manco fatto in tempo a scrivere un post per dire che non mi sarei mai piu` occupato della puerile ricerca del pianeta gemello – ma più giusto sarebbe dirlo sosia -, che la musica sui media propalatori di fake news e` cambiata: si direbbe mi abbiano letto!
adesso si cerca la stella gemella…, del Sole, naturalmente.
e pensare che l’umanita` ha da duemila anni sotto gli occhi il fratello gemello di Gesu`, e fa finta di non vederlo!
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pero` questa volta la ricerca e` almeno, oggettivamente, un poco piu` seria e ha qualche parvenza di scientificita`.
vediamo:
La maggior parte delle stelle non nasce sola. Si stima che l’85% del totale sia accompagnato da un’altra, in un sistema binario, quando non formato addirittura da tre o quattro astri. Un esempio lo abbiamo a due passi astronomici: Proxima Centauri, la stella più vicina alla Terra, fa parte di un sistema triplo, quello di Alpha Centauri.
Così era, verosimilmente, anche per il Sole.
un po’ tirata per i capelli, comunque puo` essere, si`.
subito dopo pero` l’articolo si contraddice:
La nursery nella quale si è formato, comprendeva migliaia di altre sorelle, nate da una nube di gas e polveri.
da una stella gemella o due a migliaia addirittura? non tiene: sarebbe come dire che tutti i bambini che sono nati nello stesso ospedale devono assomigliarsi per forza.
Ma in questi quattro miliardi e mezzo di anni, si sono sparpagliate. E dare la caccia a quella più vicina, la stella che, teoricamente, potremmo aver visto sorgere e tramontare in alternanza con il Sole sopra il nostro orizzonte, non è semplice.
cosi` prosegue l’articolino per dummies…
e quindi andiamo a cercarla, la stella gemella del Sole.
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Il primo requisito è la data di nascita: deve essere la stessa. E poi, ovviamente, si devono somigliare tantissimo.
sembra una tipica commedia nuova del teatro greco antico, fondata sull’agnizione, o riconoscimento.
tutto molto fragile, lo si vede da se`, a meno che tu non voglia proprio che quella stella ci sia.
Tra le diverse candidate, HD 186302 è saltata all’occhio per la sua firma chimica, così simile a quella del Sole, nella costellazione del Pavone, visibile dall’emisfero meridionale.
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c’e` un piccolo neo soltanto: si trova a 184 anni luce di distanza!
ma non e` un problema, se si hanno a disposizione miliardi di anni per spostarsi, si direbbe.
dopotutto sono soltanto 1,741 milioni di miliardi di km.
in 4 miliardi di anni, basta fare 400 milioni di km l’anno per arrivare a questa distanza, un milione di km al giorno.
circa 12 km al secondo, quindi ci siamo: basta solo capire perche` questa fuga cosi` precipitosa e per quale forza.
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“Alcuni calcoli teorici mostrano che c’è una probabilità non trascurabile che la vita si sia diffusa dalla Terra agli altri pianeti o altri sistemi planetari durante l’intenso bombardamento tardivo di asteroidi e comete avvenuta tra 4,1 e 3,8 miliardi di anni fa.
Se siamo fortunati, la nostra candidata a stella sorella ha un pianeta roccioso, e se questo pianeta risiede nella fascia abitabile, e se è stato ‘contaminato’ dai semi della vita dalla Terra, potrebbe essere quello che abbiamo sempre sognato: una Terra 2.0 che orbita attorno a un Sole 2.0”.
rieccoci col pianeta gemello, ahime`.
resta da capire perche` mai il gemello dovrebbe essere stata contaminato da noi con i semi della vita e non il contrario, semmai.
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ma in ogni caso questa contaminazione planetaria e` assolutamente impossibile in un sistema stellare binario o multiplo: la distanza tra le stelle che lo compongono non lo consente.
ad esempio, le stelle del sistema Alfa Centauri si avvicinano al massimo fra loro fino alla distanza fra il Sole e Saturno e vorrei capire come sarebbe possibile lo scambio di materiali biologici tra loro eventuali pianeti.
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tutto questo dimostra semmai ancora una volta quanto improbabile invece sia la sequenza di fatti che, anche ammesso di partire da una base biologica identica, dovrebbe riprodurre su un altro pianeta una catena evolutiva simile a quella avvenuta sulla Terra: del resto basterebbe che non fosse caduto un megameteorite al momento giusto e dovremmo, semmai, trovarlo ancora popolato di dinosauri, se non di spugne, per dire.
dunque, oltre a tutti gli altri fattori di variabilita` sinora considerati, bisogna aggiungere anche la diversa composizione delle nubi interstellari da cui nascono i sistemi planetari.
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ma la mia domanda finale e` ancora piu` intrigante: siamo davvero sicuri che trovare un pianeta gemello sarebbe una fortuna?
non sarebbe meglio rassegnarsi subito alla unicita` e casualita` della nostra presenza nell’universo?