domani sapremo i risultati delle elezioni francesi.
attenti, non lo sto scrivendo adesso, e` solo una citazione:
lo scrivevo il 6 maggio 2007 su questo stesso blog (allora su un’altra piattaforma).
non e` strepitoso?
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stavo scrivendo la postfazione ad un “libro fotografico” che avevo pubblicato a puntate sul blog, dopo il mio secondo viaggio a Istanbul a fine dicembre del 2006:
Istanbul d’inverno.
il titolo alludeva alle scelte aperte davanti alla Turchia di allora,
ma profeticamente immaginava gia` (senza saperlo consapevolmente) una Turchia che negava la sua storia dell’ultimo secolo e ritornava nel grembo dell’integralismo islamico.
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vi era un dibattito in Europa dieci anni fa sulla possibilita` che la Turchia entrasse a far parte dell’Unione Europea.
Sarkozy si preparava a vincere quelle elezioni presidenziali in Francia anche respingendo questa prospettiva:
nelle elezioni francesi il tema turco è stato uno degli argomenti della campagna elettorale – quella del 2007, quando scrivevo, non quella del 2017.
Sarkozy, contrario alla Turchia nell’Unione Europea da un punto di vista laico e non integralista cristiano, ma pur sempre da una posizione di rifiuto del dialogo, che ha oggettivamente aiutato Erdogan nel suo disegno neo-ottomano.
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oggi vedo pure tutta la fragilita` della posizione di Erdogan, nonostante dieci anni di successi.
e nonostante la cappa di una dittatura feroce, che si va costruendo, stia strangolando a poco a poco la parte piu` libera di quel popolo.
nel silenzio indifferente nostro, oppure nella complicita` dichiarata, addirittura.
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mi rileggo con attenzione in quello che scrivevo della situazione turca nel 2007 cercando i miei passi falsi:
senza che io lo sapessi, questo libro è stato comunque anche un mio gesto politico, un mio modo di dire la mia su questo dibattito.
era infatti un gesto d’amore per quella citta` e per la Turchia:
con le foto cercavo di farla conoscere meglio ed anche amare.
non so se questo sia stato un libro politically correct; un ragazzo turco che lo ha visto dice di no, anzi mi ha rimproverato il mio sguardo europeo, che ha colto nella città quanto vi è in essa di più esotico per me, e quindi ha dato spazio molto più ampio alla Turchia islamica che a quella occidentale.
tuttavia con questa Turchia anche esotica (Istanbul è molto più esotica del resto della Turchia), secondo me, il dialogo è aperto, perché fondato prima di ogni altro fattore sulla bellezza e sulla vitalità.
sono queste che mi hanno affascinato nella metropoli immensa che unisce e scavalca due continenti, come un ponte soldamente piantato su due pilastri, uno europeo e l’altro asiatico.
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ripenso allora a cio` che scrivevo, quando mi spingevo a dire che il dialogo era possibile anche con una Turchia islamica:
non era necessario che la Turchia rifiutasse la sua parte di anima islamica per entrare nell’Unione Euopea.
pero` era necessario che accettasse che questa componente vivesse a fianco della Turchia laica e non cercasse di eliminarla.
questo invece e` quello che e` accaduto, che sta accadendo.
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Erdogan sta preparando un nuovo referendum per reintrodurre in Turchia la pena di morte, che andra` ovviamente per prima cosa a colpire gli oppositori politici.
la Germania ha gia` dichiarato che ritiene inaccettabile fare svolgere un referendum simile sul proprio territorio, e pertanto questa volta vietera` ai suoi immigrati turchi di votare.
la pena di morte e` infatti incompatibile con i valori costituzionali tedeschi.
e non solo, direi.
ed ecco una nuova crisi internazionale che si prepara.
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questa netta demarcazione fatta dalla Germania e` importante:
e` una precisa forma di difesa della propria e anche nostra identita` europea.
integrazione non significa dissolvimento della nostra tradizione illuministica e laica ne` puo` coincidere con l’abbandono dei diritti umani fondamentali.
l’Italia burina ignora il problema; del resto i turchi in Italia sono 20.000 e non tre milioni come in Germania.
pero` sarebbe importante che anche il nostro governo dicesse se accetta l’idea che i turchi in Italia possano votare perche` Erdogan possa mandare a morte i suoi oppositori.
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scrivevo sempre dieci anni fa esatti, il 6 maggio:
tra un paio di mesi sapremo l’esito delle elezioni turche, che si giocheranno di nuovo attorno al tema della identità islamica o laica di questo paese; e ovviamente una Turchia guidata dalla destra neoislamica darà l’addio all’Europa, con grande sollievo della destra europea.
se qualcuno ha potuto pensare che l’intento di Erdogan, il primo ministro islamico moderato, fosse quello di contrattare da posizioni di forza un ingresso in Europa rispettoso della identità turca, si è sbagliato: non c’è spazio per la sua Turchia in Europa, e non resta ai turchi, se continueranno a seguire Erdogan, che l’alleanza innaturale con una nemica storica, la Russia.
no, non mi pare di avere sbagliato, anche se la storia sta dandomi torto.
c’e` qualche ragione profonda che eisge a volte che si stia dalla parte di chi perde.
tra un paio di mesi il nuovo referendum turco sulla pena di morte sara` una specie di prova d’appello rispetto a quello svolto da poco, che ha dato a Erdogan una maggioranza risicata per governare in maniera sempre piu` anti-democratica.
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non c’e` molto da sperare, ma questa volta deve toccare soltanto ai turchi di Turchia decidere se vogliono ritornare al loro medioevo ottomano.
la condanna a morte non ha spazio in Europa, fino a che esistera` una Unione Europea, almeno.
La realtà non c’era, era abdicata. Splendidissima regnava la vita immaginata.
Vivian Lamarque
Mauro guardo ascolto vedo e ricordo ,grazie ❣️
Ora io ci provo … dormo ☮️
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non mi è chiaro il rapporto della citaziojne col post.
bello che ritrovi i tuoi ricordi, di Istanbul, credo.
vorrei cogliere l’occasione per chiederti se è lo stesso per Antalya…, ma veramente siamo fuori post…
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