2009-04-09 – 22:17:09
Il luogo dal quale ti scrivo non ha alcun fondamento.
Somiglia a qualcosa che abbiamo conosciuto insieme: terribile, mostruoso, pieno di cadute, sassi, mare.
Dai cori di risa, sale l’assenza della tua. Risata crudele, suono di pellicola del cinematografo, obbedienza monosillabica e profumo.
Naturalmente, sarebbe meraviglioso se tu ricevessi questa lettera per davvero.
Avremmo davanti la possibilita’ sproporzionata di stare tutta la notte, ancora una volta, avvolti in un abbraccio.
Nel rango di un’aritmia gloriosa. Che ci ha condannati all’esilio.
Vai a capire perche’.
Nei mesi del mio grembo sorge l’ovale dei tuoi figli mancati, e poi scompare.
Si esclissa, nel mio sangue frammentato. Aorta e tuono.
Ma rido, rido molto, per come i giorni ci punirono, dentro quelle cose che non avremmo potuto sopportare, separati, che pure abbiamo vissuto fino alle ossa, aperti con la forza, pieni di carezze rimaste a bruciare, acido, il palmo della…
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