era dieci anni fa, il 22 settembre, e Repubblica lancio` un grido d’allarme: dall’indomani il pianeta Terra viveva a credito (anche lui! ed era l’anno della grande crisi bancaria…): aveva esaurito per quell’anno le risorse rinnovabili e cominciava a consumare diminuendo il patrimonio residuo per le generazioni future.
Il 23 settembre è l’Earth Overshoot Day: l’ora della bancarotta ecologica. La data è stata calcolata dal Global Footprint Network, l’associazione che misura l’impronta ecologica, cioè il segno che ognuno di noi lascia sul pianeta prelevando ciò di cui ha bisogno per vivere ed eliminando ciò che non gli serve più, i rifiuti.
Nel 1961 metà della Terra era sufficiente per soddisfare le nostre necessità.
Il primo anno in cui l’umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dalla biocapacità del pianeta è stato il 1986, ma quella volta il cartellino rosso si alzò il 31 dicembre: il danno era ancora moderato.
Nel 1995 la fase del sovraconsumo aveva già mangiato più di un mese di calendario: a partire dal 21 novembre la quantità di legname, fibre, animali, verdure divorati andava oltre la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi. Nel 2005 l’Earth Overshoot Day è caduto il 2 ottobre. Quest’anno – il 2008 – siamo già al 23 settembre: consumiamo quasi il 40 per cento in più di quello che la natura può offrirci senza impoverirsi.
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per fortuna avevo gia` un blog, dieci anni fa e queste cose le ho scritte li` sopra allora.
ho tra scritto anche, da quell’articolo, questa frase assurda:
Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, l’anno in cui – se non si prenderanno provvedimenti – il rosso scatterà il primo luglio sarà il 2050. Alla metà del secolo avremo bisogno di un secondo pianeta a disposizione.
che fosse assurda si poteva notarlo gia` dieci anni fa, facendo delle semplici proiezioni matematiche.
ma chi se ne accorgeva allora? erano le prime volte che si parlava di queste cose e lo sgomento per l’informazione impediva di accorgersi che essa veniva data, invece, in modo falsamente rassicurante.
quest’anno 2018 abbiamo celebrato, per cosi` dire, l’Earth Overshoot Day il primo agosto: sono bastati 13 anni per passare dal 2 ottobre all’1 agosto, cioe` per anticipare la data di due mesi.
difficile pensare che occorreranno altri 32 anni per fare un ulteriore anticipo di un mese…
perfino 6 o 7 anni potrebbero essere troppi, non dico bastare…
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e dopo? nessuno ci sta dicendo l’informazione piu` importante: per quanti anni ancora possiamo continuare a saccheggiare il patrimonio della Terra in una misura che supera le sue capacita` di ricrerare quello che consumiamo?
stiamo distruggendo foreste ad un ritmo ben superiore alla loro capacita` di riformarsi.
per quanti anni potremo continuare a farlo?
e, soprattutto, che cosa succedera` quel fatidico giorno nel quale avremo finito di consumare tutte le foreste del pianeta e dovreo aspettare qualche decina d’anni perche` se ne possa riformare qualcuna?
una Rapa Nui planetaria?
ma ci saranno ancora esseri umani quel giorno? spariranno prima del tutto le foreste o gli esseri umani?
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da tempo sono convinto che le proiezioni e gli allarmi degli scienziati ecologisti abbiano in realta` soprattutto un carattere costantemente consolatorio.
e` difficile pensare che sia proprio il mondo della scienza ad autodenunciarsi, proclamandosi colpevole del percorso di autodistruzione che l’umanita` ha imboccato.
la loro funzione e` invece di rassicurarci, di fronte all’evidenza contraria, e di farci credere che la situazione e` sotto controllo: basta decidersi a qualche fantomatico “intervento” e tutto tornera` in ordine.
peccato che nessuno ci dica mai in che cosa consisterebbe questo intervento…
forse sarebbe decisamente impopolare dirlo…
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nel 2003 un gruppo di studiosi del clima, alla fine di un convegno, lanciarono un grido di allarme: entro la fine del secolo l’Artico sarebbe stato completamente privo di ghiacci d’estate: sarebbe bastato un secolo per arrivare a questo scenario inquietante, capace di modificare completamente il clima del pianeta.
questo scenario era incredibilmente ottimista: lo scioglimento dei ghiacci del polo Nord sta avvenendo ad un ritmo molto accelerato rispetto alle previsioni.,
che oggi vengono anticipate di almeno sessant’anni: lo scioglimento completo della banchisa artica e` oggi previsto per il 2040: coraggio, molti di noi potrebbero carcela a vedere che effetto fa.
ma temperature simili ci sono gia state sulla Terra: vero, 125.000 anni fa; solo che allora i mari erano da 4 a 6 metri piu` alti di oggi.
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ma si puo` fare ancora qualcosa?
la risposta, in un articolo delle Scienze: si` e no, perche` ci vogliono secoli per riassorbire l’anidride carbonica nell’atmosfera…
E` possibile ridurre ampiezza e velocita` [del cambiamento climatico] se la societa` si muovera` rapidamente nel limitare le eissioni e se verranno sviluppati odi per estrarre grandi quantita` di anidride carbonica dall’atmosfera.
vi rendete conto che questa frase e` di un ottimismo cinico e disperato al tempo stesso?
quali modi, di grazia? qualcuno ne ha un’idea praticabile?
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un modo ci sarebbe e ce lo mette a disposizione la natura, senza scomodare gli ingegneri.
sarebbero le foreste.
appunto: le foreste che stanno facendo la fine che abbiamo appena visto.
Anche io ho questa costante impressione che ci stiano raccontando una favoletta per il semplice motivo che sono tutti consapevoli che non verrà fatto nulla… o almeno non in tempo. E poi dire la verità, e cioè che bisognerebbe immediatamente fermare le nostre economia e stravolgere radicalmente le nostre vite, non paga di certo. Siamo tutti occupati a discutere di cose più futili, ma assai meno spaventose.
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credo che il tutto sia perfettamente comprensibile, e umano, troppo umano. a nessuno piace fare il profeta di sventure, e neppure a me!
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A nessuno piace…
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be’, ho messo un semplice like al tuo commento, e il risultato che io leggo e` questo: commento tuo: A nessuno piace, e, sotto, una stellina e la scritta: Piace a te. 🙂
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Contorto! 🙂
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non sei il primo che me lo dice, ma lo dovresti dire a wordpress. 🙂
io ho messo un like al tuo commento. e wordpress a me (e solo a me, di sicuro) lo visualizza con la scritta “Piace a te”.
il risultato finale e` questo (copio e incollo):
“A nessuno piace…” – detto da te
“Piace a te” – detto, a me, da wordpress.
in altre parole wordpress mi sta dicendo che non sono nessuno…
e qui mi fermo, sperando di essere stato non meno contorto, perche` la situazione e` quella che e`, ma soltanto un poco piu` chiaro 😦 🙂 🙂
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😁😁😁😁😁😁
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