una guerra possibile troppo vicina, a Lahore – 104

Abbiamo raggiunto Lahore via Sialkot [Siyālkoṭ, in urdu سیالکوٹ , città del Pakistan ai confini con l’India, 125 km a nord-ovest di Lahore] la notte prima del blocco di tutti voli per il e dal Pakistan.
Qui la vita è la stessa di sempre, passatempi, thè, club, ristoranti, mentre la mia mente è altrove.
Arif, mio figlio, atterrerà appena saranno riaperti i voli, speriamo il prima possibile.
Questo è tutto, per ora.

lo so che posso sembrarvi un po’ mitomane, ma ho una cugina, Bianca B., la figlia di un fratello di mio padre, che ha sposato l’ultimo discendente degli ultimi re di Lahore.

e dunque sta vivendo da vicino, in questo momento i rischi di guerra di quel paese e di quella città.

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Lahore, ai confini con l’India, ha oggi 11 milioni di abitanti, e fu capitale di tutta l’India dal 1584 al 1598, sotto il più grande imperatore della storia di quel paese, il grandissimo e tollerante sovrano islamico Akbar; poi fu capitale dei sikh, prima di cadere sotto il controllo britannico nel 1849.

nel 1947, dimenticato l’insegnamento di Akbar, l’India britannica si lacerò tra Pakistan islamico e India induista (anche se 250 milioni di islamici vivono tuttora in India) e anche il Punjab di cui Lahore era capitale, venne diviso in due parti.

il suo forte e i giardini sono oggi patrimonio dell’umanità UNESCO.

800px-Lahore_Fort_view_from_Baradari

Panoramic_view_of_Second_level.jpeg

ma, come si vede dalle foto, niente permette di distinguere queste vedute da altre simili che si possono cogliere a Delhi o in molti altri luoghi dell’India settentrionale e centrale:

rimane dunque l’enigma di una un’unica cultura, quella indiana, che si è lacerata settant’anni fa, fino a creare due stati che dovrebbero essere fratelli e che si sentono nemici e rischiano in questi giorni di farsi nuovamente guerra aperta e generalizzata, col rischio dell’uso perfino di armi nucleari – rischio che è forse quello che davvero trattiene da una guerra anche convenzionale.

. . .

ma perché mi perdo in questi racconti?

perché parliamo di rischio di guerra tra Pakistan e India, un rischio che sussiste soltanto per il fanatismo religioso che si è trasformato in nazionalismo ottuso e in chiusura reciproca.

ma ne parliamo come di cosa lontana, che non conosciamo bene, mentre, se ci è vicina, se abbiamo una persona cara che potrebbe trovarsene a breve coinvolta, e se abbiamo una conoscenza anche solo indiretta dei luoghi che rischiano di essere distrutti, tutto diventa più vivo e presente.

cioè ancora più insopportabile.


13 risposte a "una guerra possibile troppo vicina, a Lahore – 104"

  1. In effetti è una situazione un po’ preoccupante: lontana, ma fino ad un certo punto, visto che ormai siamo in un mondo globalizzato.
    (Lahore mi fa pensare a Il fondamentalista riluttante di Mohsin Hamid. Ormai viaggio più con i libri che con i mezzi di trasporto)

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      1. Mi ricordo che anche il film non era male, ma con finale diverso. Io però avevo già letto in libro. Comperato in inglese (ma esiste anche l’ edizione Einaudi in italiano) all’aeroporto di Francoforte per portare qualcosa da leggere ad Asmara… e divorato subito, perché è un romanzo breve

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        1. non dirmi che te lo sei letto già in aereo!

          ti invidio la tua capacità di leggere un romanzo in inglese, credo ti apra possibilità di lettura quasi sconfinate, che non ha chi rimane ancorato all’italiano.

          per me le letture (pure un po’ difficoltose) fatte in tedesco quando ero in Germania sono state fondamentali per allargare il mio punto di vista sul mondo e sulla sua storia.

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          1. Non credo di averlo terminato in aereo; però cercavo di comprarne almeno due, perché così non venivano pesati al check in (già fatto a Torino) e poiché non c’erano librerie ad Asmara (non so se ricordi) al di fuori delle cartolerie con i libri in tigrino (sigh)

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            1. certo che mi ricordo, e se non sbaglio siamo vicini al decennale della mia calata all’Asmara e della nostra conoscenza.
              credo che a breve, cioè a giugno-luglio, ripubblicherò sull’altro blog anche i post scritti allora su quella esperienza… e le foto fatte.

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  2. Da quando mi trovo quasi agli “arresti domiciliari” per motivi sanitari, stranamente tutto ciò che succede fuori, non solo in Italia, anzi in tutto il resto del mondo, mi sembra molto vicino e mi coinvolge moltissimo. Per questo ti dico che fai benissimo a parlarci di luoghi come Lahore, continua a farlo cn passione e partecipazione.

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    1. ciao, lieto di conoscerti qui, anche se un poco ho già visto sul tuo blog.

      grazie dell’incoraggiamento, di cui c’è spesso bisogno. stupidamente non sono mai andato a Lahore, nonostante gli inviti della cugina, e mi sembra di essermi perso qualcosa, ritrovandoci nelle foto molto dell’India che amo moltissimo.

      a volte una limitazione fisica può essere la strada che ci apre ancor più la mente. un augurio, comunque.

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  3. Hai ragione, spesso le vicende ci colpiscono solo se è coinvolto qualcuno che ci e’ vicino… deve essere anche una forma di autodifesa, altrimenti saremmo perennemente in pena, per cose poi sulle quali per la maggior parte non abbiamo nessun controllo…

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