De Benedetti: Sono stato in Banca d’Italia l’altro giorno, hanno detto (incomprensibile) che è ancora tutto aperto.
Bolengo: Sì, ehm… però adesso stanno andando avanti… comunque non è…
De Benedetti: Faranno un provvedimento. Il governo farà un provvedimento sulle popolari per tagliare la storia del voto capitario nei prossimi mesi… una o due settimane.
Bolengo: Questo è molto buono perché c’è concentrazione nel settore. Ci sono troppe banche popolari. Sa, tutti citano il caso di Sondrio, città di 30 mila abitanti.
De Benedetti: Quindi volevo capire una cosa… (incomprensibile) salgono le popolari?
Bolengo: Sì, su questo se passa un decreto fatto bene salgono.
De Benedetti: Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa.
Bolengo: Se passa è buono, sarebbe da avere un basket sulle popolari. Se vuole glielo faccio studiare uno di quelli che potrebbe avere maggiore impatto e poi però bisognerebbe coprirlo con qualcosa.
De Benedetti: Togliendo la Popolare di Vicenza.
Bolengo: Sì.
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analisi del testo? facciamola.
e` la registrazione (obbligatoria per legge) di una telefonata di De Benedetti al suo broker Gianluca Bolengo del 16 gennaio 2015:
Renzi e` primo ministro da quasi un anno, dopo la pugnalata a Letta: al massimo del successo.
l’Ansa il 3 gennaio aveva informato di una possibile riforma delle banche popolari.
poi, “Nel corso di una riunione ‘apicale’ tenuta l’8 gennaio 2015 – a cui partecipavano, tra gli altri, Renzi, Padoan (il ministro dell’Economia, ndr), Visco (il governatore della Banca d’Italia, ndr) e (…) anche il vicedirettore di Bankitalia Fabio Panetta – fu deciso che l’intervento per eliminare il sistema di voto ‘capitario’ per le banche popolari sarebbe stato effettuato non mediante un disegno di legge (…), bensì con lo strumento, inatteso e inusuale in tale ambito, del decreto legge; si decise altresì che il decreto sarebbe stato varato nel Consiglio dei ministri del 20 gennaio”. (dalla richiesta di archiviazione del pubblico Ministero al Giudice per le Indagini Preliminari di Roma del giugno 2016)
se ne ricava che e` considerato normale in Italia che uno come De Benedetti passi in Banca d’Italia a chiedere informazioni sui provvedimenti allo studio in campo bancario.
non lo mettono alla porta, De Benedetti, chiedendogli come si permette, come dovrebbero, perche` sono persone educate, e poi il sistema mafioso italiano e` questo; pero` almeno si capisce che informazioni non gliene danno: hanno detto che è ancora tutto aperto.
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allora De Benedetti che fa? il giorno 15 telefona a Renzi.
normale no?
e qui qualcosa di piu` viene a saperlo: che “il governo farà un provvedimento” entro “una o due settimane” per trasformare le banche popolari in societa` per azioni.
notare bene che De Benedetti dice chiaramente che ci sara` un “provvedimento” del governo, e non un disegno di legge, e che il governo lo fara` entro una o due settimane.
che cosa deve capire il broker? quello che c’e` da capire.
se e` un “provvedimento” del governo, non puo` essere altro che un decreto legge del governo: altre forme di intervento per prendere un provvedimento il governo non le ha.
e infatti il broker traduce subito nell’espressione tecnica “decreto” la formulazione piu` vaga usata da De Benedetti.
e De Benedetti non lo corregge: anzi, conferma che “passa” – e a “passare” in tempi molto brevi di una settimana o due, in consiglio dei ministri, non puo` essere che un decreto.
se il broker avesse capito male, De Benedetti dovrebbe dirgli: ma no, guarda, non mi ha parlato di decreto, e` rimasto nel vago.
non solo, ma De Benedetti e` stato anche informato nel dettaglio (da Renzi) e sa gia` bene che la trasformazione che il decreto prevede avverra` nell’arco di alcuni mesi.
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fine dell’analisi testuale.
La riforma delle banche popolari divenne una notizia ufficialmente nota al pubblico la sera del 16 gennaio 2015, quando durante la direzione nazionale del PD trasmessa in streaming Renzi annunciò la sua intenzione di approvare un decreto sul tema.
ma la telefonata di De Benedetti al broker e` della mattina del 16, quindi la sua telefonata a Renzi e` precedente, cioe` del giorno prima, come lui stesso precisa.
ma il Pubblico Ministero di Roma ha chiesto di archiviare; pero` il Giudice delle Indagini Preliminari in un anno e mezzo non ha ancora deciso.
quando si dice la magistratura politicizzata…
si chiama insabbiamento? e` in questo modo che si prepara la prescrizione…
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pero`, scrive lui stesso, il Pubblico Ministero: perche` ci sia il reato di abuso di informazioni privilegiate occorrerebbero due cose:
che De Benedetti avesse saputo la data esatta del decreto, e qui mi pare che una o due settimane siano una informazione abbastanza precisa per chi vuol fare una speculazione;
e che De Benedetti avesse saputo che la forma specifica di quel che si preparava era un decreto che entrava in vigore immediatamente (cosa che pare non si sapesse, allora, in nessun altro modo che sapendolo da Renzi; e De Benedetti lo sapeva).
francamente non riesco a capire come il Tribunale di Roma possa negare l’evidenza; per ora ci ha provato la pubblica accusa, ma dall’altra parte si temporeggia senza decidere.
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da questa operazione De Benedetti ha ricavato in pochi giorni 600.000 euro, investendone 5 milioni e rivendendo le azioni poco dopo.
intendiamoci bene, per lui sono spiccioletti, non certo per me o per voi.
ma, giusto per mantenere le proporzioni, nel 1981 acquistando il 2% del Banco Ambrosiano e rivendendolo due mesi dopo, prima che fallisse, De Benedetti guadagno` 20 miliardi di lire (di allora);
come rimborso da Berlusconi per avere questo corrotto il giudice Metta facendogli emettere una sentenza sfavorevole a De Benedetti, ha avuto riconosciuto il diritto ad un rimborso di 540 MILIONI DI EURO;
con la societa` Sorgenia, finita in fallimento, ha accumulato, del resto un debito di DUE MILIARDI DI EURO, dei quali 600.000 gli erano stati prestati dal Monte dei Paschi di Siena…, e nel 2014 il governo Renzi previde un contributo per la societa` di 150 milioni di euro.
nel 1993 ammise di avere pagato tangenti per 10 miliardi di lire per avere una commessa dalle Poste Italiane: fu arrestato, liberato in giornata e non se ne fece nulla.
e` stato condannato in primo grado a 5 anni e due mesi per la morte per aminato di diversi operai della Olivetti.
e` cavaliere del lavoro e medaglia d’oro dei benemeriti della cultura e dell’arte.
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e questo e` un ritrattino veloce veloce del padre ignobile della cosiddetta stampa democratica italiana, nella fattispecie del quotidiano Repubblica e del settimanale L’Espresso.
e mi sembra evidente che De Benedetti ha bisogno come ;’aria che respira di avere un primo ministro con cui possa permettersi questi auoi abusi di posizione dominante e che orienti l’opinione pubblica a votargli quello che gli serve.
e che veda come il fumo negli occhi chi non e` al suo servizio.
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pero`, considerando quanto irrisorio sia per De Benedetti un guadagno di 600.000 euro, si stratta soltanto di superficialita` del capo del governo di allora, Renzi, verso il principale sostegno della sua scalata al potere?
non solo: si tratta di un preciso reato, previsto da una norma che l’Italia ha adottato per adeguarsi alle direttive europee:
Decreto legislativo n. 58/1998 (TUF) del 24 febbraio 1998
Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria
Art. 184 (Abuso di informazioni privilegiate
1. È punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro ventimila a euro tre milioni chiunque, essendo in possesso di informazioni privilegiate in ragione (…) di una funzione, anche pubblica, o di un ufficio:
b) comunica tali informazioni ad altri, al di fuori del normale esercizio del lavoro, della professione, della funzione o dell’ufficio.
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c’e` altro da aggiungere? direi di no.
la questione banche non sara` soltanto la tomba politica della Boschi, ma anche di Renzi.
entrambi se lo sono ampiamente meritato e l’attacco per liquidare il Governatore della Banca d’Italia Visco appare sempre piu` sporco, quanto piu` se ne scoprono i retroscena.