i vegani e il passaggio delle capre – 590

ne avevo gia` parlato in un commento della vigilia di Natale:
oggi c’e` stato anche il tradizionale passaggio davanti a casa delle capre (circa 200) di ritorno dai monti del Trentino, dove si fa conto che non possano piu` pascolare nell’inverno, effetto serra permettendo.
sono passate le capre per la strada del borgo, ma non qualche capra dispersa o un piccolo gregge: un paio di centinaia di capre, accompagnate da due pastori.
scena da transumanza, che ha in se stessa qualcosa di profondo, di originario.

. . .

ma piu` straordinaria ancora di questa discesa tintinnante e` la storia di un pastore di qui, che apprendo dall’edizione bresciana del Corriere.

si chiama Gabriele Bigoloni ed e` un quarantenne che da Tignale si e` trasferito anni fa in Canada come esperto informatico e traduttore per un portale web.

poi e` tornato a casa e si e` messo a fare il pastore qui a Provaglio Valsabbia.

il gregge e le api gli permettono di vivere e di mantenere la famiglia, senza rinunciare peraltro all’attivita` marginale di consulente informatico per gli amici.

il giornalista che lo intervista dice che e` stato folgorato sulla via di Serge Latouche, il filosofo guru della «decrescita felice».

Latouche piuttosto semplicistico peraltro, come pensatore, direi, da un primo assaggio di qualche suo libro…

Gabriele, persona concreta, dice della sua scelta che è sempre più difficile da giustificare.

. . .

Ma a un giovane consiglierebbe di fare una scelta come la sua, cioè di tornare alla terra?

Sinceramente, no, perché è in atto una svolta epocale che sta scombussolando equilibri millenari.
Sento luoghi comuni da gente di città mi verrebbe da dire, ma che sta spingendo tutti quelli che fanno il mio lavoro a tornare alla gabbia, alla stalla chiusa.
Gli atti predatori di lupi, volpi, faine sono all’ordine del giorno. Lupi e orsi sono in grado di percorrere 50 km al giorno: è un attimo doverci fare i conti. I risarcimenti? Una barzelletta. Lasciamo perdere.
Quando arriveranno gli orsi cambierà tutto: ci si scorderà di andare per boschi con cani, bambini, in bicicletta o a cercar funghi. La montagna è di tutti, ma se andiamo avanti così diventerà per pochi.
Sono felice che ritornino le fiere, e chi mi conosce lo sa, ma le cose non possono restare così.
Servono buone idee da far gestire alla Forestale, che ora vive solo in funzione di cacciatori e bracconieri.
Nuove politiche ambientaliste. Senza demagogie dettate dalla moda del momento.

e qui Gabriele critica l’ambientalismo da citta`:
Potrei dire con una battuta che è tutta colpa dei vegani, coi quali per altro mi piacerebbe confrontarmi in un pubblico dibattito per dimostrare quanto siano antiecologiche le loro convinzioni.

. . .

e qui forse il dibattito dovrebbe aprirsi invece che chiudersi:

che senso ha il boicottaggio personale di ogni tipo di alimento, farmaco, cosmetico, detergente, detersivo, abbigliamento, arredamento, oggetto, spettacolo, intrattenimento, sport, trasporto, lavoro, servizio, folklore, commercio e di qualsiasi altro interesse esclusivamente umano che, direttamente o indirettamente, interferisce negativamente sulla vita di qualunque essere vivente appartenente al regno animale?

e` una negazione della natura umana biologica e di tutta la nostra storia di decine di migliaia di anni.

temo che possa esserci un rapporto segreto e troppo concreto tra veganismo e umanizzazione estrema del mondo animale compiuto nella cultura dei media.

l’amore per la natura dei figli di Walt Disney, dico io qualche volta,

che non conoscono la natura vera…

. . .

ma parlavo, nel mio commento all’inizio, di capre…

replica al commento:  Le caprette, anche in modo speciale, sono fra i miei animali favoriti. Poche pretese, riserbo, utilità…

risposta mia: non per spegnere la poesia, ma queste erano capre toste di montagna, non caprette, anzi semmai caproni… 🙂 chi lo sa che prima o poi non cominci ad allevarne un paio, comunque….

si prosegue: Me le immaginavo come le descrivi, ma la canzoncina di Heidi, con le caprette che le fanno ciao, è stata più forte ahh ahha.

ed io: quando vado nel Baden-Wuerttemberg dalla parte della Svizzera, facendo l’autostrada passo sempre vicino ad un post che si chiama Heidiland, dopo il passo del San Bernardino: e` un enorme centro commerciale che deturpa la vallata.
sembra che questa civilta` per fare denaro debba derubare il passato e la vita autentica delle sue immagini.
ma le capre sono e restano capre (come forse direbbe anche Sgarbi…, ahhaha)

e lei: Ti assicuro che Sgarbi non ha capito la forza ascetica delle capre 🙂.

forse neppure quella dei pastori, aggiungo io, pensando a Gabriele.

gabriele2

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alla fine di questo mio videoclip di due anni fa, il passaggio, credo, dell’allora sconosciuto Gabriele con le sue capre nel 2015…


21 risposte a "i vegani e il passaggio delle capre – 590"

  1. Trovo solo ora questa pagina e ringrazio per le belle parole.
    L’articolo in questione non fu preparato, ma si tratta di alcuni estratti da una conversazione che ebbi con il giornalista davanti a un caffè, alcuni argomenti avrei affrontato più profondamente, avendolo saputo.
    Non ce l’ho con i vegani, anzi. Massimo rispetto. La mia azienda partì con l’intenzione di produrre alimenti “puri”, ovvero dell’autosufficienza e del rispetto della vita degli animali. Capre ed api perché quelle specie potevo mantenere nei terreni marginali a mia disposizione. Terreni non arabili. Per rispondere alla curiosità espressa sopra, la risposta è no, non ho utilizzato mangimi se non saltuariamente per prova. Pascolo e fieno erano la dieta stabile.
    È passato un decennio e, complice un incidente stradale lo scorso anno, ho dovuto smettere con l’azienda.
    Restano i terreni, che ora pascola una giovane neo-capraia.
    Largo ai giovani.

    Saluti,

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    1. mi spiace per l’incidente; le capre sono passate anche quest’anno, giusto il giorno della nevicata, ma le ho sentite arrivare troppo tardi e ho avuto soltanto il tempo di vedere sparire dietro la svolta le ultime code…; credo di avere conosciuto anche la ragazza che ha preso il tuo posto nel gestirle.

      il resto di questo nostro incontro nelle distanze del web appartiene ai miracoli casuali di internet, che permette di ritrovare pezzetti di se stessi sparsi per la rete a caso.

      naturalmente i giganti del web, che impiegano le mostruose energie dell’intelligenza artificiale per setacciarci e tenerci sotto controllo strettissimo per dirigere i nostri consumi e le nostre opinioni, fin tanto sono economicamente utili e sfruttabili, si sono guardati bene dall’istituire un servizio automatico di segnalazione a noi loro utenti delle citazioni che di noi vengono fatte nelle piattaforme che gestiscono.

      nuovo segno chiarificatore che la partecipazione acritica ai social è una nuova forma di servitù della gleba, perdipiù liberamente scelta da noi moderni schiavi del consumismo di massa.

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  2. Concerto di campanacci e zoccoli, sotto la direzione di un informatico…..:) Una bacchettata agli stereotipi, compresa la rigida demarcazione fra lavoro intellettuale e lavoro manuale.
    So poco dei vegani, ma ho letto che rifiutano anche il consumo di latte. Mi sembra troppo, se si rendono inutili le capre, significa che le si condanna all’estinzione.
    Ricordo una frase di Adria Zarri, la teologa, quando , intervistata sulla sua scelta di ritirarsi in campagna, per metterla in imbarazzo le domandarono della sorte dei polli che allevava
    “Sì, poi li mangio ma li uccido personalmente, mi sembra che questo glielo devo” .
    Non so che effetto possa fare a te, ma a me sembra riscattare dallo sfruttamento impersonale degli animali, comprati a pezzi nelle confeziona dei supermarket. Non auspico che tutti facciano così, dico solamente che tra rifiutare ciò che l’animale può darci e il servirsene con indifferenza ci sarebbe l’aurea via di mezzo della consapevolezza e della gratitudine. Il rispetto.

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    1. come sempre, sai arricchire e centrare l’argomento in modo eccellente.

      sulla mia pagina Facebook ho ricevuto questo commento:

      Condivido la prima parte del discorso di questo capraio, laddove dice che la montagna va gestita e curata. Le osservazioni riguardo a chi fa la scelta di arginare o eliminare il consumo di cibi animali non sono invece condivisibili. Al di là degli aspetti nutrizionali e dietetici, va fatto presente al capraio che proprio l’allevamento animale è tra le principali cause dell’effetto serra. Se lui ciba le sue capre anche con mangimi a base di cereali è complice del sistema che critica, poiché le colture intensive di cereali e soia destinate all’alimentazione animale richiedono enormi quantità di acqua, portano alla deforestazione e al trasporto aereo delle derrate (l’Italia non è autosufficiente ed importa perlopiù da USA e Canada, dove peraltro sono consentite le colture OGM).

      ora rispondero` di la`, ma in qualche misteriosa consonanza dovro` ripetere gli argomenti che hai gia` esposto tu.

      anzi, selezionarne qualcuno soltanto.

      il veganismo e` una estremizzazione quasi di tipo religioso di una giusta esigenza: la riduzione del consumo di carne ed un maggiore rispetto della vita degli animali.

      ho messo nel post una citazione da wikipedia.

      della vita degli animali (e degli uomini, perche` lo siamo anche noi) e` aspetto ineliminabile la morte.

      rispettare la vita significa anche sapere gestire la morte, non pretendere di eliminarla dal nostro orizzonte.

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      1. Estremizzazione , sì….
        ed ecco un altro dei tuoi aforismi migliori perchè non intenzionali
        “rispettare la vita significa anche sapere gestire la morte, non pretendere di eliminarla dal nostro orizzonte.”
        Lo dovresti borforismizzare 😉

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                1. terzo rifacimento: va un po’ meglio, eliminando un poco di orpelli inutili.

                  chi era quello scrittore? che disse “oggi ho lavorato molto”; mi e` servita tutta la mattina per decidere di mettere una virgola, e il pomeriggio per toglierla”…

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                  1. pare sia Oscar Wilde, ma gli si attribuiscono tante di quelle affermazioni gustose che forse non ha avuto tempo di farle davvero tutte.
                    Questa, però, è perfetta .. da esteta 😉

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                    1. si`, intanto e` venuto in mente anche a me, intanto, che era Oscar Wilde.

                      io direi da scrittore, prima che da esteta.

                      da esteta e` stato dirlo, con una specie di compiacimento.

                      ma qualunque scrittore vero, fosse stato anche Brecht, avrebbe fatto la stessa cosa, magari senza dirlo.

                      senza attenzione quasi maniacale all’espressione, difficile essere veramente scrittori.

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      2. a parte, vorrei dire che quel commentatore un pò di estremizzazione pure lui la fa, perchè è ben diverso il peso che hanno, o avrebbero in molti di più, i piccoli allevamenti rispetto a quelli sterminati che servono ai Mac Donald, per esempio, e all’eccessiva domanda di alimentazione carnea dei nostri paesi.
        ((((Infine, e la penna mia rischia di diventare avvelenata, ci illustri quel signore il peso ecologico dei circa dieci milioni di cani che ci sono nel nostro paese. Non li si mangia, è vero, ma li si castra, gli si impone d’essere “da compagnia” e li si nutre a cibo in scatola e crocchette, uno strano “amore” davvero. ))))

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        1. la mia commentarice, che segue – proprio da queste parti – uno stile di vita coerente con le sue affermazioni, credo abbia voluto difendere (giustamente) una scelta di prevalente vegetarianesimo piu` che il veganismo in se stesso.

          sinceramente anche io avevo sentito del veganismo sinora semplicemente come una forma di vegetarianesimo estremizzato e non avevo notizia delle numerose altre implicazioni connesse.

          non mi e` poi del tutto chiaro tuttora se il veganismo implichi anche il rifiuto degli animali da compagnia, come mi pare dovrebbe.

          rimane infatti abbastanza ambiguo l’uso del termine “negativo” per caratterizzare i tipi di rapporto con gli animali che andrebbero rifiutati.

          prima di tutto perche` il negativo dipende molto dal punto di vista e di valutazione e non puo` essere un valore assoluto, e poi perche` in natura nulla e` mai completamente negativo o positivo…

          faccio l’esempio dei due gatti che mi hanno adottato nella mia casa di montagna e che vengono a trovarmi almeno due volte al giorno, miagolando vigorosamente se ritardo a nutrirli: il mio rapporto con loro e` positivo o negativo?

          mi viene piu facile dire che procurando loro il cibo dal supermercato contribuisco certamente ad aggravare il mio bilancio energetico nella vita del pianeta e alimento un consumismo di tipo felino negativo per l’ambiente.

          e allora che faccio? li lascio morire di fame?

          in fondo la natura non si fa problemi ad eliminare qualche gatto se non e` capace di sopravvivere da solo nel suo ambiente.

          solo che nel loro ambiente ci sono anche io che mi sono lasciato ridurre a nutrice forzata.

          rapporto positivo o negativo? vallo a capire…

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          1. I tuoi gatti non sono “tuoi”, tu sei loro. Morire di fame senza scatolette? I gatti non sono domestici al punto di aver paura dei topi che certo non mancano.
            Amano la carne fresca, non i bocconcini cotti con le verdure…. Potresti chiedere al macellaio le frattaglie, come un tempo… il che ti porterebbe a frequentare abitualmente il commercio al dettaglio invece della grande distribuzione.
            Anche i cani non cuocerebbero il loro pasto… ma è evidente che l’amore per Fido non è tale da indurre la “mamma” o il “papà” – come tanto spesso di definiscono . a maneggiare carne cruda, meglio fare triccc tirando la linguetta di una lattina.

            (l’argomento risveglia il mio lato viperino, verso gli umani, e una grande pietà per i poveri animali da compagnia)

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            1. infatti! a parte le due galline introdotte da ieri nella vecchia stalla che un tempo, prima di me, ospitava anche mucche e maiale (ma vedremo col tempo… eh eh), e non hanno fatto uova…, solo i gatti posso tenere, da mezzo giramondo inquieto.

              qui loro sopravvivono alle mie periodiche scomparse, e dove un “padrone” non risponde non ne mancano altri nel circondario…

              e del resto, per due che fanno i domestici, ce ne sono una decina che vivono per loro conto qui in giro.

              i cani? no, non potrebbero: l’altro giorno quello del vicino provava a scavare inseguendo i mucchietti prodotti dalle talpe, ma faceva soltanto sorridere di compatimento…

              andare dal macellaio? una parola.

              non so neppure dove sia il piu` vicino; qui a Provaglio non c’e` di sicuro e neppure sono certo che ci sia al primo paese del fondovalle, a Barghe, a 7 km da qui.

              ma certo gli chiederei volentieri il famoso polmone che nutriva i gatti della mia infanzia…

              per il resto sono d”accordo, viperino anche io contro gli amanti degli animali da appartamento, che in realta` stabiliscono con loro un rapporto sado-masochistico, dato che decidono di soffrire non solo in proprio, ma anche assieme al loro cucciolo.

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              1. Lo immagino che i piccoli esercizi non siano a portata di mano, allora si fa di necessità virtù. L’errore (odioso) è non considerare altro che il cibo industriale … come l’unico possibile.
                Sado.masochismo, concordo assolutamente, avvolta da un’aura di vanità.
                Se non ti lasci slinguazzare la gambe dal loro cane e ti tiri indietro, il classico è ” Ha paura?” , roba
                da rispondergli ” Tu hai paura, che vai in giro con la scorta!!”

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