ravanare Salvini – 302

ci sono episodi semplici che rivelano di colpo l’essenza della vita di un popolo, se soltanto ci si fa caso.

il ragazzo morto dissanguato mentre cercava per una bravata di entrare ad un rave non autorizzato che si svolgeva di notte in una università di Roma grida di colpo che cosa è davvero diventata la nostra università: un luogo di sballo.

e il ministro dell’interno che dice che questa morte è inaccettabile?

bello da dire, ma accusa se stesso.

. . .

non spetta al rettore contrastare l’illegalità, spetta al ministro dell’interno, se solo in Italia ce ne fosse uno.

ma quello che abbiamo fa tutte le parti in commedia e passa il suo tempo a fare comizi; poi, quando succede qualcosa che dimostra che il ministero non funziona, è velocissimo a scaricare la colpa su qualcun altro che non c’entra.

. . .

“Proprio il 13 giugno scorso, nel comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Roma, era stato affrontato il tema dei rave, e ora che ci è scappato il morto il rettore è chiamato a risponderne.
Domanderò al collega Bonafede quante denunce ed esposti sono fermi in procura e su quali scrivanie.
Mi aspetto che vengano ripristinate legalità e diritto allo studio per tutti, con la liberazione di ogni spazio occupato abusivamente e la sospensione di ogni attività illecita.
La pacchia deve finire per rispetto delle migliaia di studenti e professori che vanno in Università per imparare e lavorare, non per fare casino”.

oh, che bello: ecco di nuovo la pacchia salvininian; ora è quella degli studenti, dopo quella degli immigrati.

sembra che ogni persona che sta sui coglioni ai Salvini goda di una irresistibile pacchia: eppure quello che si abbuffa di Nutella e belle donne è lui, ce lo fa sapere ogni giorno.

ma la pacchia deve esserci solo per lui e per i suoi, per gli altri no.

e se fosse la pacchia di Salvini che deve finire?

comunque il rettore stia tranquillo: la sfuriata di Salvini è soltanto ad uso dei media e serve a far dimenticare il fatto che il responsabile è proprio lui, la prima gallina che canta…

. . .

ma la verità che questo episodio svela è che l’Italia soffre di troppo benessere, non di troppo poco, come ci raccontano ogni giorno.

la nostra cultura non è in grado di gestire un benessere di massa: è troppo abituata al benessere dei pochi e considera il benessere una cosa da privilegiati, non da gente comune, e assume comportamenti conseguenti, compresa la trasgressione dei privilegiati, che diventa di massa.

la nostra dolce vita è sempre stata un modello da guardare piuttosto che da vivere veramente per tutti.

nello stesso tempo la ricchezza, così invidiabile quando la dobbiamo guardare da lontano, rende infelici quando vissuta dal di dentro.

sembra che la massa benestante e rancorosa non lo abbia ancora capito; al contrario pensa di essere infelice perché non ha abbastanza ricchezza, cioè abbastanza infelicità.

questo non vale, evidentemente, per i milioni di persone che sono davvero in stato di povertà; ma non sono loro quelli che si lamentano; nessuno si occupa davvero di loro, ma l’obiettivo è la cosiddetta classe media, cioè i mediocremente benestanti e mediocremente infelici comunque.

. . .

per questo l’unica salvezza che abbiamo è un sano, drastico, ritorno ad una controllata povertà, equamente distribuita.

tranquilli, siamo sulla strada buona, quella della povertà di ritorno, non quella di una più equa distribuzione della ricchezza.

. . .

per curiosità e informazione, da vecchio bacucco, controllo che cosa è esattamente un rave su wikipedia, ma mi ricordo comunque che gli eccessi studenteschi risalgono almeno ai Carmina Burana del medioevo:

La parola rave deriva dal verbo inglese to rave, che significa “entusiasmarsi” ma anche “recriminare”.
Il ritmo prodotto dal suono di percussioni è alla base delle più antiche forme di ballo, presenti sin dalle culture più primitive e giunte sino ad oggi.
I free party, comunemente chiamati anche rave party o rave, sono manifestazioni musicali autogestite (quindi illegali in molti paesi) nate verso l’inizio degli anni ottanta, principalmente tekno, techno, goa, acid house, jungle, drum & bass o psy-trance, caratterizzate dal ritmo incalzante della musica e dai giochi di luce.
Si tengono di solito in spazi isolati, per esempio all’interno di aree industriali abbandonate o in grandi spazi aperti, come campi, cave, boschi e foreste, con durata variabile da una notte fino a più di una settimana.
L’esperienza di queste manifestazioni risponde all’esigenza di affermare una zona esterna alle dinamiche imposte dalle istanze economiche, amministrative e istituzionali che regolano la quotidianità dello spazio “pubblico” e di chi lo attraversa.

a parte la sbrodolata finale in intellettualese, l’idea che viene suggerita indirettamente è anche la nostra università sia sostanzialmente uno spazio abbandonato.

. . .

ma, detto questo, le feste, giovanili o no, sono parte insostituibile della cultura umana; scandalizzarsi perché se ne fanno è semplicemente grottesco, e forse fa perfino parte delle regole del gioco che le si debba fare, da giovani, trasgredendo le norme.

quindi, da un ministro dell’interno ci si aspetterebbe che si ricordi di essere tale e che intervenga per mantenere la trasgressione entro limiti accettabili; uno dei quali è che, se si vuol fare una festa all’università, questo può anche andare bene, ma si chiede il permesso.

se non lo fa, è un inetto.

. . .

e con questo, a proposito di rave, ho finito di ravanare Salvini.

un bacione anche a lui.

rave


7 risposte a "ravanare Salvini – 302"

  1. Controllata povertà per tutti???
    No grazie, io chiedo un equo benessere per tutti; benessere non è spreco o lusso, benessere e avere il necessario per una vita in dignità, libertà e serenità, uno spazio privato dove vivere, poter acquistare alimenti di qualità e poter pagare luce/acqua/gas senza patemi, poter frequentare librerie e teatri, uscire a cena almeno un gg settimana e poter fare almeno 2viaggi anno, non di lusso e magari vicini ma utili a spezzare la monotonia ed a respirare natura e/o cultura.
    Questa vita non costa poi molto, cosa aspettiamo ad ottenere per tutti minimo 1500euro netti mese??

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    1. ma certo, 1.500 euro al mese per tutti, che sarà mai.

      a parte che non ho capito bene chi li dovrebbe pagare, vogliamo fare un po’ di conti? 60 milioni di italiani, sono 90 miliardi al mese, cioè 1.080 miliardi l’anno…

      col PIL che abbiamo…: quasi 1.800 miliardi…, è già fatta, no?

      le entrate dello stato – se li deve pagare lui – sono meno di 540 miliardi.
      però bisogna toglierne 80, più o mento, per gli interessi sul debito; ma ne restano ancora 460!
      certo, c’è la spesa per l’istruzione, che – anche se è la più bassa in Europa, Grecia esclusa – è pur sempre poco meno di 70 miliardi, e la sanità pubblica gratuita, non vorrai mica rinunciarci, costa circa 115 miliardi… siamo rimasti a 275 miliardi.

      ma, senza entrare in altri dettagli, resta il fatto che il bilancio dello stato si mangia 640 miliardi l’anno: togliamo pure le pensioni e gli stipendi agli statali, che verrebbero riassorbiti, ma sono in tutto soltanto 210 miliardi l’anno versati dallo stato.

      potremmo anche abolire del tutto le Regioni, che ci costano 115 miliardi l’anno, come la sanità pubblica (lo dico solo per paradosso), arriviamo ad una disponibilità di 325 miliardi contro u fabbisogno di 1.080.

      ma poi non vorrai essere così egoista da limitare l’assistenza all’Italia! 1.500 euro al mese, per tutto il mondo, non saremo mica razzisti?
      per 7 miliardi e passa si persone: sono 10.000 miliardi al mese, 120.000 miliardi l’anno nel mondo…

      tu dici che tutti questi soldi non ci sono? non c’è problema: stampiamo dei mini-bot universali, validi in tutto il mondo…

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  2. Pare per altro che la festa non fosse affatto un rave. E comunque, il fatto che una persona cerchi di scavalcare una recinzione e ci rimetta le penne, per come la vedo io, è solo una tragica storia, non un fatto che in qualche modo abbia a che fare con la “legalità”, questo feticcio di cui sarebbe ora di liberarsi.

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    1. la stampa l’ha definita unanime un rave, forse per dare fin dall’inizio la giusta coloritura emotiva (secondo loro) alla faccenda.

      ma era una semplice festa sregolata, di quelle che gli studenti fanno da sempre? probabile; ma allora scavalcare la cancellata è stata soltanto una bravata, purtroppo costata cara.

      per niente d’accordo, invece, sul tuo sputo sulla legalità; discutiamo sui contenuti della legalità, questo è certo da fare, ma senza dimenticare che dove non c’è una legalità c’è l’arbitrio del più forte e che le plebi del mondo antico hanno dovuto lottare secoli per conquistarla: prima i nobili facevano quello che volevano.

      e non a caso il mondo dei social, che prefigura il futuro assetto politico del mondo, nelle intenzioni dei suoi proprietari, è un mondo senza legge o quasi (a meno che non sia quella che proibisce le nudità, ahah)

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      1. Ho letto proprio ieri mattina che probabilmente, invece, non era affatto un rave. Ma tanto sono abituato al mancato controllo delle fonti, tanto è “il Web” che ha inventato le fake news…

        Non sputo sulla legalità. Sputo sul feticcio della legalità, quello che vuole aumentare i poliziotti che girano nelle città essere l’unico modo per combattere gli stupri.

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        1. è la parola rave che è vaga…

          molto opportuna la seconda precisazione, direi che serviva proprio; questo uso distorto della parola legalità però serve a far passare le paure sulla sicurezza, del tutto artificiali, peraltro.

          e diciamo pure che far girare più poliziotti di notte per le città non protegge affatto le donne dagli stupri, semmai ne aumenta i rischi – battuta perfida…

          negli anni Sessanta i politici governavano diffondendo speranze (anche se spesso campate in aria); oggi campano sulla paura: la svolte è venuta nel 1994 quando Berlusconi vinse le elezioni agitando la paura del comunismo (che era finito in Europa da 5 anni).

          si vede che non hanno più speranze da vendere: vorrà pure dir qualcosa…

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