America: un condannato a morte e` sfuggito – 396

sono americano, sono sfuggito alla condanna a morte con iniezione letale, e forse vi potra` ​interessare sapere come.

mi chiamo, mi chiamavo, Edmund Zagorski, ho – avevo – 63 anni, del Tennessee, ma nato nel Michigan: famiglia povera, difficolta` di apprendimento a scuola da piccolo, dicevano gli insegnanti, ma stavo cercando di diventare pilota di nave quando sono incappato nella prima giornata no della mia vita.

era il 23 aprile 1983, avevo 28 anni; qualche giorno prima avevo incontrato un certo John, un taglialegna di 39 anni, ad un allevamento di trote; l’ho convinto che per 25.000 dollari potevo fornirgli 100 chili di marijuana: un ottimo affare per quello li, che non era certo uno stinco di santo​; e ci siamo dati appuntamento per quel giorno in un bosco li` vicino, che era un terreno di caccia; io avrei portato la roba, lui i soldi; e la cacciagione era lui, ma non lo sapeva.

John aveva pero` qualche sospetto e prese un revolver con se`,  poi incontro` un amico e porto` anche lui; dall’allevamento di trote udirono degli spari poco dopo, ma non ci fecero troppo caso, visto che si cacciavano i cervi da quelle parti; i due cadaveri, con le gole tagliate per ulteriore sicurezza, ma gia` decomposti, vennero trovati solo due settimane dopo; un bossolo vicino era di una pistola di mia proprieta`.

io intanto mi ero fatto vedere in giro con un sacco di soldi e col camioncino dell’amico di John; il 26 maggio mi fermo` la polizia dell’Ohio, dove ero scappato, dopo una sparatoria in cui ero rimasto ferito.

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non dite che questo omicidio vi sembra stupido e, se non altro, male organizzato, anche se era certamente premeditato, ma malamente; io sono stato abbastanza furbo, almeno dopo: ho confessato, sapendo che c’era la condanna a morte, ma a condizione di potere scegliere la data dell’esecuzione.

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e` cosi` che sono passati 35 anni; fino a che il procuratore generale del Tennessee, quest’anno, secondo di Trump presidente, ha deciso comunque di procedere all’esecuzione degli 8 detenuti che erano nel braccio della morte entro il primo giugno: con l’iniezione di non so quali porcherie per farci fuori.

grande civilta` l’America, e adesso che c’e` Trump la legge si applica; e io me la sono meritata quella condanna.

ho fatto pero` i miei ricorsi lo stesso, naturalmente, se non altro per dar da mangiare al mio avvocato, e la mia esecuzione e` stata programata e rinviata tre volte; l’ultima doveva essere l’8 ottobre, era gia` pronta l’iniezione letale; ma io allora ho chiesto che almeno mi dessero la sedia elettrica.

che pero` non era piu` usata dal 2007, e io ci contavo, che fosse finita in cantina e fuori uso.

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il motivo della mia richiesta e` presto detto: con l’iniezione letale ci impieghi 18-20 minuti a morire, e da quando l’azienda produttrice di penthotal, l’anestetico, si rifiuta di consegnarlo a questo scopo, ti fanno altre due schifezze, che paralizzano il diaframma e fermano il cuore, ma senza anestesia: certo, non ti agiti molto, perche` sei paralizzato, ma tutto dice che resti cosciente e con dolori orribili: fai soltanto il piacere a chi ti sta intorno di non fargli sapere niente delle sofferenze che stai passando.

la sedia elettrica invece e` molto piu` scenografica e fastidiosa per gli spettatori: ti abbrustolisci e mandi in giro un odore di carne fritta disgustoso, ma almeno crepi in pochi secondi, per quanto brutti possano essere.

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in un primo momento il tribunale ha rifiutato la mia richiesta, era fatta troppo tardi e me lo avevano gia` chiesto sei mesi prima come volevo morire; ma un altro giudice dal cuore tenero si e` messo di mezzo, e insomma li` si e` scatenato un parapiglia assolutamente incredibile di ordini e contrordini che non so neppure descrivervi bene; perfino la Corte Suprema si e` messa di mezzo, annullando i rinvii gia` decisi, ma alla fine trovavo sempre qualcuno che mi rinviava lo stesso di nuovo per un motivo o per l’altro, e c’era anche quell’aggeggio da rimettere in funzione, che voleva i suoi tempi.

vi dico solo che comunque il 31 ottobre mi hanno fatto mangiare il mio ultimo pasto, con menu` a scelta mia, che figata: prosciutto cotto in salamoia e code di maiale; il piatto era squisito.

e cosi` la seconda e ultima giornata nera della mia vita e` arrivata alla fine l’altroieri, 1 novembre 2018, festa di Tutti i Santi, e io non lo ero davvero, ma mi hanno fatto la festa lo stesso; la Corte Suprema si e` riunita di nuovo alle 19 di quel giorno e ha rifiutato di concedermi un ulteriore rinvio; e non saprei dirvi come mai tanta fretta, ad ogni buon conto alle 19:26 avevano gia` fatto scattare l’interruttore per me nel carcere di Nashville.

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si`, mi hanno ammazzato a Nashville, vi dice qualcosa? ma hanno fatto bene, ve lo dico io.

l’ho detto anche seduto e legato li`, un momento prima: ho sogghignato e ho detto: “Let’s rock”, e adesso balliamo il rock.

quando fecero la prima inezione letale nel 1997 intervenne perfino il papa, contro;  dicono da qualche parte che la pena dovrebbe rieducare il detenuto, ma la cosa non riguarda certo ne` l’America ne` me, visto che la mia condanna era a morte; e anche se ci hanno impiegato 35 anni ad arrivare all’esecuzione, io non ho avuto neppure questo problema: qui non si scommette sulla possibilita` di cambiare di un essere umano; e no, io non credo di essere cambiato in tutti questi anni, solo invecchiato, ma neppure troppo.

si`, 63 anni sono l’eta` giusta per morire per un assassino, come io sono stato.

e alla fine comunque ho vinto io: l’iniezione con i veleni, tre o due che siano, non me l’hanno fatta; prendete pure nota: un condannato a morte ne e` sfuggito.


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