Salvini: quei senatori che non rispettano se stessi – 350

mi sono tenuto libero per seguire il dibattito al Senato sul tentativo di corruzione dei russi, operato da Salvini a Mosca ad ottobre per interposto Savoini (e non so se il genitivo “dei russi”, lì sopra, è soggettivo o oggettivo, meglio tutti e due contemporaneamente)

duri pure il sostanziale silenzio dei media e della stampa, ma io non scrivo per racimolare consensi: do la mia testimonianza di vox clamantis, contento anche soltanto che il deserto attorno a lei non sia proprio totale.

l’episodio è enorme, e mette in luce la natura corrotta di un movimento come la Lega, reduce dall’avere frodato lo stato di 49 milioni, e ora pronta ad incassarne sottobanco altri 65, ovviamente a spese di quegli italiani di cui il loro leader si riempie la bocca, ma che avrebbero pagato senza saperlo una cresta del 10%, cioè di 160 milioni, di cui altri 95 milioni sarebbero finiti agli intermediari russi (alla faccia del regime oligarchico di Putin!).

per dare un’idea è una cifra paragonabile al risparmio che farà lo stato italiano tagliando il numero dei parlamentari secondo la riforma costituzionale in dirittura d’arrivo.

che queste fossero pure e quasi divertenti millanterie dell’eterno film di Pierino che è diventata la politica italiana, sarebbe da dimostrare; ma certamente chi ne parlava non lo faceva per finta o per passare giocosamente il tempo.

e questa è la cosa enorme, su cui grava un silenzio mediatico troppo interessato.

. . .

dunque, eccomi al momento atteso, e subito tutto supera le mie più perfide immaginazioni.

non solo il principale accusato non si presenta in aula dicendo che ha meglio da fare, come se fosse il Re Sole.

ma si è perfino rifiutato di rispondere ad una richiesta di informazioni del presidente del Consiglio, e quindi non sappiamo ancora se è stato il Ministero dell’Interno a pagare il biglietto aereo a Savoini per andare a Mosca ad ottobre; ma il silenzio ostinato fa dubitare di sì.

naturalmente il nostro capo del governo si sta affannando a spiegare che non era la prima volta che Savoini era accreditato con Mosca, visto che aveva partecipato a Roma anche al pranzo con Putin il 4 luglio, ma che in ottobre Savoini non aveva alcun incarico ufficiale, anche se l’incontro era stato organizzato direttamente dal Ministero dell’Interno:

bella foglia di fico! lo avesse avuto, il reato di corruzione internazionale sarebbe stato evidente, almeno per lui.

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e poi ci spiega abbondantemente che cercare di far pagare sottobanco dai russi la Lega, cioè il partito del Ministro, da parte di uno al seguito del Ministro, non cambia la politica estera dell’Italia.

solo che, per dirlo, Conte deva anche dire che quell’incontro di ottobre era fra forze politiche, la Lega e il partito di Putin; e qui casca, o dovrebbe cascare l’asino, perché allora come mai l’ha organizzato il ministro dell’Interno?

altro abuso di fondi pubblici a fini privati di partito?

così come quando Salvini convoca i sindacati a Palazzo Chigi (e quelli ci vanno), per poi dire che l’incontro era della Lega?

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di fronte a questa domanda inquietante, Conte svicola, in cerca di pannicelli caldi:
“Mi adopererò perché tutti i miei ministri e gli altri membri del governo vigilino con massimo rigore affinché negli incontri governativi siano presenti solo ed esclusivamente persone accreditate ufficialmente che siano tenute al vincolo della riservatezza.
Questo per avere la massima garanzia che le informazioni riguardante l’attività di governo siano gestire con la massima cura”.

a noi veramente interesserebbe che cura ancora maggiore venisse posta nella circolazione del denaro sottratto con la corruzione politica.

ci penserà la Procura di Milano, si spera.

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ma la giornata delle meraviglie non finisce qui, anzi siamo soltanto all’inizio.

perché Conte esordisce dicendo di essere lì per il profondo rispetto che nutre nei confronti di quest’Aula.

ma l’Aula non nutre lo stesso rispetto né per lui né per se stessa.

i banche dei 5Sedie sono per la maggior parte vuoti.

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il capogruppo dice che è perché “lo stesso rispetto sarebbe stato necessario dal diretto interessato che doveva venire qui”: ma ci sarebbe un modo molto più semplice di dimostrare questa insoddisfazione, ed è di votare la mozione di sfiducia al ministro.

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questa mozione, alla fine e finalmente, il Partito Democratico l’ha presentata; ma qui il ridicolo si assomma al ridicolo; perché è Renzi soprattutto che si è battuto per questo  (diamogli questo merito, stavolta), ma poi voleva essere lui a illustrarla all’aula.

non si rende conto di essere il cane appestato che contamina tutto quello che tocca, e che avrebbe messo in una luce semplicemente putrida questa mossa.

e siccome al vertice PD qualcuno è arrivato a rendersene conto e quindi hanno incaricato un altro, ecco Renzi, il cane pazzo, che per dispetto si premura di farlo sapere, ma con la sua solita mente contorta:
“Avevo chiesto di poter intervenire contro Salvini a nome del Pd. La cosa ha suscitato polemiche interne dentro il partito da parte dei senatori vicini alla segreteria. E siccome ritengo assurdo che nel giorno in cui Salvini deve parlare dei suoi guai, una parte del Pd attacchi me, ho deciso di rinunciare all’intervento. […] Penso anche che non valga la pena dividersi su questo”.

non dargli l’incarico di relatore ufficiale significa attaccarlo?

se Renzi fosse un politico e non un narciso innamorato di se stesso, sarebbe stato ben contento del successo politico di avere portato il Partito Democratico a presentare quella mozione che rifiutava ancora ieri.

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un populista peggio dell’altro: in che mani si sono messi gli italiani.


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