Kashmir: colpo di stato in India – 356

è difficile che io riesca a spiegare fino in fondo il profondo senso di depressione che mi ha preso a leggere quel che è avvenuto in India; né tanto meno presumo di riuscire a comunicarlo o addirittura a condividerlo con qualcuno – forse il mio umore è troppo cupo in questo periodo, ma ho i miei perché.

il primo ministro indiano Modi è stato massicciamente rieletto alle ultime elezioni poche settimane fa, su una piattaforma politica nazionalista e autoritaria, del tutto al passo con i tempi.

sì, la nuova destra mondiale avanza perfino nell’India nata come gandhiana, pacifista e in larga parte vegetariana: non si fa eccezione neppure lì.

e questo sarebbe già un primo motivo di depressione.

ma veniamo al secondo.

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parte bene esplicitata del programma elettorale di Modi era la fine dell’autonomia dello stato Jammu e Kashmir, che comprende, tra i suoi 12 milioni di abitanti, la regione del Kashmir, in ampia parte di religione islamica oggi.

fu governata dai sikh, attraverso una loro dinastia, dal 1820 al 1947, sotto il dominio coloniale inglese, ma una parte è rivendicata dalla Cina, che l’ha anche occupata, ponendo fine di fatto ad ogni contenzioso per quanto la riguarda: anche la guerra con l’India del 1962 riguardava un’altra regione contesa.

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fu l’ultimo maharaja, Hari Singh, a scegliere il 27 ottobre 1947, con una lettera nota come Instrument of Accession, di cedere il suo stato all’India, piuttosto che al Pakistan, creato nella parte a prevalenza islamica; nella sua risposta, il 27 ottobre 1947, il governatore inglese dell’India, accettò l’offerta, ma con questa precisazione:
“E’ desiderio del mio governo che non appena la legge e l’ordine siano stati ripristinati in Jammu e Kashmir e il suo terreno liberato dall’invasore, la questione dell’adesione dello Stato dovrebbe essere risolta con un riferimento al popolo.”

da questa frase ambigua nasce una disputa sulla pelle degli abitanti del Kashmir che vorrebbero passare al Pakistan: questo considera quella clausola vincolante, l’India no, e comunque si è sempre rifiutata di svolgere questo referendum, anche perché il suo esito sarebbe scontato.

in ogni caso alla regione è stata data una larga autonomia, sancita dalla Costituzione indiana, entrata in vigore il 26 gennaio 1949, art. 370.

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il primo ministro Modi l’altro giorno ha abrogato questo articolo della Costituzione con un suo decreto; e da adesso gli stati sono diventati due, distinti: Kashmir e Jammu; e il Kashmir sarà amministrato direttamente dal governo centrale federale.

avete capito bene: con un decreto del governo!

è come se in Italia Salvini domani mattina decidesse di cancellare con un suo decreto legge di ministro dell’Interno, l’autonomia dell’Alto Adige – Sued Tirol o di dividere in due regioni diverse la regione separandolo dal Trentino.

i procedimenti per cambiare la Costituzione sono ben diversi, anche in India.

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il decreto è stato accompagnato dall’espulsione immediata, di 29mila turisti, dall’arresto dei principali esponenti politici del Kashmir, con l’accusa di essere pericolosi per il solo fatto di esistere, più il blocco di internet e l’imposizione del coprifuoco.

una sfida a quel popolo, al Pakistan e un passo già quasi cruento verso la guerra, dove talebani e islamisti potranno sfogarsi a loro piacimento e raccogliere consensi..

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è chiaramente un atto totalmente illegale, ma condotto con la forza e l’arroganza del consenso ricevuto.

è un atto che di fatto trasforma l’India in una dittatura della maggioranza.

pessimo auspicio per altre maggioranze e per quello che potrebbero fare nel mondo, e perfino quando non sono maggioranze, ma solo minoranze ben determinate a combinare disastri costituzionali e d’altro tipo, come da noi.

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ma non è soltanto per questo che quel che accade mi deprime.

questo è un avvenimento che mi fa capire che l’India, che ho visitato sette volte e dalla quale manco da otto anni, e che sognavo finora di tornare a visitare almeno ancora una volta, non c’è più.

ma è il mondo dei diritti delle minoranze, dell’umanità, della solidarietà, che sta tramontando in tutto il pianeta, per cedere il posto al mondo della prepotenza militarista, dell’arroganza del più forte, dell’oppressione di chi non è conforme.

e questo succede perfino nell’India che era sinora, forse soltanto superficialmente, gandhiana.

non potrò più andare in India, come sognavo, e il Kashmir, che non ho ancora visto, era tra le mete immaginate.

ma non posso dare il mio consenso, anche solo indiretto, a un paese così stravolto da quello quello che amavo.

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dieci anni fa esatti, in questi stessi giorni di agosto, ero nel mio più lungo e significativo viaggio in quel subcontinente: sto giusto ripubblicando, sul mio secondo blog attivo, i miei resoconti di viaggio di allora; qualcuno vuole un assaggio? (abbastanza violento, in effetti…)
https://corpus0blog.wordpress.com/2019/08/06/lindia-e-orribile-2a-parte-bortolindie-43-xiv-18b-11-agosto-2009-750/

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ma il problema non è soltanto che non è più la mia India: l’India che amavo nelle sue contraddizioni.

questo non è più neppure il mio mondo…, e c’è un modo solo di non frequentarlo più.


12 risposte a "Kashmir: colpo di stato in India – 356"

  1. L’auspicio finale è sinistro. Ma lo comprendo, nonostante la differenza d’età. Ed il tuo articolo mi fa capire anche che, se le destre, queste destre, trionfano, è perché si alimentano l’una con l’altra: i nazionalisti indiani alimentano il fondamentalismo islamico, che alimenta… “ma perché non si danno una punta tra di loro e non se la risolvono senza rompere il cazzo a noi?” (Cit.).

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    1. quello finale non è un auspicio, tutt’altro: è un piccolo rito apotropaico, una forma di scongiuro; non comprenderlo troppo, sei troppo giovane per potertelo permettere 😉

      se ci fosse un modo perché i sovranisti diversi del mondo si scannassero tra loro, appoggerei entusiasticamente le loro idee, nella prospettiva di vederne radicalmente ridotto il numero.

      va però detto anche che questi sono tutti la parodia di se stessi e scimmiottano il fascismo senza pensare minimamente a praticarlo davvero in tutti i suoi lugubri e pesantissimi effetti: il mondo è cambiato ed anche i barbari umani non sono più quelli di una volta…, le guerre sono diventate principalmente economiche (Medio Oriente a parte), e le violenze verbali sono di gran lunga preferite ora che anche il manganello e l’olio di ricino sono diventate metafore virtuali.

      e alla fine un selfie è il gesto concreto più eversivo che un sovranista oggi riesca a fare: non mitizziamoli troppo, non facciamogli questo favore, sono dei miserelli.

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  2. beh… l’India potrebbe sul serio non esistere più. Con 140 testate nucleari per parte direi che si può generare il più grosso buco del cu*o del pianeta. Aspettiamo la risposta del Pakistan… date le circostanze potrebbe non potersi sottrarre all’azione militare.

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            1. se una guerriglia ha un vasto appoggio di popolo e un solido retroterra esterno, è invincibile: gli USA non riuscirono a piegare il Vietnam neppure mandandoci 550.000 soldati.

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              1. certo, ma gli americani non controllavano già il Vietnam prima dello scoppio della guerra. Poi non avevano arrestato gli esponenti del governo locale. L’India sta veramente lasciando poche strade percoribili al Pakistan. L’operazione blitz alla russa funziona parecchio bene.

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                1. certo che gli americani controllavano il Vietnam del Sud: avevano i loro governi fantoccio e diverse migliaia di consiglieri militari già prima di invaderlo, aumentando poi via via il contingente, vedendo che non ne venivano a capo…

                  la guerriglia avvenne in questa parte del paese, allora diviso in due stati diversi (come il Kashmir, fra l’altro) e nel sud gli americani non potevano catturare gli esponenti del governo locale, semplicemente perché erano loro uomini; ma trovarono anche l’opposizione del clero buddista, per dire quanto la loro occupazione fosse impopolare; comunque Kennedy, un mese prima di essere ammazzato a sua volta dalla CIA (ritengo), fece in tempo a far liquidare il generale che era a capo del governo lì, dato che era incapace e odiato.

                  se pensi alle tremende difficoltà che tuttora gli americani, e non altri, trovano a liquidare l’ISIS, appoggiato soltanto da una parte della popolazione, potrai renderti conto che probabilmente la mia analisi è vera.

                  anche lo Yemen sta resistendo ai sanguinosi e tremendi attacchi congiunta di americani e sauditi.

                  sì, la guerriglia è una brutta bestia, quando ha un vasto appoggio popolare…

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                    1. l’India è già stata colpita da diversi attentati islamisti (da noi poco conosciuti), che hanno provocato centinaia di morti.

                      ricorderai certamente il più vistoso, quello al più grande hotel di Mumbai, il Taj Mahal, ma non è stato l’unico.

                      il successo nazionalista di Modi è anche legato alla storia di questi attentati nell’ultimo decennio e a un sentimento anti-islamico della maggioranza hindu che ho potuto riscontrare già nel mio viaggio lì del 2005-06.

                      aggiungi che un quarto della stessa popolazione dell’India è islamica; quindi Modi ha deciso di giocare col fuoco.

                      1947: l’indipendenza dell’India fu una tragedia di dimensioni bibliche con milioni di morti nella guerra civile tra hindu ed islamici…, e l’ultima vittima fu Gandhi stesso, ucciso da un estremista hindu perché non sufficientemente anti-islamico, secondo lui.

                      e l’India sta per diventare lo stato più popoloso del mondo (guerra civile imminente permettendo).

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