dal blog https://tellincamuno.wordpress.com, con piccoli adattamenti.
Proprio in fondo al campo sul confine c’è un prugno in età avanzata, sembra si sia stabilito lì di sua iniziativa anni fa, ora come un custode domina la valle, la strada principale, la via che porta ai broli, i muri a secco, le boscaglie, la Concarena e il borgo di Cerveno.
Vecchio, forse ormai morente pare non debba più dire nulla, ma non è così, riposa ora nel campo e ascolta le stagioni, solo non ha bisogno più dell’uomo, vuole essere lasciato in pace, non più potato, né irrigato, le sue ramaglie hanno assunto una forma completamente naturale, elegante, equilibrata, anche se vegliarde, rachitiche e nodose come le dita di un anziano che si spezzano con facilità quando il vento parla a loro, tralci d’edera, licheni e funghi si aggrappano al vetusto e longevo tronco, espressivo e con l’anima di un gatto anziano accucciato sul divano con un occhio vigile e l’altro dormiente.
“Solo i gatti e gli alberi ti danno il vero ideale della calma”, in un’altra epoca sarebbe apparso come un antico Dio pagano, la radura un luogo di culto, umile e allo stesso tempo impettito, pronto ad annichilire chi non dovesse portare rispetto al luogo e alla natura che lo circonda, un Dio saggio e severo, che conosce il passato, il presente e il futuro di ogni creatura che popola quel sito, per questo ho scelto di vivere all’ombra di un albero che in quella degli uomini, io preferisco venerare un vecchio prugno.