chi e` sepolto nella tomba di Shakespeare? – 556

“Shakespeare: la più grande e più riuscita frode che sia mai stata realizzata nei confronti di un mondo paziente”

Henry James, 1903

ma James aveva dimenticato Jeshu e le origini del cristianesimo, evidentemente. 

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sarebbe presuntuoso pensare di riuscire a risolvere l’enigma della o delle identita` personali che stanno dietro l’autore Shakespeare.

ci ho gia` provato altre due volte, ma con risultati incerti.

39-CP. MICHEL AGNOLO FLORIO, SHAKESPEARE, IL SICILIANO.  10 marzo 2009

un’antica invettiva contro Shakespeare il siciliano – 213   23 aprile 2016

in ogni caso, da quelle ricerche l’opera di Shakespeare mi era apparsa il possibile punto di convergenza operativa in campo teatrale di tre uomini diversi:

1. William Shakespeare, nato in Inghilterra a Stratford-upon-Avon nel 1564 e morto nel 1516, oppure, secondo me, in epoca sconosciuta, tra il 1585 e il 1592…

2. Giovanni, o meglio John Florio, nato a Londra nel 1553 e morto a Fulham nel 1625

3. Michel Agnolo Florio, nato a Messina nel 1564 e morto nel 1516, che avrebbe assunto l’identita` del primo, dopo la sua morte.

questo almeno mi pareva, pur tra qualche dubbio, in base a quanto letto fino al momento di scrivere questo post.

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nei lavori preparatori di questo post, tuttavia, c’e` stato un colpo di scena, ma non del tutto inatteso, oppure, piu` modestamente un ripensamento mio.

riguarda Michel Agnolo Florio.

attenzione: non sto parlando di Michel Agnolo Florio Crollalanza attore presso Globo Costruzioni S.r.l.

ha anche un profilo Facebook.

ma non attivo dal 2012.

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e neppure di quest’altro:

Michel Agnolo Florio Crollalanza   “Essere o Non-Essere”… (Non so se sono io)

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anche lui ha un sito Facebook, pure questo non attivo dal 2012.

o coincidenza sospetta che fa dubitare che questi due personaggi possano essere un caso di sdoppiamento di identita`!

ma poi su facebook esiste anche  Guglielmo Crollalanza (Michelagnolo Florio Crollalanza)

un bell’uomo cupo e pensoso, si direbbe:

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i tre profili di qui sopra sono di uno o piu` burloni, evidentemente dei nostri giorni.

e intanto, per dire, questo mio stesso post, finito su twitter, e` stato immediatamente ritwittato da un altro William Shakespeare in persona…

William Shakespeare  @shakespeareUDW  Iscritto a maggio 2016

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ma un Michelangelo Florio nel Cinquecento e` vissuto davvero.

a volte chiamato anche Michael Angelo, a volte Michel Agnolo.

ma certamente non puo` avere nulla o quasi a che fare direttamente con la figura di William Shakespeare.

era un frate, nato a Firenze nel 1515, che ebbe una vita tumultuosa che lo vide spesso in fuga, accusato di eresia.

nel 1550 abbandono` il saio e si rifugio` a Londra, diventando pastore della chiesa riformata, autore di una grammatica italiana e insegnante di italiano di lady Grey, poi regina per pochi giorni nel 1553, prima di essere catturata e giustiziata da Maria Tudor, figlia di Enrico VIII.

da una relazione iniziata fuori dal matrimonio,  e che poi regolarizzo`, ebbe un figlio, John, nel 1553.

a seguito della violenta reazione cattolica della nuova regina Maria Tudor, detta cattolicamente la Sanguinaria e salita al trono appunto nel 1553, dopo la deposizione di lady Grey, Michelangelo Florio abbandono` anche l’Inghilterra e si rifugio` con la famiglia nei Grigioni, in Svizzera.

qui ebbe varie traversie e contrasti dottrinari, e sarebbe morto prima del 1571.

secondo una tesi esposta tra il 1929 e il 1955 dal giornalista Santi Palladino, Michelangelo Florio sarebbe invece tornato a Londra col figlio, e sarebbe il vero autore delle opere di Shakespeare.

ma non capisco bene: Shakespeare compose dal 1588 fino al 1513, cioe` quando Michelangelo Florio avrebbe avuto tra i 73 e i 98 anni…

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in questo contesto e probabilmente per risolvere questa inverosimiglianza e continuare a sostenere che il vero autore delle opere di Shakespeare era un Michelangelo Florio, compare un secondo Michel Agnolo Florio, nato a Messina stesso anno di Shakespeare, variamente esule in Italia e in Europa per gli stessi motivi.

purtroppo, scavando, si scopre pero` che tutto quello che sappiamo di questo personaggio, anche se ripetuto in decine di siti e dunque all’inizio in apparenza vagamente attendibile, risale a una intervista al “Professor Iuvara”, cioe` a Martino Iuvara, un lucido 71enne, un ex docente e giornalista pubblicista, che e` semplicemente un simpatico e spudorato bugiardo.

conclusione razionale: Michel Agnolo Florio Crollalanza, nato a Messina nel 1564, non e` mai esistito altro che nella scatenata fantasia di questo Iuvara, che ha lanciato una tesi cosi` romanzesca, anche se totalmente priva di riscontri, che non poteva che avere successo.

. . .

certo che se qualcuno si inventa una commedia in messinese Tantu trafficu pe’ nniente, che precederebbe una versione in inglese di Shakespeare, e` capace di qualunque altra invenzione.

e perfino di far si` che Andrea Camilleri pensi lui a tradurre Tanto rumore per nulla dall’inglese del Cinquecento nel dialetto messinese.

l’unico Michelangelo Florio esistito e` il padre di John, ma non e` lui Shakespeare.

anche se fosse tornato a Londa dopo il 1571, quando Maria la Sanguinaria era morta da un pezzo, nel 1558; e da allora regnava Elisabetta, la sorellastra, protestante come lui.

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ma perche` inventarsi un Michel Agnolo Florio, quando e` esistito questo John Florio, figlio di Michelangelo?

questo e` peraltro un uomo straordinario e geniale.

tanto geniale da giustificare largamente l’ipotesi che sia lui il vero Shakespeare, inteso come autore.

non ne ripeto pero` qui la storia, di cui ho gia` parlato a lungo nel secondo dei post citati sopra, e su cui dovro` ancora tornare.

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ma quell’altro, il vero e documentato William Shakespeare?

il modesto provinciale di cui, dopo il 1585, non si sa piu` nulla nel paesello natale, Stratford-upon-Avon,

quello che compare a Londra nel 1592,

che lascia morire un figlio a casa senza neppure farsi vivo per il funerale,

ma che ritorna al paese natale nel 1611 soltanto per morirvi il 23 aprile 1516, a 53 anni, dopo avere fatto testamento all’inizio dell’anno…

e` esistito davvero?

certamente un William Shakespeare esiste nella prima parte della sua vita e anche nell’ultima,

ma possibile che fosse lui lo Shakespeare della seconda parte, l’autore prolifico e straordinario delle piu` celebrate opere teatrali della storia umana?`

l’autore soltanto presunto, pero`…

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questo e` il centro della questione, che ho provato sinora a scrutare con l’ausilio delle sole fonti scritte: documenti e testimonianze.

ora ritorno sul luogo del mistero con una prospettiva nuova, che nasce dall’uso di fonti informative diverse.

voglio esaminare il problema a partire dai documenti visivi:

la sua tomba

e i ritratti di Shakespeare, o presunti tali,

che sono stati fatti mentre era in vita o poco dopo la sua morte.

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ecco allora la tomba di Shakespeare, vorrei dirvi.

ma siamo gia` nei guai, perche` vi e` si` una tomba, documentata nel registro della Holy Trinity Church di Stratford, ma vi e` anche, accanto, un monumento sepolcrale.

insomma: in poche parole abbiamo due tombe, una vicina all’altra,

quasi a indicare simbolicamente una doppia identita`.

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cominciamo dalla tomba vera e propria, allora, certamente costruita subito dopo la morte di William Shakespeare.

questa e` la pietra tombale, che copre una sepoltura che viene definita di eccezionale profondita`.

e accanto vi e` quella della moglie, e contiene i resti anche dell’ultima figlia sopravvissuta di tre, Susanna.

che cosa dice l’iscrizione in testa alla pietra sepolcrale?

Good friend for Jesus sake forbeare,   –  Buon amico per amore di Gesu` rinuncia

to digg the dust encloased here.   –   a scavare la polvere rinchiusa qui.

Blese be ey man ty spares thes stones  – Benedetto sia ogni uomo che lasci in pace questa pietra,

and curst be he ty moves my bones. – e maledetto sia chi smuove le mie ossa.

abbastanza strano, no?

. . .

nonostante questa maledizione preventiva e perfino simil-profetica, ricerche sulle ossa contenute in quella tomba sono previste, secondo alcune notizie, o escluse, secondo altre.

intanto il loculo e` stato esaminato con un georadar e questo ha permesso di dire che il teschio manca;

secondo alcune notizie sarebbe stato rubato nel 1794.

sconcertante la somiglianza del destino del teschio di Shakespeare con quello di Yorick, il buffone dell’Amleto…

e poi, abbiate pazienza: ma quell’iscrizione non e` strana?

come se si fosse gia` prevista la profanazione della tomba…

a chi dovrebbe venire in mente di scavare li` sotto qualche metro per andare a scoprire le ossa di un altro buffone, che non si chiamava neppure Yorick, come il buffone di corte di Amleto?

e quella specie di gioco di parole o assonanza nel primo verso?

sake forbeare – Shake-speare

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la seconda tomba, o meglio, il monumento sepolcrale, sta nella parete di fianco:

fu restaurato nel 1748-1749, ma piu` che restaurato, rifatto in questa forma.

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non era quella originaria:

il monumento è stato riprodotto e discusso da William Dugdale nelle Antiquities of Warwickshire, pubblicate nel 1656;

qui è stata anche copiata l’incisione, che era probabilmente di Wenceslaus Hollar.

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ed era stata ricavata da un disegno abbozzato fatto nel 1634 dall’autore del testo, questo:

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. . .

qui abbiamo finalmente un punto di riferimento certo.

solo che, come e` possibile verificare facilmente, il disegno del monumento tracciato nel 1656 discorda, in diversi punti importanti, dal monumento di oggi.

diverso il viso:  barba e baffi soprattutto.

diverso, in parte, si direbbe, anche l’abito.

diversi i due putti sulla cornice. 

diversissima la posizione delle braccia.

e, soprattutto, niente carta e penna d’oca, ma un prosaicissimo cuscino, abbastanza incomprensibile,

oppure un sacco, probabilmente di grano,

visto che Shakespeare, oltre che essere l’amministratore della compagnia che metteva in scena le sue opere, era anche un commerciante di grano. 

anzi, era uno speculatore, che comprava grano durante le carestie per rivenderlo a caro prezzo.

. . .

ovviamente una simile rappresentazione, oltretutto allusiva, era del tutto scoveniente quando la figura di Shakespeare si affermo` definitivamente come quella del piu` grande scrittore della letteratura inglese.

e dunque ecco il rifacimento di meta` Settecento, dove il cuscino si rovescia,

e invece che visto di fronte, tenuto in verticale, e` steso orizzontalmente,

a sostenere le mani di uno scrittore con foglio di carta e penna in mano.

. . .

a quale periodo risale questo monumento nella sua forma orginaria diversa da quella attuale?

prima certamente del 1656, come abbiamo visto;

ma la prima edizione in folio delle opere di Shakespeare nel 1623 nomina gia` il suo monumento funebre.

che dunque esisteva gia`, ma non pare, dunque, fosse la tomba di uno scrittore.

che pasticcio!

. . .

che Shakespeare potesse essere uno scrittore, basterebbe a smentirlo la sua firma, che ci e` rimasta in calce ad una testimonianza, resa a Londra nel maggio del 1611

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e` palesemente la firma di un semi-analfabeta.

tanto e` vero che, per escludere questa evidenza, qualcuno ha fatto l’ipotesi che Shakespeare fosse affetto da sifilide che gli rendeva incerti i movimenti.

ora, l’anno nel quale Shakespeare avrebbe smesso definitivamente di scrivere e` il 1613.

quindi nel 1610-11, con quella grafia!, fosse quella di un sifilitico o di uno che non sapeva tenere bene la penna in mano, Shakespeare avrebbe scritto Il racconto d’inverno; nel 1611 La tempesta; e, tra il 1612 e il 1613 l’Enrico VIII, le ultime sue opere.

insomma, nessun dubbio dovrebbe esserci che Shakespeare fosse un semplice prestanome.

. . .

nessun dubbio?

ma allora l’iscrizione che si trova sulla lapide tombale?

be` quella iscrizione non lascia neppure vagamente sospettare che si possa trattare della tomba di un grande scrittore.

ma piuttosto la tomba di qualcuno che aveva lasciato forse scie di risentimento che potevano perfino indurre a violarla.

. . .

e il monumento funerario costruito prima del 1623?

sul monumento c’e` una iscrizione, che e` molto piu` impegnativa di quella della pietra tombale:

ed e` scritta nei primi due versi in latino, poi in inglese dell’epoca.

ma piu` che disegnare un elogio funebre, questa iscrizione sembra tracciare le linee contorte di un enigma o di indovinello.

. . .

IVDICIO PYLIUM, GENIO SOCRATEM, ARTE MARONEM, – per la saggezza abitante di Pilo, per il genio un Socrate, per la capacita` artistica un Marone,
abitante di Pilo e` Nestore, il piu` saggio dei Greci, secondo Omero; e Marone? lo scultore? ma no: Publio Virgilio Marone, in poche parole l’autore dell’Eneide…

TERRA TEGIT, POPULUS MAERET, OLYMPUS HABET – La terra lo copre, il popolo lo piange, l’Olimpo lo possiede
STAY PASSENGER, WHY GOEST THOV BY SO FAST? – Resta, passeggero, perché vai così veloce vicino a questo?
READ IF THOV CANST, WHOM ENVIOVS DEATH HATH PLAST – Leggi, se lo puoi, chi la morte invidiosa ha messo
WITH IN THIS MONVMENT SHAKSPEARE: WITH WHOME, – in questo monumento assieme a Shakspeare: con chi.
QVICK NATVRE DIDE: WHOSE NAME, DOTH DECK YS TOMBE, – Veloce la natura agi`: il cui nome dovrebbe adornare la sua tomba.
FAR MORE, THEN COST: SIEH ALL, YT HE HATH WRITT, – Molto piu` che il suo costo, vedi tutto quello che ha scritto.
LEAVES LIVING ART, BVT PAGE, TO SERVE HIS WITT. – Lui lascia l’arte vivente, ma la pagina, per servire il suo spirito arguto.

la mia traduzione si distacca da altre che ho letto;

ma il mio criterio fondamentale e` stato quello di pensare che i versi tendano a costituire delle unita` anche sintattiche e concettuali, a maggior ragione quando separati da virgole.

. . .

l’ho letta, e sono rimasto shockato:

questa iscrizione funeraria di Shakespeare e` scritta in uno stile prettamente shakespeariano, richiama da vicino i Sonetti e altri passi delle opere shakespeariane.

il tema della morte invidiosa non si trova, oltre che nei Sonetti, anche in Romeo e Giulietta?

. . .

questa iscrizione e` stata fatta assieme al monumento funebre?

a me pare difficile pensarlo: il ritratto originario e il testo dell’iscrizione parlano di due persone completamente differenti.

inoltre e` incisa su una lastra distinta dal resto del monumento, e potrebbe essere stata aggiunta dopo.

possiamo pensare allora che questa iscrizione sia di molto successiva al monumento funebre?

direi di no, visto che lo stile in cui e` composta richiama da vicino lo stile di Shakespeare o di chi scriveva le opere pubblicate sotto il suo nome.

. . .

la mia ipotesi e` diversa e molto semplice:

la prima edizione delle opere di Shakespeare del 1623 richiama il monumento funebre per il semplice motivo che l’iscrizione del monumento funerario appartiene alla stessa mano che ha preparato l’edizione delle opere teatrali di Shakespeare.

e si tratta proprio della mano che le aveva scritte!

insomma, da questi monumenti emerge con una certa evidenza indiziaria che chi aveva composto le opere attribuite a Shakespeare e le aveva pubblicate sotto il suo nome, si preoccupo` poi di confermare questa attribuzione anche nell’epitaffio,

fatto aggiungere al monumento sepolcrale nel 1623, quando venne pubblicata la prima edizione delle opere.

un doppio falso, nell’edizione e nel monumento funebre.

che pero` si confermano a vicenda e si rafforzano reciprocamente.

. . .

fino a quel momento nessuno aveva mai neppure pensato che potesse essere stato William Shakespeare, l’amministratore della compagnia, a scriverle, l’uomo dal cognome simbolico (Scuoti-lancia), che era sembrato particolarmente adatto a diventare il marchio di una compagnia di grido.

anche l’invettiva del 1593 contro Shakespeare di un letterato invidioso lascia dei dubbi aperti.

il teatro di quel tempo era come il cinema del secolo scorso e dei nostri tempi: un’impresa collettiva, ed un marchio.

oggi coincide col nome del regista, ma allora poteva anche essere semplicemente quello del finanziatore ed amministratore della compagnia teatrale.

ma allora l’animatore vero di questa grande esperienza, l’autore dietro le quinte, non voleva o non poteva figurare.

ed e` lui che si preoccupa, nell’edizione e nell’iscrizione, di farne protagonista una figura invece che era stata assolutamente marginale dal punto di vista creativo: Shakespeare.

. . .

il William Shakespeare dei documenti giudiziari e commerciali, gli unici finora rinvenuti, era simile al rozzo commerciante barbuto e seminalfabeta del primo ritratto del monumento funebre:

era uno speculatore, un usuraio e un evasore fiscale.

nel testamento non nomina un libro; ed erano allora oggetti molto preziosi.

era pieno di soldi, ma non aveva libri.

i libri, piu` di 300, italiani, francesi e spagnoli, un patrimonio immenso per quell’epoca, li aveva John Florio e nel suo testamento del 1625, l’anno stesso della morte, li lascia all’amico e protettore Lord William Pembroke.

e sulla tomba ecco Shakespeare abbracciato al sacco di grano delle speculazioni che gli diedero fortuna.

e questo sarebbe l’autore dei sonetti, dei poemetti, del teatro shakespeariano?

ma vogliamo scherzare?

. . .

“era un giovane ridotto sul lastrico, che si guadagnava da vivere a Londra prendendosi cura dei cavalli dei gentiluomini che si recavano a teatro”.

poi ottenne fama,“più come scrittore che come attore”.

quindi non era troppo bravo neppure come attore.

e autore di opere sue?

ma allora perché non intrattenne con i colleghi letterati scambi epistolari, come era uso nel tempo?

e perché alla sua morte nessuno scrisse un elogio funebre in sua memoria?

era soltanto uno scaltro e ignorante paesanotto, socio di una fortunata compagnia teatrale, che si diede il suo nome.

ma non era lui a comporre i testi che andavano sotto il suo nome.

. . .

proviamo allora a rileggere l’oscura iscrizione del monumento sepolcrale che, se la mia ipotesi funziona, fu composta nel 1623, l’anno della pubblicazione delle opere attribuite a Shakespeare…

READ IF THOV CANST, WHOM ENVIOVS DEATH HATH PLAST 
WITH IN THIS MONVMENT SHAKSPEARE: WITH WHOME

Leggi, se lo puoi, chi la morte invidiosa ha messo
in questo monumento assieme a Shakspeare: con chi.

di chi sta parlando l’autore?

ma e` ovvio: chi sta con Shakespeare nella duplice tomba ai piedi del monumento funebre?

la moglie, naturalmente.

e quando mori` la moglie di Shakespeare?

il 6 agosto 1623, l’anno stesso della prima pubblicazione delle opere di Shakespeare!

e l’autore cita oscuramente immagini e modi di esprimersi dei Sonetti, per lamentarsi che la morte invidiosa gli abbia sottratto il suo Shakespeare

e per colmo lo abbia fatto seppellire vicino alla moglie.

. . .

e` l’autore di quei Sonetti, dedicati a Shakespeare e pubblicati sotto il suo nome:

era di 11 anni piu` vecchio, come tale si rappresenta nei sonetti,

e mori` due anni dopo la prima edizione e l’iscrizione, nel 1625, a 72 anni, durante una epidemia di peste.

era John Florio, l’autore stesso della prima edizione delle opere di “Shakespeare”, cioe` delle sue.

nessun altro che lui poteva scrivere quelle opere e attribuirle a Shakespeare.

ma lo vedremo meglio al prossimo post sul tema.

. . .

e in un gioco perfetto di rimandi a incastro, se la prima edizione cita il monumento, il monumento cita la prima edizione:

FAR MORE, THEN COST: SIEH ALL, YT HE HATH WRITT, 
LEAVES LIVING ART, BVT PAGE, TO SERVE HIS WITT.

Molto piu` che il suo costo, vedi tutto quello che ha scritto.

Lascia l’arte vivente, ma la pagina per servire il suo spirito arguto.

quello che ha scritto: e` questa iscrizione, lo stesso anno della prima edizione che inchioda l’amministratore della compagnia teatrale che recitava quelle opere al suo ruolo di autore,

troppo imbarazzante e pericoloso per l’autore vero,

che era un immigrato eretico, continuamente in pericolo, come il padre,

in quel momento oltretutto in disgrazia,

e che distoglie l’attenzione da se`.

. . .

la tomba stessa dunque conferma, con molti indizi, che non e` davvero Shakespeare il vero autore delle opere a lui attribuite.

nella tomba di Shakespeare c’e` davvero (tranne la sua testa) uno che si chiamava Shakspeare,

manca soltanto una e, come nella firma.

e manca il suo nome nel monumento.

ma e` Shakespeare che non e` Shakespeare.

. . .

ma la tomba non e` l’unico documento visivo che abbiamo di Shakespeare.

ci sono anche i ritratti o presunti tali.

ed e` facile riscontrare con loro l’ipotesi che abbiamo fatto qui.

ma questa verifica apre un campo di analisi talmente vasto che preferisco rinviarlo ad un prossimo post, dopo avere approfondito il problema ancora un poco.


13 risposte a "chi e` sepolto nella tomba di Shakespeare? – 556"

      1. Scherzi a parte, tutto quello che hai cercato trovato scoperto intuito e ipotizzato merita di diventare un articolo organizzato in maniera meno work in progress, così da essere funzionale a essere pubblicato anche fuori dal blog.

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  1. Penso di passare fine anno s casa con Sally x allora avrò di che far giorno.
    Chi è o chi nn è ha forse importanza ?
    “Cos vi è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa Non perderebbe il suo profumo se avesse un altro nome…” Romeo e Giulietta, W.
    Shakespeare

    Piccola citazione nn so se perfettamente riportata su quel che penso,
    Sheragoodnightsweetdreams

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    1. Ahha, eppure mi pare che qualcun altro abbia detto che una rosa è soltanto il nome della rosa, o sbaglio?

      Quel che è interessante oppure no è talmente soggettivo! Ognuno parla di quello che gli interessa, trovando riscontro o poco o tanto – nel mio caso in genere poco.

      L’importante è soltanto, per me, che non voglia imporre i suoi interessi ad altri.

      In questo caso, se Shakespeare era figlio di un esule politico immigrato figurati se non lo trovo interessante per decine di motivi diversi.😈

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    1. la tesi che il vero autore delle opere di Shakespeare sia John Florio, il figlio di un immigrato italiano, si sta facendo sempre piu` largo; io oramai ne sono del tutto covinto.

      naturalmente e` una tesi piuttosto dura per gli inglesi.

      soprattutto in tempi di brexit.

      pensa se devono restituirci anche Shakespeare, ahhha!

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