ad una società cooperativa agricola Valdarno Superiore, di cui Boschi è presidente del consiglio di amministrazione, che subito dopo la cede a sua volta ad un’altra societa’, di cui Boschi possiede il 94% delle quote.
nel 2007 alla Procura di Arezzo arriva un esposto in cui si denuncia l’acquisto sotto costo della tenuta e il successivo frazionamento per ricavare il massimo dai lotti venduti; il fascicolo viene affidato a Roberto Rossi, allora semplice sostituto: quello che oggi possiamo chiamare il giudice personale di fiducia della famiglia Boschi.
la Guardia di Finanza, su mandato del giudice, perquisisce sia casa Boschi sia quelle degli acquirenti dei lotti e nella residenza romana di uno dei proprietari trova le fotocopie di 500 banconote da 500 euro per un totale di 250mila.
ma di che cosa si tratta? Apollonio, è lui uno dei nuovi acquirenti, racconta che Boschi ha preteso da lui 250mila euro al nero.
ed ecco che il pubblico ministero Rossi prosegue le indagini con l’accusa di evasione fiscale per il pagamento in nero che viola anche la normativa antiriciclaggio sul massimo di contante utilizzabile, che certo non arriva ai 250mila euro…
ci sarebbe anche una possibile estorsione, ma vi pare il caso?
Boschi corre allora a coprire l’illecito fiscale, pagando una multa all’Agenzia delle Entrate e una seconda a Bankitalia, e a questo punto il pubblico ministero – quello che ha appena dichiarato al Consiglio Superiore della Magistratura di non avere mai conosciuto il Boschi – chiude le indagini senza rinvio a giudizio.
insomma, il Boschi è stato prosciolto, ma i fatti restano, e non sono proprio del tutto esemplari.
. . .
ma se questa storia vi sembra uno dei tipici scandali dell’età berlusconiana, solo ambientato negli ambienti del Partito Democratico toscano, non meravigliatevi: eravamo appunto nell’età berlusconiana.
nel periodo nel quale una sinistra para-massonica cresceva lentamente all’ombra del ridicolo nanetto di Arcore, preparandosi a sostituirlo mentre faceva le scarpe all’onesto e competente Prodi, col quale aveva malauguratamente vinto le elezioni del 2006: ma per pochissimo, anche dal punto di visto cronologico.
. . .
se a questo punto vi ritorna in mente la recente decisione di Renzi di portare da 1.000 a 3.000 il massimo al quale si può fare un pagamento in contanti, dev’essere solo una specie di effetto madeleine proustiano, dato che rimane una distanza comunque incommensurabile da 250.000 e ci vorrà del tempo perché Renzi arrivi fino a qui.
e se poi doveste pensare addirittura che non è del tutto giusto che uno diventi Presidente del Consiglio o ministro senza passare per le elezioni, che in un paese civile dovrebbero essere anche il setaccio al quale una libera stampa passa tutta la vita pubblica di un candidato?
be’, svegliatevi: questo sogno mica è ambientato in Italia…
…si era partiti da una quercia. ..
"Mi piace""Mi piace"
grande battuta!
c’e’ stato anche un Ulivo, dopo, ma credo che l’abbia inaridito la xylella… 😦
"Mi piace""Mi piace"
Nei Boschi nn si trovano ulivi!
"Mi piace""Mi piace"
indubbiamente! 🙂
non se ne trovano più neppure in politica… 😦
"Mi piace""Mi piace"