l’eta` mentale.

l’eta` mentale, ma forse dovrei dire meglio l’eta` psicologica, e` inversamente proporzionale al grado di fiducia che si ha verso gli altri.

. . .

dovrebbe bastare, ma se non vi convince, pensate all’abbandono senza riserve che permette ad un bambino di sopravvivere fiducioso nonostante la sua debolezza, oppure agli entusiasmi dell’adolescenza che vuole trasformare il mondo pensando ogni uomo amico.

e pensate, dall’altro canto, alla diffidenza, alla paura degli altri che accompagna invece l’indebolimento prodotto dalla vecchiaia.

. . .

se poi e` vecchio psicologicamente colui che non ha fiducia negli altri, allora i conservatori di destra sono mediamente un ventennio mentalmente piu` vecchi degli amanti del rinnovamento.


6 risposte a "l’eta` mentale."

  1. Io conosco giovani apatici e nonnetti invece molto attivi, pensa un pò. Vedo che la generazione precedente fa più cose di quelle che fanno i giovani. Poi nel paese dove sto ci sono più gruppi d gente adulta che partecipa ad eventi che giovani. Dovrebbe essere il contrario, visto che ad una certa età si dovrebbe avere più piacere di riposare e stare a casa ma non è così. E sono ben felice che sia così. Del resto i vecchi hanno molti contenuti dentro di sè, i nuovi giovani invece hanno poco dentro. Ecco la differenza. Io li trovo molto superficiali i giovani di oggi. Chi non ha fiducia negli altri non ha avuto un’infanzia piena d’amore ma piena solo di paura. I conservatori, proprio perchè odiano le novità e il progresso, sono vecchissimi, ma in nel senso negativo del termine.

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    1. appunto!

      fra i nonnetti attivi mettici pure anche me, alla fine di una giornata densa di lavoro fisico. 🙂

      per questo qui sopra parlo di eta` mentale o psicologica.

      molti che sono anagraficamente molto piu` giovani di me, ma pieni di paure e di diffidenze, sono mentalmente delle cariatidi (mettici pure tutti i razzisti, che sono decrepiti).

      non e` l’eta` anagrafica che fa l’eta` della mente, ma la fiducia negli altri.

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      1. Sì, infatti era a te che pensavo quando mi riferivo a quelle persone molto attive. Io però credo che alcune cose derivano forse dallo stile di vita che si aveva fin da piccoli. In passato si giocava per strada, si stava sempre cogli altri, si stava fuori a contatto col mondo e si cresceva in quel modo, più vero. Adesso son tutti chiusi a casa, davanti al pc, stanno ore e ore a contatto solo col mondo virtuale, ecco perchè nel mondo reale hanno paura e non sanno come comportarsi. I giochi li fanno solo con Xbox e PS e quindi non crescono bene. Crescono apatici, inattivi e anaffettivi. Io ho pena di questa generazione di giovani e so che molti hanno problemi a livello psicologico purtroppo.

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        1. effettivamente, per natura mia, io sono tendenzialmente molto pigro e in particolare evito la fatica fisica fin che posso, quando e` ripetitiva o poco interessante.

          ma datemi uno stimolo e mi vedrete strafare.

          frutto dell’educazione, come dici tu; la mia e` stata di tipo militare, dato che mio padre era ufficiale, e oggi gliene sono grato, anche se poi non molti invidierebbero nel concreto il mio modo di vivere quasi ascetico.

          hai tracciato bene il quadro delle giovani generazioni, anche se il lavoro di preside di liceo, fino a che l’ho fatto, un paio d’anni fa, mi metteva a contatto con giovani in generale molto migliori di quel che li si dipinge.

          ma tu come mai sei cosi` addentro in queste problematiche delle quali parli con una certa conoscenza di causa, mi pare?

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          1. Perchè io ho lavorato nelle scuole, ho lavorato coi bambini difficili dello Zen, ho fatto delle esperienze sia in italia che all’estero, a suo tempo, e quindi conosco molti retroscena della vita dei ragazzi in generale. Poi una cosa che ho sempre fatto è cercare di capire il mondo che mi circonda, i meccanismi, i comportamenti sociali, ho studiato molta psicologia.

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            1. be’, si sentiva una competenza maturata sul campo.

              adesso mi hai fatto capire meglio come, anche da questi semplici accenni.

              non tocca a me dirti brava, ma non tutti sanno mettere a frutto le proprie esprienze; anche io ho laorato molto con adolescenti, anche se in una posizione non troppo favorevole a conoscerli, quella di preside di scuola superiore.

              ma comunque questo tipo di lavoro con i giovani certamente ti cambia la mente e aiuta a superare i pregiudizi, se sei minimamente attento a loro…

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