19 risposte a "prima regola per la felicità. borforismi 143 – 26 marzo 2009"

  1. Una convinzione…

    CICATRICI

    Nessuno ama essere straziato,
    ma la vita, generosa,
    dispensa ferite.

    E’ in quelle della mente
    che sgorga il sangue più rosso,
    il dolore che più attanaglia.

    Le ferite si fanno bilancia
    che misura l’ombra della tara
    e la luce di quel che vale.

    Guidano l’occhio
    a vedere senza guardare,
    ad intuire prima ancora
    che tutto accada.

    Il dolore vissuto si incide nella memoria,
    le cicatrici richiudono i lembi,
    nei punti di sutura si coagula
    la capacità di capir le vite.

    La cicatrice è l’empatia dei giorni.

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    1. “La cicatrice è l’empatia dei giorni”

      Quanto è vera… Ci sono poesie fatte di parole belle, brutte, messe insieme a colpire a enfatizzare a coinvolgere ben scritte.
      Cercano pubblicità
      Ci sono poesie che la vita ci detta scarne, sincere, pulite che solcano il cuore, la mente e i sensi
      Il mio grazie si ingigantisce.
      Non so scrivere poesie.
      Scrivo e basta

      La memoria conserva il dolore
      È nutrimento per la nuova vita

      La meridiana stava al sole
      Immobile, madida di sangue
      Accadde

      Il tempo del prima fu
      ingoiato dalla nebbia

      Qualcosa forse si salverà

      Il tempo del dopo

      Lei denudata vagava in solitudine
      In cerca del sangue del suo sangue

      La guerra aveva mietuto
      vittime e feriti gravi

      Piccoli e grandi
      dispersi

      La casa un rudere, sventrato

      Lei, era alla gogna

      Si scosse
      più tardi

      Si rialzó
      e barcollava

      Ubriaca fradicia
      tumefatta
      Fuori e dentro

      La cura e la notte furono lunghe

      Nel limbo per sempre?

      Così non fu
      La madre orfana, rinacque

      Scavò la terra con le unghie

      Vi affondò le sue radici
      Erano forti
      Il terreno sicuro

      Vivere? Sì, rispose
      Poteva
      E scelse la vita

      I dispersi e
      I feriti, piccoli e grandi
      lentamente
      tornarono alla nuova casa

      Una vittima ancora cerca
      Tornerà alla vita
      L’aspetto

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  2. Buon giorno Mauro aspettavo questa tua ragionevole e giusta reazione.
    Io non amo chi non mi ama più.
    Approfondisco questa parte
    Ho preso coscienza della persona di quanto ha potuto essere operare e dire…

    Sono passata attraverso un atto d’amore una riconciliazione con me stessa e con il rapporto a due
    Non posso buttare a mare quella parte di vita con una pietra al collo, ho tentato come prima reazione, ma ho visto che era inutile
    Sapevo di essermi messa nei fondali anche io era un atto forzato così tornava a galla mal messo
    Nel tempo mi è vento consono “assolvere” entrambi.
    Oggi come te rifiuto e non per scelta della ragione ma come risposta affettiva emotiva dopo aver accettato.
    Io credo che sia un atto d’amore anche questo.

    L’altro dove sia e viva, non mi interessa più.
    Non lo so e non cerco di saperlo, siamo liberi entrambi.
    I Tempi sono stati lunghi per me
    Sono soddisfatta 🌹

    Penso che comprendi questo vissuto 🌞
    Correzione automatica? Non mi ricordo succede continuamente e mi scoccia ribattere più volte.
    O lapsus non lo escludo.

    Grazie amico non sei affetto virtuale, l’umanità non si impara attraverso i libri soprattutto non si interiorizza.
    O siamo stati amati ed allevati da persone equilibrate o si passa attraverso il dolore.

    Tu sei umano e sincero

    Ci sono altri /altre persone come te oltre ogni genere di appartenenza,la mia conoscenza non è vasta. La mia esperienza è comunque limitata. L’approccio aggressivo nuoce quasi sempre.
    La paura eccessiva provoca danni.
    Essere vigili é il meglio per me, accorti e fermi nella comunicazione e nell’azione
    Pioverà? 🌦️🌧️
    Buon lunedì 🐞🌱🌳

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    1. grazie dei buoni giudizi: non sono stato allevato da persone del tutto equilibrate e non so bene come sia successo che io non sia COMPLETAMENTE suonato, ma forse per un vissuto difficile mio, capisco meglio i vissuti difficili altrui, quando mi impegno a farlo (non sempre e non per sempre):
      anche io ho avuto una separazione molto difficile, quindi mi riconosco facilmente in quel che dici, ma penso di dovere essere grato – alla separazione, intendo, ed altro – perché mi ha insegnato a non affidarmi completamente ad altri e a cercare di contare soprattutto su me stesso.
      l’unico amore, cel resto, che siamo davvero tenuti a dare è quello per noi stessi, e se è ben equilibrato e vivo si allargherà spontaneamente anche agli altri, che in fondo sono in parte una parte di noi stessi.

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  3. La trasformazione di un “grave” conflitto, comunque normale, intendo rotture parentali, compresi genitori, figli e di coppia devono, talvolta giungere al “distacco ” non implica il sentimento ma i pensieri e le emozioni ossessivo, devianti attraverso un “lavoro consistente e duro” per tempo e forza necessaria. Non sono d’accordo Mauro su “il distacco arriva dove il sentimento, rapporto era leggero. Per esperienze e frequentazioni a tema specifico ove la rottura è devastante, perché i danni sono enormi e la questione tocca la giustizia il penale…È necessario a parere mio passare attraverso la sofferenza per recuperarsi. È necessario sostegno psicologico e sociale. La persona adulta deve rovesciarsi come un calzino e il bambino deve essere seguito da vicino in modo meno” invasivo”. Senza un atto d’amore verso se stessi e verso i “soggetti offesi” non se ne esce. Lo stesso vale per una normale separazione di coppia o parentela. Il dolore della perdita va lasciato così l’inutile orgoglio ferito. Questione non semplice ma necessaria per tornare alla libertà personale non importa se si rimane un poco “invalidi”. Il segno delle ferite resta questo è vero. Ma diventa simile ad un ‘ulcera prima sanguinante, cicatrizzata. Dunque tempo, fatica volontà e amore per me . La consapevolezza, il riequilibrio emotivo( in certi casi non trovarlo significa morire o far morire altri) e la scelta ci rendono” liberi”…
    Ogni giorno mi accorgo che ho bisogno di uno spazio di confronto. Non posso chiudermi completamente, comunque anche la chiusura deve essere consapevole.
    Stamattina ti rispondo, parlo con Persone coscienti realtà di conforto.
    Che ne pensi? Hai amici di vecchia data con i quali hai costruito un buon rapporto perché aperto. L’ospitalità che offri è un’opportunità
    Grazie
    Certi giorni, anche sulla privavera prevale la stanchezza, mannaggia🐞
    Accidenti oggi devo alzarmi e andare 🐜
    Piovesse 🌦️ buon tutto

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      1. Grazie Mauro certamente non ti è chiaro. I limiti li stabilisce il buon senso.
        Ricomincio da me 😎
        Attualmente è confronto con te con il distacco che tanti anni favoriscono.
        Utile il confronto, il resto è indice di una vita vissuta “intensamente”
        Per esperienza diretta, per ciò che mi hanno insegnato i buoni intenditori, e per gli approfondimenti fatti, affermo che il primo passo è vincere la paura di perdere altro è di piu, vergogna-pudore nel raccontare la propria fragilità, o relazione scompensata, sensi di colpa indotti da una educazione repressiva, parlare è fondamentale.
        Il racconto della propria verità vale per qualunque disagio importante.
        Esempio:
        Un tuo figlio maggiorenne, dopo un periodo tumultuoso e a rischio per frequentazioni e comportamenti, se ne va via dicendoti: – la vita è mia e decido per conto mio, non ti voglio vedere più vedere –
        Passa il tempo un tempo fatto di anni.
        E tu?…
        Tua moglie potrebbe fare altro
        Iniziare a lamentare la tua assenza, a evidenziare i tuoi torti, preferire uscire con amiche o altro.
        Dunque in un contesto di conflitto più o meno aperto, si allontana lentamente da te. Tu hai compreso che il vostro rapporto si è incrinato ma consideri il tuo amore importante, il suo in fase più critica.
        Cerchi di impegnarti di più su quanto credi opportuno, sei in buona fede, non ritieni il rapporto finito.
        Arriva smentita tramite lettera o altro
        – Bla.. bla.. bla.. Ti chiedo la separazione legale –
        firma, firme o altro.
        Il seguito tuo è personale ma suppongo che dopo il primo impatto prendi coscienza reagisci e ti muovi di conseguenza sul piano legale e di ruolo genitoriale affettivo, verso i figli.
        Restano in entrambi i casi i tuoi sentimenti e le tue emozioni, cioè l’equilibrio personale. Fai il tuo percorso per rielaborare l’abbandono, la perdita e la sconfitta, frustrazione compresa.
        Le due situazioni possono accavallarsi mi viene da dire – che casino, come ne esco? –
        Passano alcuni anni o meno.
        Loro sono andati entrambi.
        O continui a passare il tempo senza mettere insieme i tuoi pezzi, oppure lo fai.
        Ami il figlio amavi la moglie!
        Puoi frustrarti e restare nel limbo o puoi arrivare a
        Amore e rispetto sono vivi come la mia coscienza in me ed altro da me
        Ho dato amore e rispetto, l’ho ricevuto

        Tutti cambiamo nel tempo, nulla rimane statico, comprese le realtà esterne.
        Ho capito abbastanza come è andata. Non tutto dipende da me sia con la moglie che con il figlio.
        Sono passati altri anni intanto ho recuperato, con un atto d’amore, realistico, me stesso e loro….
        È tutto dentro di me a futura memoria
        La porta resta aperta per chi vuoi e puoi tu, il figlio credo…
        Sono rimasto fermo ad un progetto vitale non giunto alla fine, attaccato a qualcosa che ha preso altre strade, diversa dalla mia.
        È dipeso da me, da lei, da lui, da noi da… e bla bla bla.
        Soffrire inutilmente è non amore né è coscienza di sé
        Ho lasciato andare ciò che non potevo né volevo tenere legato a me.
        Infine ancora di più credo che se il sentimento è forte ed in buona fede, ne esco dopo aver sofferto.
        La ricerca della ” felicità”

        L’ho fatta lunga, ho annoiato te ed altri mentre il sole è alto, mi scuso
        Esiste anche un uffa discreto

        “Il confronto è crescita, se parliamo d’altro da noi è più semplice”

        Un’ora di meno di sonno 🙃
        Più luce compensa
        Oggi mare
        Buona domenica
        Cuccubambu

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          1. Va bene Mauro 💐

            Per me i Dolori d’Amore si curano solo con l’amore
            verso Se stessi
            verso Chi continui ad amare e
            verso Chi non ami più

            In ogni caso
            Se ho ricevuto
            Amore con la A maiuscola
            amore con la a minuscola
            e se ricevuto la Negazione dell’amore

            Infine sono io che scelgo indipendentemente dagli altri

            Non posso semplificare con esempi di una o più storie di vita che si intersecano

            Hai ragione, che sia chiaro in me non basta, scusami.
            Grazie della tua pazienza e del tuo tempo.
            Buona serata
            Cuccubambu🌞🌊

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            1. devo correggere semplificare con esempi di con esemplificare? penso di sì, che sia un lapsus o una correzione automatica non voluta.

              bel commento, sentito; ma l’amore verso Chi non ami più non lo capisco; peggio: se capisco, non lo accetto proprio.

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    1. hai messo il dito sulla piaga e centrato il punto, mi pare.

      però spero che non risulti sgradevole quello che dico adesso, allargando la prospettiva anche aldilà dei rapporti di coppia, e cioè ai rapporti familiari o d’altro genere: credo che la facilità o difficoltà con cui si rompono i rapporti per sostituirli col distacco dipenda dalla profondità che quei rapporti hanno assunto nella nostra vita interiore, e credo che tu dovresti pure saperne qualcosa.

      la trasformazione del conflitto in distacco è facile dove il conflitto in fondo ci coinvolge poco; ma dove il rapporto è sentito come essenziale, e dunque vi è un legame forte, occorre del dolorosissimo odio per riuscire a distaccarsi, e l’odio è appunto la forma che assume l’amore deluso.

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        1. non sempre, per fortuna, l’odio equivale all’omicidio o ci porta lì. ma quella che chiami ragione è soltanto una forma, fragile, di autocontrollo, che non sempre riesce e che non dipende dalla nostra volontà (col che torniamo alla frase del post).

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