e cosi` in Vaticano hanno deciso di cambiare il Padre Nostro.
niente di strano, ossia niente di nuovo sotto i cieli…
il nodo e` sempre quel maledetto et ne nos indúcas in tentatiónem della traduzione ufficiale latina di Gerolamo: «non ci indurre in tentazione», che adesso diventa «non abbandonarci alla tentazione».
ma gia` l’originale greco era ancora diverso per significato:
καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν, non costringerci alla prova
con pochi progressi, in quest’ultima rettifica vaticana odierna, perche`, se e` strano un Dio buono che induce in tentazione i suoi figli come per metterli alla prova – ma la cosa e` cominciata fin dal giardino dell’Eden, lasciando via libera al serpente -, altrettanto strano, anzi quasi peggio, e` un Dio che li abbandona alla tentazione gestita da qualcun altro.
quindi il male e` una forza autonoma dal bene? si potrebbe sentire qualche traccia di manicheismo eretico in questa nuova traduzione.
. . .
il fatto e` che non e` la prima volta che il Padre Nostro cambia, anzi direi che il cambiamento di significato e` proprio la sua autentica natura…
undici anni fa provai a tradurre, o molto meglio a reinterpretare liberamente, questo testo, e, facendolo, mi resi conto che si trattava di qualcosa di completamente diverso da quello che ci fa credere la tradizione.
ttps://corpus0blog.wordpress.com/2017/11/19/joshua-jeshu-preghiera-del-guerrigliero-18-novembre-2007-bortologia-84-ii-14-848/
il padre nostro mi apparve come una specie di canto corale di battaglia dei guerriglieri zeloti del primo secolo: riassume in poche incisive parole gli obiettivi politici di quel movimento ed e` un appello collettivo al coraggio di chi deve affrontare i pericolosi nemici romani.
Padre di tutti noi,
che sei il signore dei cieli,
fa’ che il tuo nome sia riconosciuto
come quello del signore del mondo,
e dunque si realizzi il tuo regno,
e tutti obbediscano alla tua volonta`,
non solo in cielo, ma anche quaggiù.
procuraci da mangiare oggi
il nostro pane di tutti i giorni,
e permettici di non restituire
quel che prendiamo in prestito:
noi faremo altrettanto
con chi ci deve qualcosa.
non metterci alla prova oggi,
non lasciarci cadere nelle mani
dei nostri avversari, e aiutaci
a liberarci dal loro potere malvagio.
e che sia presto così.
malo, il malvagio dal quale liberarsi, e` l’oppressore romano; se non si capisce questo, il senso originario del testo sfugge.
. . .
naturalmente quando il cristianesimo divenne un movimento pacifista e piu` ancora quando divenne la religione ufficiale dell’impero romano, il significato originario venne cancellato da nuove interpretazioni, purtroppo deboli, come l’ultima arrivata adesso: un estremo tentativo di aggiornamento che si scontra pero` con i limiti insuperabili posti dal testo.
oggi peraltro sono convinto che questo testo non e` stato neppure composto da quell’ipotetico rabbi Jeshu che fu il nucleo storico su cui si fondo` la creazione di quel personaggio composito e solo in parte reale che fu il Gesu` cristiano.
il testo probabilmente gli preesisteva e se vi sono delle fortissime assonanze col suo messaggio, e` perche` lui lo fece suo, almeno in parte, e non viceversa.
non lo si trova infatti nelle testimonianze piu` antiche (Filippo, Giuda il Gemello [Tommaso], Giovanni detto Marco), ma nei due vangeli canonici piu` recenti, della prima meta` del secondo secolo, Luca, 11, 1-4 – in una forma piu` breve – e Matteo 6, 9-13; e se risale alla cosiddetta fonte Q, cioe` probabilmente alla versione originaria del testo che divento` poi il Vangelo secondo Matteo, e` comunque posteriore, credo, agli altri citati.
. . .
quindi liberta` di interpretazione e di traduzione di quel testo attraverso la storia: da parte di tutti, e non solo della Chiesa, che continua ad evolvere, adattando ogni volta gli insegnamenti, che definisce immutabili, ai tempi nuovi e alle situazioni.
Una risposta a "chi ha cambiato il padre nostro? – 416"