PARTE PRIMA – CONTRO IL GOVERNO
quello dei Cinque Stelle si e` rivelato un movimento di cioccolatai, la peggiore truffa elettorale della storia d’Italia:
lo sapevate che la maggior parte del decreto sul ponte di Genova e` dedicato ad una sanatoria degli abusi edilizi nell’isola di Ischia, anche i peggiori, quelli che neppure Berlusconi e i berlusconiani di sinistra che lo hanno sostituito (Renzi) avevano avuto il coraggio di prospettare?
e dove e` finito il rifiuto di acquistare gli F-35, che da solo non aggraverebbe il debito pubblico con le mosse dissennate approvate ieri, e che era uno dei punti forti della sua campagna elettorale?
gli elettori a Cinque Stelle, fessi, hanno votato per un ritorno alla grande alla poltica democristiana che ha rovinato il paese.
e senza neppure saperlo…
. . .
lettori severi potranno rinfacciarmi, e nella vita reale lo fate anche di persona, di avere mantenuto un atteggiamento indulgente verso questi truffatori del popolo, mentre voi avevate da tempo capito tutto molto meglio di me.
puo` darsi, anche se ho sempre dato del fascistoide a Beppe Grillo e non ho mai taciuto della inadeguatezza penosa di Di Maio.
tuttavia e` vero che guardavo con indulgenza le aspirazioni anche confuse di quel Movimento, che erano poi l’unica forma di opposizione diffusa che si poteva trovare nell’Italia prima delle ultime “elezioni”.
e pero` rivendico il carattere quasi necessario del mio errore, dato che non pensavo che la spudoratezza truffaldina potesse giungere a punti simili.
vero che quando Di Maio ando` a baciare l’urna di San Gennaro e io lo presi in giro, questo avrebbe dovuto aprirmi gli occhi su qualcosa di piu` sostanziale, che era una sfrenata ambizione di andare al potere a tutti i costi.
e comunque, cari i miei critici, avete sbagliato e sbagliate anche oggi peggio di me: perche` non avete detto a suo tempo che Renzi doveva destinare al reddito di cittadinanza i 10 miliardi che ogni anno spendiamo per gli 80 euro ai lavoratori dipendenti a reddito medio basso;
e tuttora non capite una mazza – scusate il linguaggio televisivo – di questo problema.
quei dieci miliardi di Renzi sono spesi tuttora MOLTO PEGGIO di quelli che il governo giallo-verde destina al reddito di cittadinanza.
ma questo, non so perche`, non lo sento dire da nessuna parte.
e tutte le grida d’allarme per il debito che cresce, dove erano allora?
. . .
il centro del problema, molto piu` semplice, e` un altro, ed e` di tipo culturale, prima economico; e` un fatto di etica, di morale: se stai dentro un trattato internazionale, come quello che regge l’Unione Europea, e hai sottoscritto delle regole votando a favore, poi le rispetti.
e queste regole impongono la riduziuone progressiva del debito annuale fino a portare quello globale al 60% di quel che si produce in un anno.
io non perdo neppure tempo a discutere se lo sviluppo ulteriore del debito sia positivo per l’economia oppure no, dico soltanto che i patti si rispettano.
(ma poi, voi non eravate per la decrescita felice o Cinquestellati?)
quando sento degli economisti che si dicono di sinistra affermare di si`, a me viene voglia di chiedere a vantaggio di quale economia va l’incremento del debito e di chi stanno difendendo gli interessi.
. . .
stiamo spendendo per il debito ogni anno quanto spendiamo per il sistema di istruzione e continuiamo a tagliare le spese per l’istruzione, sempre dannosa dal punto di vista dei governi di destra, fino al punto che oggi siamo il 152esimo paese al mondo (su 157) per percentuale di spesa pubblica dedicata all’istruzione.
meno di noi per l’istruzione spendono soltanto Timor Est, Bahrain, Antigua-Barbados, Nigeria e Libano.
e i risultati si vedono, eccome.
ridurre il debito pubblico e destinare il risparmio annuale degli interessi ad un investimento in istruzione, piuttosto!
dato che su questo la finanza non mangia…
. . .
PARTE SECONDA: A FAVORE DEL “REDDITO DI CITTADINANZA”
penso tuttora che i Cinque Stelle stiano portando avanti il disegno del reddito di cittadinanza in modo dilettantesco e confuso, e continuo a dirlo.
e l’idea stomachevole e anticostituzionale di limitarlo a chi e` “geneticamente” italiano non e` l’ultimo degli abominii non cui viene immaginato.
e tuttavia questo loro obiettivo e` comunque nell’insieme infinitamente piu` ragionevole dell’obiettivo demagogico della Lega di mandare in pensione anticipatamente rispetto alle regole attuali, anche a 62 anni, e non penso che un paese debba votarsi al suicidio dei lemmings per questo stupido scopo.
ma penso anche alle grottesche elucubrazioni di chi ha preparato il suicidio della sinistra che ha abbandonato il suo popolo teorizzando che il resddito di cittadinanza era incostituzionale, perche` l’Italia e` una repubblica fondata sul lavoro.
. . .
ma poi a tratti giunge qualche notizia che induce a qualche lumicino di speranza: come questa, che finalmente spiega anche agli italiani che vogliono informarsi come funziona in Germania quello che in Italia ci ostiniamo a chiamare REDDITO di cittadinanza (forse per sputtanarlo da subito?).
Centri impiego, Di Maio a Berlino studia il modello che ha dimezzato la disoccupazione
Di Maio, come ministro del Lavoro, lunedì ha incontrato il suo collega tedesco e gli ha presentato il progetto del governo – notizia molto buona, perche` significa che almeno esiste.
il ministro socialdemocratico, secondo quel che racconta Di Maio, “ha detto: ‘finalmente ho capito che non è una misuraassistenziale, ma uno strumento di politica attiva per il lavoro, come il nostro Hartz IV’” – e vorremo poterlo dire anche noi.
non so quanto si possa credere a questa velina giggesca, ma dato che e` stato fatto un paragone con la legge tedesca detta Hartz IV, vediamo almeno come funziona questa…
. . .
il principio del “sostegno a patto di impegno” fu introdotto già nel 2003 nella famosa riforma del mercato del lavoro voluta dalla Spd di Schröder, l’Agenda 2010 e fu poi rivisto nel 2005.
e qui possiamo da un lato considerare il ritardo dell’Italia di 15 anni e misurare la miseria politica di Renzi, o almeno puo` farlo chi vuole…
la legge fu poi rivista dalla Hartz IV, che negli ultimi 10 anni ha garantito in Germania un reddito minimo a 18 milioni di persone, in un periodo che ha visto passare il tasso di disoccupazione dal 10 al 5,3%.
ma sarebbe un errore, ovviamente – e il Fatto Quotidiano lo fa – stabilire un rapporto diretto di causa effetto fra i due fatti.
. . .
A beneficiare dell’Hartz IV sono attualmente circa il 9,6% delle famiglie tedesche, secondo i dati dell’Agenzia federale del lavoro, e una persona inserita nel sistema dei Jobcenter rimane in media disoccupata per 650 giorni. Il sistema permette quindi di trovare lavoro entro due anni. Attualmente sono 371mila le persone che da più di tre anni ricevono il reddito minimo garantito.
la legge tedesca prevede un assegno di 416 euro al mese pro capite, che cresce all’aumentare dei figli a carico: in media si aggira intorno ai 946 euro a famiglia, secondo i dati dell’Ufficio statistico tedesco.
si aggiunge il pagamento diretto dell’affitto, delle spese per il riscaldamento e delle altre spese connesse all’abitazione; quindi si giunge a un totale di circa 800 euro mensili: una cifra quindi molto simile a quella prevista da noi.
ma il pagamento diretto previene moltissimi possibili abusi; e nel caso che chi si trova senza lavoro sia pero` proprietario di una abitazione, l’importo attribuito al singolo si riduce automaticamente, dato che non vi e` pagamento dell’affitto.
. . .
I soldi erogati vengono però suddivisi in varie voci: la maggior parte deve essere usata per gli alimenti. Poi sono previste altre tipologia di spesa, da quelle per i vestiti a quelle per i mezzi di trasporto e per gli elettrodomestici. Solo una minima parte dei soldi può essere utilizzata per svago o altre attività.
Il pagamento dell’assegno mensile e` effettuato direttamento dai job center, che controllano i profili di chi fa richiesta, decidono chi ha diritto a beneficiarne, fanno rispettare il patto assegno contro impegno: chi riceve il sussidio Hartz IV deve fare tutto il possibile per trovare un lavoro. I job center verificano che il beneficiario segua corsi di formazione e riqualificazione professionale e mandi un numero mensile di candidature.
Nella pratica un disoccupato tedesco registrato alla Arbeitsagentur può richiedere il sussidio e presentare domanda per essere iscritto al Job center della sua zona. L’ufficio valuta la pratica nel giro di alcune settimane e decide se accettarla. Se l’esito è positivo, al disoccupato viene assegnato un tutor che controlla il suo impegno nella ricerca di un lavoro e lo aiuta in tal senso, offrendogli colloqui per vari impieghi conformi alle qualifiche del suo assistito. In alcuni casi, può essere richiesto anche di svolgere nel frattempo lavorisocialmenteutili. Se il beneficiario non frequenta i corsi e non si presenta ai colloqui, il suo reddito viene progressivamente ridotto fino a essere sospeso.
. . .
Tra i beneficiari inoltre non ci sono solamente i disoccupati, “costretti” a cercare lavoro per avere diritto all’Hartz IV. Sempre stando ai dati dall’Agenzia federale del lavoro, ci sono anche 1,7 milioni di persone che non sono considerate in cerca di impiego perché troppo anziane, troppo giovani o malate, ma rientrano comunque nel quadro assistenziale. Sono invece 4,2 milioni i beneficiari considerati abili al lavoro e di questi solo 1,57 milioni sono attualmente disoccupati.
Gli altri sono impegnati nella formazione professionale oppure impiegati in lavoro part-time e mini-job. In totale sono invece appena 205mila gli aventi diritto all’Hartz IV con un lavoro a tempo pieno, ma con un reddito troppo basso.
La presenza di un numero elevato di lavoratori part-time è dovuta al fatto che una buona parte dei beneficiaridel sistema sono genitori single: circa il 18 per cento. Persone che quindi non possono lavorare a tempo pieno e vedono il loro stipendio integrato in media del 35% dal sussidio statale. Ma in generale il gruppo di persone che più beneficiano dell’Hartz IV sono i single senza figli: sono 1,77 milioni coloro che ricevono un aiuto.
. . .
La principale stortura di questo modello è il rischio che si trasformi per i beneficiari in un circolo vizioso dal quale non riescono più a uscire. Essendo costretti dai Jobcenter ad accettare i mini-job e i cosiddetti 1-euro-job, molti non riescono più a uscire da una situazione di precarietà e a liberarsi dalla dipendenza dall’aiuto dello Stato.
Al centro del problema ci sono principalmente i mini-job, contratti atipici a costo zero sul piano fiscale per gli imprenditori e con retribuzioni non superiori ai 480 euro mensili.
la legge dunque di fatto e` diventata una forma di sussidio statale indiretto a certe aziende, dato che nel caso dei mini job, pagati davvero un euro all’ora come nel Terzo Mondo, e` lo stato che di fatto paga buona parte del salario al posto dell’azienda.
Proprio su questo punto è al lavoro lo stesso ministro socialdemocratico Heil: la Germania, a 15 anni dall’introduzione di un reddito minimo garantito, cerca ora di eliminare le forme di “irrigidimento” del sistema. La Hartz IV negli anni è diventato infatti uno strumento per ridurre la disoccupazione, ma anche un marchio sociale del quale è difficile liberarsi.
ne` manca neppure in Germania una ultra-sinistra poco concreta che attacca queste forme di sostegno statale alla poverta` come forme di moderno schiavismo.
. . .
ah, inutile aggiungere che in Germania la legge viene applicata a tutti, direi quasi a cominciare dai rifugiati, e non viene minimamente preso in considerazione lo sconsiderato slogan “prima i tedeschi”, dato che la disoccupazione e la fame non hanno colore.
ma e` forse anche per un motivo come questo che la Germania e` un paese complessivamente sicuro: chi si mette a delinquere se ha comunque la sopravvivenza assicurata? certamente un nuero ridotto, e piu` facile da controllare, di aspiranti al lusso a tutti i costi
questo e` il modello tedesco ed e` una bella notizia, niente di piu`, sapere che i Cinque Stelle lo stanno studiando, niente di piu`.
poi certo c’e` una variabile che nessuno considera e che potrebbe fare saltare tutto: che i tedeschi sono culturalmente tedeschi, e che chi vive in Germania si adegua; ma gli italiani sono italiani, e anche gli immigrati si adeguano; metti poi che debbano restare fuori da un progetto nazionale contro la poverta` e per l’incremento del lavoro…
. . .
parlando di reddito di cittadinanza i CinqueStelle hanno suscitato speranze anche assurde, di un reddito erogato senza contropartite, e adesso sara` difficile per loro far passare l’idea contraria.
mi permetto infine di dare un suggerimento specifico per un problema che in Germania non esiste, data la diversa conformazione del territorio: li` non c’e` il problema dello spopolamento delle zone montane, che da noi invece sta diventando drammatico.
non sarebbe male che un piano nazionale per il rilancio del lavoro da noi passasse anche attraverso forme specifiche di sostegno supplementare a favore di chi accetta di trasferirsi in comuni in forte calo demografico, con l’assunzione da parte dello stato anche delle spese necessarie al trasferimento sui luoghi di lavoro.
sarebbe davvero un forte investimento sul futuro del nostro territorio.