LA LA land: che film delizioso, onirico, originale, spiazzante.
un film che inventa un nuovo genere, con un nuovo linguaggio: ma inimitabili entrambi, e non ci saranno altri film dello stesso tipo.
un film sul cinema, sulla musica, sul teatro, sull’arte di recitare, di cantare e di ballare.
un film sui sogni dell’adolescenza, sul narcisismo, sulla lotta con la realta`, sul compromesso con la realta` che alla fine vince.
ma non del tutto, perche` quei sogni continuiamo a portarceli dentro.
. . .
ma non e` di queste due ore che voglio parlare, passate a cavallo di un sogno sulla storia del cinema, che riassumeva Hollywood e la rifaceva sotto l’intonazione della nostalgia.
voglio segnarmi soltanto questa sensazione collaterale: sono tornato a Los Angeles, con LA LA land.
che effetto veramente strano fa attraversare un film di Hollywood riscoprendo spesso i luoghi dove sei stato e perfino i punti di vista particolari con i quali li hai guardati:
l’Osservatory, il molo prima di Santa Monica, il panorama su Downtown, il parco Griffith, perfino la brevissima ferrovia a cremagliera che risale un angolino del centro.
con Hollywood Los Angeles racconta continuamente e reinventa se stessa;
qui il nome abbreviato della citta`, LA, compare fin dal titolo, e il film e` anche il ritratto (mitizzato) della citta` e un contributo alla sua immagine di patria di tutti i sogni.
ma se tu puoi ricordare i luoghi di questo mito con la tua memoria personale, il cinema esce dal regno della favola ed entra in quello dell’autobiografia.
dove anche per me LA e` stato un piccolo frammento di sogno realizzato.
forse anche questo mi ha fatto piacere molto LA LA land.