ecco un post che trabocca di umanita` dal blog ilnuovomondodigalatea
lo dedico a me stesso, perche` dice come meglio non si potrebbe di una vita professionale passata che sta tornando realta` per me per pochi giorni, e certamente per l’ultima volta.
Ci sono quelle classi che sono così: tue. Che hai sgridato e cazziato per tre anni, come la peggio arpia, perché ti ci eri affezionata manco se fossero dei figli, e quindi tu, tu sola potevi dire loro di tutto, e glielo dicevi, ma se qualcun altro si azzardava a dirne male, uh, mamma, ti incacchiavi come se ti avessero malmenato i cuccioli, diventavi un tigre, un’orsa madre, una furia scatenata.
Ci sono quelle classi che sono tue, perché anche se non sono i più “bravi”, e anzi, per carità, alle volte proprio no, dentro c’erano dei ragazzini così particolari che non potevi fare a meno di adorarli, perché anche quelli più difficili avevano qualità umane che levati, che non si trovano così facilmente: erano teneri, svegli, allegri, pigri, incasinati, volubili, testardi, generosi, tutto assieme e gli hai voluto bene.
Sì, ad alcune classi vuoi bene. A tutte, in realtà…
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Bellissimo, come dovrebbe essere per tutti al di là dell’insegnamento “materiale”…
Un toccare l’anima, insegnare a trovarla e gestirla; crescere delle persone non solo ragionanti ma empatiche, positive, serene.
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perfettamente d’accordo!
la prima cosa di cui dovrebbe ricordarsi ogni insegnante prima di tutto e` che deve insegnare l’autostima.
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