sul quotidiano online della Val Sabbia, http://vallesabbianews.it, ci si interroga sul futuro dell’acqua nella zona, a partire da una discussione sulla proposta di un depuratore che dovrebbe raccogliere gli scarichi dei comuni dell’Alto Garda occidentale e convogliarli nel fiume Chiese.
attualmente da Toscolano le acque di scarico raccolte dai comuni del Garda occidentale piu` a nord vengono trasferite sulla sponda veronese a Torri del Benaco attraverso un condotto immerso nel lago, che pero` e` pieno di microfratture e minaccia di rompersi con un disastro ambientale gravissimo, visto che inquinerebbe il lago che e` la principale fonte di approvvigionamento idrico della pianura padana centro settentrionale.
occorre quindi sostituirlo in fretta, pare, cioe`, decidendo come entro la fine del mese, e al momento si pensa a due depuratori, uno tra Muscoline e Gavardo, per le acque dell’alto Garda, e uno a valle a Montichiari per gli scarichi dei comuni del Basso Garda, che riverserebbe anche queste acque nel Chiese, dopo avergli fatto attraversare la Valtenesi…
i due depuratori dovrebbero essere costruiti da A2A e non da Acque Bresciane, l’azienda pubblica…
i 5Stelle lombardi, pero`, propongono di fare scaricare i due depuratori direttamente nel Lago di Garda…
insomma uno snodo strategico di decisioni fondamentali per il futuro della provincia di Brescia orientale.
ma nel frattempo rimane inutilizzato il depuratore di Visano, nella Bassa bresciana orientale, che doveva trattare gli scarichi di 100 mila suini all’anno, risolvendo in parte l’annosa questione dell’inquinamento da nitrati: autorizzato nel 1988, consegnato nel 1999, fermato per irregolarita` dalla magistratura nel 2002 e da allora bloccato da una causa tra la Provincia di Brescia e il gestore, che aveva un contratto trentennale, e al quale la Cassazione ha da poco deciso che va restituito l’impianto fino al 2029.
in piccolo, uno spaccato dei veri problemi del nostro presente e del nostro futuro valido anche altrove, salvo che per i dettagli.
per questo, forse, ci fanno parlare d’altro…
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su vallesabbianews interviene Davide Boni, consigliere comunale di Toscolano Maderno, un comune sul Garda a nord di Salo` e riepiloga alcuni fatti che hanno riguardato le acque in questa zona negli ultimi sei mesi:
luglio 2018: sospensione per circa due settimane dell’erogazione di acqua da pubblico acquedotto in un comune gardesano a causa di una possibile contaminazione;
estate 2018: disastrosa ulteriore diminuzione dello spessore del ghiacciaio del Mandrone sull’Adamello, due metri di spessore in questa sola stagione (si stima che entro fine secolo l’80% dei ghiacciai delle Alpi sarà scomparso);
inizio autunno 2018: emergenza Legionella ed epidemia di polmonite nella Bassa Bresciana attorno al Fiume Chiese, un unicum a livello mondiale, in coincidenza con la scarsità d’acqua nel fiume Chiese, da cui si attinge a fini idroelettrici, industriali ed agricoli;
fine ottobre 2018: sversamenti di acque luride nel Sarca che sbocca nel Garda e attivazione del canale scolmatore dell’Adige, che riversa le sue acque pure nel Garda, per evitare che Verona ed il Polesine venissero sommersi durante la disastrosa tempesta Vaia;
18 novembre: 216.000 cittadini votano al referendum consultivo sulla gestione dell’acqua in Provincia di Brescia;
autunno 2018: avvio delle pratiche per le numerose opere necessarie a rimediare alle infrazioni comunitarie in tema di inquinamento delle acque nella provincia di Brescia;
– inverno 2018-19, uno dei più asciutti di cui si abbia memoria;
– inizio 2019: discussione pubblica sul depuratore del Garda nel Chiese: dove collocare il depuratore?
– febbraio 2019, discussione sul passaggio della competenza della gestione delle concessioni idroelettriche alle Regioni.
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come dice Boni, e` miope discutere della localizzazione del depuratore senza collegare la questione al tragico scioglimento dei ghiacciai e all’inquinamento di tutte le acque attorno al Garda (Adige, Chiese, Mincio)?
ma qui lascio la parola direttamente a lui:
Solo a me sembra che tutte queste questioni (le acque) siano la stessa questione (l’acqua)?
Che ci fossero tensioni geopolitiche per il controllo dell’acqua tra Turchia e Siria o tra Palestina ed Israele lo sapevo, ma che lo stesso destino fosse riservato ai rapporti tra Media Valle del Chiese ed Alto Garda Bresciano mi pare una cosa al contempo tragica e ridicola!
Parlare del Garda significa parlare del significato che hanno circa 50km cubici di acqua pulita nel cuore inquinato del bacino padano, alimentati dal più esteso bacino glaciale che c’è in territorio italiano.
Nel 2013, nel corso del dibattito che ha condotto all’approvazione della sciagurata riforma Delrio che ha abolito-senza-abolire le Province, la Società Geografica Italiana presentò una propria proposta: riaggregare le 20 Regioni e le 110 Province attorno a 36 Dipartimenti, costituiti sulla base dei legami ambientali ed economici fra territori contigui; per le nostre zone era prevista la creazione di un Dipartimento che accorpasse Province di Brescia, Verona e Mantova.
Il Garda al centro geografico anziché periferia di diecimila regni!
Questa è la scala del nostro problema. Dà forse fastidio immaginarsi questo distretto chiamandolo dipartimento del Garda? Lo si chiami allora dipartimento delle acque tra l’Adamello ed il Po, ma questa è la scala del tema.
Non certo se un eventuale depuratore vada messo a Toscolano Maderno o a Muscoline!
Per parlare di acqua gli interessati devono prima avere la possibilità di bagnare le mani nel Lago d’Idro soffocato dall’assenza di acqua,vedere il Basso Chiese in asciutta 7mesi l’anno mentre girano le turbine del microidroelettrico ed ai campi arriva il 10% dell’acqua che viene sparata dagli irrigatori, osservare gli scolmatori del Garda che vomitano liquami nel Lago durante i temporali, l’inquinamento dei Laghi di Mantova e del suo Polo Chimico, respirare l’odore della parte della Provincia di Brescia in cui stanno la maggior parte del milione e quattrocentomila maiali censiti che spesso non è collegata alle fogne, ascoltare le frane al Passo Brizio ed al Passo Lobbia, parlare con gli abitanti della parte di Provincia di Verona che si salva dalle piene dell’Adige grazie al canale scolmatore del Garda e con quelli della parte dove il 60% degli abitanti ha subito la contaminazione degli acidi perfluoroacrilici; interrogare il Mella che cambia colore; camminare lungo l’Oglio e le torbiere del Lago d’Iseo; la Caffaro, le diossine delle anguille del Lago e la paura di bere dalle fontane al PCB…
La difesa dell’acqua dev’essere un obbiettivo che si persegue letteralmente “da cima a fondo” altrimenti la tentazione di scaricare su chi sta a valle le disattenzioni di chi sta a monte diventa irresistibile ed il senso di reciproca responsabilità per la salvaguardia di ciò di cui ognuno e` custode evapora rapido.
Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia.
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questa e` la dimensione dei problemi che abbiamo davanti qui, ma in altre forme probabilmente non soltanto qui.
ma il dibattito che segue l’intervento di Boni e` la solita rassegna, anche sul piccolo quotidiano locale, dell’Italia rissosa e rancorosa, accecata dai risentimenti e dai particolarismi, che niente fa sperare sul nostro futuro. e fa spesso dubitare che in questo paese abbia ancora un senso cercare di ragionare.
2 risposte a "che cosa sta succedendo all’acqua? Val Sabbia (e altrove) – 75"