fresatura – 133

fresatura: finalmente ci siamo arrivati: eppure le piogge sembrano non voler finire mai, perfino mentre il trattore passava su e giu` e` sembrato di sentire una goccia di pioggia.

ma almeno oggi non c’era quella fanga impastata che ha dominato le ultime settimane e reso fastidioso l’andare nei prati.

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gli orti si rinnovano: qualche cipolla ha gia` buttato di nuovo, si era nascosta bene sfuggendo al raccolto; un’ultima patata dimenticata esce dalla terra, ma resta rovesciata, mezza marcita; c’era gia` dell’insalata rossastra da tirare su, in fretta, prima che passasse la macchina, peccato sprecare i primi capolini:

una primizia stasera, e tre radicchi rossi;

i carciofi non sono sopravvissuti tutti all’ondata di gelo e anche i due alberelli cachi piantati due anni fa sembrano uccisi dall’inverno spietato: l’amico contadino esperto mi ha mostrato. l’altro giorno, le spaccature verticali prodotte dal sottozero che li ha ammazzati.

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nessuna potatura piu` quest’anno degli alberi da frutta, dopo che il primo tentativo col melo di un mese e mezzo fa mi ha spedito al pronto soccorso con la punta di un dito tagliata in due.

ma c’e` chi mi mostra di essersene addirittura tagliata via una falange e gliel’hanno ricucita in tempo: il dito ora funziona quasi come prima.

solo le viti arrampicate sulla casa me le sono potate da solo l’altro giorno: qui bastano le cesoie e non la serve la roncola, o podet, come lo chiamano qui, questo aggeggio pericoloso, abilissimo a nascondersi per mesi.

e me la sono fatta da me, la potatura delle viti: ma devo avere sbagliato qualcosa perche` sono giorni che piangono.

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e` davvero impressionante: non avevo mai visto piangere le viti, chissa` che cosa ho sbagliato, forse la luna…

da tutti i punti dove ho tagliato escono delle grosse gocce limpide che non sono pioggia, ma proprio dolore, dolore, dolore:

speriamo che si trasformino in grappoli queste luccicanti grida mute di rimprovero.

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si`, sembra che ci debba essere del dolore perche` possa esserci della vita.

anche le zolle spaccate, ribaltate, col concime che sprofonda sotto, la cenere della stufa sparsa nelle settimane rigide, che diventa invisibile.

guardale bene: sono metafore della sofferenza necessaria.

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eppure le cicorie riempiono gia` i prati, in un angolo dell’orto dei narcisi si pavoneggiano come i gioielli del prato.

un lombrico disperso si contorce nell’asfalto e l’ovaiola avventurosa, quella che ha il carattere dell’esploratrice e si e` persa, chioccola al far della sera davanti alla porta di casa: come fa a sapere che abito qui? chiede che la riporti al pollaio, che lascio aperto, e mi riempie di domande sottovoce mentre cammino verso casa sua tenendola sottobraccio.

per poco ancora posso lasciarvi fuori, gallinelle: arriva maggio e scenderanno le volpi, per nutrire i piccoli, qualche poiana comincera` a volteggiare sotto il monte, assieme ai primi parapendii di primavera.

manca soltanto il sole all’appello, ancora.

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ma come freme senza rumore la vita ovunque, ora che e` tornata la primavera.

come si prepara a sbocciare buttandosi alle spalle questi ultimi semi-luminosi lamenti.


15 risposte a "fresatura – 133"

  1. giustamente osservi che la nostra politica e` men che letame, e` rifiuto non biodegradabile.

    ma io non posso rinnegare me stesso e la mia storia e continuo a osservarla e a criticarla, pur col giusto distacco degli anni: si vede che mi piace predicare al deserto.

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  2. Mi Piace molto questa tua tenera vena poetica .
    Oggi nella parte di giardino adibito a pseudo orto ho messo a terra le mie 12 piantine di pomodori e li mi fermo ma l orgoglio è tanto.
    Shera

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    1. 12 piantine di pomodoiri!!! ma e` un orto in piena regola… io non ne avevo di piu` l’anno scorso nel mio, ma non sarei mai riuscito a consumare tutto il raccolto se non mi avesse aiutato mio figlio.

      mi raccomando, non innaffiarli troppo: contrariamente a quel che si crede, il pomodoro patisce l’eccesso d’acqua, come ho imparato a mie spese.

      – e` il secondo commento in cui appare la parola poetico per questo post; che dire? che non l’ho fatto apposta?

      ho solo raccontato quel che mi succede, come faccio sempre; semmai deve risultare poetica la situazione in se stessa, piu` che il racconto. 😉

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  3. Poetico questo tuo post.
    come spesso capita c’è attinenza con quanto scrivo….
    Ah la primavera…

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    RACCOLTO

    L’erba che infesta
    E non produce
    Ha coperto pian piano l’orto.

    Per avere raccolto
    È d’obbligo
    Sradicare la mala erba,

    Aprire la terra,
    E nel solco
    Gettare il seme.

    È inevitabile
    La ferita d’amore
    Per germinare futuro.

    332
    NEMMENO IL PENSIERO

    Mentre affondo i passi
    Nel verde nuovo di primavera

    Nemmeno il pensiero
    Mi è necessario.

    La potenza vitale che
    Qui trasuda ed incalza

    Per esistere mi basta.

    396
    BIANCOSPINO

    Per lunghi mesi
    Nella desolata nudità
    Del letargo forzoso
    Sui monti era assopito il biancospino.

    Quattro giorni caldi
    E, a sorpresa,
    Esplodono mille corolle bianche
    Che fanno di ogni ramo luce.

    Nessun altro l’ha preceduto.
    Spezzato il grigio,
    Ha spalancato l’inverno
    Ai nuovi profumati effluvi.

    434
    15 GIORNI

    Quindici giorni
    Bastano a cambiare il mondo,
    Il tempo in cui fiorisce
    Primavera.

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    1. impressionanti affinita` davvero, soprattutto con la prima poesia.

      quanto alle erbacce, al corso di orticoltura della Fiera di Montichiari si sono spesi molto a favore delle coperture nere in plastica, che risolvono il problema alla radice (!!!) e migliorano anche l’umidita` alla base delle piante.

      anche tu farai l’orto a Lezza?

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      1. Obviously ! Nulla mi può fermare…
        Lassù la stagione parte in ritardo ma valeriana e radicchio capulì che superano l’inverno spero, domani o lunedì, di raccoglierli.

        Se abbiamo modo di vederci ho una novità da darti: si tratta di uno spinacio rosso; è una verdura che cresce dritta fino ad un metro a cui si tolgono via via le foglie di un rosso brillante. se lo si lascia a semenza si riproduce spontaneamente anche fin troppo.

        PS Raccogli nei prati le foglie crude e tenere di tarassaco (cicoria), caglio, salvia dei prati, viole, “versulì e qualche fogliolina di timo serpillo, fanno un’insalata coi fiocchi.

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        L’ORTO

        Ogni anno tocco con mano
        La potenza vitale
        Racchiusa nel seme di radicchio.
        Senza parole
        Osservo l’universo in azione
        Dentro due millimetri
        Di acido desossiribonucleico.

        L’orto mi sconvolge sempre.

        163
        PECCATO

        Sdraiato nell’ orto
        Vedo terra, insalata e cielo.

        Le mani sono sporche di fango,
        La maglia di pagliuzze.

        In alto gli occhi si perdono
        Tra il bianco dei cumuli
        E l’azzurro senza fine.

        Ora mi devo però alzare
        per cavare cipolle.
        Peccato,
        Volentieri sarei rimasto steso ad ammirare.

        237
        FABBRICA

        Un tempo avevo l’orto in città
        Ora non più.

        Nel terreno ci sono
        Talmente tanti metalli pesanti
        Che è diventato
        Una fabbrica metal-meccanica.

        Semino insalata e crescono ingranaggi,
        Se semino pomodori colgo rondelle,
        Semino fagioli e ramazzo bulloni,
        Se semino cavoli spuntano tegami,
        Semino porri e raccolgo bielle.

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          1. bei versi e dritte preziose. grazie!

            per vederci abbiamo tempo fino a martedi`, poi parto, come sai e torno solo il 18.

            ora i prati sono piu` percorribili: pioviggina di frequente, ancora, ma il fango e` diminuito.

            fammi sapere, ciao.

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    1. di tutto, direi: rimettero` la quinoa, anche se il raccolto e` veramente estenuante; sono rimasto deluso dal mais, invce, ma riprovero` con delle qualita` di montagna, che mi ha regalato un’amica.

      il radicchio verde non e` mai morto del tutto ed e` gia` rigoglioso; cipolle, patate, carote, aglio nei prossimi giorni.

      aspettero` invece per legumi, insalate, trevisano, pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, cetrioli e zucche.

      ah, ricomincero` con le arachidi.

      un pezzo di orto riservato ai nipoti.

      poi qualcosa di nuovo e sfizioso, ma non so ancora cosa: suggerimenti?

      avro` due orti, quest’anno: uno da innaffiare abitualmente, ma uno da lasciare un po’ piu` a se stesso, e distinguero` le culture in base ai loro bisogni d’acqua.

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      1. Da noi al sud si usa mangiare i ceci ancora verdi. Sarebbero ideali come novità. Son sicura che tu non li hai mai mangiati così. Comunque pianti tantissime cose. Ma riesci a far tutto da solo? Io ho il pollice verde solo per le piantr da interno e i fiori. L’orto non è affar mio 😊

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        1. l’idea dei ceci e` approvata, solo non ho capito quanto il terreno di qui, piuttosto argilloso, e` adatto alla coltivazione; comunque ci provo e ti faro` sapere.

          guarda che coltivare un orto non e` per niente difficile: le operazioni di base piu` impegnative, cioe` la concimatura e la fresatura, me le fanno dei contadini del posto; a me resta da fare (in questo periodo) la sistemazione delle colle e una vangatura e rastrellatura leggera, poi la semina o il trapianto di piantine gia` cresciute: oggi, ad esempio, ho comperato una ventina di ceppi di insalata ancora piccoli e tra poco vado a sistemarli.

          la lotta alle erbacce e l’innaffiatura sono poi l’operazione quotidiana: ma anche la prima si puo` eliminare con un impianto automatico di irrigazione, come ha fatto mio figlio.

          resta la raccolta: il sole non manca e alla raccolta, come ti dicevo, mi e` perfino difficile stare dietro…

          nessun pollice verde: ci pensa la natura…

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