intellettuali! to’, la parola esiste ancora, mi pareva che fosse sparita dall’uso verso gli anni Settanta…
mi sono ricopiato alcuni commenti da un quotidiano online:
“Gli intellettuali sono gente frustrata complessata fallita che non hanno mai fatto un cazzo nella loro vita e sono i parassiti della società.
Fanno vomitare. Fanno schifo.
Questi sono la peggiore specie di zecche comuniste.
’Sti coglioni, destinati all’estinzione, si appalesano con sempre più chiara evidenza come servitori delle oligarchie e traditori del popolo italiano.
della serie: la rivincita del cretino livido e rancoroso.
. . .
su un punto sono abbastanza d’accordo: che la gente che pensa sia destinata all’estinzione…
e` la famosa legge economica di Gresham, enunciata nel 1551: la moneta cattiva scaccia quella buona dal mercato, perche` questa viene messa da parte ed e` quella cattiva che circola.
anche in rete dev’essere cosi`.
. . .
post in itinere, che verra` completato fino a domenica prossima nella sua seconda parte, da qui in poi, dedicata ai miei commenti esterni su altri blog.
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https://zariele.wordpress.com/2019/01/31/la-maledizione-di-gutenberg-2/
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 9:17 am
assolutamente geniale, grazie; direi grandioso, per non esagerare…
mi ha catturato completamente, pero`, come vedi, per fortuna sono comunque riuscito a tornare a casa… 🙂
zariele gennaio 31, 2019 alle 9:58 am
Ti ringrazio. Il tuo è un ottimo viatico. Un incoraggiamento a pubblicare (o ripubblicare) qualche altro lungo. Con moderazione. Perché di questi tempi bisogna andarci piano: mancando l’allenamento, di lunghi si può anche morire. Grazie ancora.
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 10:45 am
non so quanto corposa sia la tua produzione, perche` ti ho conosciuto come blogger da poco, e soprattutto non so quanto sia pubblicabile attraverso l’editoria tradizionale, dedita a tutt’altri prodotti; ma per fortuna oggi esistono valide alternative nel campo dell’autopubblicazione e se a questo racconto, che per me e` il primo, ne seguiranno altri altrettanto interessanti, credo che una raccolta in un e-book sarebbe meritoria.
ciao.
zariele gennaio 31, 2019 alle 11:56 am
Avrò scritto in tutto una ventina di racconti. Di vario genere. Ho sconfinato perfino nel noir, giallo, thriller… Ho anche fatto un’incursione nel territorio della musica classica. Ho pure ricevuto qualche altro “geniale” come il tuo, in altri due o tre racconti. Anche se non ho mai letto un giallo, noir, thriller… in vita mia. E ancora non distinguo bene Mozart da Bach.
L’ho fatto non per cimentarmi, ma perché sceglievo il tipo di genere che mi serviva in quel momento per comunicare quello che sentivo. Che mi urgeva dentro. Scrivere racconti e tirate ironiche, talvolta sarcastiche, sui tanti vizi e poche virtù di oggi, dopo aver fatto lo scribacchino su commissione per trent’anni, ha rappresentato uno sfogo. Come dice la mia compagna tirar fuori il buono e il ruspante (secondo lei) che ho dentro. E una certa sete/rabbia di giustizia che mi ha accompagnato per tutta la vita, e mi agita ancora, come avessi diciott’anni.
Sì, potrei autopubblicarmi, ma non mi interessa. Oltre che avere un effetto terapeutico,, scrivere rappresenta una sorta di rivincita. Per uno come me che da ragazzo leggeva poco, scalchignava nei temi, che ha rinunciato ad una carriera da manager economicus e, contestando la specializzazione, ha scelto di laurearsi in Lingue e letterature straniere, trovare la vena dopo i sessanta è stato una piacevole e inaspettato evento. Che avrebbe certo fatto felice mia madre. E tanto mi basta.
Mi scuso per la lunghezza. Non si ripeterà più.
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 9:40 pm
non scusarti per la lunghezza: va be’, siamo a casa tua, ma stai pur sempre parlando di corda davanti a un impiccato…
ho letto con curiosita` e piacere; su un punto non ti credo: che non hai mai letto un giallo, noir, thriller… in vita tua.
e se proprio fosse, avrai pur visto qualche film.
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https://sherazade2011.wordpress.com/2019/01/30/correlazioni-pericolose/
bortocal15 gennaio 30, 2019 alle 15:55
ahiahi, un link me lo strappi a forza – ma non pretendo certamente che tu legga il post! e` straaaluuungooo, anche rispetto ai miei parametri, figurati.
https://corpus15.wordpress.com/2019/01/23/visita-di-verona-26-gennaio-2019-e-il-mistero-di-shakespeare-materiali-illustrativi/
sherazade gennaio 30, 2019 alle 15:57
Grazie… leggerò a tappe!!!
bortocal15 gennaio 30, 2019 alle 16:08
prenditi almeno una settimana di ferie!!! 🙂
un abbraccio
sherazade gennaio 30, 2019 alle 16:11
ossignur proverò a chiedere al prode Gaber di farmi un sunto 🤩
bortocal15 gennaio 30, 2019 alle 16:13
ahha, pero` fa’ leggere il “sunto” di gaberricci anche a me. 😉
e mi fa piacere se gli segnali il post, perche` dev’essergli sfuggito, anche se parla proprio della sua citta` (anche).
gaberricci gennaio 31, 2019 alle 19:19
Che poi anche quella storia resa pubblica per la prima volta nel 1595 è una storia che parla di quanto male possa fare l’odio più insensato, giusto? (Ma anche l’amore più insensato, riconosciamolo)
P.S.: devo sentirmi una brutta persona perché non mi è piaciuto Shakespeare in love?
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 19:22
oh finalmente uno che ha il coraggio di dirlo: siamo in due, almeno.
tanto e` vero che nel mio post sul mistero di Shakespeare mi sono ben guardato dal citarlo, questo film; eppure avevo abbassato l’asticella fino a comprendervi perfino Zeffirelli…
sherazade gennaio 31, 2019 alle 19:57
caro bortobrontolone
Purtroppo ho risposto prima al nostro comune amico: nulla mi avrebbe vietato di riferirmi al Giulietta e Romeo di Zeffirelli che ho trovato lezioso, lungo e si respira l’autocompiacimento del Maestro.
Infine perché mai non dovresti esprimere il tuo dissenso? tutt’alpiù non ci parleremmo per un po’ 😉
Buonacenaxme
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 20:13
sai, dolce shera, ho sempre un pochino paura che tu mi dia del maschilista… 🙂
e come potrei sopravvivere a un nuovo sdegnato silenzio di mesi? 😉 🙂 🙂
e poi, questa parte oramai quasi obbligata, di quello che viene a rompere, dai, non piace neppure a me.
quando leggerai il mio post su Shakespeare, del resto, capirai bene perche` quel film a suo tempo non mi e` piaciuto: Zeffirelli almeno l’ha fatto cinquant’anni fa, il suo; era un film contro il Sessantotto, quindi poche indulgenze, ma almeno non ci racconta bubbole su Shakespeare contribuendo ad una leggenda antistorica.
non si puo` fare uno Shakespeare in love dimenticando che dei suoi Sonetti ne ha dedicati 126 all’amore per un uomo e gli ultimi 28 ad una donna.
nel 1640 venne fatta un’edizione dei Sonetti che trasformava tutti i pronomi da maschili a femminili: mi pare che quel film abbia fatto lo stesso!
sherazade gennaio 31, 2019 alle 21:35
Leggerò il post sicuramente ma tu già mi hai anticipato che è lunghissimo anche per i tuoi standard…
Cercherò di chiarire l’intento del mio post che sono volenti o nolenti sempre aperti e vogliono dare soltanto alcuni spunti e nello specifico evidenziare 3 accadimenti del 30 gennaio.
Ed è molto propedeutico ai post l’altrui commento che nel tuo caso va ad allargare un orizzonte che non è detto che io ignorassi ma semplicemente non mi interessava approfondire perché parto dal presupposto che chi lo desidera abbia molti strumenti per farlo.
Resto convinta che Shakespeare in love sia una commedia ‘liberamente’ tratta da come molto spesso succede nelle trasposizioni cinematografiche che siano esse storiche che letterarie.
Purtroppo tu non bevi e non ti posso offrire un goccetto di grappa Dunque Buonanotte.
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 21:44
carissima shera, il tuo post e` molto bello, originale e perfetto nel far riflettere senza scocciare (come troppo spesso capita a me).
se ho detto che Shakespeare in love non mi ha convinto, questo giudizio e` molto marginale, per me, rispetto al piacere che mi ha dato la lettura del tuo post.
non diamo troppo peso a dei giudizi semplicemente differenti su un film!!! quello che hai detto qui sopra e` totalmente da accettare!
sherazade gennaio 31, 2019 alle 22:13
suvvia non mi blandire !
è innegabile che abbiamo idee diverse di intendere e di gestire il nostro spazio, e tuttavia il bello è che siamo qui a discuterne.
C’est tout .
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 22:27
sai che sono schietto e brutale nelle critiche, ma lo sono anche nelle lodi, quando mi capita di darne (magari non troppo spesso…).
la diversita` e la varieta` sono ricchezze e non limitazioni: su questo condividiamo gli stessi valori!
. . .
su un vecchio blog integralista cattolico dove ero andato a discutere, ricevo una strana risposta a un mio commento di quasi tre anni fa, questo:
bortocal luglio 9, 2016 alle 16:35
sorry, i due esempi sono azzeccati e lo conferma anche Lei, in maniera ancora piu` puntuale di quel che avevo accennato io, scrivendo: 1. gli Stati Uniti senza immigrazione non esisterebbero proprio 2.la Germania del dopoguerra aveva un disperato bisogno di immigrati.
dunque l’immigrazione ben gestita e` una risorsa – confermo.
il che non significa ne` che tutti i paesi con forte immigrazione siano destinati a diventare ricchi (e con gli esempi di Brasile ed Argentina, Lei ha ben dimostrato questa tesi) ne` che tutti i paesi ricchi – aggiungo – siano paesi di forte immigrazione: ad esempio, Giappone e Cina non lo sono affatto.
tutto dipende dunque dalla capacita` del paese di attrarre buona immigrazione e di integrare gli immigrati.
lo stato italiano e` massimamente carente in questo; eppure la cultura italiana mostra ottime capacita` di integrazione spontanea, per cui alla fine a me pare, parlo qui per esperienza diretta, che in Italia – se non subentrano ottuse ondate di razzismo – l’integrazione spontanea e fai da te produce risultati migliori della curatissima integrazione istituzionale tedesca degli immigrati, per non parlare della catastrofe della integrazione in Francia.
non credo sia vero di per se` che piu` il numero degli immigrati cresce piu` l’integrazione diventa difficile; al contrario la presenza di comunita` gia` ben integrate facilita l’integrazione di nuovi immigrati della stessa provenienza (vedi senegalesi o eritrei, da noi).
e` vero invece che questo succede quando si hanno ondate migratorie forti che trovano impreparati.
il numero degli immigrati in Italia comunque al momento e` in diminuzione, e questo non e` un segno di buona salute del nostro paese.
filorossoart gennaio 29, 2019 alle 22:47
Quando minacciarono Gheddafi per destituirlo e poi ammazzarlo, dopo la dichiarazione di guerra franco-italiana (bombardamento e invasione comprese) Gheddaffi disse: “Se ci provate, vi invaderemo”
Quando al potere hai persone stupide che non sanno misurare il senso delle parole dei “nemici” , invadi da spavaldo e qui ci casca l’Asino.
Sulla guerra ai paesi Arabi , noi non sappiamo nulla… quello che sappiamo è ciò che il Potere dietro alle telecamere ha voluto farci sapere.
L’utente dei Media è un ipnotizzato, la media nazionale sono 2100 ore all’anno di Ipnosi.
Esempio: nel Desert Storm (che tutti poco ricordano) il giorno 8 Marzo, Saddam colpisce 4 centrali nucleari. Tre in Giappone e una in America e precisamente la centrale nucleare di Detriot. L’America per 25 anni non produrrà piu automobili. Lo sapevate?
Saddam vinse quella Battaglia, la “Madre di tutte le Battaglie”.
A 29 anni dai notri bombardamenti su l’Iraq, Otto milioni di tonnellate di Bombe l’America ha perso più del 50% del suo controllo nel mondo,.
La chiamano Crisi… e non è finita.
Di cosa stiamo parlando?
mi e` impossibile rispondere li`, se non ricordo male ero stato bannato; giusto rispondere qui, allora:
appunto: di che cosa stiamo parlando: del bombardamento nucleare di Detroit da parte di Saddam Hussein nella prima guerra del golfo del 1990-91? e dell’America che non avrebbe piu` prodotto automobili per 25 anni, cioe` fino a tre anni fa? bisognera` farlo sapere in qualche modo alla buonanima di Marchionne… – ma per favore!
forse sarebbe meglio parlare del bombardamento israeliano del reattore nucleare iracheno di Osirak nel 1981, piuttosto!
. . .
successivamente, sullo stesso blog arriva di nuovo commenti a miei interventi di quasi tre anni fa:
bortocal15 luglio 6, 2016 alle 17:51
tranquillo, comunque.
l’Italia sta cessando di essere una meta ambita dalle migrazioni internazionali.
l’autore avra` presto modo di vedere se questo coincidera` con un nuovo rinascimento oppure anche soltanto con una ripresa economica.
filorossoart gennaio 29, 2019 alle 22:26
mah!!!! ripresa Economica?
Sta fallendo il tradizionale sistema economico capitalista delle merci e dell’Import ed Export dei capitali che si stanno concentrando nelle caverne di Alibaba e i 40 Ladroni. Il futuro materiale e solo che in discesa perchè, stanno finendo le scorte naturali sul pianeta…. In quello futuro (virtuale,) saremo tutti agli arresti domiciliari davanti ai video a dare i numeri… con le cam … e guai chi si allontana… niente cibo sulla carta di credito, niente accrediti . Solo multe capitali sottraatte automaticamente da un robot centrale delle Banche! *_____=
Kosmo gennaio 29, 2019 alle 22:50
e dopo tre anni, ti sei accorto delle sesquipedali cazzate che hai detto da saccente improvvisato?
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 00:00
se il commento e` rivolto a me, direi che la mia previsione si e` rivelata straordinariamente azzeccata; ah gia`, ma per saperlo occorre guardare i dati e questa, mi perdoni, non e` cosa da Lei.
Il tuo commento deve ancora venire moderato.
Kosmo gennaio 31, 2019 alle 12:50
in effetti, piu` che leggere i giornali, leggo le statistiche.
Sì, ma dovresti farlo PRIMA di un grappino…
bortocal15 gennaio 31, 2019 alle 20:34
mi perdoni se non ho nessun interesse a discutere con Lei che fa battute senza senso su cose di cui non e` MINIMAMENTE informato e neppure si preoccupa di informarsi.
La diminuzione degli sbarchi nel 2018 sugli anni precedenti si attesta a un meno 80%. Al 30 luglio di quest’anno [2018] sono arrivati in Italia 18.392 migranti, contro i 92.041 dello stesso periodo del 2016 e i 94.806 del 2017.
come vede le mie previsioni del 2016 sono perfettamente confermate – e Salvini non c’entra, e` arrivato a maggio e su luglio la sua politica ha avutto effetti poco significativi.
io sono astemio da una vita, incidentalmente, mentre e` Lei che da` da dubitare sull’odore del suo fiato, visto che ci vede peggio che doppio, almeno decuplicato.
si risparmi il tempo di una risposta perche` non replichero` piu`: non ho tempo da perdere con i troll.
Il tuo commento deve ancora venire moderato.
. . .
corpus05 luglio 13, 2016 alle 09:17
[…] – sulla Palestina.
la popolazione immigrata in Palestina fino al 1948 era di 600.000 ebrei in un territorio di 28.000 km quadrati, cioe` poco piu` grande della Lombardia e per meta` desertico.
la popolazione araba originaria era di 1.200.000 persone.
quindi l’immigrazione era pari nel 1948 al 33% della popolazione globale.
percentuali che nessun paese europeo oggi raggiunge neppure lontanamente.
la cifra degli immigrati ebrei, che erano 335.000 all’inizio della guerra, sarebbe gia` molto elevata.
ma la maggior parte dell’immigrazione ebraica e` avvenuta DOPO la formazione dello stato di Israele.
oggi la popolazione globale della Palestina nel suo insieme e` di 12 milioni di abitanti, di cui 8 milioni vivono nello stato di Israele e in esso poco meno di 6 milioni sono ebrei o affini.
nello stato di Israele gli immigrati sono diventati circa il 75% della popolazione.
la Palestina e` anche l’unico esempio storico recente in cui gli immigrati hanno cacciato la popolazione originaria, praticamente rinchiudendola in moderne riserve.
650.000 arabi furono cacciati dalle loro terre e dalle loro case nella guerra del 1948.
Il totale della popolazione palestinese in tutto il mondo era stimato dall’Ufficio Centrale di Statistica dello Stato di Palestina in 12,37 milioni di persone alla fine del 2015:
4,75 milioni nello Stato di Palestina (di cui 2,9 milioni in Cisgiordania e 1,85 milioni nella Striscia di Gaza),
1,47 milioni in Israele (dove sono detti cittadini arabi di Israele),
5,46 milioni – profughi e discendenti di profughi – in Paesi arabi (soprattutto in Giordania, Siria e Libano) e 685.000 nel resto del mondo.
Al 1 gennaio 2015, 5.149.742 erano registrati dall’UNRWA come rifugiati palestinesi in Giordania, Siria, Libano, Cisgiordania e Striscia di Gaza; di questi molti risiedevano nei campi-profughi palestinesi.
filorossoartha gennaio 29, 2019 alle 23:10
scusa Corpus, visto che si statisticamente informato, domanda:
quanti sono gli ebrei semiti e non semiti e affiliati nel mondo?
e quanti in Italia?
bortocal15 gennaio 30, 2019 alle 22:11 @ filorossoart
ti rispondo sul mio blog, qui: https://corpus15.wordpress.com/2019/01/28/intellettuali-bortoblog-8-28-31-gennaio-2009-61/
Il tuo commento deve ancora venire moderato.
dopo la conquista della Palestina ebraica da parte dei babilonesi vi furono tre distinte deportazioni a Babilonia dell’elite religiosa, sociale, politica ed economica del popolo ebraico, nel 597 a.C., nel 587 e nel 582 (e non di tutto il popolo ebraico, come comunemente si crede prendendo per buona la propaganda della Bibbia ebraica, scritta dagli esiliati); in Palestina rimasero i membri della classe rurale povera; e la diaspora ebraica nel Mediterraneo inizio` probabilmente da li`; quando, dopo la conquista persiana di Babilonia, Ciro il Grande consenti` agli ebrei esiliati di ritornare in patria nel 539 a.C., solo una parte lo fece, i piu` esaltati, fanatici ed integralisti, e si impadronirono del paese, a scapito degli ebrei originari rimasti li`, allo stesso modo in cui lo fecero quasi 2.500 anno dopo a danno dei palestinesi: li emarginarono ed isolarono nella Samaria, per quanto fossero ebrei, e ricostruirono il tempio a Gerusalemme per il loro culto esclusivo.
soltanto i discendenti dei samaritani possono dunque vantare una continuita` di insediamento nella regione, e coloro che attualmente seguono questa variante del culto ebraico in Palestina sono circa 1.000; gli altri ebrei ortodossi sono comunque o i discendenti di quelli che tornarono in Palestina, o discendenti dalle diverse diaspore e in alcuni casi di convertiti; e` molto probabile che una grossa parte degli ebrei rimasti in Palestina anche dopo le due guerre giudaiche del I e II secolo d.C. li si possa trovare piuttosto tra i palestinesi, per essersi convertiti all’islam.
in Italia, credo nessun ebreo sia discendente da questo nucleo originario ebraico rimasto in Palestina.
. . .
TEMPIO TA PROHM E I SUOI FRATELLI
https://veronicaiovino.com/2019/01/28/cambogia-tempio-ta-prohm/
BORTOCAL15 Gennaio 29, 2019 alle 8:23 am
continua l’esplorazione delle meraviglie, e questa volta sono sicuro di non averle viste tutte, dieci anni fa: ad esempio il Tempio Neak Pean non lo ricordo proprio, e quindi leggendoti ho un doppio piacere: quello della memoria e quello della scoperta.
ma anche il Tempio Pre Rup non credo di averlo visto; ma lo sapro` meglio fra qualche mese, quando tornero` sugli avanzi del mio blog cancellato, per ripubblicare i post nel loro decimo anniversario…
un abbraccio, veronica, e grazie dell’impegno che metti a trasmettere anche a noi le tue emozioni; so bene quanta fatica ci vuole e ha del miracoloso!
VERONICA Gennaio 29, 2019 alle 4:19 pm
Carissimo Mauro io sono troppo ma troppo curiosa di leggere i TUOI racconti per confrontare le nostre esperienze😍😍😍
Sono certa che molte delle cose che avrai fatto tu… mancheranno a me oppure semplicemente notare le differenze che in dieci anni hanno trasformato questo paese…
Quanto alla ricostruzione hai ragionissima… è un lavorone ma lo faccio davvero con piacere perchè poi quando lo rileggo è come se vivessi il viaggio una seconda,una terza… una milionesima volta sempre con la stessa intensità❤
Ti abbraccio forte forte e aspetto con ansia i tuoi post “vintage”😏😁
BORTOCAL15 Gennaio 29, 2019 alle 4:39 pm
di sicuro ci sara` una integrazione di esperienze, di luoghi, di sensazioni, di momenti storici differenti: per esempio, io allora a Phnom Penh incontrai anche un amico di mio figlio che lavorava per il tribunale internazionale che giudicava alcuni responsabili del genocidio compiuto dai Khmer rossi.
per il momento sono io che mi godo il tuo viaggio; ma aspetta maggio.
pero` per non farti soffrire troppo, ti anticipo ancora i pochi videoclip che riuscii a montare dieci anni fa (lavoravo ancora!! e parecchio); purtroppo temo che resteranno anche gli ultimi, dato che entrambi i dischi fissi su cui avevo salvato foto e filmati si sono rotti alla fine dell’anno scorso.
col che ho perso direi definitivamente tutto il mio materiale video dei viaggi, salvo quello pubblicato su Youtube, tenendo conto che un altro hard disk con altri filmati lo fece cadere e distrusse un mio nipote…
la maledizione che mi grava addosso ha colpito ancora! e questa volta per sempre; per fortuna qualcosa si e` salvato sul canale: ma per la Cambogia 5 video in tutto.
comunque uno su Angkor te lo avevo gia` mandato in un altro commento, ma forse non hai avuto tempo di vederlo.
il primo che ti mando oggi e` sul volo Frankfurt – Siem Reap, con scalo a Seul, e non e` interessante, salvo forse che come documento sulla psicosi dell’influenza aviaria a Seul, e per le ultime immagini dell’aeroporto dell’arrivo finale.
se possono interessarti ti mando poi anche i link dei successivi su Siem Reap, ma sempre uno per commento, per non finire nello spam… 🙂
un abbraccio, Veronica…
VERONICA Gennaio 30, 2019 alle 7:42 pm
Purtroppo non ho fatto in tempo a vedere il museo del genocidio perchè sono stata a Phnom Penh soltanto una notte e di passaggio😰…
Mi sono documentata però sull’orrore di quel periodo di cui ero totalmente all’oscuro… a scuola oltre la seconda guerra mondiale non esiste storia o forse si preferisce ignorare… mi vergogno pure di questa cosa.
Quando sono partita per la Cambogia non conoscevo assolutamente il suo triste passato… poi tu mi hai scritto del museo e guarda caso sul libro di Terzani al mio rientro sono arrivata ad un capitolo in cui parlava proprio della terribile sofferenza che ha subito il popolo di questa terra…
Forse è stato meglio così… magari non l’avrei vista con gli occhi ingenui della non-consapevolezza, non l’avrei vissuta con la spensieratezza di un bambino e anzi forse se avessi saputo delle milioni di mine ancora inesplose, della povertà e delle triste storia sarei partita con meno entusiasmo…
Aspetterò fino a maggio con impazienza… mi sarebbe piaciuto molto sedermi a bere una tazza di thé in un bar con te a scambiarci impressioni ed emozioni su questo viaggio così particolare e ricco…
Ora vado a vedermi uno dei superstiti dei tuoi preziosi video 😊 (ed è un grande peccato che gli altri si siano persi…)
Un abbraccio forte forte caro Mauro💕
Pingback: intellettuali! bortoblog 8: 28-31 gennaio 2009 – 61 – cor-pus 15
VERONICA
Gennaio 29, 2019 alle 4:25 pm
💕💕💕💕💕
Non so se sei d’accordo…
483
AGLI INTELLETTUALI
Non chiedete,
A chi porta il peso del mondo,
Di farsi carico del compito vostro.
Le belve fameliche hanno addentato,
senza pietà,
Cosce e polpacci.
La vuota comprensione
Naviga negli astri,
Non alleggerisce, non consola.
Mai sazie,
Le zanne smembrano,
Strappano brandelli.
Le parole
Per imprigionare le fiere
Sono compito vostro.
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ho povato ad informarmi, sai, e grazie dello spunto per farlo.
sembra che il termine intellettuali (al plurale!) sia stato introdotto nel 1898 in Francia da Clemenceau col suo Manifeste des intellectuels, a sostegno della battaglia di Zola conro l’antisemitismo che aveva portato alla condanna di Dreyfus.
prima si usava da qualche tempo nella critica letteraria, anche se in Russia era gia` in uso il termine Intelligencija.
non fu una bella scelta: l’aggettivo intellectualis deriva dal tardo latino ed era una traduzione da Aristotele che aveva usato una forma corrispondente in greco per indicare “quelle virtù come scienza, sapienza, intelligenza e arte che consentivano all’anima intellettiva di raggiungere la verità”; indicava quindi quel che si riferiva all’intelletto nella sua attività teoretica, cioe` in quanto separato dalla sensibilità e dall’esperienza giudicata di grado conoscitivo inferiore; quindi finiva per indicare l’astrattezza metafisica, in contrapposizione alla concretezza.
invano Gramsci cerco` di strappare la parola al suo peccato originale (filosofia scolastica), parlando di intellettuale organico: alla classe operaia, intendeva lui.
poi si e` creata la figura dell’intellettuale dissidente, come se questa dissidenza potesse riguardare soltanto una piccola casta dedita a professioni basate principalmente sull’attivita` mentale astratta.
credo sia meglio prendere atto del giusto discredito che ha sepolto la parola, in tempi di populismo trionfante, poi…
non mi indigna l’indignazione contro l’intellettuale piu` dell’indignazione contro chi si ritiene tale e con cio` stesso pretende di staccarsi radicalmente dall’umanita` comune.
figurati poi se penso che l’intellettuale abbia dei compiti particolari rispetto all’umanita` comune; puo` essere, anzi certamente avviene, che qualcuno abbia delle copetenze particolari, ma per favore non usiamole per definire uno status speciale, perche` e` la premessa della creazione della “casta” degli intellettuali, che sarebbero poi i sacerdoti o i bramini delle antiche caste indoeuropee.
ci hai azzeccato: di’ pure che te sentivi, dai… 🙂
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