il camionista eroe – 287

invano lui cerca di dire che lo avrebbe fatto chiunque: fermare il camion sotto una pensilina da cui un ragazzo di 19 anni in lacrime sta per buttarsi, parlargli e aiutarlo a scendere.

si sbaglia lui: in Italia ci sono troppi stronzi che non lo avrebbero fatto per niente.

magari prima avrebbero verificato se era un immigrato; solo che questa volta l’immigrato è lui, il camionista, Gabriel Bocra Ianut.

ma non ho letto titoli come Immigrato salva un italiano.

meglio così, forse stiamo diventando normali e consideriamo un immigrato un essere umano come un altro.

. . . 

diversi anni fa, a Brescia, un uomo stava per buttarsi dal palazzo delle poste; mi trovavo in piazza anche io: molti, tra la gente che stava sotto, gridavano: e dai, buttati…, e sghignazzavano.

e non avevano ancora inventato i social:

oggi possibilmente filmerebbero il suicidio e si farebbero un selfie accanto al cadavere da inviare subito, per divertire gli amici.

. . .

i giornali dicono che il camionista è un eroe, e a me piacerebbe pensare, assieme a lui che è soltanto un uomo normale.

irresistibilmente viene in mente Brecht: Sventurata la terra che ha bisogno di eroi.

perché gli uomini normali si stanno semplicemente estinguendo.

brecht_aforisma

 


6 risposte a "il camionista eroe – 287"

    1. ciao, shera, e buona giornata.

      no, non è vero, secondo me, ma direi anche oggettivamente.

      l’eroismo è ben altro, è quando si gioca la vita.

      non confondiamo l’eroismo col semplice coraggio.

      e per restare umani, basta restare umani, e forse non serve neppure troppo coraggio, solo una volontà chiara.

      dire che occorre essere eroi è come dire che soltanto pochi resteranno umani e a prezzo della vita; ma dai!

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      1. Hai scritto di getto forse fraintendendo ! io credo che oggi e lo dico con grande tristezza sia molto faticoso e molto co.rag.gio.so rimanere umani nella melma che ci sta affondando trovando il coraggio di allungare la mano e aiutare chi sta un centimetro più sotto di noi.
        Mi sa che tu ed io Dobbiamo staccare la spina per un po’…

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        1. ma no, carissima shera, non drammatizzare una discussione molto normale e serena.

          non ho scritto di getto affatto, ho perfino lasciato passare una notte, figurati, e lungi da me l’idea di voler risultare aggressivo.

          credo soltanto che tu abbia usato una parola che ho sentito come troppo forte: eroismo.

          perfino coraggio lo ritengo un poco eccessivo, visto che non mi pare ce ne voglia troppo per restare se stessi: sarà perché da tempo ho imparato a separarmi dalle persone sgradevoli?

          e queste sono sempre esistite attorno a me, da quando campo: non le ha mica inventate Salvini; anzi, semmai sono loro che questa volta hanno inventato lui, dopo ben altre invenzioni…

          calma e gesso, dunque, e dritti tranquillamente per la nostra strada; il mio messaggio voleva essere questo, una rassicurazione, e non per fare polemica con te, ci mancherebbe.

          di nuova buona e serena giornata, e un abbraccio virtuale.

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          1. Ci vuole proprio coraggio e ti do un esempio un ragazzo normalissimo aveva una maglietta del cinema America dove vado anch’io e che è un cinema diciamo intelligente? Si trova in ospedale perché tre bastardi gli hanno imposto di togliersela.

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            1. forse la situazione di Roma è diversa da quella in cui vivo io, in terra leghista. chissà… – certo qui episodi di questo tipo non sono neppure immaginabili.

              eppure continuo a pensare, forse sbagliando, chissà, che quelli sono fatti eccezionali e che il coraggio ci vorrebbe soltanto se diventassero la norma.

              ma in questo caso – che, ripeto, non credo sia – i coraggiosi, se sono tali, farebbero bene ad organizzarsi per ricambiare il favore, come si faceva nel Sessantotto e a organizzare delle ronde per pestare i pestatori fascisti.

              solo questi chiamerei coraggiosi, ma non chiamiamo coraggioso chi porta una maglietta, per favore, e nel caso preveda di essere aggredito non si organizzi per difendersi, insisto sulla mia posizione.

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