le galline intelligenti – 193

da qualche mese nella mia cascina di mezza montagna hanno fatto il loro ingresso alcune galline.

ho gia` parlato un’altra volta della gallina rossastra e di quella grigia, che mi aveva regalato l’Andrea, e io avevo soprannominato la Renza e la Gentilona,  prima che mi facessero lo sgarbo, senza avere mai fatto un uovo, di andarsene non so dove, una alla volta.

e pensare che gli originali si guardano bene dall’imitarle.

sono poi venute quelle che oggi chiamo le tre Grazie: tre pollastrelle rossicce acquistate al Consorzio Agrario, dopo una lunga attesa dovuta ad una epidemia in atto di influenza aviaria sulla quale i media hanno steso una fitta cortina di censura.

oh, qui mi viene la tentazione di divagare sul mito delle Grazie, ma lo faro` piu` avanti.

l’argomento di questo post non e` questo.

questo post parla, invece, del razzismo umano verso le galline, e di che cosa questo ci puo` insegnare del razzismo umano verso altri esseri umani.

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l’occasione del post, comunque, e` che, dopo due mesi passati a cibarsi a sbafo e quando disperavo di vedere mai il frutto di tutto il ben di dio messo a loro disposizione, da ieri le mie Grazie hanno cominciato a scodellarmi tre uova al giorno, pare.

tre ieri, e oggi sto aspettando la terza.

uova molto compatte, talmente saporite da essere gustose nella frittata con gli asparagi selvatici senza bisogno di sale, dal guscio duro, mi dicono perche` le gallinelle girano anche nel cantiere della ristrutturazione mangiando molta sabbia.

ma questo e` il punto: queste gallinelle girano.

. . .

girano troppo, approfittando di un padrone inesperto e troppo buono.

ho provato un semplice recinto, ma e` come se non ci fosse: spiccano quel loro volo di gallina, rozzo ma efficace, appena smetti di guardarle, e te le trovi dappertutto, che raspano negli orti e nei giardini dei vicini.

bisognerebbe tagliargli le punte delle penne remiganti, mi consigliano.

ma e` giusto tenere delle galline se poi non si rispetta la loro natura?

ed e` proprio della natura delle galline che vorrei parlarvi.

. . .

la gallina, da sempre, non e` considerato un animale intelligente.

non bastassero Cochi e Renato con la loro canzone anni Sessanta, a dircelo, non c’e` anche il modo di dire: cervello di gallina?

ora, invece, io devo ricredermi, e sto scoprendo quanto intelligenti siano le galline.

piu` di me, certamente: perche` per quanti metodi diversi io cerchi per impedire loro di girare negli orti dei vicini, loro sono sempre piu` abili di me.

. . .

pero` e` anche interessante osservare la forma originale dell’intelligenza della gallina.

la gallina non arriva al risultato perseguendo un progetto.

per niente: si limita a perseguire il becchettare qua e la`.

segue un percorso casuale e non programmato: il ciuffo d’erba qua, un lombrichino la`, qualche briciola di pane, perfino le palline bianche di plastica che si ostinano a confondere con chicchi di mais.

passo dopo passo, beccata dopo beccata, la gallina va; e non la ferma nessuno.

segue un obiettivo limitato: mangiare quel che vede.

ma intanto esplora il mondo senza perdere l’orientamento.

. . .

la sua ostinazione e` inarrestabile: puoi provare a spaventarla se passa da un certo punto, ma lei si dimentica e poco dopo ci passa lo stesso.

stupida? ma no: com’e` che al primo fare del buio, comunque, te la trovi tornata al pollaio?

e non si sa neanche da dove venga e come abbia fatto a ritrovarlo…

e com’e` che li` dentro va sempre a dormire sul trespolo piu` alto dove nessuna volpe potrebbe mai raggiungerla?

ha gia` visto una volpe?

. . .

ed eccomi al punto cruciale: la gallina, se la lasci libera, e` tutt’altro che stupida, anche senza essere intelligente.

vogliamo dire che ha un’intelligenza stupida, per fare contenti almeno un poco quelli che la definiscono stupida e basta?

eppure la gallina diventa stupida se le impedisci di essere se stessa.

rinchiusa in un pollaio, impedita di spaziare, la gallina esprime soltanto il peggio di se`.

in un allevamento industriale di polli come quelli che ho gestito dai venti ai 35 anni, il pollo e` il monumento vivente alla stupidita` piu` completa.

devi mettergli gli occhialini di plastica se non vuoi che si scanni a beccate con gli altri polli.

e sfortunati i diversi e gli anomali in queste metropoli pollaio:

al pollo nero ognuno che passa da` una beccata casuale e stupida, perfino senza particolare intenzione, e alla fine l’animale muore dissanguato.

. . .

la dobbiamo sfruttare, la gallina, quindi la rinchiudiamo;

la togliamo dal suo ambiente, limitiamo i suoi movimenti, la riduciamo a pezzo di carne solo provvisoriamente animata.

e a questo punto la gallina e` stupida abbastanza da poter essere uccisa senza rimorsi ne` rimpianti.

si`, diciamolo, facciamo i razzisti con le galline per sfruttarle meglio.

. . .

faccio conto a questo punto che il senso di questa riflessione sia chiaro da se`, se lo applichiamo al mondo umano.

ridurre qualcuno a vivere in condizioni disumane, e poi osservare che e` disumano.

la ricetta e` la stessa: applicata all’immigrato o alla gallina.

il gioco si morde la coda…

. . .

e se provassi, a questo punto, a dare alle mie tre galline i nomi delle Grazie, o Cariti, in greco, secondo Esiodo?

Aglaia lo Splendore
Eufrosine la Gioia
Talia la Prosperità

Seneca invece le vedeva come le dee dei benefici:  e l’intreccio delle loro mani doveva esprimere il triplice ritmo della generosità: l’offrire, l’accettare ed il restituire.

ma nel Rinascimento si vedeva in loro invece la personificazione della Castita`, del Piacere e della Bellezza.

le Grazie: divinita` del beneficio e della gratitudine, tanto da diventare parola comune per esprimerla.

. . .

ma se io chiamassi Grazie le mie tre galline da ieri generose di uova, potrei ancora considerarle stupide?

DSC00512b

mio nonno paterno Andrea e le sue amate galline verso il 1940


21 risposte a "le galline intelligenti – 193"

  1. GALLINA

    Vecchia cuoca
    Ostinata
    Non vuol mai fare il brodo.

    GALLO

    Tonto totale
    S’è fidanzato
    Con una galla.

    VOLPE

    Non riesce proprio
    A piacersi
    Con la coda di cavallo.

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    1. no no, quelle sono di una vicina. 🙂

      ma poi sono tutte spennacchiate e ridotte davvero male dal vivere rinchiuse.

      le mie, ti giuro, sono il ritratto della salute, hanno il piumaggio lustro, e quando vado a riprenderle qua e la` e le acchiappo e me le riporto al loro pollaio sotto il braccio, le sento che si fanno belle grassocce e piene… 🙂

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        1. stai parlando dei micetti della gatta Blu? sono spariti oppure morti tutti. in compenso ne sono arrivati da due settimane altri 4 tutti bianchi che aspettano solo di crescere e di trovare nuova casa.

          pero` direi che presto potrebbe essere il momento di tornare a controllare di persona… 🙂 – appena il tempo si mette al bello, direi.

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          1. si parlavo dei micetti di Blu.
            Ora che so che ne hai altri 4 da piazzare mi tocca aspettare che crescano altrimenti me ne trovo uno sul groppone ne sono certo 😛
            scherzi a parte fino a fine luglio non abbiamo w.e. liberi, tra le gare della mari e gli ultimi lavori per la casa nuova. se tutto va bene forse ci trasferiamo per luglio appunto

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            1. ah be’, luglio e` proprio il momento perfetto per dare via i micetti a svezzamento compiuto (oltre che per vistare la mirabolante Rocca d’Anfo, prenotando la visita guidata per tempo, e farsi un giro in battello sul lago d’Idro 🙂 )

              due te li tengo da parte, allora, tanto lo so gia` che sono irresistibili… 🙂 🙂 🙂

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    1. eh eh, quel mio nonno ebbe la gamba amputata pochissimi anni dopo, per il diabete, e mori` piu` giovane (meglio: meno vecchio) di me adesso.

      certo che cerco di starci attento…

      e adesso devo passare alla identificazione delle galline per l’attribuzione dei nomi.

      Gioia direi quella con la cresta piu` rossa, Talia la piu` cicciotta delle due che restano, e l’ultima e` Egle per forza, ahhahaha.

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  2. Applichiamo il concetto dell’intelligenza delle galline anche al genere umano e siamo apposto 😀
    (non mi riferisco all’immigrato)
    Il controllo non piace a nessuno…

    La foto è bellissima! Senza dubbio erano galline molto amate…visto la gioia nello stare col nonno 🙂

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    1. del nonno si sa che era una buona bottiglia, che in preda alla gelosia a volte inseguiva la nonna col coltello in cucina, ma che per il resto era un uomo buonissimo, e avendo poco piacere a parlare con gli umani, trovava piu` gusto a parlare con le galline…

      spero di non somigliargli troppo, anche se io poi non l’ho mai conosciuto, dato che e` morto 5 anni prima che nascessi.

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      1. Ma anche Banderas parla con le galline! Lo so che non hai la TV, ma ti è giunta voce della pubblicità del Mulino Bianco? Ora, se lo fa lui che è sempre stato considerato un sex symbol…

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        1. accidenti a me! ma allora sono una grottesca imitazione inconsapevole!!!

          ho dato un’occhiata su You Tube e ho trovato un delirio di video di tutti i tipi, come questo:

          salvo poi scoprire anche che la gallina Rosita di Banderas e` un robot, mentre le mie sono vere, eh eh.

          la stessa differenza fra un sex symbol da tv e uno vero, eheheh.

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        2. ma adesso che ci penso…

          questi spot sono brutalmente anti gallinisti e dunque anche un poco anti-femminili. 😉

          la gallina (che e` poi un perfezionato pupazzo, e non a caso) esiste soltanto un funzione del maschio Banderas e si lascia del tutto condizionare da lui.

          ovviamente, non essendo vera, ma una mera proiezione dell’immaginario del maschio Banderas, non puo` neppure manifestare la sua intelligenza.

          schiacciata dai pregiudizi contro i quali io mi batto, ahhaha

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  3. Hanno un istinto sano, le tue galline.
    Mi sembra complicato, in ogni caso, chiamarle come le tre grazie. Nomi più semplici no?
    Comunque un gran bel post e questa foto del nonno è bellissima! Complimenti e goditi anche le deliziose uova, senza esagerare!

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    1. taci, ieri sera, nell’entusiasmo, me ne sono impipato, di dieta e quant’altro, e mi sono mangiate le tre uova in frittata, senza immaginare che razza di bomba energetica fossero tre uova cosi` sane.

      stamattina poi ho mangiato l’ovetto per colazione, e alla prova dei fatti ho scoperto che aveva due tuorli, addirittura.

      e` chiaro che questo lo aveva fatto Talia, la Grazia dell’Abbondanza

      e fino a qui col nome ci siamo.

      la prima, lo Splendore, la chiamerei Egle, dato che mi pare che questo nome derivi dal nome greco Aglaia.

      ma Eutifrone e` irrecuperabile, quinid starei all’italiano Gioia, in traduzione.

      Egle, Gioia e Talia, ci puo` stare?

      in ogni caso, grazie alle tre Grazie: oggi dopo tutte queste uova sono a digiuno… 🙂

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