la sorprendente intelligenza delle piante – 231

possiamo parlare di intelligenza delle piante.

ma possiamo gettare la palla ancora piu` in la`, e parlare di intelligenza vegetale.

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tutto (la mia riflessione, intendo) e` iniziato osservando un mio personale posto delle fragole.

non e` il luogo magico del film di Bergman; oltretutto di angoli cosi` ne ho non uno solo, ma due: uno ereditato dal vecchio proprietario, davanti al pagliaio, e uno impiantato da me un anno fa, che ha gia` avuto un rigoglio incredibile.

e` alle spalle del capanno degli attrezzi, ben ombreggiato; in passato li` c’era un orto, che, abbandonato da anni, aveva ceduto il passo ad un roveto che sembrava cosi` inestricabile che ci sono voluti mesi per disboscarlo, e la lotta non e` ancora effettivamente finita, forse non finira` mai: senza un periodico intervento con zappe e cesoie, la macchia di arbusti si riforma, e alcuni non hanno potuto essere tolti neppure del tutto, dato che avevano fatto radici e tronchi oramai troppo robusti.

comunque l’aiola delle fragole tiene abbastanza, a fianco di quella lasciata agli asparagi selvatici, unica specie del vecchio cespugliame ammessa, anzi curata e vezzeggiata, cioe` concimata, per via del contributo prezioso alle frittate che danno i germogli.

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e` ripulendo quel piccolo fragoleto dalle erbacce che mi e` sorta una domanda: come mai qui le erbacce prevalenti, per oltre il 90%, sono formate da un’erba che assomiglia molto alle fragole, che quasi le imita, mentre tutta l’altra erba, che e` normale anche pochi centimetri piu` in la`, non attecchisce in mezzo alle fragole?

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non so se riesco a spiegarmi: se le piante fossero animali, dotate di una vista e di una coscienza, non sarebbe cosi` difficile spiegare questo mimetismo: ma come puo` esistere un mimentismo volto evidentemente a sfuggiare ai miei interventi di strappo delle erbacce in piante che non sono affatto coscienti?

o almeno cosi` si dice…

si potrebbe anche pensare che la sopravvivenza di quell’unica specie di erba improduttiva in mezzo alle fragole sia frutto di un mio errore di valutazione, quando strappo le erbacce.

ma questo sarebbe davvero il colmo: la mancanza di intelligenza cosciente della pianta si rivelerebbe superiore della massima forma di intelligenza cosciente, quella umana.

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bene, credo che chiunque abbia trovato demenziale la mia domanda abbia gia` abbandonato questo post, aiutato anche dal mio indolente girare intorno al problema prima di arrivarci.

ma adesso, figuratevi che divago ancora un poco.

proprio oggi, visitando la Riserva Naturale Fontani` nella vicina Valdegagna (nata per proteggere una specie di molluschi di fiume alpestre scoperta solo qualche anno fa e UNICA AL MONDO) sentivo raccontare, dalla giovane ed esperta guida del sito, del cuculo.

e` noto che depone un uovo nel nido di altre specie: il maschio e` fatto in modo da assomigliare a un falco, individua il nido adatto e spaventa la femmina dell’altra specie che vi sta gia` covando le sue uova: a questo punto interviene la femmina del cuculo, che depone l’uovo, il suo, uno solo, prima che l’altra femmina ritorni.

ma questo inganno esige che l’uovo del cuculo assomigli molto a quello della specie parassitata; altrimenti l’uovo verrebbe riconosciuto come estraneo.

e infatti e` cosi`! ogni coppia di cuculi e` specializzata nell’intrusione nel nido di un’altra specie soltanto: non si possono fare uova imitate a comando e diverse di volta in volta.

quindi il cuculo sa, o qualcos’altro sa per lui, esattamente per quale tipo di nido e` adatto l’uovo della sua femmina e si dedica soltano ai nidi di quella specie.

esattamente come il piccolo del cuculo abbandonato in quel nido estraneo sapra` molto bene, senza che nessuno glielo insegni, come buttare giu` dal nido, ad uno ad uno, i fratellastri di covata a cui quel nido sarebbe spettato.

insomma, qui il cuculo si sta comportando come l’erbaccia che cresce a fianco delle mie fragole…

in questo senso sta usando una intelligenza che e` di tipo vegetale, che non ha bisogno della coscienza.

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e` a questo punto delle mie riflessioni che, come mandato dal cielo, arriva un articoletto sull’ultimo numero delle Scienze: piu` esattamente una recensione di un libro di Stefano Mancuso, Plant revolution, Le piante hanno gia` inventato il nostro futuro.

l’autore dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell’Universita` di Firenze.

Le piante hanno trovato da tempo immemorabile le migliori soluzioni ai problemi che affliggono l’umanita`, dice Mancuso.

e io qui non vorrei scimmiottare Italo Svevo, ma direi che non ci sarebbe da meravigliarsene se proprio l’umanita` stessa fosse il problema.

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Mancuso osserva che le piante hanno una memoria di quel che e` accaduto che guida le loro azioni future ed e` piu` durevole di quella degli insetti.

hanno capacita` mimetiche insuperabili da parte di ogni altro organismo vivente, e questo non si spiega senza ammettere che i loro sistemi sensoriali arrivino anche ad una rudimentale forma di visione, considerando che scelgono quale altra specie vegetale imitare fra quelle piu` vicine.

aggiungo io a Mancuso che da tempo si parla anche di rudimentali capacita` emotive delle piante.

questa che leggo in rete e che riassumo ha a prima vista tutto l’aspetto di una bufala:

In una recente ricerca di uno dei più grandi botanici del Regno Unito, Chris Beardshaw, sono state create quattro serre identiche; io una non c’era musica, mentre nell’altre suonavano i Black Sabbath, musica classica e Cliff Richard.

Le piante sono cresciute meglio, con fiori più belli e più grandi, più resistenti ai parassiti nella serra con la musica metal, mentre si indebolirebbero molto ascoltando quella pop leggera; la musica dei Black Sabbath le aiuterebbe invece a fiorire, la classica le farebbe crescere un po’ più corte di quelle nella serra nella quale c’era il silenzio, ma fioriscono un po’ di più e resistono meglio ai parassiti.

Al contrario, la musica leggera pop avrebbe un effetto deleterio nei confronti delle piante: i ricercatori hanno dichiarato che le piante che avevano “ascoltato” Cliff Richard sono tutte morte; allarmati da questo risultato, gli esperti hanno pensato che ci fosse stato un sabotaggio ma non hanno nessuna prova per dimostrarlo.

comunque  Chris Beardshaw esiste davvero e gestisce da anni trasmissioni alla tv inglese.

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ovviamente esperimenti isolati non dimostrano nulla e si possono cercare molte spiegazioni alternative ben piu` razionali di questo.

i discorsi new age sulla comunicazione umana con le piante sembrano ricette borderline per persone che fanno fatica a comunicare con altri esseri umani.

rimane pero` il fatto che posso documentare per primo, sicuro di essere soltanto l’ultimo a vivere questa esperienza che vivere in mezzo alle piante ha indubbiamente un effetto fortemente rasserenante.

e  le piante lo sanno?

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ma l’elemento piu` importante dell’intelligenza e forse della personalita` delle piante e` in ultima analisi il fatto che queste parole che noi usiamo per definirle sono loro estranee, e le piante non hanno personalita` ne` intelligenza.

non hanno bisogno di averla dentro di se`, usano quella che trovano fuori di loro.

la modernita` delle piante sta appunto in questo, di essere organizzate al loro interno in rete, di non avere un centro, di funzionare perfettamente come un network.

e di riuscire a fare in questo modo molto di quello che fanno gli esseri animali, spesso meglio e certamente con un dispendio molto minore di energie.

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visto che avete letto questo post fino in fondo, forse adesso il fanatismo vegano vi sembrera` ancora piu` fragile nei suoi presupposti.

forse vi risultera` un pochino piu` difficile essere anche soltanto vegetariani…

oppure non ci sara` neppure bisogno di farsi venire nessun senso di colpa, per nessuno mai.

sarebbe una cosa molto vegetale, per dirla tutta.

 


8 risposte a "la sorprendente intelligenza delle piante – 231"

      1. sai che non ne ho idea?
        ci sono finito per caso facendo una ricerca sulle sinapsi animali…
        l’asterisco posto sul titolo riporta a Mancuso in effetti

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        1. certo, mi era sfuggito il rimando all’asterisco, alla fine della prima pagina e mi ero concentrato di piu` sulle informaxioni finali, che riconducono all’Universita` di Firenze, dove Mancuso insegna.,

          come al solito sei una fonte preziosa per ricerche altamente qualificate. 🙂

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  1. Tutto ciò ha un nome: selezione naturale. Una combinazione di caso e necessità.
    Per quanto riguarda l’intelligenza che è una qualità indefinibile con precisione, si può dire davvero di tutto.

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    1. caro Paolo, giustissimo.

      pero` questo non toglie niente alla sorpresa del capire, al piacere di qualche pregiudizio ottuso che si spezza.

      se hai tempo, dai un’occhiata al PDF che mi ha mandato Krammer: e` davvero un approfondimento necessario.

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  2. Non é simpatico in genere il cuculo….e poi…

    491
    CUCULO

    Il cuculo da mezz’ora monotono
    Inonda la valle
    Col suo verso stupido e penetrante.

    Mi irrita, devo dire,
    questo echeggiare
    Privo di idee.

    497
    LE DUE DI NOTTE

    Le due di notte,
    Un rumore di soprassalto.

    Sono uomo
    Animale
    O vegetale?

    Anche gli animali hanno capacità emulative, p.e. una mosca imita la livrea della vespa,….. evoluzione adattativa.

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    1. haha, altro dissenso.

      adoro il canto del cuculo, forse anche perche` non lo associo a giudizi morali.

      quel canto e` cosi` ironico e trasgressivo, anarcoide, in fondo…

      se ci si pensa bene, in effetti deride e sfida a identificare l’autore che fugge, e dunque ha qualche cosa a che fare con i suoi comportamenti.

      c’e` un punto di osservazione naturale, dal quale – del resto – l’agire del cuculo appare semplicemente sarcastico. 🙂

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