i gatti e il mio cattivo carattere – 545

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a me non piacciono i gatti, dice la mia ospite quando vede arrivare Blu e Jung, madre e figlio, per la pappa quotidiana.

la cosa non mi turba, in fondo i gatti sono dei vicini e passano di qui solo due  volte al giorno, giusto per i croccantini.

certo, io non mi sognerei mai di dire a qualcuno che mi ospita che mi da` fastidio il suo cane, se mi capitasse.

non adoro i  cani, ma non sentirei il bisogno di dirglielo.

. . .

i gatti qualche volta li nutro sul davanzale della finestra, qualche volta li faccio entrare:

Blu e` una gatta molto affettuosa e le piace saltare in braccio a farsi fare il contropelo sulla nuca o sotto il mento.

ronfa tutta la sua soddisfazione e fa le fusa.

sono gelosa della tua gatta, dice la mia ospite.

oibo`.

. . .

quando entra, Blu ha imparato ad andare all’angolo di lato al camino dove tengo il sacchetto per lei.

lo sa aprire coi denti e si sfama da sola, affondando il muso nel buco che ha fatto.

e ha insegnato a fare altrettanto anche al figlio.

io sono certamente un padrone molto indulgente.

inoltre penso che il gatto e` per natura ladro e cacciatore,

non fosse ladro, il gatto, non sarebbe arrivato a fare comunella con gli umani…

e quindi un cibo che si deve in qualche modo conquistare, magari rubandolo, gli da` certamente piu` soddisfazione.

sazia la fame, ma anche il bisogno di ingegnarsi per mangiare.

dopotutto la caccia sta al gatto come il lavoro sta all’uomo, e l’uomo ha bisogno del lavoro, purche` non sia disumano.

e il lavoro del gatto e` il furto…

. . .

hai visto che cosa fanno? mi borbotta la mia ospite, sentendo i gatti raspare, e in tono di forte disapprovazione.

che per fortuna loro non colgono, ma io si`.

ma se sono indulgente con i gatti, figuratevi se non lo sono anche con le ospiti.

lasciali fare, e a me stesso dico: lasciala dire.

ma dentro di me mi dico: cavoli, ma questa e` o non e casa mia?

se lo devono capire i gatti, secondo te, perche` non riesci a capirlo tu?

. . .

stamattina i gatti, fatti entrare dalla finestra della cucina e lasciati alla loro piacevole caccia al cibo, miagolano per richiamare la mia attenzione.

chissa` perche` non mangiano da soli.

guardando, ecco che il sacchetto, da cui attingevano raschiando con le unghie per lacerarlo, risulta bene avvolto in un involucro di plastica  ben annodato, che glielo rende inaccessibile.

io, che ho un cattivo carattere, ho fatto bene a dire alla mia ospite di tornarsene a casa?

. . .

che post assurdo: fino a qui ha l’aria quasi di un raccontino un poco velenoso.

ma adesso voglio dargli una svolta meditabonda.

la convivenza sia pure provvisoria con una persona che ha la pretesa di dirigere la tua vita determina immediatamente stress.

quindi sei stressato tu, per primo.

ma lei? lei perche` si comporta cosi?

sono stato chiaro ed onesto con lei: le ho detto a varie riprese che mi sembra alquanto impicciona.

e lei, di rimando, ogni tanto dice ridendo: io che sono un’impicciona…

di quel che provo io chiaramente le interessa men che niente.

. . .

ultimamente cerca di appurare con domande accuratamente mirate se mia nuora e` vegana.

faccio trasparire il mio fastidio, oltretutto non so nemmeno rispondere:

vi sembro il tipo che controlla l’alimentazione di una nuora?

ma l’inquisizione non termina fino a che non sbotto.

. . .

scrivendo il post (e i post si scrivono anche per questo) arrivo a capire che lei e` ancora piu` stressata, in partenza, di quanto non lo sia io a stare con lei.

secondo alcune ricerche la convivenza con una persona stressata porta a condividere il suo stress anche senza volerlo e perfino senza riconoscerlo chiaramente.

e` l’effetto dei cosiddetti neuroni a specchio, una struttura innata predisposta nel cervello dei mammiferi per la condivisione immediata delle emozioni.

lo stress dunque e` un disturbo contagioso.

e in questo caso doppio:

allo stress diretto prodotto dai suoi interventi impropri si aggiunge lo stress indiretto che nasce dal condividere inconsciamente lo stress che li genera.

. . .

questa contagiosita` dello stress si puo` misurare perche` porta l’organismo a produrre piu` cortisolo.

Il cortisolo è un ormone direttamente secreto dalle ghiandole surreni. E` detto “ormone dello stress” in quanto l’organismo ne produce una quantità maggiore in risposta a situazioni di allerta, di fronte a serie carenze alimentari dovute a diete drastiche e digiuni o come conseguenza di esercizio fisico di intensità elevata.
Determina un aumento del battito cardiaco, un incremento dell’indice glicemico, un rapido utilizzo dei grassi accumulati.
Nello stesso tempo però si abbasseranno le difese immunitarie e si innalzerà la possibilità di andare incontro a fenomeni di osteoporosi, conseguenza diretta della diminuzione della sintesi del collagene. Sia un’eccessiva produzione di tale ormone che una sua sottoproduzione nuocciono in maniera diversa e influiscono sull’intero organismo anche in maniera piuttosto seria.

. . .

dunque il sistema uomo viene profondamente influenzato dall’ambiente, ma anche dalle emozioni di cui l’ambiente è permeato.

sul piano psicologico, ma perfino su quello biologico.

pensate che nel 24% dei casi il cortisolo aumenta anche solo osservando il video di una persona coinvolta in una situazione stressante.

alcuni programmi o immagini stressanti trasmesse dalla televisione o circolanti nel web possano aumentare i livelli di stress degli osservatori, considerando la natura empatica dello stress,

e portare a sviluppare alcune malattie.

. . .

i miei gatti non sono stressati ne` stressanti.

spegnete la televisione anche voi,

e mandate in onda i gatti che si arrabattano attorno al sacchetto di plastica.

e le vostre ospiti sceglietele con piu` accortezza di me.

. . .

proverbio inglese: “Mettete nella stessa stanza un gatto che fa le fusa ed una manciata di ossa rotte, e le ossa guariranno!”.

alcuni esperimenti hanno dimostrato che alcune basse frequenze, proprio le stesse delle fusa, favoriscono effettivamente la guarigione delle fratture e riducono l’intensità del dolore.

una persona stressata vicino invece peggiora la situazione di entrambi;

quindi, se siete stressati, non imponete la vostra vicinanza a nessuno.

salvo che ai gatti, che del resto se ne faranno un baffo, anzi due.

parlo soltanto per me, naturalmente.

. . .

notizie scientifiche tratte da http://www.anthroposmagazine.com/stress-contagio/


12 risposte a "i gatti e il mio cattivo carattere – 545"

  1. questo post, pubblicato anche sulla mia pagina twitter, ha avuto anche li` un commento, da Massimiliano Piccini, che non posso trascurare, perche` offre un altro punto di vista e di discussione:

    la saggezza dei gatti, capaci di rimuovere problemi perché vivono nel presente contingente.. e la saggezza di chi osserva i gatti..

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    1. mia risposta su twitter:

      ciao max, ho ripubblicato il tuo commento anche sul blog e ti rispondo anche li` senza la tirannia dei 140 caratteri: Nietsche!

      insomma, i gatti sono nietschiani, per dirla tutta.

      perche` vivere nel presente contingente, o vivere nell’eterno presente o nell’eterno ritorno, a me paiono soltanto varianti linguistiche dello stesso concetto del vivere al di fuori del tempo lineare e stare a proprio agio nel tempo rotondo. 😉

      da questo punto di vista i gatti hanno anticipato la post-modernita` da millenni e hanno perfettamente meritato che gli egizi ne facessero una divinita`.

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  2. E tuttavia la pet terapia prevede dai cavalli ai cani ‘erogatori’ d’amore negli ospedali nn già i gatti.
    Il cane è empatico il gatto no.
    Il cane nella sua continua richiesta d amore ti impone ad esercitarlo l’autonomia del gatto no.
    Il battito del cuore della mia Sally che mi dorme accanto mi ha allontanato dal Tavor.
    Non bacchetto chi ama i gatti di passaggio ma lo considero l atteggiamento di chi forse nn vuole legami impegnativi.
    Lo stress ? Evitare il proprio e l altrui è un dovere !
    Brutta storia eh?
    Sheraciascunoregalisoloilmegliodise

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    1. secondo me e` tutto giustissimo quello che dici.

      in particolare la azzecchi pienamente, secondo me, quando dici: Non bacchetto chi ama i gatti di passaggio ma lo considero l atteggiamento di chi forse nn vuole legami impegnativi.

      non credo appunto che i gatti siano per niente adatti alla pet terapia: non esigono affetto e dunque non colmano neppure vuoti affettivi.

      resta, semmai, sullo sfondo, il problema delle cosiddette gattare.

      che mi impedisce di credere fino in fondo alla frase che stavo per scrivere: per amare i gatti occorre avere un equilibrio affettivo, come loro.

      ecco, il cane e` appunto privo di equilibrio affettivo, e` un instabile emotivo e dev’essere il padrone a riempire quel vuoto che gli manca, diventando il suo ideale capo-branco.

      punti di vista e condizioni emotive differenti, ma tutte rispettabili.

      meno rispettabile trovo invece l’ODIO per i gatti: secondo me e` un sintomo preoccupante di odio per l’indipendenza di pensiero e, diciamolo dai, per il menefreghismo tipico dei gatti.

      la seconda perla di saggezza che hai sparso in questo blog col tuo commento e` che abbiamo il dovere primario di evitare lo stress in noi stessi.

      proprio perche` lo stress e` contagioso e non dovremmo contagiare gli altri…

      ciascuno regali solo il meglio di se`

      – o almeno impari, aggiungo io, a tirar fuori del buono anche dal suo peggio.

      un abbraccio,

      bortocalnelrosadellalba

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      1. Sei troppo buono con me ma io dissento ancora su due punti.
        Il rapporto con il tuo cane con il quale vivi la quotidianità nn è subalterno ma ho potuto provare molto spesso il capo branco è lui nel difenderti nel proteggere il cucciolo bambino nel percepire e lenire una tua sofferenza interiore.
        ODIO i gatti o.. o… spesso è un orribile modo di dire (sper) e se fosse vero sai che brutta vita! E che inutile corrosiva fatica!
        E poi pensandoci bene mi viene da dire che da oltre 30 anni in amore nelle mie relazioni sentimentali mi comporto come un gatto senza fissi riferimenti se non il calore è una sacchetta di croccantini sempre pronti posso restare e andarmene certa di non avere costrizioni ma di essermi presa la mia dose sì amore e di aver regalato le mie fusa.
        Sheraore10e37

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        1. bene, ma non e` che se dissenti con tanta finezza come stai facendo, allora divento catrtivo.

          avendo avuto dei cani solo da bambino piccolo e poi mai piu`, forse non li conosco bene e la mia conoscenza si limita all’osservazione superficiale delle loro smanie di fronte agli umani, aggressive o di subordinazione che siano.

          ho quindi trovato molto interessante quello che dici sul rapporto fra cane e padrone, e sulla capacita` del cane di assumere lui a volte un ruolo di capobranco rispetto al padrone, se lo sente fragile.

          ma forse questo riguarda soltanto alcuni tipi di cane, psicologicamente alfa, che ci sono portati, o sbaglio?

          mi fai venire in mente adesso il cane che avevo regalato a mio nipote l’anno che e` vissuto con me ed effettivamente aveva proprio queste caratteristiche: era un dominatore, per niente succube.

          non credo affatto che tu possa odiare i gatti; ecco le ambiguita` della comunicazione; la frase non era riferita a te, ma di nuovo, indirettamente, alla mia ospite, che dava evidenti segni di fastidio fisico quando i gatti giravano per casa anche senza avvicinarsi a lei.

          pero` l’equivoco e` stato carino lo stesso, perche` mi permette di dirti, da come ti descrivi, che potresti essere la mia gatta ideale! 🙂 🙂 🙂

          bortogattone

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          1. Nooo nn odio i gatti! diciamo che nn siamo sulla stessa lunghezza d onda ma questo nn mi impedirebbe di prendermi cura di un diseredati: ricordi la cornacchia che curai l anno scorso?
            Ci sono nei cani razze cosiddette dominanti ma nel rapporto con gli umani, come tra umani, si tratta di giochi di alternanza.
            Ad esempio mi accorsi che Sally al guinzaglio di tanto in tanto si voltava a guardarmi in concomitanza con un rumore esterno più forte, oppure se inciampano e il comportamentali mi ha spiegato che lei ,come pensavo nn lo fa(ceva) per paura ma x controllare il mio stato!
            Magari ti parlerò di altre situazioni ma nn voglio ora ammorbarti 😰
            E cmq attento alla tua dichiarazione d intenti hai visto mai?
            Sheraconunabbraccionotturno

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            1. si si`, il tuo rapporto con i gatti e` simile a quello che ho io con i cani: non sono al primo posto nelle mie preferenze, sceglierei, per dire, piuttosto un criceto, ma provo un certo affetto per loro e loro di solito un vero entusiasmo per me, purtroppo non ricambiato – tranne i cani valsabbini dei dintorni che non mi hanno ancora accettato come abitante e vengono perfino dal cortile della casa di fronte nel mio ad abbaiarmi contro (per fortuna sono piccoletti).

              le notizie che mi dai su di loro allargano le mie conoscenze, anche se non mi spingeranno mai a tenerne uno, per il motivo molto semplice che il gatto, soprattutto in campagna e ancor piu` se condiviso, lo puoi anche lasciare per metterti i viaggio, ma un cane, no, mai.

              quanto a te, se mi dici che sai anche fare le fusa, mi sa che metto alla porta la Blu… 🙂 🙂 🙂

              bortocalnondormeconleorerubatedal blog 🙂

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  3. Sì, comunque a volte può accadere che ci si calmi in compagnia di un’ altra persona. Si è entrambe contente, anche chi ha ” aiutato” l’ altra a calmarsi. Tutto dipende dal trovar la persona giusta ( non mi riferisco a partner, ma a questi singoli episodi).
    P.S.
    Secondo me quei gatti mangiano sia a casa loro che a casa tua. Molti gatti hanno una doppia vita e sono sempre affamati.

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    1. hai fatto una precisazione molto opportuna.

      rifletto sui motivi per cui due persone stressate, stando in compagnia, a volte riducono lo stress di entrambi, contrariamente alla regola generale vista sopra.

      questo riesce quando lo stress di entrambi viene messo in comune.

      in generale lo stress si riduce prendendone coscienza (anche da soli), ma si riduce ancora di piu` se lo si mette in comune e se ne fa il centro di una riflessione condivisa.

      e` la presa di coscienza condivisa dello stress che puo` aiutare moltissimo.

      dopotutto e` la base stessa del rapporto che si stabilisce fra paziente e psicologo: la condivisione.

      – quanto ai “miei” gatti, la loro politica dei due forni e` piu` di una ipotesi: e` una certezza.

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