la Forza della Stultitia

sconcertante nella civilta` umana non e` l’evidente prevalenza della stupidita` e della follia combinate fra loro, la stultitia di cui parlava Erasmo da Rotterdam.

ma, semmai, che questa non riesca a prevalere del tutto.

. . .

la stultitia infatti ha dalla propra parte non soltanto la forza del numero nettamente superiore, ma anche quella forza integrativa che viene dall’unione

– che notoriamente la fa, la forza.

infatti gli intelligenti pochi, che alla stultitia si oppongono, sono per loro natura diversi fra loro,

mentre gli stupidi tendono ad essere tutti uguali o almeno molto simili.

. . .

l’intelligenza e` dunque variegata ed eterogenea, quindi raramente riesce a fare massa.

inoltre in buona parte le energie degli intelligenti sono impiegate a combattersi fra loro per le loro differenze.

gli stupidi fanno invece facilmente massa compatta seguendo spontaneamente le vie tracciate,

e sono pericolosi come la valanga che precipita a valle.

. . .

a proposito: e rileggersi l’Elogio della stultitia di Erasmo, scritta nel 1509?

lui dice Moria, in greco, ma la traduzione che si avvicina di piu` al significato del termine a me pare quella che propongo;

follia e` una traduzione alquanto pedestre, un copia e incolla dal vocabolario, chiaramente inadeguato.

. . .

la stultitia si proclama figlia di Plutos, il dio della ricchezza, e della Giovinezza.

dice di essere stata allevata dall’Ignoranza e dall’Ubriachezza.

i suoi più fedeli compagni sono:

Philautia (Narcisismo)

Kolakia (Adulazione)

Lethe (Smemoratezza)

Misoponia (Rifiuto del lavoro)

Hedonè (Piacere)

Anoia (Non uso della mente)

Tryphe (Lusso)

Komos (Mancanza del senso del limite)

Eegretos Hypnos (Sonno mortale)

. . .

grandiosa descrizione del mondo attuale, non vi pare?

che la Forza sia con voi, allora…


12 risposte a "la Forza della Stultitia"

  1. Anche io provo interesse per la stupidità. E’affascinante per come appare irredimibile.. e lo si rileva anche dalla critica che ne fanno gli autori secolo dopo secolo,
    Avevo pubblicato la Genesi della stupidità in Dialettica dell’Illuminismo, che la vede come una cicatrice indotta; ma particolarmente preciso nella possibilità di calcarlo sul presente, è quanto scrive Kierkegaard ..
    https://mcc43.wordpress.com/2014/10/29/epoca-inerzia-solitudine-kierkegaard/

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    1. grande Kierkegaard!

      Così che il denaro diviene da ultimo l’oggetto del desiderio. Per di più è simbolico, è astrazione. Oggi persino i giovani non invidierebbero a un altro le doti o la perizia, l’amore o la celebrità, ma gli invidierebbero i soldi.

      .

      ho ritrovato il passo che dici in Dialettica dell’Illuminismo di HORKHEIMER – ADORNO

      in realta` e` a sua volta una citazione, pare, di Karl Landauer, Intelligenz und Dummheit, in Das psychoanalytische Volksbuch

      La stupidità è una cicatrice. Essa può riferirsi a una capacità tra le altre, o a tutte le facoltà pratiche e intellettuali. Ogni stupidità di un uomo segna un punto dove il gioco dei muscoli al risveglio è stato parziale, impedito anziché favorito. Con l’impedimento cominciava, in origine, la vana ripetizione dei tentativi inorganici e maldestri. Le domande senza fine dei bambini sono già il segno di un dolore segreto, di una prima domanda a cui non ha avuto risposta e che non sa porre nella forma giusta.

      la definizione della stupidita` come una cicatrice non la condivido; non nego che in alcuni casi particolari possa esserci una componenete simile, ma non e` questa, seriamente parlando, la spiegazione fondamentale, secondo me.

      la stupidita` va identificata prima di tutto con la capacita` performante dei circuiti cerebrali, con la loro rapidita` ed efficienza.

      e` vero che questi circuiti sono plastici e si vanno formando nei primi anni di vita (e si vanno smantellando negli ultimi, giusto per fare dell’autobiografia), e tuttavia questo processo di formazione avviene a partire da basi biologiche date.

      come nel caso dell’altezza fisica, le condizioni di vita dell’infanzia e dell’adolescenza possono variarla un poco, ma su una base genetica data di per se stessa non modificabile.

      credo che dobbiamo guardare alla mente come ad un’altra caratteristica fisica del soggetto; e ho detto mente apposta, e non cervello, provocatoriamente: non e` un lapsus…

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  2. Complimenti per la lucidità e profondità culturale.
    Ho una mia visione della origine della stultitia umana che provo a sintetizzare;
    necessariamente però devo prenderla un po’ alla larga.
    La storia evolutiva dei primati (homo ovviamente incluso) li ha portati ad essere specie gregaria che vive quindi in comunità (inciso: parola ora molto in uso nel PD che evidentemente non vuole più definirsi un partito, termine poco consono ai tempi);
    questa propensione al vivere sociale è per forza di cose inscritta nella dotazione del DNA della specie.
    Ciò detto si viene “biologicamente” a creare una contrapposizione di fatto tra l’interesse del singolo individuo, che è comunque in competizione con altri individui per la conservazione del DNA proprio, e la collaborazione sociale, altrettanto utile, sia pur indirettamente, a tale conservazione.
    La vita dei gruppi sociali necessita inevitabilmente di un centro direttivo, semplificando di un capo, di un capobranco. Un capobranco (un individuo, un gruppo di potere (vedi Renzi ed il suo clan-PD), una classe) che, sconfitti nella competizione i rivali, è riferimento obbligato al “branco”, che inevitabilmente in gran parte lo segue.
    La propensione individuale alla predominanza di “autonomia” o di “collaborazione” determina, tornando al tema del post, alla contrapposizione tra “stultitia dei molti” ed “intelligenza dei pochi”.
    Quanto detto, mi rendo conto, è prodotto d’ascia e non certo di cesello.
    Evidentemente entrano in gioco anche interessi concreti, intelligenza tout court, cultura, tradizione culturale e storica.
    C’è poi da dire, apparentemente in contraddizione con quanto sopra detto, che il prevalere dell’interesse collettivo storicamente è cresciuto rispetto a quello individuale (comunque mai annullabile) e questo ha determinato l’aumento nei millenni del grado di “civiltà” (pur con tutte le giravolte passate e presenti) ( qui si aprirebbe pure il discorso dell’origine, mi si passi il termine, “biologica” dei concetti astratti di “bene” e di ” male”).
    Insomma è la specie umana con la sua struttura profonda (che mai viene tirata in ballo) che determina la “rabbia” di chi ha autonomia di visione non intruppata nei comportamenti istintivi determinati e prevalenti.
    Quanto al disaccordo tra gli “autonomi” si potrebbe tirare in ballo la competizione tra individui…..

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    1. al tempo di wikipedia la cultura si limita al sapere dove andare a cercare e forse all’inserire le informazioni in un quadro concettuale; ma siccome quest’arte sta cadendo in disuso, sempre di piu` si ha l’impressione di essere i relitti di una lingua estinta.

      l’approccio che proponi mi piace; anzi, e` anche il mio; ma trovo che sia molto raro chi affronta i problemi umani a partire dal nostro substrato biologico come specie animale; ti diro` anzi che spesso mi sono sentito culturalmennte molto isolato, dato che i modelli culturali piu` in voga hanno ancora una impronta nettamente spiritualistica o antropocrentrica, anche quando si dicono materialistici.

      sembra che riflettere all’uomo un termimi di biologia sia fare chissa` quale concessione al pensiero di destra; e` vero che Darwin al quale in ultima analisi occorre far risalire questo metodo commise errori metodologici fondamentali, trasferendo senza le necessarie mediazioni l’evoluzione della SPECIE alla selezione naturale tra i singoli.

      insomma, occorre avere ben chiaro che nell’evoluzione della specie svolgono un ruolo utile anche gli individui che non si riproducono, ad esempio, perche` svolgono funzioni di supporto al gruppo.

      dunque l’evoluzione non e` il gioco un po’ meccanico della competizione rirpoduttiva tra singoli sempre e comunque, ma in particolare nei gruppi umani, una partita con regole molto piu` complesse.

      cosi` credo che si debba riflettere su come l’indiscutibile ruolo gregario rispetto all’individuo leader, che assume la maggior parte degli individui di un branco di animali sociali, si possa sviluppare in societa` molto complesse e articolate, dove il capobranco diventa addirittura invisibile, come una specie di entita` astratta.

      meccanismo che diventa ben visibile nelle reliioni monoteristiche dove un Ente Supremo svolge la funzione simbolica di capo del gruppo.

      insomma credo che la complessita` della vita sociale avanzata degli umani non induca necessariamehte all’obbedienza ad un capo-branco, ma che ci siano possibilita` molto diverse di conciliare il meccanismo di dipendenza psicologica che indubitabilmente esiste con la democrazia di gruppo.

      voglio dire che nel piccolo gruppo l’individuazione del capogruppo e` gia` una espressione quasi della dipendenza psicologica a base biologica, ma l’estensione apparente del meccanismo su scala piu` larga attravero il gioco rituale delle elezioni non necessariamente lo e`.

      chiedo scusa se sono stato forse troppo criptico qua e la`.

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      1. “I modelli culturali piu` in voga hanno ancora una impronta nettamente spiritualistica o antropocentrica, anche quando si dicono materialistici.”
        Concordo convintamente …solo da relativamente poco stiamo pian piano uscendo dalla metafisica.
        Concordo anche sulla complessità delle attuali condizioni sociali ma non si può prescindere dalla “carne”.

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        1. concordo con te sulle prospettive culturali. 🙂

          sono un po’ meno ottimista di te, invece, sulla valutazione della situazione del momento: a me pare che si stanno piuttosto facendo dei vistosi passi indietro.

          su internet circolano puttanate superstiziose a piena mani; un discorso ragionevole e scientifico sembra diventare il privilegio di una elite snob, nella quale malvolentieri sono costretto a mettermi anche io.

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    1. una aggiunta, per dire che stupendo, comunque, credo sia l’Elogio della Stultitia di Erasmo.

      ma leggo che anche lui, che lo aveva scritto come testo privato in una settimana, per occupare il tempo, pensando soltanto a scherzare con gli amici, resto` meravigliato del grande successo che ebbe questo suo testo fondamentale. 😉

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