i grandi media nazionali, oramai totalmente asserviti al ducetto Renzi, hanno una tale volonta` di fare confusione sulla faccenda della TOTAL in Basilicata, che chiedo scusa ai miei 10 lettori se in queste ore mi concentro su questo tema, trascurando alcuni altri argomenti forse anche piu` importanti.
- come mai Renzi personalmente, e poi la Boschi, fedele esecutrice, hanno imposto l’emendamento a favore della TOTAL con un atto di forza nella Legge di stabilità, visto che questo era stato ritenuto inammissibile nella commissione parlamentare competente?
- e` accettabile una simile forzatura del governo contro il Parlamento, nel momento in cui questo difende gli interessi dei cittadini a non essere avvelenati in nome del profitto – perfino se eletto, il Parlamento, in modo incostituzionale, cioe` tale da fargli rappresentare gli interessi dei partiti come corporazione e non quello dei cittadini?
- e` accettabile che la ministra Guidi personalmente, oltre che il suo compagno in affari con la TOTAL, avesse degli incontri con i manager della societa` prima dell’inserimento forzato di questo emendamento?
- come mai la ministra ha sempre rifiutato un incontro con le Regioni sui problemi legati all’emendamento?
questo almeno e` quanto ha affermato il governatore della Puglia Emiliano in una intervista rilasciata a Libero.
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perche` a questo siamo arrivati: che un renziano che si differenzia da Renzi soltanto su un punto specifico, per far conoscere le sue ragioni deve rivolgersi alla stampa di destra!
ma Emiliano, purtroppo per lui, ha un cognome che ricorda irresistibilmente il Messico e un suo leader rivoluzionario: Emiliano Zapata; e gli assomiglia anche un poco perfino fisicamente…
ci vuol poco, del resto, a passare per rivoluzionari in Italia: basta difendere diritti elementari.
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quanto agli incontri con la dirigenza della TOTAL, eccoli invece qua, quasi in viva voce, attraverso le intercettazioni telefoniche:
si parla di una riunione a Roma, presso il ministero per lo Sviluppo Economico, cui erano presenti Nathalie Limet, amministratore delegato di Total, il ministro Guidi e il sottosegretario dem Simona Vicari.
Cobianchi: «Sono stato poi a Roma… incontro con il ministro, c’era il sottosegretario… dovremmo tornare il 26 perché è stato confermato da parte, insomma, del ministro, del governo l’intenzione di… di procedere… c’era anche il presidente della Regione…».
Gemelli: «Infatti, a me (Federica Guidi, ndr) ha detto che è andata tutto bene… Dice: “Sì, poi ho incontrato le persone che mi hai presentato, che era col suo amministratore delegato”. Dico: Ah, perfetto…».
Cobianchi: «Sì… sì… il ministro si è ricordata, un attimo, che c’eravamo visti… (risata) la settimana prima e poi, ecco, stanno anche organizzando, questo per noi è anche molto positivo, un incontro con le due Regioni, la settimana successiva, con Puglia e Basilicata, per portare avanti il discorso di Taranto. Ecco, quindi, questo anche per noi era una priorità e… e devo dire che… abbiamo positivamente verificato, insomma, l’intenzione del governo di andare avanti, ecco! Quindi, questo ci ha fatto molto piacere, ovviamente… Quindi io la ringrazio, insomma, anche a nome della nostra società, un po’ per… intanto per averci fatto conoscere direttamente il ministro Guidi e poi, insomma, per l’interessamento che ha… che ha avuto».
Gemelli: «Assolutamente a disposizione! Ce lo siamo detti dal primo giorno».
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ma, siamo onesti, che cosa volete che contasse un governatore della Puglia, anche se si chiama Emiliano, a fronte di un societa` che fattura 250 miliardi l’anno (praticamente la potenza economica di uno stato)?
torno al discorso accennato ieri: oramai gli squilibri di potere sono tali che gli stati agiscono solamente come esecutori del potere economico e la tutela dei cittadini e` l’ultimo dei loro pensieri.
questo avviene in tutto il mondo, in Italia soltanto in modo piu` sfacciato e aprtamente malavitoso.
e in tutto il mondo sono proprio i partiti di origine democratica i principali portavoce degli interessi della finanza, almeno fino a quando non scatta la rivolta al loro interno (Corbin in Inghilterra, Sanders in America – ma sono paesi anglosassoni; Tsipras in Grecia, fino a che ha potuto, Podemos in Spagna: nel Mediterraneo sono nuove forze politiche estranee alla sinistra tradizionale; in Francia e in Germania, invece, la rivolta contro il potere finanziario ha un colore di destra, e tale e` sostanzialmente anche in Italia, col Movimento di Grillo, soltanto un poco piu` ambiguo).
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comunque l’intervista di Emiliano a Luca Telese di Libero e` cosi` importante, che qui la riporto (quasi) integralmente.
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Presidente, l’ ha stupita l’ intercettazione della Guidi?
«Per nulla».
Perché?
«Non è un episodio isolato o un frutto del caso. È una intercettazione che nasce da una scelta politica sbagliata. Non a caso noi la combattiamo da mesi».
Perché?
«La mia tesi è facilmente dimostrabile mettendo in fila tutto quello che è accaduto. C’ è stato un regalone del governo ai signori del petrolio».
«Regalone ai petrolieri» è una frase che fa venire in mente le manette.
«Per nulla. Non parlo di fattispecie giudiziarie, non so e non voglio nemmeno sapere cosa c’ è dentro l’ inchiesta».
Su cosa si basa il suo giudizio, allora?
«Sulle scelte politiche compiute dal governo e messe nero su bianco con il decreto Sblocca Italia, che io da ora per comodità chiamerei direttamente lo “sblocca-trivelle”. Così almeno i cittadini capiscono a cosa serviva».
Emiliano, cosa cambia dopo il Guidi-gate?
«C’ è la possibilità di una presa di coscienza. Bisogna andare a votare tutti il 17 aprile».
Perché?
«È in ballo l’ eliminazione di un regalo scandaloso ai petrolieri».
Lei sta facendo a Renzi un’ accusa durissima.
«Una critica politica».
Essere lo strumento di lobby economiche???
«Il Pd dovrebbe dare priorità alle esigenze dei cittadini».
I critici del referendum dicono che il quesito non decide nulla.
«Balle. Il referendum è stato uno strepitoso successo. I quesiti, che erano sei, hanno già vinto, perché hanno costretto Renzi a riscrivere la legge per disinnescarli».
Ne è rimasto solo uno.
«Però è di importanza vitale.
Il governo Berlusconi, e poi Monti, avevano vietato le ricerche e le estrazioni entro le 12 miglia dalla costa».
E poi?
«È stata introdotta una deroga per le richieste già avanzate.
Poi Il Mise, il ministero della Guidi, lavora su questa norma e tira fuori una mostruosità: solo in Puglia 12 richieste di estrazione al largo. Tra gli orrori che questa norma avrebbe partorito c’ era una piattaforma al largo di Polignano a Mare. Ma si rende conto? Come se mettessero una raffineria davanti a Copacabana».
E lei cosa ha fatto?
«Ho cercato il ministro. Ma la Guidi, su questo tema, si è rifiutata di incontrare sia me che gli altri governatori».
Non le ha mai risposto?
«Mai. Un comportamento di una gravità inaudita».
Lei parlava con qualcuno.
«Con la sottosegretaria Vicari. Un giorno ci lasciammo con un appuntamento: ci vediamo tra una settimana con il ministro. Sparita».
Continui il racconto.
«Lo Sblocca Italia è stato concepito nel ministero con la logica e i modi che ho illustrato, però – dal loro punto di vista – fanno un errore enorme».
Ossia?
«Il testo che avevano preparato non conteneva le norme per imporre le “opere connesse”».
Cioè?
«Si accorgono – per esempio – che a Tempa Rossa non possono fare quello che vogliono senza passare per le regioni. Le compagnie insorgono, non vogliono impicci».
È così che nasce l’ andamento Guidi-Gemelli.
«Era un emendamento per fregare la Puglia. Fu concepito quella notte, in quel modo, e – giustamente – Vendola lo impugnó subito davanti alla Corte Costituzionale».
Così provate la via dei quesiti.
«Quando noi facciamo il referendum il governo cerca disperatamente di scongiurare il voto».
È diventato un massimalista ambientalista, Emiliano?
«Per nulla. Sono un pragmatico non ideologico che fa quello che ritiene il meglio per la sua regione».
Cioè bloccare tutto?
«Bloccare quello che è sbagliato».
Mi faccia un esempio.
«Provo a immaginare l’ impatto ambientale del gasdotto che deve collegare Taranto a Viggiano».
È contrario al gasdotto?
«Non in linea di principio. Ma di certo se si pretende di farlo senza che la regione sappia né come, né dove né quando sarà costruito».
Ma in quale caso lei direbbe sì?
«Non sono un uomo che decide in nome delle ideologie. Ad esempio, se in cambio si pagasse la bonifica dei siti contaminati. Certo non gratis per aiutare i petrolieri».
Chi difende il decreto obietta che c’ è un interesse strategico nazionale.
«L’ attività estrattiva equivale al 10% del fabbisogno. La differenza di costo fra quello che compriamo all’ estero e quello che compriamo in Italia non c’ è. Il petrolio italiano lo paghiamo a prezzo di mercato. Però le compagnie pagano royalties moderate».
Bisognava alzare le tariffe?
«Io so che finché c’ era la Guidi avevano una ministra che non ragiona come uno statista ma come una imprenditrice della Ducati energia».
È una sua impressione?
«No, è quello che lei stessa scrive al Corriere della sera, spiegando che le regioni sono solo impicci e seccature».
Lei voleva assecondare i no di principio?
«In Francia, non in Africa, per queste opere è prevista una procedura di dibattito pubblico sul territorio».
Quindi meglio che la Guidi non ci sia più?
«Dal punto di vista politico è un bene: adesso serve un’ idea diversa».
E Renzi?
«Si è dovuto rimangiare le trivellazioni nelle 12 miglia».
E poi?
«Il titolo unico con cui il governo faceva questo altro favore ai lobbisti: se io ti do il permesso di ricerca ti devo dare automaticamente anche il permesso di estrazione se trovi il petrolio».
Dicono che chi investe tanto deve avere certezze.
«Se assumi il punto di vista del petroliere. Se hai quello dei cittadini, devi capire se era utile o dannoso, se costa tanto o poco. No?».
Come sono i rapporti col premier?
«Con Renzi non ho mai parlato da quando sono presidente della Regione».
Non ci credo.
«Giuro. Con tutti i ministri ho sempre avuto ottimi rapporti. Con lui da otto mesi silenzio».
Se lo sentisse stasera cosa gli direbbe?
«Bisognerebbe anzitutto lanciare una legge sulle modalità di partecipazione dei territori alle scelte strategiche».
Per farlo star male?
«Di fronte a questa ira di Dio che è stato lo Sblocca Italia serve un segnale».
Faccio un altro test. Il gasdotto Tap non lo vuole vero?
«Dipende. Se il gasdotto servisse a finanziare la bonifica della diossina dell’area dell’Ilva…».
Non lo vuole.
«Possiamo decidere dove deve arrivare? Discuterlo con chi lo fa? A che condizioni?».
Mi faccia un esempio.
«Vorrei avere una parte di fornitura a costo calmierato per riconvertire e sostenere le industrie. Sono cose che si fanno in tutto il mondo, dove non c’ è subalternità agli interessi».
Pensa di perdere o vincere?
«Vinceremo in tutta Italia. Non so se raggiungerà il quorum. Spero di sì».
Dicono che questa battaglia Emiliano la fa per diventare leader.
«Non ho mai preso iniziative autonome. Sono stato avviato a questa vicenda dal presidente della Basilicata Pittella, Renziano doc».
Ha scelto lei?
«Ha votato il Consiglio regionale della Puglia all’ unanimità».
Non è una sfida per la leadership del Pd?
«Sono l’ unico tra quelli che hanno votato Renzi che in questo momento non ha una relazione politica con lui. Ma le istituzioni vengono prima delle ambizioni e delle beghe di partito».
Lei lo critica da quando ha disertato la Fiera del Levante per andare a vedere la Pennetta in America.
«Eravamo tutti contenti per quella finale, io ho solo detto che ero obbligato a stare in fiera. Vero, peraltro».
Non pensa che le sue critiche dispiacciano a Renzi?
«Non so se ci rimane male, ma non importa: l’ articolo 97 della Costituzione che definisce il principio di imparzialità vale per me come per lui».
Il Pd ha un problema di rapporto col Sud?
«L’ Italia ha un problema con il Sud».
Si sente un capopopolo?
«Mi circondo di bastian contrari che mi vogliono così bene da dirmi di no, quando non sono d’accordo. È una ricchezza».
Cosa pensa dell’ alleanza con Verdini?
«Ringraziando Dio non ho il problema di Verdini».
Cosa la preoccupa di più?
«Se i petrolieri sono liberi di decidere loro quando chiudere i pozzi. Bisogna spendere decine di milioni di euro, e se non li obblighi loro non lo fanno».
Ma le pare normale che sei governatori del Pd siano contro il premier dello stesso partito.
«Questo fa parte della nostra tradizione. È una nostra ricchezza».
2 risposte a "Emiliano e la Puglia contro la confusione TOTAL – 187"