il metodo cinese per la lotta all’inquinamento – 40

l’inquinamento in Cina e` leggendario.

nel doppio senso dell’espressione:

perche` raggiunge, dicono, vertici estremi;

ma anche perche` su di esso si fa una grande campagna consolatoria, come a dire di che cosa vi lamentate voi:

peccato che la Val Padana, e in particolare l’area di Milano, e` la regione d’Europa con l’aria piu` inquinata – ripeto l’immagine sull’intensita` dell’inquinamento atmosferico in Europa che ho pubblicato qualche giorno fa (morire respirando male – 29):

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. . .

in questi giorni, ad esempio, le polveri sottili oltre i limiti ammessi hanno occupato anche la bassa valle, sotto di me, che pure e` una zona montana​:

affacciarsi la mattina presto o al tramonto a contemplare la cappa opaca li` sotto stringe il cuore.

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tramonto sulla Val Sabbia inquinata oggi pomeriggio

pero`, coraggio: la Cina e` una grande innovatrice e ha realizzato un metodo rivoluzionario per pulire l’aria.

e qui si sta a vedere se funziona, per poi magari applicarlo anche da noi.

. . .

il primo esperimento e` stato fatto l’anno scorso in un parco di Beijing o Pechino, la capitale del nord, come suona il suo nome in cinese:

era la Smog Free Tower, progettata da un architetto olandese, una torre alta sette metri e in grado di produrre circa 8 metri cubi di aria pulita al secondo: che sono poi quasi 500 a minuto e quindi 30.000 all’ora e piu` di 700.000 al giorno.

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non fatevi impressionare troppo, pero`:

se riteniamo che servano almeno 10 metri cubi di aria pulita sopra ogni metro quadrato del parco, cioe` aria pulita per l’altezza di dieci metri soltanto sopra il terreno (a fare proprio una ipotesi di scuola particolarmente ridotta e a ritenere che quest’aria si possa in qualche modo “fissare” al luogo dove e` prodotta), questa produzione sarebbe si` e no sufficiente per un parco di 70.000 metri quadrati, grande cioe` solamente poco piu` di un quinto del Parco Sempione di Milano o di un sesto della Citta` del Vaticano.

possiamo poi aggiungere l’ovvieta` che poi quest’aria pulita, prodotta artificialmente, si rimescola continuamente con lo smog circostante.

compreso lo smog generato indirettamente dalla torre stessa, dato che consuma energia elettrica per funzionare e quindi, per produrre aria pulita, la inquina.

. . .

eppure l’idea si fa strada:

la tappa successiva della via cinese all’aria pulita si sta svolgendo a Xian, la citta` del centro della Cina che ha l’enorme centro storico ancora circondato da una poderosa cerchia quadrata di mura di circa 3km e mezzo di lato (ci feci su una bella passeggiata dieci anni fa).

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qui la torre in costruzione e` alta piu` di cento metri e per fortuna funziona a pannelli solari.

ha prodotto sinora più di 10 milioni di metri cubi di aria pulita dall’avvio e ha migliorato la qualita` dell’aria in una superficie di 10 km quadrati, piu` o meno corrispondente a quella del centro storico.

L’aria calda prodotta all’interno delle particolari serre poste alla base della torre viene canalizzata lungo la torre e filtrata più volte durante il suo percorso.

effetti misurati? una riduzione delle polveri sottili del 15%.

. . .

ma i cinesi sono cinesi non per niente, e ora si passa alla progettazione di una torre di 200 metri di diametro, alta piu` di 500 metri, che dovrebbe migliorare la qualita` dell’aria in una superficie di 30 km quadrati di qualche citta` non ancora individuata.

certo l’idea che anche l’aria pulita debba essere prodotta artificialmente e` sconcertante.

e sono sicuro che, se la tecnica dovesse arrivare anche in Occidente, alla fine ce la farebbero pagare, l’aria che respiriamo (secondo il vecchio detto).

. . .

ma il problema non e` neppure questo; pensiamo meglio, come sempre si dovrebbe fare di fronte alle notizie date in modo acritico dai media: una riduzione delle polveri sottili del 15%, si dice.

torno con la mente a questo fondovalle (non parlo della citta` di Brescia, ancora piu` inquinata), alla Odolo patria una volta di acciaierie, di cui solo due ancora in funzione: ieri il livello delle PM2.5 era pari a 72 parti per milione.

con una riduzione del 15% le parti diventerebbero 60.

il limite di legge e` 25: questo e` il valore considerato capace di produrre danni accettabili.

. . .

costruire torri sempre piu` grandi per fabbricare aria pulita serve a poco o a niente, evidentemente.

senza considerare il consumo di risorse e di territorio per farlo.

pero` in questo modo la societa` teconologica che crea problemi irrisolvibili diffonde anche l’illusuone superficiale di saperli risolvere.


14 risposte a "il metodo cinese per la lotta all’inquinamento – 40"

  1. Mi limito a linkare uno spunto interessante sull’argomento:

    Una singola tecnologia non può ridurre l’inquinamento, ma un modo diverso di costruire e vivere le città, con in più l’aiuto delle nuove tecnologie, potrebbe fare “miracoli” (e aggiungerei anche una diversa concezione del lavoro, limitando il più possibile il pendolarismo, e in generale dedicando meno tempo al lavoro. Lavorare molto meno, ma in maniera più efficiente e produttiva!).
    Non c’è bisogno di tornare a uno stile di vita ottocentesco per tornare ad avere aria respirabile, basterebbe utilizzare intelligentemente i mezzi che già ci sono, senza rinunciare a nessuno dei vantaggi della modernità… gli unici ostacoli sono culturali (nonostante in una parte della popolazione ci sia una maggiore consapevolezza ecologica, la stragrande maggioranza delle persone non fa molto per cambiare le cose) e politici (la politica è ancora molto asservita alle vecchie lobby dell’industria petrolifera e del trasporto motorizzato, e alle logiche dell’ambientalismo antidemocratico)

    P.S. Per ambientalismo antidemocratico intendo tutte quelle politiche ambientaliste calate dall’alto, avulse dal contesto sociale e dalla psicologia spicciola, che spesso producono un senso di rigetto per l’ambientalismo… come ad esempio i sacchetti biodegradabili!

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    1. integrazione al post direi fondamentale e quasi da includere nel post stesso.

      direi che sono completamente d’accordo, con una sfumatuta sui sachetti di plastica biodegradabile: senza togliere nulla alle tue considerazioni critiche su come e` stata gestita la vicenda, occorre anche dire, pero`, che essa rivela in maniera drammatica il degrado mentale del pubblico.

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      1. Concordo, rivela anche che l’italiano medio non è disposto al minimo sacrificio per l’ambiente (ammesso e non concesso che la legge sui sacchetti biodegradabili possa davvero ridurre l’impatto ambientale), anche pochi euro all’anno vengono vissuti come un dramma assurdo (mentre lo stesso “italiano medio” spende cifre assai più elevate, senza batter ciglio, per giocare a superenalotto, gratta e vinci, e altre “tasse sulla stupidità” simili!).
        Ma proprio per una questione di psicologia spicciola, è un errore gravissimo associare una qualsiasi politica ecologista a un’ennesima tassa (per quanto piccola e sostanzialmente insignificante) a scapito del cittadino!
        L’unico ambientalismo che può funzionare è quello che viene percepito in maniera istintiva e immediata come un vantaggio per tutti (ovviamente mi riferisco a quelle politiche ambientaliste che necessitano del coinvolgimento di tutti i cittadini, non a normative che riguardano settori specifici).
        Per questo credo che le politiche ambientali andrebbero anche adattate al contesto sociale e culturale, e non imposte con la presunzione di fare la cosa giusta, senza tenere conto di cosa ne pensano i cittadini!

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        1. totalmente d’accordo anch’io con te; ritorno all’esempio della Germania, dove la lotta alla plastica si fa davvero da almeno 15 anni, incentivando il riciclo, a tutto vantaggio del cittadino che per una bottiglia di plastica paga soltanto una cauzione (25 cent), che gli viene restituita quando porta al supemercato il recipiente.

          ovviamente soluzioni di questo tipo non soltanto sono gradite e contengono i prezzi, ma non si espongon al sospetto di favorire questo o quell’amico o amica degli amici.

          ma la domanda su perche` i nostri ambientalisti non sono capaci di iniziative simili restera` senza risposte: secondo me non studiano, non viaggiano e vivono nella microbolla della presunzione di essere i migliori.

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          1. Forse perché l’ambientalismo italiano pecca di eccesso di ideologie e idealismo, cioè spesso l’ambientalismo viene usato come “campo di battaglia” per affermare altre ideologie (oltretutto spesso obsolete!), per perseguire altre finalità che non c’entrano strettamente con la riduzione dell’inquinamento e la tutela dell’ecosistema! (vedi ad esempio gli ambientalisti NO TAV, anticaccia,etc..)
            E forse anche le associazioni ambientaliste più pragmatiche, come Legambiente, sono più improntate all’atteggiamento paternalista verso i cittadini (la stessa logica politica che ha ispirato il decreto vaccini), cioè hanno la tendenza a vedere i cittadini come inguaribili incivili, e la democrazia come fastidioso intralcio.
            Probabilmente non credono nella possibilità di responsabilizzare in cittadini (così come i vaccinisti non credono che si possano incentivare le vaccinazioni senza costrizioni), non credono nella mediazione, non credono nel dialogo e nel coinvolgimento dei cittadini per trovare soluzioni che siano soddisfacenti per il maggior numero di persone possibili.

            Pensano che sia meglio evitare tutte queste fastidiose scocciature, e imporre le loro ricette, anche contro il sentire popolare!
            Non vogliono capire che quando l’ambientalismo riguarda i piccoli comportamenti quotidiani, bisogna per forza di cose trovare una soluzione a misuro d’uomo, che faccia contenti tutti (o quasi), come il vuoto a rendere in Germania.

            E infatti ci sono ancora tantissimi piccoli commercianti al dettaglio che per accontentare i clienti continuano ad utilizzare le buste di plastica fuorilegge, la nuova regola viene rispettata rigorosamente solo nei supermercati!

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            1. Che i cittadini siano incivili non ci piove… p. es. basta guardare i bordi delle strade-discarica.
              Io credo invece che anche la repressione vada usata, cum grano salis s’intende, perchè dà risultati ,
              l’esempio eclatante è stato il sanzionare per legge il fumo nei luoghi pubblici.
              I sacchetti di plastica, per legge sono stati eliminati se pur non al 100%…
              Per legge si potrebbe eliminare l’uso di confezioni ed imballaggi di plastica in tantissimi casi dall’oggi al domani,
              Per legge città grandi fissano a breve l’uso di motori diesel…why not ?
              Per legge in Norvegia a data fissata si passa a sola energia rinnovabile,
              Per legge si possono eliminare sostanza cancerogene in agricoltura
              Per legge si può finanziare il biologico
              Per legge etc etc

              Insomma è la politica che deve intervenire … altrimenti le mamme andranno per sempre in Suv a prendere i figli a scuola …
              La costruzione di un consumo rispettoso di ambiente e vite non lo si fa con la libera pubblicità che incentiva ai consumi più inutili, dannosi e deleteri, colmi di sostanze dall’effetto ignoto…

              Evvabè, non sarò un liberale ma nemmeno i cancri che girano tutt’intorno a me lo sono e non aspettano che le mamme si convincano di non andare in suv fuori dalle scuole…….

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              INQUINAMENTO

              La politica è buona, cattiva,
              Giusta o grosso imbroglio.
              Le tasse possono esser troppe
              Il lavoro anche mancare.

              Il domani potrebbe rimediare.

              Ma se la terra è morta …?
              Ere per recuperare!

              Le generazioni non si possono saltare.

              E mio nipote nel frattempo?

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              1. caro silvano, sono totalmente d’accordo con te. e figurati quanto poco mi preoccupo se non sono considerato un liberale, dato che l’aggettivo nel Sessantotto era considerato piu` un insulto che un complimento (si preferiva libertario, allora; per non dire, a volte, libertino).

                e` ovvio che la vita sociale sia fatta anche di regole, cioe` di un certo grado di repressione, e c’e` anche la repressione buona: la repressione del crimine e` necessaria, forse anche soltanto la repressione dell’incivilta`.

                ovviamente, pensa te che se si reprime la plastica si mettono in crisi le aziende che la producono; e allora la repressione non basta e occorre anche offrire delle alternative di nuovi lavori a chi perde quelli che producono inquinamento e avvelenamento.

                tutto questo non mi sottrae pero` alla fastidiosa sensazione che una visione di questo genere, come la mia e la tua, siano oramai finite fuori dagli orizzonti di questo mondo concreto che abbiamo davanti.

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                1. Un po’ di repressione è indispensabile, ma gli esempi virtuosi di mobilità ecosostenibile (anche Italiani, a conferma che non è la presunta “inciviltà congenita” l’ostacolo principale! http://www.pesaromobilita.it/index.php?id=2331) non sono basati su divieti, multe, gabelle e norme vessatorie di vario tipo, ma soprattutto su una buona progettazione lungimirante (adesso tanti sindaci per darsi arie da ecologisti fanno piste ciclabili senza nessun criterio di mobilità, che infatti rimangono quasi inutilizzate, o vengono usate solo d’estate), buone pratiche di amministrazione, progetti educativi… e parecchi soldi (finanziamenti regionali e fondi europei) investiti con intelligenza!

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                  1. caro andrea, d’accordo, ma le differenze culturali esistono e ti garantisco, per esperienza diretta, per esempio, che il modo di attraversare la strada in Italia e in Germania e` COMPLETAMENTE diverso. quando vivevo la` e tornavo qui, ho rischiato un paio di volte di finire arrotato sulle strisce, dato che avevo introiettato l’abitudine a passarci su senza neppure guardare; li, invece, una volta che sono passato, a piedi, al semaforo rosso perche` non si vedeva una macchina in giro sono stato insultato dai presenti, fermi diligentemente sul marciapiede…

                    io non so neppure se chiamarla incivilta` la nostra, l’espressione puo` essere razzista: e il traffico automobilistico in India o in Egitto segue regole anarchiche (passami il concetto impossibile) ben diverse anche dalle nostre.

                    certamente e` questa mentalita` che occorre conoscere e il ribellismo individualista anarchico che domina in Italia, se si vogliono raggiungere risultati.

                    uno dei problemi italiani – hai ragione – e` l’impreparazione: in Germania per diventare sindaci si devono sostenere degli esami preliminari ed entrare in un albo degli idonei; poi puoi essere candidato da qualche partito, altrimenti, se non dimostri di saperlo fare, no.

                    e tu ti immagini uno dei nostri Salvini, Di Maio, Renzi e via dicendo, capace di superare davvero quella selezione anche soltanto a livello comunale?

                    che da noi sarebbe comunque inutile fare, dato che si risolverebbe tutto con le raccomandazioni…

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              2. Mah, io francamente non credo nell’inciviltà congenita degli italiani (o dei greci, dei rumeni, degli albanesi, degli ungheresi… giusto per citare altri popoli che di tanto in tanto, per i motivi più disparati, vengono additati dai media come esempi di inciviltà), così come non credo nel mito della superiorità nordica (ho visto con i miei occhi turisti scandinavi comportarsi malissimo, gettare in spiaggia bottiglie e cartacce peggio degli italiani. E nelle città d’arte italiane non è insolito imbattersi in turisti stranieri che si dimenticano di ogni regola di convivenza civile e rispetto per gli altri!).
                Sono convinto che spesso sia il contesto a fare l’uomo incivile, cioè come sono strutturati e organizzati i luoghi, e come si comportano gli altri (noi esseri umani tutti, chi più, chi meno, abbiamo una tendenza innata all’emulazione e al conformismo sociale); comportamenti incivili lasciati correre innescano dei circoli viziosi per cui sempre più persone sono incentivate ad agire male (per cui non nego che i divieti e le sanzioni abbiano un loro perché, non sono un anarchico!), mentre viceversa azioni positive e rispettose verso gli altri e verso l’ambiente generano un circolo virtuoso (non esiste solo il bastone, bisognerebbe ricordarsi anche della carota!)

                Dunque penso che la “repressione” (divieti, multe, tasse, obblighi e imposizioni di vario genere) sia uno strumento utile e talvolta necessario, ma va usato con criterio (non per partito preso, e spesso in maniera superficiale e disorganizzata, senza una visione a medio-lungo termine, come abitudine della politica italiana), con coerenza (se a ogni cambio di governo o di amministrazione comunale si “rottamano” alcune norme per partito preso, giusto per fare dispetto al partito avversario, la “repressione” perde di efficacia) e soprattutto senza dimenticarsi del contesto, e degli incentivi positivi. Perché introdurre un ennesimo balzello (che anche se di pochi euro l’anno genera scontento), quando si potrebbe perseguire lo stesso obiettivo con sistemi responsabilizzanti e psicologicamente incentivanti, come il vuoto a rendere, oppure cambiando paradigma in modo netto.
                Come ad esempio la Francia, che ha vietato totalmente la produzione e la vendita di sacchetti monouso e imballaggi in plastica, anche quelli biodegradabili, e vietato pure i sacchetti multi-uso non compostabili e da fonti non rinnovabili, lasciando liberi commercianti e acquirenti di adeguarsi all’alternativa che ritengono più opportuna, e nelle modalità di pagamento che preferiscono. Cioè o sacchetti bio-compostabili e riutilizzabili, oppure borse di qualunque altro materiale che non sia plastica!… e i commercianti sono liberi di regalare o far pagare le buste in materiali non plastici, a seconda di come preferiscono.
                Insomma una legge semplice, chiaramente sensata e senza equivoci o contraddizioni, e che non lascia spazio a sospetti di inciucio!
                Il contrario dei recenti governi italiani, che invece fanno normative da azzecca-garbugli (piene di deroghe e scappatoie per furbetti/privilegiati), e che puzzano tremendamente di scambi di favori e conflitti di interesse (poi magari nella realtà c’è meno corruzione di quel che sembra, ma perché dare questa brutta impressione quando si potrebbe fare tutto in maniera cristallina, come in Francia?)

                Per concludere cito un pezzo del tuo commento:
                “Insomma è la politica che deve intervenire … altrimenti le mamme andranno per sempre in Suv a prendere i figli a scuola …”

                … e ti faccio una domanda: PERCHE’ LE MAMME ITALIANE VANNO A PRENDERE I FIGLI IN SUV, MENTRE LE MAMME OLANDESI O DANESI (giusto per fare due esempi, e ovviamente mi riferisco alle realtà urbane ben attrezzate. Nei contesti rurali e senza trasporti pubblici anche olandesi e danesi vanno in automobile!) CI VANNO IN BICICLETTA, O COI TRASPORTI PUBBLICI (o fanno tornare i figli a casa da soli, cosa che in Italia sarebbe addirittura quasi vietata)?

                In Olanda e Danimarca hanno vietato, multato e tartassato i suv, senza fare niente altro? oppure hanno fatto anche qualcos’altro (parecchio altro!) prima di arrivare a ridurre drasticamente l’uso dell’auto nei centri cittadini?

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                1. non torno sul tema delle differenze culturali, che pure esistono, ne ho parlato nell’altro commento – sociologi inglesi hanno inventato il termine di “familismo amorale” per il sistema di valori etici italiano, in modo particolare meridionale; poi queste nascono anche dal rapporto con un particolare ambiente: ad esempio in Italia meridionale l’abitudine atavica a gettare i rifiuti in strada era coerente con un clima molto caldo che li decomponeva rapidamente; cosa che non avveniva in paesi europei settentrionali, dal clima freddo, dove i rifiuti sarebbero rimasti a lungo, e dunque andavano smaltiti altrove; ovviamente, se poi i rifiuti diventano per ampia parte plastica, i comportamenti trasmessi dalla tradizione diventano disastrosi. e cosi` e` piu` facile usare la bicicletta per muoversi in paesi totalmente pianeggianti come Olanda o Danimarca, o da noi buona parte del Veneto o la Bassa padana.

                  molto interessanti le informazioni che dai sui modi della lotta alla plastica in Francia.

                  stando in Germani ho potuto osrvare che la sensibilita` ecologica in Italia e` maggiore – abbiamo fatto una legislazione contro il fumo nei luoghi pubblici con un paio di decenni di anticipo sulla Germania -, ma i risultati sono poi inferiori, per un problema generale di impreparazione tecnica e di insensibilita` civile di amministratori e politici.

                  sulla precoce autonomia e responsabilizzazione dei bambini negli altri paesi, avrei qualche aneddoto da raccontare: sembra incredibile, ma la cultura di un popolo passa anche attraverso l’OBBLIGO (credimi) dei bambini tedeschi di tornare a casa da soli gia` dalla prima elementare (io stesso, del resto, crescendo in Sued Tirol, sono stato educato cosi` e a mia volta ho applicato il metodo ai miei figli: oggi rischierei di finire incriminato per abbandono di minore. ma e` difficile che crescano personalita` auronome e autosufficienti (qyuindi capaci anche di essere anticonformiste), se si comincia a costruire gabbie di vigilanza coatta attorno ai bambini. che significato profondo, in termini di formazione umana, ha la sparizione delle bande di ragazzini nei cortili dove i bambini crescevano in piena liberta`, vigilati, quando lo erano, solo da lontano, e la sostituzione coi riti obbligati delle varie occupazioni eterodirette e a pagamento?

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            2. ancora d’accordo e mi sono piaciuti i collegamenti con altre tematiche parallele.

              il tema di sfondo mi pare la debolezza della cultura dei diritti in un paese di clientele, anche politiche, molto conformista e con un passato bigotto.

              la sinistra “democratica” nella storia d’Italia ha prodotto nel tempo Crispi, Mussolini, Togliatti, Craxi e Renzi: e nessuno di qesti grandi leader storici ha mai avuto a cuore le regole democratiche: tutti sopraffattori e violenti, in vario grado.

              sensibilita` democratiche si sono dovute cercare piuttosto in altre aree, ma sempre con forti limiti: Giolitti, De Gasperi, Moro e, in modi molto carenti, Prodi.

              questo vorra` pur dire qualcosa se ci porta oggi al vaccinsmo forzato presentato come battaglia della scienza contro l’ignoranza!!!!

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  2. Se la causa sta dentro di noi non c’è soluzione….solo la catastrofe per un nuovo inizio…per una nuova catastrofe.

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    ARRAFFARE

    Abbiamo il vizio di arraffare
    Senza mai saziare
    Né pancia, né mente,
    Inutile negare.

    È il vizio originario della vita
    Che per star viva
    Deve prendere,
    Possedere, ingurgitare.

    Mangiare, abitare, giocare,
    Costruire, curiosare,
    Non è tutto naturale?

    Ora siamo troppi
    E l’equilibrio è rotto,
    Nulla si regge.
    Che fare?

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    1. direi che non c’e` quasi niente da fare.

      ogni iniziativa e` un pannicello caldo per offuscare il problema.

      credo che presto vedremo (o meglio inutiremo) all’opera le strategie per affrontare finalmente il problema per quel che e`: cioe` per diminuire il numero degli esseri umani superflui.

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