s-brexit: l’umorismo inglese – 459

qual’è la differenza fondamentale fra l’accordo negoziato con l’Unione Europea dalla May, la precedente prima ministra conservatrice inglese (posso chiamarla così?), e quello definito dal suo successore Johnson, che tanto l’aveva criticata? – lo hanno annunciato oggi.

praticamente nessuna, salvo un piccolo dettaglio.

in sostanza l’Irlanda del Nord resta  dal punto di vista commerciale nell’Unione Europea – come previsto anche prima – (e i prodotti che vi entrano dovranno quindi rispettare gli standard dell’Unione), anche se politicamente continuerà a fare parte del Regno Unito – fino a che il Regno Unito tiene: tutto identico alla soluzione approvata dalla May.

ma questo status particolare dell’Irlanda del Nord che nel primo accordo, quello May, era provvisorio – valido, si diceva, fino a quando non si fossero trovate soluzioni tecniche diverse per i controlli alla frontiera -, nella seconda ipotesi di accordo che ora ritorna al Parlamento inglese, quella Johnson, diventa definitivo, salvo il diritto dell’Irlanda del Nord di cancellarlo, a partire dal 2024.

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questo significa che le future (eventuali) dogane fra l’Unione Europea e il Regno Unito non saranno al confine tra queste due realtà, cioè tra l’Irlanda, membro dell’Unione Europea, e l’Irlanda del Nord, membro del Regno Unito, bensì dentro il Regno Unito, fra l’Irlanda del Nord che ne è membro, e il resto del Regno Unito.

le merci che circoleranno nel primo dovranno essere sottoposte alle leggi europee, mentre quelle che circoleranno in Inghilterra, Galles e Scozia (ammesso che questa resti a farne parte) avranno invece degli standard diversi, decisi dal Regno Unito, ma soltanto per tre delle sue quattro parti.

e chi controllerà che siano rispettati gli standard europei per le merci inglesi che entreranno nell’Irlanda del Nord? ma ovviamente dei doganieri inglesi, ca va sans dire.

capite perché parlo di umorismo inglese?

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palesemente, quindi, Johnson ha concesso all’Unione Europea molto di più di quello che aveva concesso la May: si è messo nell’angolo con le sue stesse mani, per l’urgenza di non perdere la faccia per la sua promessa di uscire dall’Unione Europea comunque, a giorni, fra due settimane esatte.

non che i nord-irlandesi questi non lo capiscano; e infatti hanno detto che non ci stanno; si aggiunga che Johnson ha espulso un bel po’ di deputati dissidenti del suo partito, e dunque è lontanissimo dall’avere una maggioranza nella Camera dei Comuni per fare approvare questo mostricciattolo di accordo.

la cosa invece potrebbe piacere moltissimo agli scozzesi, che per una buona metà, oggi probabilmente abbondante, non sognano che di andarsene dal Regno Unito – a differenza dei nord-irlandesi protestanti –, e dunque potrebbero chiedere che la stessa dogana venga posta al confine tra Scozia e Inghilterra, meglio ancora se perché la prima è diventata uno stato sovrano ed è entrata a far parte dell’Unione Europea a pieno titolo…

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quindi adesso per i prossimi sviluppi abbiamo due scenari davanti, entrambi spassosi, dal punto di vista dell’umorismo inglese.

il primo è che l’accordo Johnson venga bocciato dopo i mesi passati per la rinegoziazione.

probabile: perfino Farage, il brexiter per eccellenza, ha dichiarato che è meglio un altro rinvio che questo accordo.

ma il secondo scenario, ancora più spassoso, è che una parte dei laburisti, quelli più favorevoli alla brexit, voti a favore e dunque passi un accordo ben peggiore per loro di quello della May che hanno bocciato tre volte.

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e gli scenari successivi?

toccherà poi all’umorismo continentale, soprattutto nel primo caso, che è allo stato attuale il più probabile; ed anche qui le ipotesi sono due, una più ridanciana dall’altra.

la prima è che l’Europa conceda un’altra proroga ancora, anche se non è nemmeno sicuro che qualcuno la chieda dall’altra parte; e la seconda è che un qualunque cavallo pazzo nell’Unione Europea dica: adesso basta con la farsa e dunque si arrivi all’hard brexit, senza che nessuno la voglia, neppure Johnson, che ci ha costruito su la sua fortuna politica.

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in ogni caso, il divertimento è assicurato, soprattutto perché l’accordo negoziato tra l’Unione Europea e il Regno Unito ha cercato di tutelare al massimo la libera circolazione delle merci e ha lasciato invece al suo destino la libera circolazione delle persone.

quindi, dal mio punto di vista – che spero condiviso anche dai miei sparuti lettori -, la cosa più divertente di tutte è che questo accordo salti ancora una volta, sperando che sia anche l’ultima.

e questo dipende soltanto dai laburisti inglesi, a questo punto, sempre che non abbiano il loro Renzi di turno, che passa dall’altra parte…

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17 risposte a "s-brexit: l’umorismo inglese – 459"

    1. lui, direi, qualche giorno ancora (ma è una scommessa): meno ancora di Salvini.

      però, guardando a Trump o a Renzi, mi pare che al quadriennio nessuno arriva…

      è interessante la questione che poni; la risposta è semplice e tautologica: è l’instabilità, ragazzi!

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    1. sei più esperto di me sulla questione, indubbiamente.
      ma esistono strumenti (non dico militari) per imporre il rispetto dei debiti contratti da uno stato, se questo decide di non farvi più fronte?
      il Fondo Monetario Internazionale fino a che punto potrebbe intervenire e come?
      e non ho capito il riferimento agli interessi, visto che sarebbero loro a doverli pagare…; intendi che qualcuno potrebbe imporgli anche il pagamento degli interessi sul debito non restituito? e, di nuovo: chi?

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      1. I “debiti” (tra Stati) vengono SEMPRE – compensati –
        l’argomento è complicato da esporre.
        Me ne sono occupato (‘in senso operativo” addirittura) sui titoli tedeschi – razziati in Germania nel 1945 tra gli altri dall’URSS – che erano stati compensati con un trattato a Londra negli anni 60/70.
        Un vero rompicapo. Eppure lo “risolsero”.

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        1. interessante, molto.
          tremo, però, a continuare: verrò definito rompiballe, indubbiamente, dall’uomo d’azione, ma mi restano dei punti oscuri.
          gli esempi fatti riguardano titoli, cioè precisi attestati di prestiti concessi.
          il rapporto fra Regno Unito e Unione Europea è diverso: noi non abbiamo in mano titoli inglesi che devono essere rimborsati al legittimo proprietario, ma impegni a contribuire al bilancio comunitario negli anni a venire assunti con leggi inglesi valide nel Regno Unito, che potrebbero anche essere cancellate unilateralmente.
          naturalmente questo sarebbe un duro colpo in generale alla credibilità del Regno Unito come interlocutore economico, ma si può dire, nel caso, che qualche istituzione economica sovranazionale potrebbe sanzionare questo comportamento? e come?
          oppure, forti di un appoggio americano, con tutti i sottintesi del caso, gli inglesi potrebbero metterci tranquillamente davanti al fatto compiuto?
          come vedi, sto rifacendoti la domanda, ma rispondi solo se ti va, e senza troppe battute personali contro di me, please… 😉

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          1. Nessuna battuta (scusami per “semplificare”)….
            Un riconoscimento statale ad un progetto, a dei programmi industriali,finanziari etc non necessita di una materialità.
            Es.: partecipare a progettare, costruire, etc. una nave da guerra, un palazzo, un aereo implica fondi pubblici (e privati ), quindi impegni a pagare, restituire, retribuire etc etc.
            Spero di essere esaustivo (senza presunzione: l’argomento è siderale per le implicazioni politiche,istituzionali – anche militari)
            saluti cordiali

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            1. sì, quindi, in sostanza, capisco che anche qui si sta sulla fiducia e sulla buonafede che, per una persona perbene, è il bene più prezioso, e così dovrebbe essere anche per gli stati.
              ma quando gli stati vengono guidati da imperatori pazzi come i Trump e i Johnson, per non parlare dei nostri inaffidabili nanerottoli nostrani, può reggere un sistema simile di rapporti civili, oppure torneremo al clima di intrighi, congiure, voltafaccia che hanno fatto la storia dell’umanità per secoli e e millenni?
              mi pare che siamo già avanti un bel pezzo su questa strada…

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              1. Momentaneamente il sistema tiene (deve tenere).
                Ma scoppierà in un altro punto NEVRALGICO: la differenza tra Economia e Finanza. … (il sistema capitalistico )
                la finanza è di molto molto. .più, molto!
                Della “economia “esplodera’” e condurrà ad una guerra di “risorse”.
                Noi non ci saremo ma… i ns nipoti se la dovranno godere

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                1. intanto prendiamo atto che Johnson il bullo aveva dichiarato varie volte che non voleva pagare neppure una sterlina degli impegni contratti con l’Unione Europea, e invece adesso si è impegnato a farlo; e se ora sono 33 miliardi di euro, invece che 39, come aveva sottoscritto la May, è soltanto perché, intanto che decide cosa fare, il Regno Unito ne ha già pagati 6.

                  sugli scenari futuri non ti sapevo catastrofista (ragionatamente) come me, anche se forse ancora un pochino meno di me.

                  silenziosamente gli stati stanno ritirando tutte le riserve d’oro che avevano depositato negli USA per prepararsi meglio al collasso prossimo; l’Olanda che ne è straordinariamente ricca li deposita addirittura al centro di una base militare; vari altri segnali di una nuova crisi vicina, che avrà nuovamente al centro il mostruoso debito mondiale, del tutto insostenibile, e che inevitabilmente dovrà essere cancellato, con conseguenze inevitabili.
                  ma il cuore della crisi saranno indubbiamente gli USA, che oramai assomigliano sempre di più all’URSS dell’inizio degli anni Ottanta.

                  sul futuro più in là ancora, quello che noi due non vedremo, temo che la lotta spasmodica per le risorse riguarderà, comunque, più i figli che i nipoti.

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                    1. Lovelock prevedeva per fine secolo una cinquantina di milioni di esseri umani in precaria sopravvivenza attorno al Circolo Polare Artico; poi si è smentito o lo hanno fatto smentire.
                      non so se i nipoti ci arriveranno, visto che dovrebbero avere dagli 80 ai 90 anni; auguriamogli una vita decente o almeno tollerabile, prima almeno, sui monti sui quali io cominciato a fare da battistrada.
                      ma sarà dura perché anche qui sopravviveranno soltanto i più adatti, e non sono quelli che pensiamo noi.

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                    2. nessuno considera che il riscaldamento progressivo non di fermerà per miracolo alla fine del secolo, ma proseguirà.
                      e dunque l’esito finale più probabile è l’effetto Venere, con temperature di centinaia di gradi.
                      del resto la Terra è oramai vicina al limite della fascia di abitabilità del sistema solare, cioè a meno dell’1% della sua misura totale dal bordo del calore eccessivo, e questo vorrà pur dire qualcosa: l’effetto serra è dunque più l’effetto che la causa di questa situazione (a parere mio, spiegato anche altrove meglio).

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  1. E’ una bella telenovela però!
    Gli inglesi stanno facendo una figura di c… e me ne rallegro altamente.
    L’Europa deve solo aspettare: stanno facendo tutto da soli… di rinvii ne hanno avuti anche troppi: escano, paghino quello che devono pagare, e bye bye…

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    1. il fatto è che nel caso dell’hard brexit non pagherebbero neppure i debiti che hanno liberamente sottoscritto.

      conoscendo un pochino la mentalità nazionale, non ho nemmeno grandi dubbi che il principale motivo per cui hanno bocciato il piano May è che si impegnava comunque a pagare il debito verso l’Unione Europea; e chissà che non sia questo, alla fine, a fargli cambiare idea.

      a me comunque che passi il piano Johnson sembra altamente improbabile…

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