sfortunata la terra che bisogno di bambini eroi (per dargli la cittadinanza) – 146

è un farsa grottesca la proposta di “premiare” con la cittadinanza italiana il bambino italiano (perché nato in Italia, ma da genitori del Marocco), che è riuscito ad avvisare la polizia dall’autobus sequestrato da un autista senegalese suprematista nero.

fa il paio esatto con la proposta di “punire” questo secondo togliendogliela – e me ne sono occupato ieri.

al fondo ci sta un bisogno puerile di sovrani assoluti che facciano e disfacciano le leggi a loro piacimento, cancellando lo stato di diritto in cui condizioni come la cittadinanza non dipendono dall’arbitrio dell’autorità in base a criteri soggettivi, ma sono diritti regolati da norme uguali per tutti.

è proprio questa eguaglianza umana davanti alla legge che non va giù a quella parte di elettorato che vota Lega e 5Stelle, evidentemente.

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abbiamo di fronte un caso da manuale di un ragazzino perfettamente italiano, che è nato e cresciuto qui, ma che vive una insopportabile situazione di diseguaglianza e deprivazione dei diritti per il semplice fatto che i suoi genitori sono nati altrove.

questo mancato riconoscimento della cittadinanza lo pone in una situazione inaccettabile di deprivazione sociale e politica (non potrà votare), dato che la nostra Costituzione riserva ai cittadini l’eguaglianza dei diritti, con un limite storico forse inevitabile dati i tempi in cui è stata scritta.

questa condizione riguarda migliaia di minori che vengono considerati stranieri nella loro patria, se la patria è il luogo in cui si nasce e si cresce.

in nome di una concezione razziale della cittadinanza, lo ius sanguinis, che è entrato nella nostra legislazione e perfino nella Costituzione, dopo quella modifica voluta dalla destra e sottoscritta anche dalla cosiddetta sinistra italiana, che fa persino votare per il parlamento chi è nato straniero, cioè all’estero, purché da genitori di sangue italiano.

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è l’occasione evidente per una campagna a favore del cosiddetto ius soli, cioè della cittadinanza concessa senza discriminazioni razziali (perché di questo si tratta).

vogliamo negare la cittadinanza al compagno di scuola nato in Italia da altri genitori stranieri che non aveva il telefonino sotto mano?

vogliamo spiegare a quei bambini che hanno cercato di difendersi tutti assieme dal loro rapitore esaltato che alcuni di loro non sono eguali agli altri?

per fortuna chi è nato in questo secolo non può neppure capire queste idee degne del nostro Capitone.

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ma il Partito Democratico dov’è, in queste ore convulse?

il Partito Democratico, già macchiatosi dalla colpa immonda di non avere concluso la scorsa legislatura l’iter di questa legge sullo ius soli, tace per non turbare i tranquilli pregiudizi della destra.

così, senza acquistare neppure uno dei voti dei razzisti di cui cerca il consenso, raccoglie il rifiuto schifato delle persone oneste, che non lo votano (semmai) perché faccia la stessa politica degli altri, ma perché guidi battaglie di civiltà.

ma se non sbaglio Zingaretti tace, o se dice qualcosa non riesce neppure a finire sui giornali.

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ieri Prodi, il padre nobile ispiratore, benché presto ripudiato, del progetto fallito del Partito Democratico, ha dichiarato una cosa tremenda: che con Zingaretti questo non sarà più il partito dei ricchi: chiusi ed egoisti, aggiungo io…

io mi tengo invece l’impressione che Zingaretti sia soltanto la versione meno antipatizzante del renzismo sostanziale che ha affossato il legame di quel partito con una tradizione popolare oramai lontana e rinnegata.

pronto a correggermi, anzi desideroso addirittura di sbagliarmi.

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ma ieri Di Maio in via eccezionale ha detto una cosa giusta, a parer mio, e siccome lo bastono ogni volta che posso, qui sono pronto a riconoscergli il merito: che si aspetta un cambiamento di linea di Zingaretti su salario minimo e reddito di cittadinanza.

non credo che ci sarà: il partito dei ricchi perbenisti, politically correct ed egoisti, non può diventare di colpo qualcos’altro.

ma fino a che la linea su questi temi non cambia, Zingaretti o Renzi per me pari sono.

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ma tutto questo, francamente, è secondario: date la cittadinanza a tutti i bambini nati in Italia.

perfino se non sono eroi, perfino se sono un poco discoli…

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12 risposte a "sfortunata la terra che bisogno di bambini eroi (per dargli la cittadinanza) – 146"

  1. A me quel ragazzo non sembra un’eroe anche se ha tutta la mia stima e ammirazione. Per me gli eroi sono quelli che rischiano per gli altri anche se potrebbero farne a meno, es, mi butto nel fiume per salvare uno che annega. A parte queste finezze semantiche, cosa comporta in pratica non essere cittadino italiano fino ai 18 anni previsti dalla legge attuale? Il non poter uscire dall’italia per poi tornarci? Chiedo, semplicemente perchè non lo so. Comunque ci sono tanti buoni modelli da copiare in europa: https://www.repubblica.it/politica/2017/06/21/news/ius_soli_ecco_come_funziona_nel_resto_d_europa-168672635/

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    1. concordo anche io che quel che ha fatto quel ragazzo non ha niente di propriamente eroico, ma è indice soltanto di intelligenza e di coraggio.

      tra i modelli europei citati, io sono per quello olandese, evidentemente: chiunque nasce in Italia è automaticamente italiano solo per questo (salvo che non vi sia una rinuncia alla nazionalità, evidentemente rimessa alla scelta dei genitori).

      nelle condizioni pratiche di vita di un bambino non vi sono modifiche sostanziali tra l’avere la cittadinanza e il non averla, a parte il valore simbolico molto forte di essere definito straniero, considerando che l’istruzione e l’assistenza sanitaria sono garantite comunque; piuttosto forti possono essere invece le differenze delle condizioni pratiche di vita se sono i genitori a non avere la cittadinanza; le differenze sono tutte concentrate al momento del raggiungimento della maggiore età e sono notevoli, visto che la concessione della cittadinanza non è automatica, anzi costa: attualmente vengono richiesti 200 euro.

      ma meglio citare da un sito:
      Solitamente, tra la domanda e l’ottenimento della cittadinanza italiana passano circa 730 giorni, quindi quasi due anni.
      Tutto naturalmente dipende dai tempi delle varie procedure. Nel dettaglio, la domanda di cittadinanza segue queste tappe:
      la Prefettura dopo aver provveduto all’istruttoria della domanda la invia al Ministero dell’Interno;
      questo richiede il parere positivo al Consiglio di Stato;
      in caso di decreto favorevole il Ministero dell’Interno emana il decreto di concessione della cittadinanza italiana;
      il decreto deve essere firmato dal Presidente della Repubblica;
      in seguito viene trasmesso alla Prefettura che lo consegna all’interessato tramite il Comune di residenza.

      allucinante, no?

      naturalmente la differenza principale tra l’avere la cittadinanza italiana o il non averla, per un bambino o per un adulto, sta nel fatto che la cittadinanza italiana comporta automaticamente anche la cittadinanza europea e dunque la libertà di movimento tra i paesi dell’Unione Europea.

      è un bel paradosso che chi si oppone allo ius soli nel concreto agisce per impedire agli immigrati in Italia di trasferirsi in altri paesi europei, come molti vorrebbero fare.

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  2. districandomi nell’interpretazione della gerarchia dei commenti, vedo che la risposta di Anghessa va a gaberricci, ma certamente riguarda anche me, e dunque mi permetto di rispondere.

    vedo che c’è stato un equivoco nell’interpretazione mia del sintetico commento iniziale di Anghessa, almeno con riferimento alle sue intenzioni; ne sono lieto, ma mi sento abbastanza tranquillo dato che credo di poter pensare anche a posteriori che il suo commento era davvero troppo sintetico per poter essere interpretato secondo quanto lui intendeva dire.

    la risposta di Anghessa a gaberricci tuttavia secondo me si basa ancora su un evidente e ribadito errore: infatti bambini nati in Italia non sono in nessun modo “immigrati” in Italia, e parlare per loro di “integrazione” come di un problema preliminare alla concessione della cittadinanza non ha nessun senso, dato che condividono completamente il processo formativo di ogni altro bambino che nasce e cresce qui.

    in questo intravvedo tuttora un residuo di pensiero tendenzialmente, anche se inconsapevolmente, razzista.

    se hanno alle spalle famiglie con determinati background culturali in qualche modo diversi da quelli che pensiamo che dovrebbero essere standard, questo è un fatto comune: il problema della integrazione culturale di un bambino che cresce in un contesto familiare ispirato a valori mafiosi o fascisti non è diverso, anzi per molti aspetti decisamente peggiore.

    eppure nessuno di noi immagina di poter togliere la cittadinanza ad un bambino nato in Italia e la cui famiglia gli instilla il rifiuto della legge o il culto della violenza – anche se questo prefigura un problema sociale evidente per il futuro.

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    1. e io che trovo melenso, invece, questo modo di commentare senza rispondere alle argomentazioni precise e concrete che vengono portate?

      non sprecherò tempo ad argomentare meglio, dato che un commento di questo genere lo percepisco semplicemente come un rifiuto dichiarato e viscerale di approfondire ragionando insieme.

      in ogni caso, se ci sono altri modi di risolvere questi problemi, sono sempre disponibile ad imparare.

      però ricordando la tradizione occidentale, che nasce dagli antichi romani, peraltro: Roma fu fondata da Romolo dando la cittadinanza a profughi e immigrati dalle altre città e i romani allargavano l’impero concedendo via via nel tempo la cittadinanza ai popoli che conquistavano, fino a che nel 212 d.C. la estesero a tutti gli abitanti dell’impero.

      ma vedo che Lei preferisce le caste dell’India.

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    2. Dipende da quale sono i problemi: i problemi di persone che sono nate, cresceranno, lavoreranno, si sposeranno, e probabilmente moriranno in Italia, diventando amici (e magari fidanzandosi) con i/le nostri/e figli/e, si risolvono esattamente così. Ed anche quelli della cosidetta integrazione, che in realtà a nessuno interessa garantire, visto che a tutte le formazioni politiche fa comodo che gli stranieri restino un corpo estraneo nel nostro “arco costituzionale”. Non è che quando si dice “non sono questi i problemi”, si pensa solo, egoisticamente, ai NOSTRI problemi?

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      1. Corrisponde al mio pensiero, quando parlo di “melenso buonismo etc” intendo dire che questi problemi si devono e possono risolvere INTEGRANDO gli “immigrati”- ALTRIMENTI sono soltanto mieloso etc etc. . – duole essere fraintesi con elaborate discussioni (che giungono alle medesime conclusioni)

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  3. La volta scorsa c’era Alfano che non era d’accordo… (che fine ha fatto tra l’altro? Sono preoccupato… 😁) Aveva iniziato la Kyenge, che nel rimpastone di Renzi e’ stata fatta fuori.. io sinceramente l’ho sempre ritenuto un argomento fumo negli occhi, per non parlar d’altro ma che fa tanto sinistra buona-destra cattiva. Affrontato non laicamente, e finito male… adesso se ne riparlerà se va bene tra dieci anni… nel frattempo comunque i ragazzi arrivati ai 18 anni possono continuare a diventare cittadini, anche senza telefonino

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    1. su Alfano, se ti preoccupa, leggi Il Fatto quotidiano, che in questi giorni non si occupa quasi d’altro, e gli serve per mettere in secondo piano i problemi di Roma.

      sentirmi dire proprio da te che lo ius soli sia fumo negli occhi mi stupisce non poco; io uso come stella polare per valutare le proposte politiche le condizioni reali della gente, e dietro questo problema ci sta una discriminazione razziale semplicemente orrenda, in particolare se condotta su minori.

      il problema non è stato affrontato affatto laicamente, dal PD, ma opportunisticamente, o meglio, diciamo pure, come poteva esserlo da un partito che della condizione reale degli immigrati in Italia si è sempre occupato poco concretamente, salvo tenere qualche Kyenge come fiore all’occhiello per catturare buonisti allocchi.

      su quanto sia facile poi arrivati ai 18 anni ottenere la cittadinanza c’era tempo fa su questo blog la testimonianza di un giovane amico commentatore, di nascita romeno, quindi oltretutto perfino comunitario, ma forse tu non frequentavi questo blog allora.

      in ogni caso è veramente umiliante, oltre che inutilmente oppressiva, la trafila burocratica con attese di anni e code in questura per ottenere il riconoscimento di un diritto naturale per nascita.

      per me chi rifiuta lo ius soli è puramente a favore di uno stato razzista, quindi è in poche parole un nazista, magari non dichiarato o perfino inconsapevole.

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      1. Devo fare un passettino indietro. E cioè che mentre il csx si baloccava con lo ius soli, senza tra l’altro l’intenzione di risolverlo, si dimenticava dei problemi del lavoro, della precarietà, dello sfruttamento… se non c’è la capacità di far camminare in parallelo diritti sociali e diritti civili, si parla solo alla gente con la pancia piena, e sinceramente forse agli immigrati lo ius soli sta a cuore, ma più a cuore starebbe avere permessi di soggiorno in tempi decenti e non raccogliere pomodori a 3 euro l’ora quando va bene.
        Sarebbe anche bello sentire se davvero agli immigrati interessa lo ius soli: ci sono paesi che non ammettono la doppia cittadinanza, ad esempio, come proprio il Congo della Kyenge, e vorrebbe dire che se prendono la cittadinanza italiana non potrebbero avere quella congolese…
        Certo, personalmente preferisco una battaglia per lo ius soli che per la Tav (anche se gli argomenti a difesa proprio non mi convincono: l’ultimo è quello del rispetto dei trattati internazionali… io ritengo che sia sacrosanto per un governo che non è d’accordo con quanto hanno firmato i suoi predecessori cercare di cambiarlo, rivedendo o denunciando gli accordi, però vedo che anche la Boldrini si è convertita a questa interpretazione, dunque mi taccio).
        Politicamente, tirar fuori in questo momento lo ius soli può essere utile a riproporre il clichè sinistra buona – destra cattiva ma realisticamente non vedo come possa portare a qualcosa, anzi può anche essere funzionale alla propaganda avversa.
        Sull’ultima frase sono in disaccordo perché non siamo certo il solo paese a non avere lo ius soli nell’ordinamento, e non è che si possono tacciare tutti di razzisti o nazisti per questo…
        Per il povero Angelino ero preoccupato, si, è un testimone della contraddizione degli anni di Berlusconi, capace di creare un comune sentire (negativo, purtroppo) nel paese ma incapace di creare una classe dirigente…

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        1. credo che ci troviamo perfettamente d’accordo sia sull’analisi dell’USO strumentale dello ius soli da parte di un PD senza idee, che deve far credere di essere di sinistra, sia sulla necessità di una linea politica centrata sui bisogni reali degli strati sociali svantaggiati, altrimenti si diventa soltanto un Partito Radicale che vorrebbe essere di massa senza riuscirci.

          dissento però sull’idea tua che lo ius soli sia parte di questa strategia; o meglio, lo è certamente se lo si agita senza volerlo davvero fare, come sta succedendo al PD; ma non è affatto questione irrilevante concretamente per gli immigrati, la cittadinanza: basta avere degli amici immigrati per sapere che la cittadinanza è al centro dei loro pensieri come problema concretissimo e costringere dei bambini nati in Italia a dei percorsi burocratici lentissimi, complessi e oltretutto costosi per averla, quando sono nati qui, è semplicemente osceno.

          oltre che rinviare ad una concezione razziale dello stato che confermo che ha radici naziste: NAZIONAL-socialiste: come posso chiamarle altrimenti? questo, almeno, per gli argomenti che si usano in un paese che dà senza difficoltà la cittadinanza agli argentini che sarebbero italiani di quarta o quinta generazione e li fa perfino votare per il proprio parlamento e poi non la dà a bambini che crescono e vengono educati qui: educati a sentirsi stranieri, e le conseguenze si vedranno alla prossima generazione (ti chiedo scusa se mi scaldo, ma l’integrazione degli immigrati – italiani in Germania – è stato il mio lavoro per sette anni, so di che cosa parlo e ho fatto questa battaglia lì dall’altra parte della barricata, quindi credo anche di avere il diritto di accendermi).

          dalle astuzie machiavelliche di proporre soltanto ai propri elettori quello che può non disturbare quelli della parte avversa dissento nella maniera più radicale: è proprio così che la sinistra si è suicidata, e chissà perché a destra vincono facendo esattamente il contrario, cioè proponendo proprio quello che a sinistra è più indigesto.

          forse perché l’Italia è un paese di destra? ma a me non interessa una sinistra che, se va al potere fa la politica della destra: preferisco una sinistra che non va al potere e fa opposizione sulle proprie idee, lavorando per il futuro se mai ci sarà: insomma, non sono per la politica del meno peggio, ma per quella del meglio meglio.

          sui trattati internazionali da rispettare farei un distinguo: sulle grandi questioni certamente un paese ha diritto di cambiare opinione come fece l’Italia nella prima e nella seconda guerra mondiale (ma non ci fa una bella figura e, come paese inattendibile distrugge il suo futuro internazionale) e sono perfino favorevole a quello stupefacente cambio di alleanze in corso da USA a Cina (leggere il testo! è impressionante): però il discorso è diverso su un trattato o meglio quasi un contratto, che prevede tempi scadenze pagamenti concordati tra le parti.

          e poi non possiamo restare incollati per anni ad una questioncella locale, mentre facciamo altri tunnel simili dappertutto senza che nessuno fiati e abbiamo perfino appena raddoppiato (a spese tutte nostre) il tunnel autostradale in Val di Susa: sento puzza di lobby del gasolio, e nessuno me lo toglie dalla testa: la questione TAV è semplicemente RIDICOLA; e pazienza se sembro in contraddizione: ma la TAV è una fake news creata da precisi centri di potere e la sinistra allocca ci abbocca sempre; perfino in Val di Susa i contrari sono in minoranza.

          vocazione suicidaria, incoerenza programmatica, voglia di stare sempre dalla parte del torto da qualunque punto di vista? fai tu: sono un uomo mentalmente libero e non rinuncio a predicare nel deserto.

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