Hitler era un omosessuale velato (ma neppure troppo, almeno quando era giovane)?
e` una tesi che personalmente ho sempre trovato molto convincente da quando l’ho conosciuta, ma che e` rimasta minoritaria tra gli storici sino ad oggi.
effettivamente, le prove per sostenerla sono scarse, data l’accuratezza con cui sono state distrutte alla presa del potere del Fuehrer; anche l’ipotesi che la notte dei lunghi coltelli del 1934 sia servita ad Hitler per eliminare in un sol colpo tutti coloro che potevano testimoniare sulla sua giovinezza di marchettaro e della sua successiva espressione della sua omosessualita` e` parsa suggestiva, considerando che la strage si estese a conoscenti di Hitler che non facevano parte delle SA, ma e` rimasta mal provata.
del resto Hitler ha sempre interposto fra la sua persona e questi sospetti la figura di una donna devota:
dal 1927 era la giovane nipote Angelika Raubal, di cui era stato nominato tutore nel 1923 e con la quale convivera`fino alla sua morte violenta per un colpo della pistola di Hitler, rubricata come suicidio, nel 1931 (ma non manco` chi lo accuso` direttamente, allora, di averla uccisa);
dall’anno dopo, il 1932, al 1945 il ruolo della donna devota viene invece assunto da Eva Braun, che tentera` di suicidarsi due volte, nel 1932 e nel 1935, che convivera` con Hitler soltanto per brevi periodi estivi durante le vacanze e negli ultimi mesi della disfatta nel bunker di Berlino, che lui sposera` due giorni prima della fine e che si suicidera` con lui (sempre che lui si sia effettivamente suicidato);
quindi difficilmente si poteva dare pieno e certo credito sinora all’idea di una omosessualita` di Hitler, mai dichiarata ed eventualmente molto bene occultata, dato che, vista la mentalita` del tempo, avrebbe danneggiato la sua attivita` politica.
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per questo trovo abbastanza curioso che la stampa online non abbia dedicato molta attenzione alla pubblicazione di un documento sinora coperto da segreto negli archivi dell’Office of Strategic Services prima, e poi della CIA: il rapporto “top secret” di 70 pagine di una commissione voluta dal presidente Roosevelt per tracciare i profili psicologici dei maggiori capi nazisti, scritto nel 1942 dall’antropologo americano Henry Field.
questo rapporto, ovviamente di parte, ma comunque interessato ad accertare la verita`, dovrebbe sciogliere tutti i dubbi, anche se non manca chi nel pubblicarlo parla di una presunta bisessualita` di Hitler, che a me pare possa essere sostenuta soltanto in un senso molto particolare.
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le informazioni piu` importanti in questa relazione vengono infatti finalmente da un testimone diretto attendibile e molto vicino ad Hitler: l’imprenditore Ernst Sedgwick Hanfstaengl, suo amico e sostenitore fin dal fallito colpo di Stato di Monaco nel 1923, quando ospitò Hitler nella sua casa e lo dissuase dall’uccidersi, per poi condividere per alcuni mesi il carcere con lui;
poi caduto in disgrazia presso il regime nel 1933, ed esule prima in Gran Bretagna e poi, sfruttando la sua amicizia con Roosevelt, negli Stati Uniti, dove collaborò con i servizi segreti.
va aggiunto che gli studiosi che credono all’omosessualita` di Hitler sospettano anche che la sua relazione con Hitler fosse stata anche amorosa, nonostante lui fosse sposato e avesse avuto una figlia.
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e` anche noto che Hitler traeva «piacere estetico dall’ osservazione dei ragazzi», e che travasava la sua ammirazione nel continuo elogio della giovinezza e della forza fisica che erano tra le idee portanti del nazionalsocialismo; fino a qui la testimonianza del suo antico amico Ernst non aggiunge nulla di nuovo.
non e` neppure nuovo quel che Hanfstaengl racconta del giovane Hitler, che viveva a Vienna senza risorse e soggiornò tre anni, dal 1910 al 1913, in un ostello solo maschile a Meldemannstrasse; ma e` nuovo che questo «aveva fama di luogo di incontri sessuali tra uomini anziani in cerca di ragazzi» e che li`, allora ventenne, avrebbe potuto assecondare la sua omosessualità con uomini maturi.
aggiunge poi che la relazione di Hitler con Rudolf Hess, il suo più stretto collaboratore e, dopo la presa del potere, anche suo vice, era non solo amicale, ma anche sessuale: eppure anche Hess fu sposato ed ebbe un figlio; ma negli ambienti omosessuali nazisti veniva chiamato col nomignolo di “Fräulein Anna”, per la sua abitudine di travestirsi da donna nei balli e nelle feste mascherati.
la relazione di Hitler ed Hess era nata, secondo Hanfstaengl, durante i mesi trascorsi assieme in carcere a Monaco, dopo il fallito colpo di stato del 1923, quando Hess aveva aiutato Hitler a scrivere il Mein Kampf, e li` dice Hanfstaengl, col tono forse dell’innamorato geloso, «l’ attrazione sessuale di Hitler per Hess si cristallizzò».
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puri pettegolezzi malevoli per ingraziarsi gli americani? che pero` non utilizzarono mai queste informazioni preziose nella propaganda di guerra contro il leader nazista…
Hanfstaengl ricorda anche che Hitler gli aveva confidato i suoi fallimenti negli approcci con le donne, e verso di loro mostrava il suo disprezzo e la sua rabbia.
a questo punto, in modo quasi romanzesco, Hanfstaengl tira in ballo anche Jung; ed ecco come.
dopo l’assassinio nel 1934 del capo delle SA Ernst Röhm, la brutalità di quell’azione nei confronti di un uomo che era stato per Hitler oltre che un amico, un servitore fedelissimo, assieme ai suoi violentissimi e famosi scatti d’ira, gli fa pensare per la prima volta che Hitler avesse aspetti psicopatologici; a questo collega le voci e le impressioni circa i suoi rapporti intimi con Hess, e di Hess con Baldur von Schirach, capo della Hitler-Jugend, la Gioventù hitleriana.
che cosa fa quindi Hanfstaengl? in occasione di un viaggio a Zurigo, nel marzo del 1937, va nella clinica dove lavorava Jung e gli mostra un campione della scrittura di Hitler.
la risposta di Jung fu:
Dietro questa scrittura non c’ è altro che una grande donna.
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eppure Hitler non riesce ad esprimere liberamente la sua scelta sessuale; se e` un omosessuale, desidera pero` avere al fianco una donna, «per metà madre, per metà dolce [ed eterna] fidanzata».
secondo il rapporto di Field la particolare inclinazione omosessuale di Hitler non era disgiunta da una spiccata tendenza sadomasochistica, e a me sembra di poter aggiungere che il suo sadomasochismo si esprime soprattutto nel rapporto con la donna: non e` terribile che Hitler abbia avuto soltanto due presenze femminili nella sua vita, e che entrambe queste donne si siano suicidate?
non e` sintomatico che Hitler abbia condotto al suicidio, come un’altra delle sue fidanzate deluse, la Germania tutta intera?
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la relazione di Field conclude il suo profilo biografico cosi`:
“Ci sono fatti certi che dimostrano che la sua condizione sessuale non è sostenibile e perfino disperata. Ha una vita sessuale doppia, come la sua visione politica; è sia omosessuale che eterosessuale; sia socialista che fervente nazionalista; sia uomo che donna”.
si`, ma una delle due polarita` e` quella autentica e negata: omosessuale (passivo), socialista, masochista, ed anche sospetto ebreo in uno dei nonni, pare; l’altra e` quella disperatamente auto-imposta, in un fallito tentativo di identificazione col modello del proprio desiderio: eterosessuale, nazionalista, sadico, ariano.
e` questa «disperazione sessuale» che lo trascina alla guerra: che diventa un enorme scenografico campo di battaglia tra le due metà, maschile e femminile, della sua psiche.
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ma quella guerra stessa e` insostenibile.
nel 1937 da Theodor Temmler ha brevettato il Pervitin, e` una droga, ma viene venduta in Germania liberamente nelle farmacie come anti-depressivo.
e i generali nazisti, ad esempio Romel, lo usano ampiamente sui soldati, perche` funziona da stimolante e li fa combattere in uno stato di esaltazione indicibile.
Theo Morell, il medico di Hitler, glielo somministra periodicamente e personalmente; aggiunge un mix di metanfetamine, steroidi e altre sostanze: circa 800 iniezioni in 1349 giorni, piu` di una ogni due giorni.
non solo la gente comune, ma anche le truppe sono drogate; e drogato e` il loro Fuehrer, deve stordirsi per sfuggire alla maledizione di una sessualita` doppia, cioe` contorta e insopportabile.
la sopportazione diventa possibile solo con l’autodistruzione drogata; e il cerchio si chiude…
Grazie del tuo apprezzamento 😊
Appena riprendo il libro vado a cercare tutti i passaggi dove parlano di questo suo padre e ti metto qui le pagine esatte. 😉
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grazie! sara` molto interessante per me conoscere quel libro.
un abbraccio.
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Trovo il post interessante, ma non sono del tutto d’accordo sulla sua conclusione. Anche se non ho elementi per dimostrare che Hitler era non un disperato psicopatico, ma uno spregiudicato uomo politico, che perseguì e desiderò il potere ad ogni costo.
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caro gaber, il tuo commento e` utile, come sempre, ma perche` contrapponi la condizione di “disperato psicopatico” a quella di “spregiudicato uomo politico”? non possono forse essere vere tutte due assieme?
dico di piu`, approfittando della tua pazienza: ritengo anzi che queste due condizioni siamo abbastanza complementari, anche se non sempre nella forma alquanto esasperata che hanno assunto nel caso di Hitler.
ci sono ricerche precise in campo psicologico – che al momento non saprei citarti, scusami – che confermano questo nesso tra successo e anomalie psicologiche, e non solo nel campo della politica; del resto perche` mai una persona perfettamente sana ed equilibrata dal punto di vista psicologico dovrebbe essere cosi` interessata al successo e al potere da sacrificargli altri aspetti importanti della sua vita?
il “cummannari e` megghiu ca futtiri” non e` gia` implicitamente patologico? e perfino quando la prima attivita` e` propedeutica e funzionale alla seconda…
in ogni caso e` certo che l’anafettivita` e` un requisito fondamentale per il raggiungimento del successo: ti faro` due esempi molto innocenti e forse per te sorprendenti, giusto per allargare il campo di visuale fra due coetanei di Hitler: Einstein e Chaplin, quest’ultimo nato solo quattro giorni prima di Hitler…
ultima considerazione: il politico di successo puo` essere personalmente convinto di essere l’artefice del proprio destino e delle proprie idee, ma in realta` e` molto spesso un mero strumento del Zeitgeist, lo spirito del tempo.
spesso la follia che attribuiamo ad un leader politico dovremmo in realta` attribuirla agli uomini del suo tempo, ma attribuirle al leader psicotico e` un modo facile di trovare un capro espiatorio e di distogliere lo sguardo dalla psicosi collettiva che lui ha incarnato.
le idee di Hitler che a noi paiono psicotiche non lo erano per larga parte dei tedeschi del suo tempo.
barlume di speranza: forse fra una generazione diventera` ovvio trovare psicotici Salvini, Grillo o Renzi, che oggi invece esprimono formae mentis ampiamente diffuse.
ma gli italiani del futuro si libereranno la coscienza dicendo che erano caduti vittime della suggestione di leader psicotici…, e troveranno nelle loro idee la prova provata della personale follia dei capi, negando che fosse anche la loro.
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Effettivamente, queste tue considerazioni allargano il campo e sono molto interessanti. Il mio commento è stato una sorta di “riflesso condizionato”: pur sapendo benissimo che tu non l’avevi inteso in quel senso, capita assai spesso che qualcuno affermi “Hitler era pazzo” per negare che era un criminale ed un assassino; allo stesso modo, capita pure che qualcuno affermi che era omosessuale, solo per dedurne che ovviamente da ciò derivavano il suo sadismo e la sua psicopatologia… Ho commentato senza riflettere, scusami.
P.S.: in quei casi, effettivamente, più che di psicopatologia si dovrebbe parlare di sociopatologia…
P.P.S.: hai ricominciato a chiamare Salvini per nome? 🙂
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PPS ahaha, non chiedetemi troppo: Salvini lo nomino da sempre nei commenti (e soltanto li`): gli vieto soltanto l’accesso ai post e soprattutto ai titoli – del resto mi sono perfino convinto che Di Maio e` perfino peggio, ma siccome questa e` una idea controcorrente, il Giggino lo nomino negativamente a man salva, ahha
PS sociopatologia e psicopatologia sono due insiemi: la sociopatologia potrebbe essere vista come un insieme che nasce dalla fusione di tutti gli altri insiei psicopatologici, o almeno dei loro tratti comuni; ma quando uno di questi insiemi psicopatologici e` quello del capo, allora questo insieme ha la particolarita` di intersecarsi con l’altro, col psicopatologico, dato che non puo` mai coincidere del tutto; se fosse confermato che Hitler era amante della pioggia dorata femminile, cioe` orientato verso l’urofilia, questo suo tratto resterebbe strettamente personale e non condiviso col popolo tedesco; invece il sadomasochismo anafettivo era un tratto culturale di massa.
quanto al commento vero e proprio: mi giunge nuovo (ma e` di sicuro colpa mia) che qualcuno consideri l’eventuale pazzia di Hitler un’attenuante del suo operato di assassino seriale; perche` allora dovrebbe valere per tutti i serial killer; piu` comune invece, ma penso in declino, l’idea che era sadico PERCHE` omosessuale; ovviamente e` una sciocchezza; e tuttavia ritengo che il legame tra impulsi sadomasochistici, o meglio maso-sadici, e omosessualita` sua passiva repressa sia innegabile in Hitler; semmai la sua stessa omosessualita` passiva dipende dalla conformazione maso-sadica della sua psiche e non viceversa: puo` non essere considerato politically correct dirla, questa connessione, ma a questo punto della storia mondiale possiamo anche fregarcene, del politicamente corretto, intendo, vero?
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P.S.: vale nel caso di Hitler, ma, secondo me, non nel caso di Salvini e Di Maio.
Sì, ho sentito dire anche questo, ahimè.
Perché il tratto sado-masochistico dovrebbe spiegare la sua omosessualità? Magari invece c’è una connessione col fatto che, visti i tempi, dovette reprimerla.
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PS: certo che per Giggino e Salvini non vale: non hanno la psicologia del capo, loro; dei due soltanto Salvini cerca di imitarla, ma a parer mio con effetti fortemente caricaturali…
il maso-sadismo potrebbe spiegare l’omosessualita` di Hitler se lui la viveva come modo di punirsi, che poi lo portava al desiderio di vendicarsi.
se e` vero che nel rapporto con le donne Hitler adorava farsi orinare addosso (sempre che non sia una leggenda metropolitana), questo confermerebbe che nel sesso Hitler cercava di punirsi.
non sto dicendo che questa sia la via principale attraverso cui si forma una identita` omosessuale, sto solo dicendo che in Hitler, e in alcuni altri, una sessualita` repressa diventa omosessualita` o bisessualita` repressa attraverso un percorso simile, probabilmente.
sono omosessuali che scelgono di esserlo per punirsi, non come scelta di gratificazione sessuale diretta.
se poi cio` di cui Hitler doveva punirsi fossero le tendenze omosessuali stesse, allora saremmo dentro un groviglio davvero degno di migliore psichiatra!
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Forse piuttosto di uno psicanalista…
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ho scritto psichiatra apposta, sia perche` tocca a costoro occuparsi delle psicosi, di fronte alle quali la psicoanalisi getta la spugna, sia perche` la psicoanalisi pare oramai un detrito del Novecento, e io cerco di adeguarmi… 😦
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Devo dire però che la tua lettura è abbastanza psicanalitica.
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verissimo: forse perche` sono pur sempre un uomo del secolo scorso; o forse perche` il linguaggio della psicoanalisi rimane valido sul piano meramente descrittivo? anche ora che si ritiene, perlopiu`, che le sue interpretazioni siano soltanto romanzesche…
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… Mentirei se dicessi che non l’ho pensato;-).
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🙂
suppongo che tu ti riferisca alla prima frase, vero? 🙂
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Sì :-).
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La dicotomia tra un giovane ragazzo che amava disegnare e fare progetti d’architettura, fragile, picchiato dal padre e imbranato con le donne, e il potente Fuhrer dallo sguardo gelido e dal carattere forte e deciso è il rebus che ha tenuto svegli fior di studiosi.
La Fraulein Geli, da cui si faceva pisciare addosso, fu cancellata forse perchè da ragazzetta inquieta qual’era non poteva più conservare quel segreto e rimanere sempre insoddisfatta.
Cosi anche la povera Eva che doveva mantenere la recita della compagna ariana perfetta. Anche lei alla fine non ce l’ha fatta più.
Dunque il frocetto misogino è riuscito a portare alla luce un’opera che non era nemmeno farina del suo sacco. E si è costruito una personalità ispirandosi al suo erotico maestro.
E grazie a lui c’è riuscito egregiamente.
Il suo sadismo per le donne aveva origine nell’odio per la madre infedele. Egli non poteva soddisfare le sue donne cosi come il padre non potendo soddisfare sua moglie causò l’infedeltà di lei con un ebreo.
Dunque Adolf mostrava le caratteristiche di un figlio illegittimo e per questo veniva picchiato ed era una mammoletta e si sfogava coi disegni (come ogni artista gay represso). Cosi poi grazie al suo maestro Hess, e per l’amore ossessivo che aveva per lui, divenne il suo sosia ma in peggio.
Nessun testo letto da me su Hitler e accreditato fa riferimento ad un Hitler gay. Questa versione fa proprio antipatia a tutti, eppure è l’unica versione razionale di un cambiamento così radicale in un ragazzetto che poi divenne omicida.
Non a caso molti serial killer della storia, anaffettivi e non empatici e crudeli, erano gay.
Grazie per avere scritto questa tesi celata da tutti. Sarebbe bello se tu scrivessi un libro. Saresti più corretto di tanti altri che hanno taciuto proprio questo punto importantissimo. 😊
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saro` sincero e immediato come sempre cerco di essere, anche nei commenti, nel bene e nel male, ma il tuo commento e` piu` bello del mio post, perche` ricostruisce un possibile itinerario psicologico e lo affianca agli aridi dati che ho elencato io.
pero` qualche cosa mi pare imprecisa o fantasiosa: il padre di Hitler sposo` in terze nozze sua madre Klare Ploetzl, quando questa aveva 25 anni; questa in precedenza era stata a servizio (ma non dai Rotschild, a quanto so e se non sbaglio), ma non risulta che Adolf potesse essere un figlio illegittimo: era il quarto figlio su sei di un matrimonio regolare.
figlio illegittimo era invece il padre di Hitler, nato prima del matrimonio della madre (e mentre questa, che era la nonna paterna di Hitler, era effettivamente a servizio dei Rotschild), ma recenti indagini sul DNA della famiglia avrebbero smentito che il nonno paterno di Hitler potesse essere ebreo: https://www.corriere.it/esteri/09_settembre_14/hitler_risaspina_63a234da-a0fb-11de-9cad-00144f02aabc.shtml (piu` probabile che fosse figlio del fratello di colui che poi divenne il marito di sua madre)
anche se rimane accertato che il cognome Hitler poteva comunque avere una piu` lontana ascendenza ebraica.
quindi i maltrattamenti subiti da Adolf ad opera del padre non sembrano derivare da una sua nascita illegittima: quanto al padre, era molto attivo sessualmente: sposo` in prime nozze a 36 anni una donna piu` vecchia di lui di 15 anni, che lo lascio` per i troppi tradimenti; quindi devo ritenere che la tua ricostruzione della vita familiare di Hitler bambino sia totalmente romanzata.
nulla so delle pratiche sessuali della Geli, a cui tu accenni, quindi – come vedi – prima di scrivere un libro avrei ancora molto da documentarmi sul tema.
anche io penso che una omosessualita` ferocemente repressa e rimasta insoddisfatta per ampia parte della vita sia la spiegazione piu` adeguata del bisogno di rivalsa di Hitler dittatore; me l’ha suggerito per la prima volta l’osservazione del suo modo di gesticolare durante i discorsi, quando li ho visti nelle antiche riprese; oggi questo documento segreto americano non costituisce una prova risolutiva, certamente, ma accumula molti e convincenti indizi ulteriori…
non so bene a quali serial killer gay tu ti riferisca, e mi piacerebbe saperne di piu`.
nel caso di Hitler, tuttavia, a me pare che l’origine del suo squilibrio mentale non stia tanto nella sua omosessualita` in se stessa, ma piuttosto nella repressione sociale fortissima che questa subiva nel suo mondo.
certo e` un mostruoso paradosso della storia che l’esito finale della repressione subita da Hitler sia stato il suo trasformarsi in aguzzino e carnefice degli omosessuali che avevano invece sfidato questa repressione e resa pubblica la loro preferenza sessuale, pagandola con l’essere avviati ai campi di sterminio proprio da lui.
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Ne avevo letto da qualche parte di questa doppia sessualità ma non ricordo affatto di averla letta nel libro – Mein Kampf
Questo tuo post è interessante ha ragione Cristina (come al solito, dico io); si spiega in parte come abbia potuto reggere tal complesso di situazioni orribili.
ciao
buon sabato 🙂
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certo nel Mein Kampf Hitler si guarda bene dal parlarne, lui che doveva essere un simbolo macho per i giovani tedeschi.
forse ne avevi letto in un mio vecchio post che adesso non riesco piu` a ritrovare? 😉
allora erano soprattutto impressioni e considerazioni personali, ora stanno arrivando anche le prime conferme oggettive…
il post e` impressionante anche per me che l’ho scritto, come riflessione sulla capacita` incredibile degli uomini di auto-ingannarsi: non riusciamo mai ad interpretare a che punti di follia si possa giungere…
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molto, molto interessante!
grazie e un caro saluto
cb
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grazie a te, e a presto!
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