ah l’uomo antico e il suo tempo lineare uguale per tutti, questo binario regolare che trasportava tutto l’universo insieme a lui da un posto all’altro, ed entrambi avevano un nome diverso: passato, per il tratto compiuto dalla stazione di partenza; futuro, per quella d’arrivo e anche oltre.
ah l’uomo di un tempo che si è dissolto ed è perduto, peggio di quello di Proust: dove potevi cambiare osservatore, ma il tempo restava uguale e scorreva alla maniera di orologi e clessidre senza che nessuno potesse deviare.
ah quel tempo uniforme dove l’unica cosa che poteva cambiare era soltanto la percezione del tempo, che lo rendeva lungo e noioso oppure veloce a trascorrerci via tra un’emozione e l’altra; con quello strano rovesciamento dei ruoli per cui il tempo emozionato riempiva poi invece la memoria e l’altro senza traccia spariva dalla mente ed era come non fosse mai esistito.
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e invece anche il tempo è diventato flessibile perfino da un punto di vista oggettivo: di due fratelli gemelli uno è vissuto un anno in una stazione spaziale e l’altro sulla Terra, e i loro orologi hanno misurato due tempi diversi e quello in volo ha vissuto sei minuti di meno, perché il tempo dipende dalla velocità e questa lo accorcia, e non ce ne accorgiamo normalmente soltanto perché le nostre velocità sono incredibilmente da lumaca nella scala cosmica.
e così vivere su una montagna allunga la vita, anche se molto leggermente, perché più ti allontani dal centro della Terra, più cresce la tua velocità di rotazione e dunque rallenta il tuo tempo.
ma poi non è soltanto la velocità a influire sul tempo, ma anche la massa, e quanto più cresce la massa dell’oggetto dal quale si misura il tempo, tanto più questo scorre lentamente, così che dentro un buco nero, a gravità altissima, il tempo praticamente si ferma.
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ma questo destino il tempo lo condivide con lo spazio, che è altrettanto legato al soggetto che il tempo.
è la relatività, ragazzi, che è nata più di un secolo fa, ma ancora non abbiamo saputo assimilarla nella nostra visione del mondo.
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così ecco che la parola tempo ha perso il suo significato: il tempo assoluto non esiste, esiste soltanto il tempo relativo; per non dire che non esiste neppure lo spazio assoluto, e dunque è la realtà tutta intera che diventa relativa.
proprio quello che Lenin cercò di negare nel suo saggio Materialismo ed empiriocriticismo del 1909, che trasformò il marxismo del tutto in una religione del materialismo ottuso e del mondo oggettivo, grottescamente ammantata di pretesa scientificità:
religione paradossalmente effimera e divorata subito dal tempo…
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il mondo dunque è atrocemente complicato ed esistono tanti tempi diversi quanti sono gli osservatori, e solo in apparenza, alla piccolissima scala della vita umana, questi tempi coincidono e danno l’illusione di un tempo assoluto uguale per tutti.
ma che tempo ha allora dire che vediamo le galassie lontane “come erano” miliardi di anni fa? e fatichiamo anche a dire esattamente quanti…
che senso parlare di loro come se fossero immerse in un tempo assoluto e noi potessimo crederci ancora?
dove siano le galassie di miliardi di anni fa non lo sappiamo; l’unica cosa che sappiamo è che qui, “adesso”, ci arriva una luce che possiamo considerare vecchia di miliardi di anni, ma che esiste soltanto qui ed ora, nel momento in cui la osserviamo.
questo mondo, che atrocemente è soltanto probabile, è anche un mondo senza tempo, dato che l’infinità dei tempi soggettivi dissolve del tutto il tempo oggettivo che è soltanto una semplificazione mentale nostra, e lascia in vita gli infiniti tempi che sono soltanto un modo del soggetto di organizzare i dati della sua particolare esperienza.
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e noi, ecco che siamo il frutto dei tempi probabili e incredibilmente complessi, dove anche il nostro tempo si restringe, mentre andiamo a spasso anche soltanto in una frazione infinitesima dell’universo, che è come dire che si dilata se restiamo fermi, o meglio un poco più fermi.
ma allora se dall’inizio della vita di questo universo la sua massa è cresciuta, perché l’energia si è trasformata in materia, oppure al contrario è diminuita per il processo inverso, questo è come dire che, nel tempo, il tempo stesso non è rimasto uguale a se stesso ed è trascorso, più veloce o più lentamente, adattandosi e deformandosi a seconda… del tempo!
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il tempo che muore divorato dal tempo; e noi che viviamo in questo paradosso, per fortuna senza saperlo o almeno senza ricordarlo ogni momento.
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non so se c’entra, ma oggi ho modificato il mio profilo su questo blog:
era del 2015, e diceva:
mi piace cambiare e qui ricominciare.
tra Italia e Germania, ma sempre in giro per il mondo quando posso.
diverse culture, l’esperienza di 67 anni di vita, ma la curiosità che non è sazia ancora.
e il blog per provare a dare una parvenza di centro alla mia voglia di conoscere e di riflettere.
ora è diventato:
una volta tra Italia e Germania, ma ora in una casa in montagna in Val Sabbia, ma sempre col sogno di andare in giro per il mondo quando posso.
diverse culture, l’esperienza di 7 decenni di vita, ma la curiosità che non è sazia ancora.
e il blog per provare a dare una parvenza di centro alla mia voglia di conoscere e di riflettere, effettivamente un poco disordinata.
era, effettivamente, tempo di cambiarlo.
Ecco il mio solito commento fuori tema. Se non sbaglio, il tempo “accelera” man mano che ci si allontana dalla terra per l’influenza della massa. Non c’entra la differenza di velocità di rotazione fra oggetti che sono a quote diverse che sono fra loro fermi.
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non mi pare che sia un commento fuori tema.
il tempo non è assoluto, è relativo; il tempo assoluto è soltanto una semplificazione della mente umana legata al carattere quasi impercettibile del diverso modo di scorrere del tempo in diversi oggetti, alla scala della nostra esperienza.
il tempo è legato alla velocità, quindi, se misurato dalla Terra, un oggetto che ruota attorno al nostro pianeta ed è legato ad esso, ha un tempo un poco più lento quanto più è lontano dal centro della Terra e dunque, rispetto alla Terra, ruota più velocemente.
ovviamente se il punto di osservazione del tempo fosse un oggetto che ruota alla sua stessa altezza, allora non si potrebbero misurare differenze di tempo fra loro due.
il tempo è anche legato alla massa, che lo rallenta; ma ovviamente, se lo misuriamo dalla Terra, la massa del nostro pianeta è sempre la stessa e dunque non possiamo cogliere l’influenza di questa.
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Rimane al fine solo il tempo un abbraccio…
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ABBRACCIO
Lassù oltre il cielo non c’è l’azzurro,
Solo gran nero,
Il sole non è già più
Dove ora lo vedi,
Le stelle poi
Chissà dove sono finite,
Colori e suoni sono solo
Traduzioni sensoriali d’onda,
Il tatto, pressione che cambia,
E la mente non è che elaborata memoria.
Adesso però dammi un abbraccio.
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