#Giuseppi e il killer americano di Salvini – 388

questo mio post è un monumento alle scelte inopportune, ma mettetelo nel conto della mia vocazione pedagogica (verso i miei lettori; come a dire, della voglia di rompere le palle per un presunto fin di bene):

vorrei trasmettere diciamo pure delle lezioni si metodo su come analizzare l’attualità politica per non essere fregati dalla propaganda più o meno occulta e indotti a pensare cose insensate solo per la forza dei condizionamenti che subiamo.

in particolare vorrei dedicare questo post a qualche caro amico che ne dà esempio quasi tutti i giorni: spero che vi si riconosca da solo, senza bisogno di chiamarlo per nome, cosa che alla fine potrebbe risultare involontariamente offensiva.

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in particolare sgradevole dovrebbe sembrare, se fosse questa la mia intenzione, la mia voglia di lodarmi da solo per tutto quello che ho scritto di Salvini da quando è improvvisamente apparso sui nostri schermi fino al momento nel quale improvvisamente tramonta.

ma qui invece si tratta di stabilire la regola n. 1 del retto giudizio politico: che è il valutare di persona, de visu, l’andare a guardare letteralmente in faccia – nei limiti del possibile.

se qualcuno mi segue con costanza sa già che fin dall’inizio l’ho considerato uno stupidotto senza arte né parte, e potrebbe perfino ricordarsi che questo giudizio nacque da una mia presenza casuale in piazza del Duomo a Milano il giorno del suo comizio conclusivo della campagna elettorale 2018.

di fronte all’eloquio torpido e sonnolento, capace di indurre sonnolenza anche nell’ascoltatore, a me pareva incredibile che si potesse dare credito ad una mente simile.

https://corpus15.wordpress.com/2018/02/25/salvini-il-democristiano-bolso-e-i-diritti-dei-pochi-70/

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la seconda regola fondamentale è non credere ai media: li dobbiamo subire, è vero, perché rappresentano il tessuto connettivo informativo della nostra società, e non tutti hanno la mia vocazione all’eremitaggio come forma di igiene mentale.

però se io leggo Repubblica o il Corriere devo sapere in ogni momento che cosa rappresentano, che cosa vogliono i loro padroni, quale è l’obiettivo che questi perseguono, e compiere continuamente un atto di indipendenza critica da loro, ripetuto ad ogni notizia che leggo.

ad esempio, in questi giorni è chiaro come il sole che i poteri reali che controllano la stampa, sono, tutti, ferocemente contrari al governo che sta nascendo, il più a sinistra della storia degli ultimi settant’anni: e il loro modo di dare le notizie e, se occorre, anche di inventarsele, è funzionale a logorare fin dall’inizio il suo consenso.

la campagna martellante sul mercato delle vacche in corso, fino a che punto è reale e fino a che punto inventata?

non è forse normale che in una fase di trattativa per la formazione di un governo si discuta anche di incarichi e ministeri? in una certa misura sì.

ma l’isterismo indotto con una ridda di voci, che poi spesso risultano infondate, è una precisa manovra di destabilizzazione.

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faccio un esempio ancora: la consultazione sulla piattaforma Rousseau per la scelta del Movimento 5Stelle, comunque si voglia giudicarla (e io la giudico molto male), non è comunque semplicemente OVVIA, vista la storia di quel movimento?

perché demonizzarla? gli altri partiti convocano i loro organi statutari, questi consultano direttamente i loro militanti in quel modo; ma è colpa loro se da decenni non c’è mai stata quella legge che regoli la vita dei partiti politici secondo criteri costituzionali, visto che è la Costituzione a prevederli?

chi abbocca al presunto scandalo di una consultazione della base che cos’è, se non una persona facilmente manovrabile da argomenti inconsistenti?

persona onesta, via via indotta, per mancanza di argini critici verso quel che legge, ad aderire alla voglia di elezioni per consegnare il paese alla destra, che i padroni del vapore auspicano e diffondono in tutti i modi – anche se con scarso successo, occorre aggiungere.

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è applicando queste due prime leggi auree che ho azzeccato il giudizio per Salvini, pur se per mesi ho dovuto chiedermi, nell’isolamento della mia valutazione, se stavo per caso dando i numeri io.

per mesi ho dovuto chiedermi perché tanta gente per bene contribuiva al successo di Salvini, facendo clamore attorno alla sua immeritevole figura di omuncolo lanciato dai media e in particolare da quei nemici del popolo (e non del populismo soltanto) come Repubblica e il Corriere che sono la voce delle classi dirigenti occulte e vere di questo paese.

sono abituati da anni ad inventarsi il personaggio che serve a respingere o meglio a cancellare addirittura i bisogni degli strati bassi (dal loro punto di vista) della nostra società, e Salvini gli serviva per arginare quel tanto di popolare che i 5Stelle esprimevano in chiave populista.

un caro amico giorni fa mi manda un SMS per dirmi:
Comincio a sperar k tua opinione su anguillone sia giusta 🙂

io gli rispondo:
fidati, è un minus habens, e probabilmente si fa anche di coca – ma questo non posso dirlo pubblicamente.

a parte l’ultima gratuita illazione, che è soltanto una metafora letteraria, che tuttavia spiegherebbe l’entusiasmo tra simili e il successo tra i troppo numerosi amanti della coca del nostro paese, per il resto fino a qui non trovo che ci sia particolare motivo di vantarsi di avere visto giusto.

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ma la terza regola e la più importante, che mi sento di consigliare ai miei lettori per valutare la realtà politica, è di non guardarla mai in un’ottica ristretta, ma di collocare quello che avviene in una logica internazionale.

e questo lo si può fare soltanto assumendo l’abitudine di dare uno sguardo giornaliero alla stampa di altri paesi: si ristabilisce l’equilibrio delle proporzioni, e si riceve un aiuto importante a guardare in maniera critica i media locali.

di questo aspetto, invece, sento di potere andare, un pochino, effettivamente orgoglioso.

la mia idea che dietro la caduta di Salvini ci fosse la mano americana nasce dal fatto che tutte le grandi svolte politiche italiane sono avvenute su input americano, come ho ricordato qualche post fa.

https://corpus15.wordpress.com/2019/08/10/lega-e-trump-e-maduro-la-battaglia-ditalia-363/

l’Italia del dopoguerra, tuttora sotto occupazione (taciuta) di truppe e basi americane, assomiglia tragicamente in questo alla rissosa Palestina della predicazione di Jeshu e delle vane rivolte degli zeloti, nell’impero romano del primo secolo.

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l’appoggio esplicito venuto a Conte, per una volta degradato a Giuseppi, addirittura direttamente dall’imperatore Trump, chiude, come la conclusione di un teorema, le premesse di questa crisi, che restavano oscure, fino a che le guardavamo dall’interno della foresta (ricordarsi Mao: chi si perde a guardare gli arbusti non riuscirà mai a vedere la foresta).

rimane da capire la causa di questa rottura così rapida, visto che certamente anche l’ascesa di Salvini, un anno fa, era stata voluta dagli americani.

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credo che dobbiamo riflettere meglio sulla precedente caduta di Bannon negli USA: c’è voluto del tempo per digerirla e lui è riuscito sinora a farsi passare come longa manus occulta del presidente; forse lo è anche stato per qualche tempo, anche senza più l’incarico ufficiale di  membro del Consiglio per la Sicurezza Nazionale (dal 5 aprile 2017) e da capo stratega, consigliere di Trump, da cui fu rimosso nell’agosto 2017; e tuttavia la sua influenza è andata via via riducendosi, ed ora è nulla.

lo mostrano le crisi parallele del governo di destra austriaco e di quello italiano, a poche settimane di distanza, e con le stesse modalità: scandali di corruzione e trattative con gli oligarchi russi mandate in pasto alla stampa; e Orbàn, l’ungherese, rientrato rapidamente nei ranghi del Partito Popolare Europeo, per salvarsi.

in modo molto provinciale in Italia le elezioni europee sono state considerate un grande successo di Salvini per la percentuale considerevole dei consensi raccolta; ma sono state in realtà la sua disfatta.

tanto che la scelta di far cadere il governo giallo-verde-nero, per tentare di andare alle elezioni, è stata la mossa improvvida e disperata di un uomo accerchiato: a breve lo vedremo invischiato in un mare di processi, che gli faranno passare la voglia di mojito.

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e qui viene una quarta regola, forse persino superflua: non dimenticare mai che la democrazia è una farsa, che le opinioni degli elettori sono ampiamente pilotate, che gli equilibri di potere non nascono nel parlamento, ma fuori, e il parlamento viene chiamato a registrarle e confermarle.

conquistare voti è utile, ma non decisivo.

la Lega per Salvini rimane il partito più popolare fra gli italiani, pur se sempre radicalmente minoritario, ben più di Berlusconi ai suoi tempi d’oro; la destra è chiaramente in maggioranza, soprattutto qui al Nord, dove, in certe valli come la via, miete consensi fino al 70%; eppure questo non basta per governare.

la globalizzazione è in crisi, ma forse la prospettiva di una catastrofe globale per la guerra dei dazi la sta riportando nel ruolo di male inevitabile (o bene, a seconda dei punti di vista) – ma il sistema internazionale delle alleanze no.

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Conte, il leader che appariva opaco in Italia, si è costruito su questo piano la sua credibilità internazionale; debole e rassegnato alle intemperanze del Capitone beone, in apparenza, ha saputo tessere la sua tela.

e alla fine, per liberarsi dell’incomodo invadente, non ha avuto neppure bisogno di sporcarsi le mani.

i cowboy esistono per qualcosa, no? e il killer di Salvini, che sorpresa…, si chiama Trump, come avevo già indovinato, ma senza capire ancora bene perché.

Donald Trump campaigns in Miami, Florida


10 risposte a "#Giuseppi e il killer americano di Salvini – 388"

  1. Leggo la Repubblica solo al lunedì ma non mi sembra molto contro il governo che si farà…
    per il resto certo non siamo isole, ma Salvini si è fatto fuori da solo (sempre che sia effettivamente morto come tu dici: prima o poi le elezioni si faranno, lo vedremo lì, specie dopo qualche mese di opposizione che gli riesce meglio che governare…): l’ha fregato Renzi più che Trump, che vuol fregare anche il suo segretario ed il suo partito; nelle prossime settimane ne vedremo delle belle, compreso il vecchio film della sinistra o quel che ne e’ rimasto che si fa l’opposizione da sola.
    Io continuo però a ritenere che non ci può mettere insieme solo per non andare a votare perché altrimenti vincerebbe l'”altro”: quando poi gli altri saremo noi che succederà?
    Comunque Giuseppi avrà il bel daffare anche a questo giro… poi però avrà finito i ballerini: ci rimane solo mr. B, ma non credo sia il suo tipo.

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    1. insomma, secondo te non ne ho azzeccata una, ahha, e riproponi convintissimo la narrazione dei media. 😉

      be’, mi consolo che almeno io Repubblica la leggo online tutti i giorni e almeno su questo punto dovrei risultare più attendibile di te.

      quanto al resto dico solo due cose:

      1 – basta cambiare la legge elettorale e renderla proporzionale per decretare la fine politica di Salvini, se non ci penseranno gli americani a farlo fuori, nonostante adesso si sia messo quatto quatto.
      Salvini è già in calo e non ha mai veramente superato un terzo dei consensi dei votanti: un po’ troppo poco per chiedere i pieni poteri, non ti pare?
      faccio conto che questo sia uno dei primi provvedimenti che il nuovo governo vorrà prendere.

      2 – l’alleanza tra PD e 5Stelle è sempre stata a mio parere la soluzione vera ai problemi italiani, se riuscirà a fondere il meglio dei due movimenti e non il peggio: ma in questo secondo caso fallirà; il PD in effetti ce l’ha messa tutta, ma per ora la maionese non è ancora impazzita.

      per il resto a ogni giorno politico la sua pena: sinistra e 5Stelle sono tuttora maggioranza di questo paese; la loro alleanza sarà ancora più forte dopo i disastri di questi 15 mesi di delirio.

      ovviamente è Repubblica e il resto della stampa padronale che trasmette l’idea (che anche tu ripeti) che questa alleanza è fatta soltanto contro Salvini e magari aggiungi anche tu: per le poltrone; è invece una alleanza che andava fatta sei anni fa e che ci restituisce il respiro solidaristico e umanitario della nostra sacrosanta Costituzione, calpestata e offesa a sangue in questi mesi di sofferenza finalmente finita.

      innaturale era l’alleanza tra 5Stelle e destra fascistizzante, piuttosto: ce lo siamo dimenticati, forse?

      avremo altre pene, indubbiamente, ma la fine della sconcezza del governo salviniano e del pericolo di vederlo diventare regime grazie ad una legge elettorale incostituzionale sembra passato.

      resta ancora lo scoglio della consultazione su Rousseau, e potrebbe ribaltare le cose; ma almeno la maggioranza vera del paese, che non è ancora totalmente fascistizzato, ha dato un segnale di vita.

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      1. A me sembra che stimi un po’ troppo sia i 5S che il PD…
        L’elettorato dei 5S per buona metà, e forse più, non è affatto di sinistra, ed in molti (compresi i parlamentari) hanno anche una vaga idea di quello che succede nel mondo.
        Del PD abbiamo detto tutto: una volta tanto do ragione a Cacciari, non è così che si battono gli avversari politici.
        Ma loro gli avversari politici ce li hanno al loro interno, figurarsi se gli interessano gli altri.
        Che si potesse fare nel 2013 hai ragione, e fu colpa dei 5S (e di Napolitano) se non si fece; si sarebbe dovuta fare nel 2018 e non si è fatta per Renzi.
        Addirittura la legge elettorale proporzionale mi tiri fuori! Quando l’ultima legge l’ha fatta il PD… Va bene che la gente ha la memoria dei criceti, ma qualcuno che gli ricorda le cose ci sarà, hai voglia…
        Mi tocca tirar fuori quella vecchia réclame: Dura minga, dura no…

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        1. ecco, vedi? alla fine su troppe cose ci troviamo d’accordo, nonostante le apparenze:
          l’alleanza tra PD e 5Stelle (sempre stata mia stella polare) si poteva fare – dici – nel 2013, e fu colpa dei 5S (e di Napolitano) se non si fece; si sarebbe dovuta fare nel 2018 e non si è fatta per Renzi.
          d’accordissimo, e dopotutto l’anno scorso il primo partito con cui i 5Stelle trattarono fu il PD, e fu atto di responsabilità loro, dopo il rifiuto di Renzi, accordarsi (anche se malamente, col senno di poi) con la Lega, per venirne fuori.

          solo una precisazione di dettaglio: non fu colpa dei 5Stelle il fallimento del 2013, ma del PD, disposto a trattare soltanto su un appoggio esterno dei 5Stelle ad un governo suo, ma in realtà incline ad un accordo con Berlusconi, come poi effettivamente ci fu.

          la legge proporzionale dovranno proporla e già se ne parla, se vogliono sottrarre l’Italia a Salvini; poi la destra faccia un fronte compatto e vinca pure le elezioni fra 4 anni.

          Cacciari non mi risulta che dica proprio quello che dici tu: questa è la caricatura delle sue posizioni che fa Libero.

          se dura o non dura, chi lo può sapere? il mondo è in un tale movimento… – intanto quello che non è durato è Salvini, che ha perso 15 punti di popolarità, dicono i sondaggi, sempre fasulli, d’accordo; ma questo desiderano quelli che li commissionano e questo avranno.

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          1. Eppure Cacciari l’ho sentito stasera (su Blob a dire la verita’) ed era un suo intervento ad Agora’…
            Nel 2013 i 5S non erano assolutamente pronti, ricordo lo streaming, lo sfotto’ a Bersani… sì il PD chiedeva, dato che un governo insieme era impossibile, un appoggio esterno su un minimo di programma condiviso, ma dire PD e’ esagerato, quanti PD c’erano e ci sono? Capaci di dividerci sul nuovo presidente (e si fossero scissi o suicidati allora sarebbe stato un atto di chiarezza, almeno) ma i 5S non sanno fare politica adesso, figurarsi allora…
            Napolitano comunque voleva le larghe intese, forse aveva ragione, alla fine.
            Comunque ormai e’ andata come e’ andata, siamo pure sopravvissuti, nemmeno ci speravo…

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            1. d’accordo con te su tutto o quasi (Cacciari, con cui mi trovo quasi sempre d’accordo, mette in guardia sui rischi, soprattutto, mi pare; non è lui che ha sostenuto da anni la positività strategia di un accordo PD 5Stelle? si è assunto la parte del vecchio rompicoglioni, un po’ come me, ma non credo che sia contrario per principio a questo accordo, o almeno non è questo che capisco dai suoi interventi però non ho sentito quello di cui parli tu, e quindi hai di sicuro ragione tu; in questo caso devo dire che non capirei però la coerenza di Cacciari).
              il punto di dissenso netto è sulla ragione che dai a Napolitano sulle larghe intese del PD con Berlusconi, quelle che hanno impedito a Prodi di diventare presidente della repubblica, per il tradimento occulto di una bella fetta dei suoi, quella renzina quella dalemiana, ovviamente, per una volta concordi nella solita selezione dei peggiori in atto in quel partito.
              quelle larghe intese sono state cinque anni persi per l’Italia, hanno impedito ogni rinnovamento, hanno caricato lo stato di spese elettorali senza senso (gli 80 euro), e prolungato la paralisi del paese e la crescita del debito che stiamo pagando adesso.
              Napolitano è stato, a parere mio, il peggiore presidente della repubblica della nostra storia, peggiore perfino di Gronchi, ma ovviamente ti risparmio la lista dei miei post dove l’ho argomentato, visto che sarebbe sufficiente a sostituire tutta wikipedia.

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  2. Senza stampa effettivamente libera nessuna democrazia è possibile, il gregge è manipolabile e facilmente riconducibile a pascoli tossici, ma in effetti esiste , fuorviata tanta
    BRAVA GENTE

    C’è anche tanta brava gente nel gregge.
    Non ha strumenti.
    Cieca, crede
    Che il lupo sia pecora altra.

    Perché così è stato tramandato
    Detto, insegnato,
    Consigliato, comandato,
    Imposto, divulgato, inculcato,
    Intimato, prescritto, declinato,
    Ingiunto, sentenziato, sostenuto,
    Sussurrato, cantato, urlato.

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    1. la stampa potrebbe essere davvero libera solo se lo stato si assumesse l’onere di finanziare l’informazione, in teoria.

      ma basta guardare la RAI, dove questo avviene, per capire che si cadrebbe dalla padella nella brace.

      è difficile trovare una soluzione: un tempo pensavo che la rete dei blog autogestiti avrebbe potuto costituire una alternativa, ma oggi è chiaro anche che la stampa non è libera per il motivo non secondario che la gente NON VUOLE essere libera: essere liberi è un impegno molto gravoso ed affidarsi a qualcun altro è decisamente più comodo.

      quindi la domanda su come possa essere libera l’informazione, se la gente ha scelto di non esserlo, rimane senza risposta.

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