il mio post di ieri sul PD cavallo morto è stato un errore mortale di analisi politica?
possibile: comunque per quasi due milioni di elettori che sono andati alle primarie il Partito Democratico non è un cavallo morto come penso io.
il numero è grande e merita un grande rispetto, anche se continuo a pensare che molti siano corsi lì più per dare un segnale (indispensabile) CONTRO il governo che propriamente un appoggio al PD.
in questo momento Zingaretti è più una speranza che una promessa, e comunque almeno una cosa delle mie analisi recenti è confermata: che l’opposizione a questo governo è viva e vitale…
ma lasciatemi approfondire un momento.
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fatemi tornare a dieci anni fa esatti, in questi stessi giorni del 2009, quando il Partito Democratico si liberava di Veltroni (senza primarie) e lo sostituiva con Franceschini.
esattamente come in queste ore ha portato a termine (forse) la propria liberazione da Renzi, che del resto era soltanto la versione cattivista e sbruffona della politica di Veltroni: il carattere ripetitivo della politica italiana è incredibile ed è anche un pessimo segnale…
il Partito Democratico era nato poco più di un anno prima e la sua nascita – vale la pena di ricordarlo – aveva determinato, come prima conseguenza, la morte del governo Prodi.
partito a vocazione maggioritaria, diceva il suo primo segretario Veltroni, quindi legge elettorale altrettanto maggioritaria, concordata con Berlusconi e costruita per fare fuori la sinistra pura e dura, che infatti non era neppure entrata in parlamento alle elezioni successive.
scelta centrista, di un centrismo a parole buonista, ma nella realtà intollerante di critiche e opposizioni, che mandò in soffitta la contrapposizione prodiana tra sinistra e destra, assieme alla sinistra.
su un blog che era il nonno di questo, due generazioni blogghistiche fa, io scrissi un post pieno di speranze malriposte sull’esordio di Franceschini, oggi l’ho ripubblicato e mi sono vergognato un po’ di me stesso, della mia ingenuità di dieci anni fa.
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sono dunque fermamente deciso a non ripetere lo stesso errore con Zingaretti, quindi guardo alle sue dichiarazioni con uno scetticismo senile, se non volete chiamarlo maturo e consapevole.
però apprezzo soprattutto la dedica della vittoria a Greta, la ragazzina svedese diventata improvvisamente famosa per le sue prese di posizione sulla salvezza del pianeta.
dice che sarà una svolta, che si va verso un partito nuovo: speriamo; chissà che fine farà De Luca, il presidente della Regione Campania, una delle poche che rimane in mani demokrat, a volerle chiamare così.
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ma siccome la storia non ci fa mai il regalo di ripetersi uguale, per facilitarci la vita, cerco di capire chi è davvero Zingaretti Nicola, 53 anni, che resterà, oltre che segretario PD anche presidente della Regione Lazio, giusto per non perdere subito anche questa con nuove elezioni, e guardo su wikipedia la sua biografia.
comincia la sua vita politica come giovane antirazzista nell’associazione di volontariato “Nero e non solo”, poi organizza il primo Campeggio Giovanile Antimafia di San Vito Lo Capo; si impegna per lo sviluppo sostenibile e in difesa dell’ambiente.
dopo di allora, Zingaretti vive da politico una carriera in crescendo, che non è il caso di seguire in tutti i dettagli e lo porta nel 2012 fino alla carica di Presidente della Regione Lazio, confermata anche alle elezioni successive.
in questo incarico è stato sfiorato da sospetti e accuse mosse proprio dai condannati, che affermavano di avergli pagato delle tangenti in cambio di appalti pubblici, ma che sono state archiviate dal Tribunale di Roma, dopo alcune indagini, in quanto non sono emersi riscontri e si trattava di chiacchiere di seconda mano in un ambiente di corruttori.
mi rimane tuttavia il sospetto che questo potrà essere il vero tallone d’Achille di Zingaretti.
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ascolto, via You Tube, le sue dichiarazioni dopo il profilarsi della vittoria: ahimè, un discorso grigio e tutto politicista, così come del resto è stata l’intera campagna tra i candidati.
mi colpisce che Zingaretti abbia avuto il consenso di quasi il 70% dei partecipanti alle primarie, rispetto al 47% degli iscritti, e siccome sono del tutto contrario all’insensatezza di primarie aperte anche ai non iscritti, dubito di un segretario più forte tra i non iscritti che nell’apparato del partito.
mi colpisce che Zingaretti abbia tenuto un discorso di 26 minuti, francamente inguardabile: io mi sono fermato al minuto 2:51, quando ha definito l’attuale governo “illiberale”.
un gesto di stizza, e ho chiuso.
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ditemi pure prevenuto e stronzo, ma non ci siamo proprio: illiberale è un aggettivo prettamente ed esclusivamente berlusconiano, oltre che alquanto ridicolo.
dire illiberale al governo significa – chissà se Zingaretti lo sa – definire il liberalismo come valore positivo.
e significa suggerire che ci si intende alleare ancora col liberalismo economico che sta distruggendo il mondo.
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sono odioso? prevenuto? malmostoso? diffidente?
sono semplicemente un cane scottato troppe volte.
mi auguro semplicemente che esperienza, ragionamento, storia, cultura, per quel tanto che sopravvivono in me, sbaglino ancora una volta, e quindi di avere torto.
potrei chiudere citando Marx e la storia che si ripete la seconda volta come farsa, ma se Renzi è stata la farsa di Veltroni, con Zingaretti che tipo di spettacolo avremo?
e se Zingaretti fosse la ripetizione in forma di farsa del Franceschini 2009? non riusciremmo neppure a ridere…
Io parlo per me, vedi tu se farmi entrare nella statistica… sono andato a votare alle primarie del PD dopo anni che non andavo più, disgustato dalle politiche portate avanti e dai rappresentanti. Ho votato Zingaretti sicuramente spaventato da questo governo ma innanzitutto per dare un messaggio al PD: se volete che vi rivoto dovete cambiare, e non nella direzione di Giachetti (gli riconosco il coraggio di aver sfidato la Raggi in un momento dove non avrebbe vinto nemmeno Superman: ma Giachetti è Renzi) o Martina (che poverino, è stato quello che il giorno dopo aver detto che avrebbe parlato con i 5S è stato sconfessato in prima serata sempre dal galletto fiorentino e non ha detto ne ah ne bah…). Dunque Zingaretti non per un nuovo Ulivo, non per un nuovo arcobaleno, ma per vedere se finalmente tirano fuori delle proposte convincenti su lavoro, scuola, futuro… l’ultimo avviso, se si vuole. Non vorrei però che adesso pensino che i loro sostenitori ce li hanno sempre, e possono continuare a traccheggiare… Dopodiché se non ci riescono facciano quello che avrebbero dovuto fare nel 2013: sciogliersi (magari con un bel karakiri di massa in diretta streaming)…
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sì, siamo sempre molto vicini nelle valutazioni, anche se non sempre nelle scelte immediate (per fortuna).
scioglimento nel 2013, dici…, e perché proprio allora?
certo se penso che il PD ha votato Monti, e poi Letta e poi Renzi, al governo, e ha voluto Renzi come segretario, dico anche che quell’elettorato dovrebbe farsi un mea culpa per l’incoerenza e quelli che hanno votato Renzi dovrebbero saltare qual che giro per un po’, facendosi un paio di anni sabbatici dalle primarie. 😉
ma più ancora, lo vogliamo cambiare questo meccanismo per cui alle primarie possono votare proprio tutti? non conosco altro partito al mondo dove scelgono il segretario con un metodo di questo genere: è il maledetto partito maggioritario di Veltroni…, antesignano di una aspirazione non detta al partito unico.
il motivo principale per cui non credo si debba votare alle primarie del PD è proprio questo, prima ancora di ogni altra considerazione: è una forma di consenso ad un’idea di partito che sa di repubblica popolare…
e poi se la pigliano col populismo che hanno messo in piedi per primi loro…
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Dico 2013 perché fu in quel momento, dopo la “non vittoria” e la guerra per bande che ne scaturì, fu chiaro ancora di più che quel partito non era più capace di nessuna elaborazione utile al paese. Bersani si prese la colpa, discussione zero, palla a nonno Napolitano e avanti con il governo con Berlusconi. Sulle primarie sono d’accordo: una americanata che andrebbe eliminata, vedremo se almeno stavolta sarà servita…
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ok, ma il partito è nato sbagliato fin dall’inizio: il 2013 ha reso evidente il vizio congenito.
quanto alle previsioni ho appena letto l’intervista di Zingaretti a Repubblica; dovrei già scrivere l’autocritica dell’autocritica di ieri, ma un amico mi ha già sbeffeggiato per la prima, e adesso mi vergogno di dargli l’occasione per sbeffeggiarmi anche per la seconda…
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ah, ah, aspetta un attimo che sennò finisci le autocritiche… 🙂
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hai ragione: buona scusa per aspettare almeno fino a stasera… 🙂
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In politica mai dichiarare “morto “un partito, una filosofia sociale o economica, gli “umori “sono carsici. … chi avrebbe puntato 5 kopeki su Lenin? (….. una guerra!!). Saluti
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be’ be’, potrei citare decine di partitelli dissolti in meno di un decennio, soprattutto a sinistra, dove sono espertissimi di queste cose… (e io anche, da giovane…).
un partito può vivere a lungo, in genere se è ben incardinato in movimenti di opinione transnazionali, e solo con Renzi (diamogli questo merito) il Partito Democratico è entrato nella famiglia dei partiti socialisti e democratici europei: prima non ne faceva neppure parte! è nato come una anomalia tutta italiana da una fusione fra ex-comunisti e cattolici: una mostruosità al mondo che ribadiva un controllo clericale perfino sulla sedicente sinistra.
ora Zingaretti promette di farne un partito nuovo: vedremo. secondo me il PD ha un futuro come partito social-democratico soltanto se lui ci riuscirà, altrimenti credo che sarà un’anomalia effimera, considerando che, oltretutto, in 12 anni di vita non ne ha azzeccata una, strategicamente.
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Per carità io nelle “vostre alchimie sinistre” non mi impiccio. … COME ABORRO “queste” DESTRE! sono un osservatore. …. Ave
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voi chi? mi piacerebbe sapere in quale “voi” vengo classificato! 😉
sono un osservatore anche io. per questo ci intendiamo (a volte…).
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Non quello caro a Starace! !!
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be’, è già qualcosa che sfuggo almeno al “voi” fascista, ahhaha…
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