alla ricerca di pianeti di carbonio – 73

dunque anche la formazione delle stelle e dei loro sistemi solari ha una storia, che cominciamo a capire, grazie alle straordinarie ricerche degli ultimi anni e oramai alla conoscenza, sia pure sommaria, di qualche migliaio di sistemi solari diversi dal nostro.

c’e` stata una prima generazione di stelle nell’Universo formatesi quando elementi chimici come carbonio e ossigeno non erano disponibili e dunque non potevano fare parte neppure dei loro sistemi planetari.

la formazione di questi elementi e` avvenuta in una fase successiva, quando queste prime stelle conclusero il loro ciclo vitale, divennnero supernove ed esplosero disperdendo nell’universo gli elementi più pesanti che verso la fine della loro vita di stelle avevano fuso nei loro nuclei .

e tuttavia neppure in questa seconda generazione di stelle erano ancora presenti elementi pesanti come il ferro e il silicio, che costituiscono, ad esempio, la maggior parte del pianeta Terra.

la ricerca ha individuato una particolare classe di stelle antiche, chiamate CEMP (carbon-enhanced metal-poor), che hanno una concentrazione di ferro pari a 1/100.000 di quella che si trova nel nostro Sole.

in compenso sono ricchissime di carbonio, rispetto al Sole.

e` un chiaro segnale che queste stelle si formarono prima che gli elementi pesanti che caratterizzano il nostro sistema solare fossero estesamente distribuiti.

Stelle di questo tipo, ancora sopravvissute, sono stelle fossili di un universo più giovane.

e questo aiuta a capire come mai l’universo ha circa 14 miliardi di anni, ma il Sole soltanto 5 miliardi di anni:

e` una stella di terza generazione.

. . .

la domanda che ora i ricercatori si pongono e` se attorno a queste stelle ricche di carbonio ruotano pianeti pure formati prevalentemente di carbonio solido,

cosi` come attorno al nostro Sole, ricco di ferro e di silicio, ruotano corpi celesti, non solo la Terra, formati principalmente da questi elementi.

in effetti finora sono stati trovati pianeti ricchi di carbonio nell’atmosfera (WASP-12 b) e negli strati più interni (55 Cancri e); poi il sistema planetario associato alla stella BD+20 24 57 ha la più bassa metallicità finora rilevata, con livelli di metalli al di sotto di un valore considerato sinora critico per la formazione dei pianeti.

pero` questi non risultano associati con stelle di tipo CEMP.

arriveremo a scoprire pianeti di carbonio?

. . .

(le notizie su queste ricerche derivano da qui: eso16 – Alla ricerca dei pianeti al carbonio

https://il13mocavaliere.wordpress.com/2017/01/30/eso16-alla-ricerca-dei-pianeti-al-carbonio/

dal blog IL TREDICESIMO CAVALIERE 2.0)

. . .

la risposta alla domanda e` si`.

vediamo meglio il pianeta roccioso 55 Cancri e: è fatto quasi interamente di diamante.

è grande solo due volte la Terra ma ha otto volte la nostra massa: impiega soltanto 18 ore per compiere un’orbita intorno alla sua stella e le temperature di superficie raggiungono i 2.150° C: condizioni ideali per la formazione del diamante.

“È la prima volta che si scopre un pianeta extra-solare originatosi principalmente dal carbonio; questo rivoluziona tutto ciò che abbiamo pensato finora sulla varietà della composizione chimica dei pianeti”, dice il ricercatore che lo sta studiando alla Yale University.

ma anche la stella madre 55 Cancri e` ricca di carbonio, molto di più del nostro Sole (ma e`una CEMP, allora? pare di no). 

“Questo sistema planetario è pieno di carbonio; non c’è dubbio che questa scoperta rappresenti un passo importante verso la comprensione della grande diversità dei pianeti”.

il pianeta di diamante si trova a una distanza di 40 anni luce da noi. 

http://www.nationalgeographic.it/scienza/spazio/2012/10/14/news/pianeta_diamante-1308779/

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pare comunque che l’abbondanza del carbonio nelle stelle aumenti dirigendosi verso il centro della galassia.

. . .

alcune osservazioni:

la formazione di sistemi planetari di un tipo almeno vagamente assimilabile al nostro puo` avvenire soltanto dopo quasi 10 miliardi dalla prima formazione dell’universo.

non tutte le stelle sono adatte a generare un sistema fondato sugli stessi elementi chimici.

quindi la maggioranza delle stelle formatesi dalla nascita dell’universo ad oggi e` per la sua stessa costituzione incapace di generare sistema planetari che possano ospitare forme di vita simili a quella terrestre.

. . .

naturalmente possiamo pensare che i pianeti fatti prevalentemente di carbonio siano i piu` adatti ad ospitare forme di vita fondate sul carbonio.

ma se fosse viceversa, per qualche motivo che non conosciamo?

anzi, le atmosfere di monossido di carbonio sono letali per forme di vita simili a quelle terrestri.

. . .

ma se un pianeta prevalentemente fatto di silicio, come la Terra, ospita forme di vita basate sul carbonio, non potrebbero esserci pianeti di carbonio solido che invece ospitano forme di vita basate sul silicio?

oso dire persino: forme di intelligenza basate sul silicio, come i nostri computer?

silicio e carbonio sono i due elementi piu` adatti a dare vita a composti complessi che possono sostenere processi biologici.


10 risposte a "alla ricerca di pianeti di carbonio – 73"

  1. Prima o poi l’uomo dovrà traslocare no? se non lo sta già facendo in segreto….eh eh…perciò ogni pianeta che sembra accessibile può andar bene pur di lasciare questo carnaio ormai putrescente…io spero in una esplosione definitiva del pianeta terra, e chi s’è visto s’è visto 🙂

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    1. anche tu come Italo Svevo, eh?

      ammesso e non concesso che si trovi davvero questa sede alternativa, di cui credo si parli soltanto per distrarre dalle condizioni in cui stiamo riducendo l’unico su cui tanto maleamente stiamo,sarebbero al massimo un centinaio di persone a trasferirisi li`, non credo sia possibile di piu`.

      giusto quelli che posseggono da soli la stessa ricchezza della meta` della popolazione piu` povera.

      pero` non farti prendere da uno sconforto eccessivo: si potra` sopravvivere qualche decennio ancora, probabilmente, anche se in condizioni sempre peggiori.

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  2. Mi son sempre stupita della mole di ricchezze materiali e intellettuali sono dedicate alle ipotesi in cielo, mentre per l’interno del pianeta su cui posiamo i piedi si fa come se si sapesse tutto.

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    1. il cielo stellato sopra di noi e` accessibile ed evidente, delle profondita` della Terra si dimentico` anche Kant.

      mi pare che questa sia una regola generale, oppure un limite intrinseco, della conoscenza umana.

      ad esempio corrisponde anche bene alle forme di apprezzamento dell’altro sesso, o comunque del sesso che si desidera:

      quanti cercano di conoscere in profondita` una persona? non e` piu` facile fermarsi a quel che appare esteriormente?

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      1. è proprio lì : si indaga quel che già appare
        Tu dici nell’altra persona, io dico soprattutto in se stessi.
        Così si allarga la ricerca sul cielo, perchè lo si vede, si ignora l’invisibile sotto i nostri piedi, sebbene così spesso ci faccia tremare.
        Buona giornata 🙂

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        1. io parlo della conoscenza di cio` che e` altro da noi, si`.

          la conoscenza di se stessi e` un ossimoro.

          ad essa si applica perfettamente il responso dell’oracolo di Delfi: di se stessi sa piu` di ogni altro colui che sa di non sapere.

          difficile andare oltre: come possiamo guardarci dentro?

          facciamo perfino fatica a guardarci fuori.

          e se non avessero inventato gli specchi non sapremmo neppure che faccia abbiamo.

          del resto sempre un poco nebulosamente.

          figurarci conoscerci l’anima, per dir cosi`, quando perfino il nostro viso ha bisogno di qualche sussidio esterno per arrivare alla nostra coscienza.

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          1. Completamente in disaccordo: dentro è l’unica dimensione in cui si può guardare e scavare, lo spazio dove anche il cieco può vedere. Quando ricordi l’oracolo, lo interpreti come un muro, invece per me è il monito a continuare perché, come si modifica il corpo, idem fa l’interiorità-
            Diciamo però che indagare dentro – v e r a m e n t e – richiede un coraggio di fronte al quale il coraggio dell’astronauta è poca cosa 🙂

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            1. ripubblicando un post di dieci anni fa, proprio adesso, mi sono trovato di fronte a questo scambio di commenti:

              e la nostra vita…. e` tutta nostra?
              domanda

              Bortocal 2007-02-16 @ 23:38:18
              neppure.
              la nostra e` soprattutto degli altri, come le altre.
              l’unica differenza `che noi la sentiamo nostra, sbagliando.

              mi ritrovo ancora in questa prospettiva…

              poi forse mi sono spiegato male:

              non ritengo affatto inutile cercare di guardarsi dentro.

              e tuttavia ritengo che il modo migliore di farlo sia di guardarsi attraverso gli occhi degli altri.

              anche per esperienza personale mi sono sempre capito molto meglio quando ho provato a guardarmi da fuori, come mi vedono gli altri intorno.

              e` difficile ammettere che gli altri ci conoscono meglio di quanto ci conosciamo noi stessi.

              ma nella mia esperienza e` cosi`.

              calarsi dentro l’individuale a partire da noi stessi e` come calarsi in fondo a un pozzo cercando la luce, soltanto perche` in fondo vediamo baluginare il riflesso del cielo, che invece e` dietro di noi.

              se cerchiamo la luce dobbiamo voltardi e guardare fuori dal pozzo della falsa coscienza.

              – mi rendo conto che sto parlando come un guru ubriaco, coimunque, eh eh

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              1. I guru si ubriacano, niente di male, mi raccontarono du un tale in India che era un santo tutto l’anno, poi per un paio di giorni si dava al bere, e dopo la mega ciucca tornava alla sua santità. Praticamente riconosceva la sua completezza 🙂
                Tornando al ns discorso, siamo flessibili: è certo che se uno è sempre solo e non riceve feedback avrà parti della sua natura che non potrà mai scoprire. Ma lo stesso per chi si fida del feedback come se fosse un giudizio.
                Da fuori, secondo me vengono degli stimoli e le persone intelligenti li colgono, per amplificare verificare ecc ciò che sanno di sè-
                Pozzo della falsa coscienza… per chi è nel pozzo con una falsa coscienza. Ma Ma guardare dentro di sé vuol dire per forza in “basso”.? Dentro è… dentro 🙂

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                1. carissima,

                  temo che questa discussione sia falsata dal fatto che in realta` siamo molto d’accordo nella visione d’insieme, solo che ciascuno di noi due sottlinea oppure illumina con la torcia del pensiero di piu` un aspetto particolare.

                  oppure davvero siamo in un contrasto insanabile che io non sono ancora riuscito a cogliere… 🙂

                  ma forse io penso alla conoscenza di se` come ad un fatto tutto sommato piu` strumentale, un modo di porsi nelle relazio ni sociali, e tu invece tendi a darne una lettura piu` mistica, quasi esoterica…

                  domanda per sciogliere il dubbio: ma a che serve la conoscenza di se`?

                  visto che non e` in nostro potere cambiarci…

                  questa ultima considerazione non serve a rendere puramente retorica la domanda: no, e` una domanda vera, la mia.

                  dato per certo che tutti, in modi diversi, cerchiamo di conoscerci, lo scopo di questa auto-conoscenza secondo te qual’e`?

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