il rinnovo della patente – bortoblog 17 – 162

rinnovo della patente: per la seconda volta mi ricordo che sta per scadere; mi è già successo tre volte di non accorgermene, o meglio, in due casi di accorgermene per via di un incidente, non coperto ovviamente dall’assicurazione, e la terza perché fu la polizia, che mi aveva fermato per un controllo, a farmelo gentilmente notare, facendomi abbandonare la macchina sul posto: a Como! alla frontiera con la Svizzera!

siccome non ho ancora superato i settant’anni (ma lo farò a giorni…), ecco che si spera in un rinnovo di 5 anni, perché lo stress burocratico è notevole, soprattutto se ti sei scoperto diabetico, sia pure leggero, e devi dimostrare che non morirai al volante nel prossimo lustro (semmai, se te ne verrà proprio la voglia irresistibile, cercherai di farlo altrove).

e così, eccoti dal fotografo per la nuova foto, impietosa, che sostituirà quella di cinquant’anni fa

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e che ora si deve fare senza occhiali per via della patente elettronica e di chi sa quale diavoleria che attraverso l’iride entrerà definitivamente nella tua identità.

che fatica accettare che quella faccia rugosa, scavata dalla dieta inflessibile, è la mia: ma pare che quelle rughe non esprimano più la solita rigidità esteriore del mio carattere (chi impiega più tempo, chi meno, chi non ci arriva mai, ma io l’ho sintetizzata da tempo in una formula: una corazza di ferro attorno a un cuore di panna – che poi sarebbe una specie di esoscheletro da insetto, se ci pensate bene): no, quel mio viso esprime oggi piuttosto una sorta di risentita rassegnazione e ha smesso di mascherare gli effetti della paresi facciale a frigore che mi colpì vero i quarant’anni:

che dissesto, ormai, che sono diventati trasparenti i guasti che la giovinezza non riesce più a mascherare: una palpebra cade, una guancia si solleva trascinata da una ruga profonda, perfino il mento appare un poco asimmetrico, e non sono neppure Totò.

e va be’, quella maschera sono io, d’accordo; vorrei negarlo, come fece quel mio zio che aveva pochi più anni di me adesso che di fronte ad una sua foto fatta con quelle macchine fotografiche di cartone usa e getta che te la stampavano all’istante, disse: e quello chi è? – e pensare che proprio ieri qualcuno mi diceva che sembro un poco più giovane della mia età: 65enne, addirittura, pensa te che vantaggio.

ma, per dirla sinceramente, non è che la vita è breve, non è affatto vero! settant’anni sono una vita LUNGHISSIMA, se si è riempita di esperienze, entusiasmi e tragedie, avventure, dissesti, creazioni, vorrei dire anche amori, se non fossero un ricordo lontano (di quanto, bortocal? non poi tantissimo, dai: sii sincero per una volta, non giocare a fare il Matusalemme, adesso…).

no, è che la nostra mente è lenta, adesso, e l’invecchiamento è un processo tumultuoso come l’infanzia: quella è lentissima, perché si riempie di vita e di novità, bevute avidamente; questa sembra svelta a precipitare verso l’epilogo soltanto perché interpretiamo tutto con le vecchie categorie che non vogliono morire e non accettiamo le trasformazioni.

ecco, io invece vorrei invecchiare lentissimamente come sono diventato adulto in un tempo quasi infinito e so bene che l’unico modo per farlo è di vivere con attenzione le trasformazioni, ascoltare in ogni minuto che passa le novità di questa nuova stagione della vita.

e c’è un modo solo per farlo: accettare la vecchiaia; mettersi davanti a quella foto e guardare le proprie rughe con la stessa curiosità con cui si guardavano i primi baffetti che spuntavano.

la vita diventa di tanto più preziosa di quanto diventa più breve il suo orizzonte e la curiosità per il futuro può essere perfino più forte dei dieci anni, perché quel che ci aspetta è altrettanto sconosciuto e imprevedibile.

non dico che ci riuscirò.

ma intanto ci proverò; e il blog che oggi aiuta a riempire una giornata lenta, lontana dall’orto finalmente fangoso per la pioggia che cade, è la pagina bianca che attende le cronache della mia curiosa vecchiaia.

visto che ho questo dono, di una cerchia di amici di blog, pochi, ma scelti, direi quasi selezionati con durezza (se non ci fosse il cuore di panna).

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ed ecco i miei commenti su altri blog da oggi 3 aprile a quando saranno diventati abbastanza numerosi da smettere e passare ad un’altra puntata.

sono disposti come sempre in ordine inverso.

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https://suprasaturalanx.wordpress.com/2019/04/03/e-esistito-un-tempo/

bortocal15 April 3, 2019 at 9:50 am
con questo semplice passaggio “bisogna ancora dimostrare che “naturale è bello” e una delle caratteristiche precipue dell’uomo è quella di vivere contro la natura” hai aperto una questione immensa.
ma non mi va di appesantire il tuo post con una discussione che in fondo sarebbe fuori tema; ho anche bisogno di un po’ di tempo per pensarci su; e lo farò, penso, da me; in ogni caso sarai certamente avvisato 🙂
bella riflessione eh, la tua: mi piace quando la palla del pensiero passa da un blog all’altro…

gaberricci April 3, 2019 at 3:21 pm
È a questo che dovrebbero servire i blog, no?
Riflettevo sul tema della “naturalità” proprio mentre uscivo dal lavoro, e forse ne scriverò ancora (anche se ne ho già scritto in passato, visto che faccio un lavoro che è di base innaturale).

bortocal15 April 4, 2019 at 10:35 am
e il medico è forse l’esempio migliore di quella dialettica natura anti-natura che sto cercando di mettere a fuoco…

gaberricci April 4, 2019 at 12:00 pm
Vero?

bortocal15 April 5, 2019 at 4:10 pm
ah, dimenticavo il link: è qui, saltando la lunga introduzione:

la metto qui la riflessione promessa, allora.

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potremmo definire umana quella parte della natura che rifiuta di riconoscersi integralmente come tale?

potrebbe essere un buon punto di partenza per spiegare una contraddizione insanabile negli uomini: che rifiutano di essere natura, ma poi si appellano alla natura ogni volta che gli fa comodo.

quindi la natura, nel mondo umano, o almeno nelle sue culture più avanzate, o almeno in quella occidentale… (???) è contemporaneamente un valore e un disvalore.

a questo del resto corrisponde nel linguaggio una certa oscillazione fra l’uso del termine natura e quello di natura umana: due espressioni che si somigliano molto, ma che in realtà indicano sistemi di valore opposto.

il termine natura a volte indica un complesso globale di valori positivi all’interno del quale stanno annidati e ben protetti anche quelli della natura umana, come un insieme che contiene anche questo sottoinsieme; a volte invece la natura umana è un insieme di valori equivalenti, ma contrapposti a quelli della natura, che è un insieme diverso.

l’accusa di avere comportamenti contronatura è una delle più gravi che si possa fare, ma non esclude la possibilità di rivolgere a qualcuno l’accusa opposta, di essere rozzo e rimasto ad uno stadio di pura natura: in questo caso chi vive secondo natura diventa un selvaggio.

come si fa a rovesciare le parti? è possibile accusare chi si richiama alla natura per accusare qualcun altro di violarla di essere semplicemente un selvaggio?

e qui, semplicemente, mi fermo, in attesa di suggerimenti.

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A mio figlio

bortocal15 8 APRILE 2019 ALLE 17:35
bellissima. viene in mente “Se”, di Kipling, ma questa è ancora più bella.

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La banalità del bene (ovvero fronzoli e fiorami)

bortocal martedì, 2 aprile 2019 alle 18:08
🙂 🙂 😉
versi dolcemente feroci, lasciano il segno.

cristina bove martedì, 2 aprile 2019 alle 18:23
dolcemente feroci… mi piace molto questo tuo ossimorico commento 🙂
naturalmente avrai capito che la parte centrale è solo una lista di versi raccolti qua e là in qualche sito di “poesia”… ahahahah

bortocal15 giovedì, 4 aprile 2019 alle 12:40
certo! quello non può essere il tuo stile, visto che quello è un non-stile, oltretutto!

del resto anche cristina, come me, usa il corsivo per le citazioni…

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https://giomag59.wordpress.com/2019/04/03/finalmente-avremo-la-cittadinanza-a-punti/

bortocal15 3 APRILE 2019 ALLE 17:01
è sempre straordinario come riesci a trattare argomenti molto impegnativi con estrema leggerezza e assieme profondità di pensiero.
nel merito della questione a me pare che l’alternativa REALE oggi è se a schedarci debbano essere delle aziende private per spennarci meglio oppure lo stato per tenerci buoni.
io sono della prima metà del secolo scorso e mi fanno schifo tutte due le soluzioni, ma se proprio mi costringete a scegliere non ho dubbi; del resto la nostra democrazia di cui ci riempiamo la bocca è una tale arsa e i diritti umani c’è sempre qualche pro life che smania per toglierceli.
certo, questo stato tiranno e grande fratello fa paura, soprattutto per le prospettive, ma Zuckerberg e Bezos sono persino peggio.

giomag59 3 APRILE 2019 ALLE 17:56
Hai sintetizzato benissimo, aprendomi gli occhi: la padella o la brace? Chi controlla chi?
L’altro giorno mi ha fatto un po’ ridere sentire Zuckerberg dire che gli Stati devono aiutarlo. A mio avviso è stato aiutato fin troppo ed il suo lavoro l’ha fatto benissimo: ha convinto tutti a schedarsi da soli…
lo stesso per Bezos, che ha in mano (grazie ai nostri telefonini ed alle app costruite apposta) tutti i nostri contatti…
Tenuti in modo sicurissimo, naturalmente (si e’ visto…).
Aziende enormi, che in nome proprio del loro dio, il libero mercato, andrebbero spacchettate e ridimensionate, ma per adesso penso che a chi ha accesso a quei dati facciano comodo così…
certo che se si pensa da quell’11 settembre in poi quante rinunce alla riservatezza sono state fatte in nome della sicurezza… indietro sarà ben difficile tornare.

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https://veronicaiovino.com/2019/03/17/luoghi-incredibili-monte-fanjing-cina/

BORTOCAL15 Marzo 29, 2019 @ 2:57 pm
arriverai prima tu con qualche nuovo appassionante racconto che i resoconti di Sara, penso: comunque, certamente, in assenza di resoconti di viaggio miei, pubblicherò i suoi, quando sarà e se ce saranno: ma certamente non mancheranno le foto: Sara, secondo me, è un’ottima fotografa.
che cosa saranno mai 9.000 scalini…: dopotutto sono soltanto 5 volte quelli della torre Eiffel… 🙂

VERONICA Aprile 3, 2019 @ 2:11 pm
Esatto è tutta questione di saper dividere la fatica😜
Aspetto con ansia i vostri resoconti e le splendide foto che Sara ci regalerà❤
Un forte abbraccio caro Mauro

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https://sherazade2011.wordpress.com/2019/04/01/primavere/

bortocal15 aprile 2, 2019 alle 07:14
grazie per la foto del bimbo, per la canzone, per l’haiku per il passato tornato vivo per un momento e… per i capelli corti!
io ci riproverei, chissà, se fossi in te.
buona giornata.

sherazade aprile 2, 2019 alle 10:55
Mauro
fiori gia frutti ! Capelli corti mah! Ci vuole sempre coraggio a dare un taglio in tutti i sensi😁
Mmm tempo che imbruttisce di nuovo giacchettiella più pesante!
Il cane è stato sistemato per davvero?

bortocal aprile 2, 2019 alle 21:44
anche io ho iniziato aprile con un taglio di capelli: solo che per prima volta ho detto al barbiere (pakistano): lasciameli lunghi, se no non resta più niente… 🙂 e lui ha confermato ridendo.
il cane credo che stia benissimo, primo perché, a quanto ho capito, adesso è in compagnia; secondo, perché adesso riesce ripetutamente a scappare con i suoi amici: lunedì mattina li ho sentiti abbaiare per ore dai boschi dietro casa mia… 🙂 e alla sera non erano ancora stati ripresi, ahah.

sherazade aprile 2, 2019 alle 21:46
Il cane potrebbe chiamarsi Spartacus Però speriamo non faccia la stessa fine
mi hai fatto venire un sorriso
😊


22 risposte a "il rinnovo della patente – bortoblog 17 – 162"

            1. credo che a quei tempi la A fosse data automaticamente se prendevi la B; oppure è ancora così? anche nel rinnovo che ho fatto risultano sempre la A e la B assieme.

              e comunque le donzelle non le conquistavo certo esibendo la patente, ahaha.

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              1. Oggi non è così. Solo per l’Italia puoi guidare degli scooter di piccola cilindrata e comunque non all’estero e comunque non ti danno la patente A. Possiamo quindi concludere che abbiamo tra noi persone mai salite su una moto autorizzare a guidare bolidi da 300 e passa all’ora. La legge è fantastica! ahah

                con la sola patente è vero… un po’ difficile. Dovevi esibire la moto… se solo l’avessi saputo eheh 😀

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                1. chi ti dice che abbia poi così tanti rimpianti, anche senza la moto, eh?

                  del resto le ragazze che si invaghiscono di un bellimbusto solo perché ha la moto non facevano per me: dato che non ero e tantomeno sono un bellimbusto…

                  e per fortuna che non ho mai approfittato della patente A! che del resto ho ancora.

                  ma, come diceva il maestro Manzi nel suo corso televisivo per insegnare a leggere e scrivere agli analfabeti egli anni Cinquanta, Non è mai troppo tardi!

                  forse è proprio giunto il momento che provi a sedurre delle ragazze con la moto, adesso, ahhaha.

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                  1. non è mai troppo tardi… però mi raccomando prendi quella con la maggior cilindrata possibile. Se devi schiantarti almeno fallo in modo spettacolare 😀

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                    1. un tuo omonimo… beh quelle sono disgrazie vere. Il mio era solo un consiglio scherzoso. Non sono minimamente responsabile se ti prendi la moto.

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    1. tu mi vuoi male, sarei rovinato: sai dove vivo e sai che senza patente è impossibile starci (a meno di non mettersi a fare ogni giorno 20 km a piedi come facevano nell’Ottocento), e questa volta ci sono arrivato grazie alla straordinaria gentilezza e solidarietà umana di mezza Val Sabbia, che mi ha aiutato a districarmi tra gineprai burocratici dove mi sarei perso, altrimenti…

      autoironia a parte, grazie davvero.

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  1. Il rinnovo della patente è sempre un momento di consuntivi. A mio padre dispiacque molto quando all’alba dei novant’anni i figli si opposero al rinnovo (non tanto per la sua incolumità quanto per quella degli altri…) . Per me sono divertenti le domande della “visita” medica: si droga? beve? ah, ah, e che glielo vado a dire a lui!
    La vecchiaia è brutta ma è peggio non arrivarci, diceva il saggio… 🙂 e l’altro saggio: vecchio è chi il vecchio fa…
    Tra qualche anno ci faranno con la scadenza già incorporata, altrimenti su questo mondo i nuovi non ci entreranno più, e la patente te la metteranno sottopelle con il famoso chip che conterrà tutta la nostra memoria. Noi (probabilmente) non ci saremo, per fortuna…

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    1. be’. mi piace il secondo saggio, ma meno il primo: non sono sicuro che la vecchiaia sia in assoluto brutta: ha le sue limitazioni, ma anche la luce della saggezza dalla sua parte e la calma che viene dalla scoperta della mancanza di senso della vita: grande liberazione, in fondo!

      men che meno sono sicuro che sia sempre negativo non arrivarci: il relativismo oramai mi invade da tutte le parti e ripeto: dipende, dipende.. 😉 – se non altro per rispetto ai non pochi nell’arco dei molti decenni della mia vita che hanno dato testimonianza con la vita che per loro non era così.

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  2. Una profonda riflessione che parte da te e che riguarda tutti soprattutto chi come dici tu velocemente si avvicina a quella età nella quale per primi impietosamente non ci riconosciamo.
    Per noi donne , anche intelligenti ed emancipate lontane dai canoni di una bellezza sempre verde e plastificata,l’estetica è ancora più tranchante.
    Anna Magnani si racconta chiedesse al fotografo di non cancellarle le rughe che rappresentavano i suoi 50 anni di vita. Tuttavia quando noi vediamo le sue foto di ragazza non possiamo che esclamare Come ERA bella!
    Io non credo che vorrei barattare i miei 60 anni né credo che Dorian Gray dal suo bel viso abbia trovato alla resa dei conti la risposta alle sue inquietudini.

    Sei fortunato Mauro sono fortunata Io che abbiamo costruito dentro e fuori di noi interessi che ci stimolano a non rinchiuderci.
    Un commento terra terra senza grandi richiami ma con un pensiero affettuoso.
    Shera

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