se Cacciari rilascia un’intervista a Libero, questo e` un segno dei tempi.
apprezzo Cacciari per il pensiero libero (senza maiuscola), che vedo trova sempre meno spazio nell’Italia del conformismo renzino.
ma questa volta credo che sbagli, almeno in parti importanti del suo ragionamento.
non credo di avere molti lettori che leggono Libero; quindi l’intervista la riporto quasi tutta e la commento pezzo per pezzo.
mi pare esemplare per capire l’incapacita` di opporsi a Renzi dentro il Partito Democratico.
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- la crisi internazionale delle democrazie.
Tutti gli Stati occidentali godono di pessima salute. È un’ottica miope concentrarsi solo sui nostri guai nazionali. Tutte le democrazie europee sono a rischio, perché non sono più rappresentative dei bisogni, delle idee e degli stati d’ animo dei popoli».
questo concetto di Cacciari e` strano: se le democrazie non sono piu` rappresentative dei popoli non sono piu` democrazie.
ma confesso di non avere capito che cosa intende dire.
Quali sono i nemici delle democrazie occidentali: l’ islam, la Russia, la Cina?
Chi pensa questo ragiona con schemi vecchi. I nemici sono lo strapotere dell’ economia e della scienza, mondi ingovernabili dalla politica e per loro natura profondamente antidemocratici. La finanza e la scienza muovono denaro e potere e hanno messo in ginocchio gli Stati Nazione a sovranità illimitata, che sono ormai dei ruderi della modernità.
condivisibile e ben detto.
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2. l’Europa e la sua crisi
La salvezza può essere l’ Europa?
Questa era la grande idea e la speranza di tutti noi: per governare lo strapotere di economia e scienza servono delle potenze politiche “imperiali”. Oggi però è più probabile che l’ Europa fallisca piuttosto che mantenga le promesse.
Cosa impedisce all’ Europa di diventare una, forte e compatta?
Innanzi tutto l’egoismo dei singoli Stati, che non sono disposti a rinunciare alla loro sovranità nazionale e portano nel consesso europeo unicamente i loro interessi particolari. E poi l’esplosione di due fenomeni imprevedibili, la più grande e lunga crisi economica mondiale degli ultimi sessant’anni e un’ ondata migratoria potentissima e incontrollabile.
imprevedibili, poi: e allora come mai anche un poveraccio come me e` riusicto a prevedere la crisi fin dal 2005?
per non parlare di qualche libro serio che l’ha pure prevista?
Partiamo dall’ economia…
Bisogna dirsi la verità. Eravamo tutti europeisti, e noi italiani per primi, non per ragioni filosofiche, per slanci emotivi, desiderio di fratellanza o profonde visioni strategiche ma perché confidavamo che l’Europa ci facesse stare meglio, economicamente e come qualità della vita.
a questo punto tralascio la parte successiva, dedicata al solito mantra e alle solite sciocchezze contro l’austerita` tedesca imposta all’Europa:
non mi aspettavo da Cacciari una simile caduta di tono.
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3. i populismi.
L’esplodere dei populismi è un fenomeno congiunturale di protesta o rivela un cambiamento strutturale della società europea?
È al 90% una risposta di protesta alle inadeguatezze dell’Europa e dei partiti che la sostengono. Ma non è un fenomeno congiunturale, è strutturale, sintomo di un disagio sociale e di una delusione radicati.
E non si faccia l’errore di dire che sono fenomeni di destra, così si possono criminalizzare meglio e minimizzare.
La protesta viene anche da sinistra, pensiamo a Grillo, Podemos, i verdi che hanno vinto in Austria: tutti con il medesimo denominatore, essere forze anti-sistema.
e allora? che cosa pensa Cacciari dei populismi, di destra o di sinisra?
lo condivide oppure vi si oppone?
non si sa.
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4. la Brexit
anche su questo punto Cacciari non rinuncia a dire delle banalita`:
L’uscita della Gran Bretagna dall’Europa darebbe il via a un processo di disgregazione difficilmente arginabile: immigrazione, difesa dei confini, mancato sviluppo economico, fragilità bancarie, divisione militare. Sono tanti i fattori di entropia in cui versa l’Europa.
Solo Draghi sembra avere in testa un progetto unitario, ma è solo e sta già facendo dei miracoli.
penso che buona parte di queste previsioni siano spauracchi buttati in giro per racimolare una maggioranza qual che sia al referendum inglese…
in ogni caso, anche dovessero esserci dei conteaccolpi, l”Europa, secondo me, ne ha bisogno, per essere rimessa sulla giusta via…
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5. l’immigrazione
E siamo arrivati all’ immigrazione, il secondo grande fattore imprevedibile di disgregazione…
Qui l’errore è cadere nella demagogia e pretendere di trovare risposte semplici a problemi complessi. Siamo di fronte a un fenomeno che interessa centinaia di milioni di persone e litighiamo sul numero di hot spot da aprire e su quanto sforare dai parametri e riempiamo di denaro uno Stato equivoco come la Turchia per bloccare l’invasione, un po’ come provare a svuotare il mare con il cucchiaino.
giusto no?
L’ Italia è sola ad affrontare l’ invasione, abbandonata dall’ Europa…
qui l’intervistatore dice una sciocchezza mostruosa, ma Cacciari non reagisce, anzi condivide, si direbbe…
Sì, ma anche l’Europa è abbandonata. L’immigrazione è un fenomeno mondiale e la sua esplosione evidenzia l’inadeguatezza degli organismi internazionali, Onu in testa.
Ha ragione il cardinale Scola, che nei suoi “Dialoghi sulla vita buona” aveva già iniziato a ragionare sul problema: serve un piano Marshall planetario ma gli organismi politici mondiali sono fallimentari, funzionano solo quelli economici, il Fondo Monetario e il Wto, e solo in senso ultraliberista e anti-solidale.
ecco, di nuovo, qualche concetto giusto (a parer mio ovviamente, non fateelo ripetere tutte le volte)
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6. l’islam
L’ integrazione però è difficile, specie con la comunità islamica…
E ci credo, ma molti guai ce li siamo cercati. Trent’anni fa, ai tempi della prima migrazione islamica in Europa, c’era un altro spirito, c’era la speranza di una Ue mediterranea. Poi sono arrivate le bombe e le guerre.
Ma l’ Occidente in Medio Oriente ha combattuto dei regimi sanguinari, delle teocrazie che violavano i diritti umani più essenziali…
quali teocrazie?
l’Occidente ha combattuto i regimi laici e combatte ancora l’ultimo rimasto, quello di Assad.
l’Occidente ha fatto invece il lavoro sporco per conto delle teocrazie che sono ancora al loro posto.
In Libia ci siamo andati solo per inseguire gli interessi economici della Francia. Le Primavere arabe sono state un tentativo di modernizzazione che l’Occidente non ha saputo gestire e alla fine si sono rivelate controproducenti. In Egitto trent’anni fa non c’era una sola donna con il velo, e neppure in Siria.
L’Isis è nato sulle ceneri dell’ Iraq di Saddam, che era laico. Le guerre hanno rafforzato i meccanismi identitari dell’ islam e hanno radicalizzato le sue componenti estremiste.
Ma ora che il danno è fatto cosa suggerisce?
Con la comunità islamica non ci sono solo differenze religiose ma culturali. Molti islamici non hanno intenzione di integrarsi. Ma siccome le leggi della demografia sono scientifiche e dicono che nel giro di una generazione il 20% degli europei saranno islamici, credo che sia indifferibile porsi il problema dell’ integrazione.
questa risposta e` talmente generica che non significa nulla.
forse era il momento di dire che gli islamici che respingono l’integrazione non possono essere accettati, per non mettere a rischio i nostri valori (e soltanto questi islamici vanno respinti, naturalmente).
ecco, invece, che cosa blatera Cacciari:
E come si fa?
Non dobbiamo coltivare la velleità di occidentalizzarli e renderli come noi. L’obiettivo è quello della prossimità, avvicinarli il più possibile al nostro mondo culturale e al nostro sistema di vita. Certo, costa: vanno finanziati programmi culturali, corsi scolastici, iniziative comuni, ma senza investimenti non si hanno risultati.
Pensa veramente che questo possa accadere?
Nella storia nulla è più irrazionale di ritenere che possa accadere qualcosa secondo logica e razionalità. Se i fenomeni non si governano, qualcosa comunque accade.
Il mio maestro Severino sostiene che presto o tardi diventeremo tutti identici, prevarrà la globalizzazione e saremo tutti parte di un’unica marmellata planetaria.
Per conto mio, credo che se si lascia tutto al caso non si sa dove si finisce e non è detto che l’epilogo sia positivo.
una volta, pero`, che Cacciari dice che il suo maestro e` Severino, tutto diventa chiaro.
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7. la crisi della democrazia in Italia.
Guardiamo all’Italia: ha ragione chi grida al pericolo di un regime?
Lo ritengo assurdo: i regimi ormai sono irrealizzabili, proprio perché lo Stato Nazione del Novecento che li ha favoriti non esiste più. E poi Renzi non ha la stoffa per creare un regime.
Però il renzismo è molto ostinato nell’occupazione del potere…
E quale politico non lo è? Tutti cercano di estendere al massimo il proprio potere.
La riforma Boschi sembra funzionale allo scopo…
A mio avviso è una riforma deludente. Certo rafforza i poteri dell’ esecutivo, e ce n’era bisogno, ma non è una riforma di sistema bensì solo di governo, tant’è che resta perfino il Senato, anche se con meno poteri e meno sovrapposizioni con la Camera. Manca il quadro generale,
e poi viene massacrata ogni autonomia. I sindaci non conteranno più nulla, e neppure le Regioni, malgrado il cosiddetto Senato delle Regioni.
ma in tutto questo Cacciari non vede nessun pericolo di regime…
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Renzi, come Berlusconi prima di lui e come tutta la sinistra, è profondamente centralista. Guardava a Roma già quando faceva il sindaco di Firenze.
strano che Cacciari definisca centralista la sinistra:
chi se non la sinistra ha riformato la costituzione nel 2001, dilatando a dismisura i poteri delle regioni?
Il federalismo però ha fallito…
Non ha fallito, non è mai stato tentato. Neppure la Lega è mai stata federalista; è stata piuttosto secessionista, ma in un tempo breve e lontano.
qui il distacco di Cacciari dalla realta` diventa massimo, di nome e di fatto.
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8. Cacciari e il referendum sulla deforma-Costituzione
E allora se la riforma non le piace, perché ha annunciato che al referendum voterà «sì»?
E cosa dovrei fare? Non penserà mica che Renzi si ritirerà davvero se perderà il referendum?
È un politico, ha una forsennata volontà di potere, resterà in campo.
e` quello che penso anche io, anche se non e` un buon motivo per non provare a disarcionarlo.
E quindi cosa farà?
Andrà da Mattarella, otterrà lo scioglimento delle Camere, imposterà una durissima campagna elettorale contro chi si oppone al cambiamento e otterrà il 60% dei voti. Con i quali governerà molto a lungo.
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quindi, capite tutti quanto e` astuto Cacciari?
vota a favore di Renzi per impedirgli di prendere il 60% dei voti…
che prenderebbe comunque alle elezioni un anno dopo, se fosse davvero capace di prenderli…
per ora resta inchiodato piu` al 20% reale dei votanti che altro, pero`.
ma Cacciari gli regala, nella sua mente, il triplo dei voti, non si sa come.
Quella del referendum per Renzi è un’opzione “win to win”: non può perdere. Se l’è studiata a lungo, la personalizzazione così marcata forse è stata uno sbaglio di cui si è pentito, perché in caso di sconfitta al referendum il suo percorso diventa tortuoso e non privo di insidie e possibili incidenti ma non si rivelerà un errore decisivo.
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il resto dell’intervista lo tralascio:
e` talmente sconclusionato, non so quanto per merito dell’intervistatore e quanto di Cacciari.
che appare in stato confusionale, come tutta la parte della sinistra che cerca di restare ancorata al suo partito d’origine.