La riflessione divide, l’ignoranza aggrega.
Riflettere divide, in pluralità di vedute, appassionata danza, dinamica tra distinti pensieri.
L’ignoranza accomuna conformandoci: sfumatura unica dal tenue colore di gruppo.
Un peccato concepire la divisione in termini tanto negativi, l’essenza stessa della percezione senziente e dell’analisi più propriamente umana.
D’altronde una società strutturata non può sostenersi se non su solide basi d’ignoranza condivisa, che assicurino una certa prospettiva d’unione e stabilità.
Riflettere la conoscenza, de rerum natura, strumento storicamente affinato dall’homo per sopravvivere in circostanze disagiate e di pericolo: nel benessere tuttavia sublima in vertigine, spazzando ogni serenità, volando oltre noi stessi, inafferrabile, la comprensione.
Un vantaggio riflettere l’ignoranza, nella pace familiare del focolare d’argilla.
Nebbia e tepore.
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Lo specchio divide, moltiplicando confonde.
L’imperturbabile cecità unisce il diverso riflesso.