le osservazioni del Financial Times sull’atteggiamento straordinariamente soft dell’Italia verso Trump si confermano vedendo il profilo basso della nostra stampa sulla gravissima crisi che ha investito la sua presidenza a soli 20 giorni dall’entrata in carica.
del resto un paese come il nostro, che non ha mai fatto i conti in profondita` col fascismo, ma oggi tende a demonizzare piuttosto la Resistenza,
che ha avuto un regime berlusconiano vezzeggiato dalla nostra classe dirigente,
e ha poi passato il potere ad un mediocrissimo imitatore di Berlusconi come Renzi, non puo` certo storcere troppo il naso di fronte a Trump.
potrebbero diffondersi idee strampalate sulla necessaria onesta` e sull’equilibrio mentale necessari in chi aspira a governare un paese.
per saperne di piu`, eccomi dunque a leggere la stampa tedesca.
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a sentire la stampa italiana, il problema e` il consigliere strategico di Trump, Flynn:
i suoi discorsi fuori controllo con l’ambasciatore russo ancora prima di entrare in carica,
e le sue obbligate dimissioni come persona che ha messo in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti,
visto che queste conversazioni lo rendevano ricattabile.
si aggiunga la sua menzogna al vice-presidente Pence che gliene chiedeva conto,
imperdonabile in un paese fondato da esuli puritani.
solo incidentalmente sulla nostra stampa si osserva pudicamente che forse la questione non e` finita qui.
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la persona di cui si sta discutendo invece negli Stati Uniti in questo momento non e` tanto Flynn, gia` finito fuori gioco, quanto Trump stesso.
“Che cosa sapeva il presidente e quando lo ha saputo?”
la domanda e` stata posta da un leader democratico, David Axelrod, lunedi`, in una trasmissione della CNN.
ricalca alla lettera la formula con la quale venne avviata nel 1972 la campagna che porto` alle dimissioni di un altro presidente repubblicano, Nixon.
una campagna giornalistica durata due anni e passata alla storia dimostro` che il presidente in carica aveva ordinato intercettazioni illegali al quartier generale democratico durante la campagna presidenziale
e aveva poi mentito dichiarandosi all’oscuro dei fatti.
alla fine Nixon fu costretto a dimettersi.
solo Clinton riusci` a sopravvivere, ma a stento, alla menzognera smentita di avere fatto mai sesso con la stagista,
che ad ogni buon conto si era portata a casa le tracce del suo sperma per metterle a frutto.
noi, paese cattolico e dunque santificatore dell’ipocrisia di stato, facciamo fatica a capire paesi dove il rigore morale ha ben altro peso della misericordia perdonista tipica dei popoli neo-latini.
da noi i leader possono mentire palesemente a volte in modo grottesco, anche al popolo, senza essere cacciati immediatamente per questo.
le loro menzogne vengono accolte da grasse, ma anche compiaciute risate.
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il portavoce di Trump, Spencer, ha dichiarato oggi, martedi`, che il presidente Trump sapeva “da parecchie settimane” che Flynn aveva mentito ed e` stato Trump che lo ha fatto indagare.
e` l’unica linea spericolata per provare a difenderlo.
perche` delle due l’una:
o Trump e` stato raggirato dal piu` importante dei collaboratori che si era scelto e dunque e` un imbecille che non sa sceglierseli.
oppure era d’accordo con lui.
nel primo caso la sua credibilita` subisce un colpo quasi mortale.
nel secondo le sue stesse dimissioni divengono inevitabili.
non resta dunque che provare a sostenere che Trump ha saputo tutto fin dal primo momento e alla fine ha incastratoil collaboratore infedele, da buon maschio alfa.
ma quanto reggera` questa versione?
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non e` difficile osservare che le conversazioni di Flynn sono state registrate subito, secondo normali controlli di routine che lo sprovveduto neppure conosceva.
e probabilmente sono state messe a disposizione di Trump immediatamente, una volta diventato presidente.
forse prima ancora che nominasse Flynn? sarebbe enorme.
non si vede proprio di quali altre indagini ci fosse bisogno per sapere che Flynn aveva mentito dicendo di non avere mai parlato all’ambasciatore russo in quei termini.
secondo il portavoce, Trump ha affrontato il problema non come fatto giuridico, ma come lesione del rapporto di fiducia con lui, e Flynn non si e` dimesso, ma e` stato licenziato.
ma notate bene pero` che ancora sabato un addetto anonimo della Casa Bianca aveva dichiarato alla stampa che Flynn godeva della piena fiducia del presidente.
e durante il week-end scorso Trump ha conferito a lungo con Flynn sul problema dei missili nord-coreani, nella sua villa personale in Florida, dove lo aveva invitato;
e non sono mancati altri invitati che hanno fatto pervenire ai media le foto di questo colloquio.
Trump e Flynn: vi fidereste mai di un uomo che porta una cravatta simile?
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insomma, se Trump sapeva che Flynn lo stava tradendo e stava mettendo in pericolo il paese, come mai lo consultava ancora pochissimi giorni fa?
ma allora se Flynn e` uno sconsiderato che mette in pericolo il paese, e deve dimettersi, non dovra` farlo anche Trump, che continua a usarlo come collaboratore anche dopo avere saputo tutto questo?
non e` normale, invece, pensare che Flynn facesse qei discorsi all’ambasciatore russo in pieno accordo con Trump?
ma qui Trump rischia addirittura l’incriminazione per alto tradimento.
come Flynn, che potrebbe finire in galera.
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non e` difficile immaginare che cosa significa tutto questo per un paese come gli USA che da settant’anni si considera in guerra piu` o meno fredda con la Russia.
neppure la fine del comunismo ha cambiato questa impostazione strategica.
l’America ha un apparato militare nucleare che fronteggia quello russo, pronto a reagire ad ogni eventuale attacco.
e` inaudito sapere che il principale collaboratore strategico del presidente tratta sottobanco a suon di promesse con quello che e` considerato l’avversario storico del paese e probabilmente lo fa su mandato del presidente.
e questa situazione, notate bene, non viene considerata intollerabile soltanto dai democratici avversari politici di Trump, ma anche da alcuni repubblicani.
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insomma, siamo arrivati alla vigilia di uno scontro molto duro con una rapidita` sorprendente.
per capire che cosa puo` succedere adesso e` da rileggere a questo punto questo post fondamentale dell’amica mcc43:
Il 25° Emendamento della Costituzione e l’inquilino della Casa Bianca
questo emendamento venne approvato dopo l’assassinio del presidente Kennedy del 1963.
(forse per togliere ai successivi vice-presidenti la tentazione di far liquidare il presidente dalla CIA e consentire metodi meno sanguonosi per andare al potere?)
in sostanza il vice-presidente puo` esautorare il presidente dichiarando che non è in grado di esercitare i poteri e i doveri del suo ufficio.
indubbiamente e` pensato per casi un poco diversi.
ma le ripetute dichiarazioni pubbliche di diversi psichiatri che attestano che Trump e` psicologicamente instabile potrebbero fornire un appiglio per una iniziativa clamorosa?
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forse Trump riuscira` ancora a cavarsela, ma la cosa e` tutta da vedere.
anzi, per dirla tutta, a me non pare molto probabile.
ma come reagira` Trump?
insomma, gli Stati Uniti sono forse alla vigilia di una delle crisi politiche piu` gravi della loro storia.
e vediamo quanto tempo impiegheranno i media italiani ad accorgersene.
Su questo presidente istrione si possono edificare grandi operazione psicologiche.
Oggi incontrerà Netanyhau, –
su Associated Press esce un articolo in cui è detto che per Trump “la pace, non i 2 stati, è l’obiettivo” – Fonte anonima,
il Segretatio di stato Tillerson dichiara di essere all’oscuro.
La stampa israeliana rilancia,
la Itv scrive che i Palestinesi protestano,
e quel fogliaccio che è Time of Israel scrive “T. e N. disuteranno il progetto di stato palestinese in Sinai. (una vecchia storia, che giace in attesa del pazzo pronto a riprenderla, ci avevo fatto su un articolo) ,
Il guaio allargato di un Trump è che amplifica dalla Casa Bianca, e dici poco!, la follia ormai consolidata dell’informazione mondiale, in mano a pochi manovratori.
ps. grazie della citazione
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il grazie per la citazione credo che spetti dirlo a chi cita piu` che a chi e` citato…
sembra anche di capire che il Trump si muove molto a braccio e si dovrebbe imparare rapidamente a non dare molto peso a quel che dice, ma piuttosto a quel che fa davvero.
non invidio proprio i suoi collaboratori…
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depressi, Politico aveva fatto una indagine e ha rilevato che hanno l’aria stanca e abbattuta, soprattutto: non sanno più quali sono i loro compiti.
vale anche, e ciò è tragico, per i Segretari dei dipartimenti, i Ministri in pratica, che vedono uscire ordini esecutivi senza che il presidente li abbia consultati = senza aver preso visione delle particolarità e della convenienza…
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ehhe, non so perche`, ma anche questa mi pare una situazione che noi in Italia conosciamo bene…
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House of cards
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🙂
ecco la giusta punizione per chi non guarda la televisione come me: non poter capire la battuta nei dettagli e fare una risatina di circostanza… 🙂
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certamente sai che House of card è un serie televisiva che si basa credo su un racconto inglese e su analoga serie molto più corta fatta dagli inglesi. Il massimo insulto di Letta a Renzi, se non ricordo male, è stato che il renzismo si ispirava alla politica rappresentata in HoC. Mi sono procurato tutta la serie e ne ho fatto un’ingozzata a suo tempo e sono in attesa della nuova annata. La cosa incredibile, ma non tanto incredibile, è che una storia per certi versi paradossale, un pluriomicida spregiudicato diventa presidente degli Stati Uniti, con l’accurato dettaglio con cui gli sceneggiatori hanno tratteggiato il sistema politico americano ha influito su molti atteggiamenti della popolazione, ad esempio sulla demonizzazione della Clinton, percepita come una protagonista della saga, e fornito schemi interpretativi per capire la cronaca politica più spicciola. Ad esempio la possibilità che il vice trami per far destituire il presidente e mettersi al suo posto è tutta ben descritta nella serie. Per questo il tuo illuminante ed utile articolo mi ha richiamato quanto avevo già visto in HoC. Se vuoi ti invio una chiavetta con la serie, una ingozzata non ti farebbe male, tutti questi giornali tedeschi! …
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HoC? nemmeno google me lo sa spiegare…
e giusto per confermare che sono un po’ fuori del mondo o almeno di un certo mondo.. .
House of cards: capisco che qui il rifiuto della televisione non c’entra e che la mia lacuna culturale e` grave; e` come non essersi visti Guerre Stellari al tempo di Reagan.
grazie di farmele conoscere, ma se c’e` qualche altro modo di accedervi per me che ti crei meno disturbo, dimmelo pure.
un abbraccio: in effetti la pianterei li` volentieri con la deutsche Presse, considerando che il disuso logora la competenza linguitica e che leggerla mi diventa sempre piu` impegnativo.
ma davvero non trovo sosti6tuti validi in Italia…
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scusa HoC sta per House of Cards me lo sono inventato per questa conversazione. Ti invidio molto per il tedesco, la mia era una battuta credo che sia fondamentale che chi come te ha questa visione più ampia la coltivi e non si limiti al nostro orticello (anche questa è una metafora sia chiaro, ti invidio anche l’orto). In privato mandami il tuo indirizzo se credi.
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orticello, in effetti, al momento sarebbe una ironica auto-ironia: 🙂 tra il vecchio orto storico cintato del posto, il nuovo impiantato da me, quello del figlio, poi raddoppiato, e infine un quinto orto in condominio fra me e lui, dedicato ai carciofi…
grazie mille davvero per l’invio. 🙂
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