il suicidio referendario di Salvini – e altre note di politica per rovinarsi l’inizio settimana – 416

la fervida mente del dentista Calderoli l’ha partorita e l’opaca mente di Salvini ha adottato la proposta, ma l’idea di un referendum sulla legge elettorale per abolire la quota proporzionale ed eleggere deputati e senatori tutti col maggioritario – come in Inghilterra! -, credetemi, o Mattei, è una puttanata.

primo, perché il referendum porta male, a te come all’altro Matteo, e s’è già visto.

secondo, perché non basta cercare di evitare la raccolta delle firme e dire, giustamente, che bastano cinque consigli regionali a chiederlo: poi queste cinque Regioni devi anche trovarle, perché, ovviamente, Berlusconi ha già detto di no: mica è fesso a suicidare del tutto il suo partitello, comunque si chiami adesso.

e dunque, se le cinque regioni non partono, tu fai di nuovo la figura del pirla e devi metterti a raccogliere le firme.

poi non basta, il quesito deve essere giudicato ammissibile dalla Corte di Cassazione e sappiamo già che non potrà esserlo.

un criterio chiaro che segue la Corte, quando si abroga una parte di una legge, è che quel che risulta deve risultare immediatamente applicabile, altrimenti ci sarebbe il rischio, qui, di non avere più una legge elettorale e di non potere votare fino a che il parlamento non integra o rinnova la legge; e che cosa succederebbe se poi il parlamento non riuscisse a farlo?

e quindi non basta abrogare la quota proporzionale, devi poi ridefinire in positivo i collegi uninominali, cosa che nessun referendum abrogativo può fare.

e alla fine, ammesso e non concesso che si vada a votare, devi anche raggiungere il quorum:

e te lo immagini il 50% più uno degli elettori che va a votare un referendum per darti i pieni poteri? – perché poi di questo si tratta.

. . .

insomma, un altro passo falso: un ruggito del leone per tenere buoni i tuoi, se il rosario o la madonnina non bastano.

vero che sono di bocca buona e ti applaudono sempre, ma questa mossa inefficace dice che stai soltanto cercando di trattenerli.

la stampa democratica ti gonfia ancora più che può, come sta facendo da due anni; ma la tua è soltanto una battaglia difensiva per limitare le perdite.

. . .

ma c’è un lato positivo della proposta di Salvini: che chiarisce finalmente e per sempre che il proporzionale è di sinistra, perché cerca la migliore rappresentanza delle opinioni popolari, nelle loro articolazioni e diversità, e il maggioritario è di destra, perché vuole affidare il comando ad un gruppo solo.

(e qui ci sarebbe molto da aggiungere, ma spero che arrivi qualche commento, per le discussioni più analitiche nella risposta).

. . .

ma passiamo al Matteo numero 2: vuole farsi il suo partito, e sarebbe ora!

lo scrivo per la soddisfazione di essere l’unico a dirlo: la stampa democratica si strappa i capelli; lo farebbe anche Zingaretti, se potesse; io no, approvo.

ci sarà il problema della competizione con Calenda, due galli nello stesso pollaio; ma sono problemi vostri. e ora spiego perché sono così favorevole a un partito renzo-calendario. 😉

possibile che non si riesca a vedere la situazione politica italiana nel quadro di quella europea?

quali sono gli schieramenti in Europa, tali dovrebbero essere anche in Italia.

. . .

e dunque ci sono:

i Conservatori e Riformisti Europei: da noi Fratelli d’Italia, e va bene.

Identità e Democrazia; da noi la Lega, e va bene anche qui.

e questi due gruppi sono l’opposizione di destra nel parlamento europeo e in quello italiano; funziona.

. . .

poi ci stanno i partiti al governo in Europa:

al centro-destra ci sta Renew Europe, che comprende il vecchio gruppo dei liberali e altri, con Macron; e in Italia non lo rappresenta nessuno; e proprio qui dovrebbero collocarsi, in una prospettiva europea, Renzi e Calenda: riempiano questa casella e faranno cosa utile sia a noi sia all’Europa.

poi ci sta, sempre al centro-destra, il Partito Popolare Europeo; da noi il partito di Berlusconi, comunque si chiami al momento, e la Suedtiroler Volkspartei; e va bene anche questo, a parte la straordinaria debolezza di Forza Italia/Partito delle Libertà; l’unica stranezza è che in Europa sono al governo e da noi i berlusconiani stanno all’opposizione con la destra e la SVP no.

al centro-sinistra ci sta il secondo schieramento politico europeo per consistenza, l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, pure al governo dell’Europa, e qui da noi ci sta il Partito Democratico; bene, i conti tornano se il nostro PD si ricorda più spesso del suo nome.

sono questi i tre gruppi politici che governano l’Europa; ma da noi con l’appoggio dei 5Stelle, che non hanno una collocazione europea, e sono risultati determinanti.

. . .

all’opposizione a sinistra, in qualche modo, in Europa ci stanno i Verdi – Alleanza Libera Europa, che in Italia non hanno rappresentanza, ma la casella potrebbe essere bene occupata dai 5Stelle, ora che hanno rotto l’indegna alleanza con Salvini.

anzi, visto che sono stati determinanti, dovrebbero forse far pesare i loro voti per aprire la maggioranza europea ai Verdi, che ne sono stati esclusi – e la cosa a me sembra molto grave.

la Sinistra Unitaria Europea rappresenta infine l’opposizione di sinistra vera e propria nel parlamento europeo; in Italia questa corrente non ha eletto rappresentanti al Parlamento Europeo col gruppo di Liberi e Uguali, a differenza che nel precedente, nel quale entrò per il rotto della cuffia, perché è occupata da decenni in lotte intestine terribilmente avvincenti per chi le fa.

l’anomalia italiana è che adesso anche l’estrema sinistra, rappresentata al parlamento nazionale, è al governo da noi, grazie all’incubo Salvini, che ha riportato in vita uno dei gloriosi fronti uniti antifascisti del passato, e speriamo che funzioni, anche se l’avvio non è entusiasmante.

naturalmente, in un proporzionale nazionale o nelle europee, con lo sbarramento, non avrebbe senso che l’estrema sinistra si presenti da sola – a mio parere – se è assolutamente certa di disperdere i voti, ed è meglio che confluisca elettoralmente sullo schieramento che ritiene più vicino per i suoi obiettivi.

. . .

insomma, voglio dire: si renda rigorosamente proporzionale anche il sistema elettorale delle nostre politiche, come lo è già per le elezioni europee, e non sarà più un problema la frammentazione del Partito Democratico in due tendenze politiche diverse di centro sinistra e di centro liberale; e se poi occorre, col PD elettoralmente confluisca elettoralmente pure l’estrema sinistra, ma mantenendo sempre una distinzione precisa negli obiettivi.

ma occorre che il sistema elettorale diventi rigorosamente proporzionale e anzi, possibilmente, questo sia perfino ancorato in Costituzione, anche se al momento lo sconsiglia il fatto che proprio questo consentirebbe a Salvini un referendum costituzionale senza quorum, che potrebbe rimetterlo in gioco.

ma al momento si faccia in fretta questa legge, in maniera che, per governare, i Salvini del presente e del futuro abbiano comunque bisogno di fare alleanze e questa renda un poco più difficili i pieni poteri e l’uomo solo al comando di fascistica memoria.

. . .

meglio ancora se poi si allarga la riflessione per arricchire il sistema parlamentare con forme di democrazia diretta, non saprei se dir meglio svizzere o sovietiche; ma vale la pena di ricordare che l’aspirazione alla democrazia diretta è costitutiva della sinistra fin da quando è nata ed è connaturata a processi rivoluzionari dove davvero le masse popolari sono state protagoniste.

DEMOCRAZIA-diretta-Rousseau-image

 

 


6 risposte a "il suicidio referendario di Salvini – e altre note di politica per rovinarsi l’inizio settimana – 416"

  1. Renzi con il suo partitino ufficiale minacciando terrà sulla corda il governo per ottenere spostamenti a destra pro PIL, Confindustria, chiesa …saranno nuovamente beghe o, meglio detto, scazzi su ogni provvedimento annunciato visto anche che sono partiti senza un vero programma definito.
    Molto dipenderà comunque dai sondaggi…

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    1. tutte considerazioni giuste: Renzi è sempre stato la longa manus di Marchionne, che peraltro non c’è più, e neppure tanto della Chiesa, o quantomeno non più di altri; ma anche De Bendetti lo ha scaricato, e inoltre, come competitore ha Calenda, molto più credibile di lui.
      dunque la sua è una patetica manovra di potere senza grande respiro; in ogni caso è meglio, per me, che cerchi di condizionare il PD da fuori che da dentro; però al punto attuale cercherà di farlo soprattutto a favore di se stesso: e dunque, sostanzialmente: chi se frega!

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    1. richiamo più che opportuno, quello a Mariotto Segni, detto Mario, che tuttavia era di destra, come del resto il padre, che fu presidente della repubblica, e non lo ha mai nascosto, nonostante un periodo di alleanza tattica con le forze del centro-sinistra; ma nel 1999 fuse il suo movimento con Alleanza Nazionale.

      il vero mistero è piuttosto come mai queste sue idee hanno trovato e tuttora trovano spazio a sinistra, tanto che i padri stessi del Partito Democratico, Prodi e Veltroni, tuttora si spendono contro una riforma della legge elettorale in senso proporzionale.

      l’argomento che usano si è rivelato in realtà palesemente insussistente: affermano infatti che il sistema prevalentemente maggioritario spinge a formare liste sostanzialmente alternative fra loro e garantisce la governabilità con la maggioranza data a quella che prevale.

      in realtà, come bene si è visto – e proprio a partire dalle esperienze di Prodi – la necessità di prevalere porta ad imbarcare dentro le liste anche esponenti con idee molto difformi; si aggiunge che il sistema politico italiano è diventato sostanzialmente tripolare e dunque la maggioranza dell’una o dell’altra lista è abbastanza casuale: disastrosa esperienza delle elezioni 2013.

      in realtà il trasformismo dei deputati si manifesta tanto col proporzionale quanto col maggioritario, e lo si sarebbe dovuto contrastare con adeguati cambiamenti dei regolamenti parlamentari – cosa che ha fatto un poco soltanto Grasso col Senato alla fine della scorsa legislatura.

      è un fatto di costume, anzi di malcostume, politico, che non si cambia semplicemente con una legge elettorale.

      che poi il sistema maggioritario garantisca la stabilità dei governi anche nei periodi di forte crisi politica è un’altra favola, come ben dimostra la sua catastrofe attuale con la brexit nel Regno Unito.

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  2. Per le ragioni da te indicate, che Renzi faccia il suo partito va benissimo. Basta che (causa sfavorevole distribuzione dei sottosegretariati) non gli venga l’idea di togliere l’appoggio al governo da lui stesso promosso… altrimenti ci risiamo col rischio elezioni con questa legge elettorale …

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