Occhio !!!
Non sono crocus, sono i velenosissimi colchici.
Giustamente fioriscono in autunno e non in primavera (subito dopo lo sciogliersi della neve). Sono molto più grandi e solo rosa violetto, detti anche falso zafferano.
Il fornaio di Piazza Tebaldo, scambiandoli, ne ha mangiato i bulbi e ci ha lasciato le penne.
Provare per credere…
ecco i vantaggi di avere un esperto vicino, amico di blog e nella vita!: un commento azzeccato che distruggerebbe il post, se non fosse poetico.
io lascio crochi lo stesso: certo, potrei mettere colchici, nel titolo e nel verso; ma poi come salverei l’ultimo verso, e in sostanza l’haiku stesso?
dopotutto anche Leopardi, si parva licet…, si inventò il mazzolin di rose e viole, assolutamente impossibile dal punto di vista botanico.
che fossero velenosi, comunque lo sapevo già; e me lo confermano asini e mucche, che con plurimillenaria sapienza si guardano bene dal brucarli; mi stupisce il fornaio, comunque: non immaginavo potessero essere addirittura mortali.
A Trento tempo fa morirono due turisti per lo stesso motivo.
Tra l’altro dal colchico si ricava un antinfiammatorio potentissimo, la colchicina: pharmacon in greco eccetera eccetera :-).
pharmacon, veleno…
incredibile il tutto, mi sto facendo una cultura; non è molto che ho imparato a riconoscere anche la cicuta nei prati…
chi lo direbbe che passeggiamo ignari tra l’arsenico dei prati, come chiamano il colchico, e il veleno che uccise Socrate…
giusto: la natura è bastarda, nel senso originario del termine; è il frutto di un adulterio fra la bellezza e la crudeltà, ed è sinonimo di insensatezza.
(temo mi sia uscito di tastiera un borforisma, cavolo!)
Occhio !!!
Non sono crocus, sono i velenosissimi colchici.
Giustamente fioriscono in autunno e non in primavera (subito dopo lo sciogliersi della neve). Sono molto più grandi e solo rosa violetto, detti anche falso zafferano.
Il fornaio di Piazza Tebaldo, scambiandoli, ne ha mangiato i bulbi e ci ha lasciato le penne.
Provare per credere…
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ecco i vantaggi di avere un esperto vicino, amico di blog e nella vita!: un commento azzeccato che distruggerebbe il post, se non fosse poetico.
io lascio crochi lo stesso: certo, potrei mettere colchici, nel titolo e nel verso; ma poi come salverei l’ultimo verso, e in sostanza l’haiku stesso?
dopotutto anche Leopardi, si parva licet…, si inventò il mazzolin di rose e viole, assolutamente impossibile dal punto di vista botanico.
che fossero velenosi, comunque lo sapevo già; e me lo confermano asini e mucche, che con plurimillenaria sapienza si guardano bene dal brucarli; mi stupisce il fornaio, comunque: non immaginavo potessero essere addirittura mortali.
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A Trento tempo fa morirono due turisti per lo stesso motivo.
Tra l’altro dal colchico si ricava un antinfiammatorio potentissimo, la colchicina: pharmacon in greco eccetera eccetera :-).
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pharmacon, veleno…
incredibile il tutto, mi sto facendo una cultura; non è molto che ho imparato a riconoscere anche la cicuta nei prati…
chi lo direbbe che passeggiamo ignari tra l’arsenico dei prati, come chiamano il colchico, e il veleno che uccise Socrate…
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Vallo a dire a quelli (Cristo, quanti ne vedo in Pronto Soccorso…) che credono che naturale significhi buono.
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giusto: la natura è bastarda, nel senso originario del termine; è il frutto di un adulterio fra la bellezza e la crudeltà, ed è sinonimo di insensatezza.
(temo mi sia uscito di tastiera un borforisma, cavolo!)
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Non è autunno solo una tardiva primavera 🙂
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appunto, mio dio! 😉
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Eh….
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non siamo in Nuova Zelanda, eh? 🙂
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