chiamare google fratello anche se grande, nel senso orwelliano del termine?
non si puo`.
a meno che non ci ricordiamo del detto parenti serpenti.
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collegatevi a questo sito, preferibilmente con lo smartphone:
https://maps.google.com/locationhistory/b/0
troverete indicati con dei puntini rossi tutti i luoghi dove siete stati nell’ultimo mese – ovviamente con lo smartphone.
se lo avete lasciato a casa la geolocalizzazione vi risparmia.
e vi risparmia anche, se andate in zone senza segnale, ovviamente: che e` un bell’incentivo in piu` a delle scarpinate in monti sperduti.
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La tua posizione e` segnalata dal tuo dispositivo mobile e solo tu puoi vederla.
sta scritto in una finestrella sotto.
ma oltre a te la sta vedendo google.
ops, stavo per scrivere vendendo.
e che cosa se ne fa, appunto? visto che neppure informa i suoi utenti di questo preziosissimo servizio che potrebbe colmare i nostri vuoti di memoria e aiutarci a ricostruire quel che abbiamo fatto recentemente, se dovesse servirci…
le aziende sono molto interessate alle abitudini dei consumatori: tramite gli spostamenti si può sapere quali tipi di negozi visitiamo, quante volte, in che orari e queste notizie possono essere molto utili per pianificare una pubblicità adeguata.
non occorre che Google violi neppure la tua privacy, formalmente: le informazioni infatti vengono trasmesse senza neppure bisogno di dire chi sei, cosi` come la pubblicita` arriva su quello stesso smartphone che geolocalizza i tuoi spostamenti senza neppure darti un nome.
in fondo l’identita` stessa e` diventata superflua.
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c’e` un modo semplice per disattivare questo meccanismo, dicono: una finestrella in fondo ti permette di disconnetterti.
di disconnetterti dalla possibilita` TUA di accedere a queste informazioni, ma non di quella di Google, naturalmente, perche` quando utilizzi google tu fornisci anche l’autorizzazione – senza saperlo – a gestire le informazioni su di te che dipendono da quell’uso.
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siamo connessi 24 ore su 24; a volte lo smartphone, lasciato vicino al letto, ti sveglia nel cuore della notte.
il suono del cellulare che mi avverte di un commento su facebook sta diventando una specie di incubo, anche di giorni.
a volte mi sembra di essere ancora al lavoro semplicemente perche` ho il cellulare con me.
staccare il cellulare, lasciarlo perdere per diverse ore al giorno che saranno quelle della nostra liberta`.
la renitenza comincia anche da gesti molto semplici come questi.
anche vivere in posti dove il segnale e` intermittente e a volte sparisce da se` aiuta molto: sembra vento che spazza le nuvole e riporta il sereno.
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intanto, dal primo agosto un’azienda del Wisconsin introdurra` un microchip sotto pelle a tutti i suoi dipendenti: li ha offerti su base volontaria (per il momento; ma col tempo vedrete che diventeranno obligatori come i vaccini per i bambini) e una cinquantina hanno accettato, quasi tutto.
il microchip verra` impiantato nella mano nella pelle tra il pollice e l’indice e servira` a timbrare il cartellino, aprire la porta dell’ufficio, accedere al computer del proprio posto di lavoro.
ma il microchip non sostituisce soltanto il cartellino, ma anche la carta di credito, traformando il CORPO degli utenti in un deposito di denaro virtuale ambulante e ben controllato nei suoi movimenti.
naturalmente anche questo microchip garantisce la privacy, dicono, ma sembrerebbe una battuta sarcastica.
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evoluzioni future possibili:
microchip che memorizzano gli spostamenti (come gli smartphone),
che registrano le conversazioni,
che controllano la condizione sanitaria di chi li ha addosso.
e` il futuro, ragazzi!
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il mondo sta cambiando ad una velocita` incredibile ed ho la sensazione che nessuna mente umana sia piu` in grado di dire dove stiamo andando.
le relazioni umane cambiano senza che neppure ce ne accorgiamo.
pero` gli smartphone stanno trasformando noi esseri umani in zombie eterodiretti in ogni momento della nostra giornata.
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e questo mondo di schiavi e` pero` piacevolissimo.
mentre la trasformazione dell’essere umano in portafoglio virtuale ambulante sembra gia` compiuta, gli esseri umani sono sempre piu` felici.
piu` viene distrutta la complicata consizione dell’essere umani, piu` l’umano e` ridotto a pura elementare percezione parziale di se`, piu` si allarga la felicita`.
i social network sono l’altro aspetto di questa distruzione programmato dell’umanita` classica:
mascherano bene la schiavizzazione in corso:
alimentano il narcisismo di massa
e rendono incapaci di accettare le critiche piu` banali, sostituendo al mondo reale e ai suoi conflitti un mondo immaginario di pura approvazione.
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si`, non solo il mondo e` oramai troppo complicato ed imprevedibile per le nostre capacita` di analisi (o almeno per le mie), ma l’analisi stessa, oltre che superflua, e` fastidiosa.
ed impedisce il trionfo della stupidita` di massa, cioe` dell’ebete felicita`.