mi piacciono i Salvini in scatola – 560

sarebbe un errore di prospettiva pensare che a mettere in scatola Salvini siano state le Sardine che ne sono appena uscite.

brave loro, comunque, se anche soltanto hanno dato l’apparenza di riuscire a tanto.

e ora Salvini deve provare rimettercele entro, auguri!

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il merito del nuovo Salvini in scatola, tutto buon senso e moderazione di linguaggio (come chiedono, anzi pretendono, le Sardine), è invece tutto di Trump che lo ha scaricato, puntando al momento su Conte, ma in attesa della investitura ufficiale della Meloni, che avverrà a gennaio, con l’invito alla Casa Bianca.

ed ecco un Salvini inedito, che cerca di salvarsi la pelle proponendo, fino a che è in tempo, un governo di unità nazionale – senza la Meloni, naturalmente, che, altrettanto ovviamente, protesta, lei la prescelta; e si tira fuori, decretando la crisi della destra (che non farà rumore…).

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la proposta di Salvini andrebbe esaminata molto seriamente, altro che congiura del silenzio, precipitosamente calata a sinistra e appena appena scalfita nelle ultime ore; e se non altro per spaccare la destra – dai, devo essere proprio io a insegnare la tattica?

ma c’è qualche stratega politico in giro per l’Italia? (a parte Prodi, che però è necessariamente contrario, e Cacciari, che però è un poco bisbetico come me).

ora provo a farlo, non so bene a pro di chi.

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Salvini propone un governo di unità nazionale, facendo intendere che sarebbe favorevole anche a eleggere Draghi presidente della repubblica fra due anni (o capo del governo subito) e accettando anche una legge elettorale proporzionale (che peraltro Prodi e i demokrat a vocazione maggioritaria vedono come il fumo negli occhi).

ma, con questo, che fine farebbe il referendum che ha proposto proprio lui, assieme al resto della destra, per realizzare un sistema maggioritario secco, all’inglese, per intenderci, cioè alla Boris Johnson?

carta straccia; ma del resto anche Salvini sa bene che è una mossa solo propagandistica e che la Corte Costituzionale potrebbe farlo passare solo rinnegando tutte le sue sentenze precedenti sul tema.

sotto traccia, del resto, la proposta di Salvini significa anche la piena accettazione dell’orizzonte europeista, che invece salterebbe con una leadership della Meloni sulla destra maggioritaria italiana.

la Meloni nuova leader del centrodestra italiano sarebbe il colpo finale di Trump contro l’Unione Europea, del resto sempre più fragile.

per questo la proposta di Salvini va esaminata molto seriamente.

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senza entrare troppo nei dettagli, Salvini propone cinque temi sui quali il governo di unità nazionale dovrebbe concentrarsi:

risparmio, politiche di crescita, giustizia, infrastrutture e salute.

to’, manca l’immigrazione…

ma era chiaro che quello era solo un argomento acchiappa-citrulli e che non è un vero problema dell’Italia: il vero problema migratorio è invece l’emigrazione, come mostrano anche i dati recenti dell’ISTAT: 70mila italiani che se ne vanno in media ogni anno, e per la maggior parte laureati: un salasso di intelligenze e cultura.

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è difficile capire come siano state definite queste cinque priorità, ma balza subito all’occhio un paio di mancanze enormi: l’ambiente e il lavoro.

che non sono due emergenze opposte l’una all’altra, ma dovrebbe essere affrontate l’una in funzione dell’altra, creando lavoro in funzione dell’ambiente e difendendo l’ambiente con strategie che creano lavoro.

ma vediamo i cinque capitoli base, secondo il vangelo salvinista, di un governo di unità nazionale – che per il resto a me pare proprio l’ultima ancora di salvezza di questa classe dirigente oramai totalmente dissestata.

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1. difendere il risparmio? è un obiettivo che sta in Costituzione, quindi da condividere; però gli ultimi anni ci hanno abituati al fatto che dietro questo slogan passa la difesa degli interessi dei banchieri, che si sono rivelati i peggiori nemici del risparmio: da chiarire.

2. politiche di crescita: vuol dire poco o niente: di quale crescita? se intendiamo la crescita della produzione di merci, allora non ci siamo, dato che questa confligge con la difesa dell’ambiente e la lotta al collasso climatico, che non a caso manca tra quegli obiettivi: da chiarire.

3. giustizia: è una parola che non mi piace troppo in bocca alla destra; spero che Salvini non stia cercano di costruire una Santa Alleanza per la difesa dalla giustizia dei truffatori dello stato come lui; da chiarire.

4. infrastrutture: si può essere favorevoli soltanto alla costruzione di infrastrutture che servano alla lotta contro il riscaldamento globale, ad esempio spostando il trasporto di merci dai mezzi su gomma alla ferrovia, molto meno inquinante; e per ogni opera occorre una attenta valutazione della sua utilità a migliorare il bilancio delle emissioni di gas serra; da chiarire.

5: salute: tutto e niente, che cosa vuol dire metterla tra i cinque obiettivi fondamentali? esiste una emergenza salute in Italia? da chiarire anche questo.

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insomma, non si sfugge all’impressione di obiettivi più propagandistici che convinti, buttati lì quasi a caso e puntando soprattutto a fare colpo.

ma il veleno sta nella coda: e subito dopo, tornare a votare…

che battuta fenomenale: subito dopo che cosa? dopo avere risolto le cinque emergenze? auguri!

ma poi, se questo favoloso governo di unità nazionale è in grado addirittura di risolvere questi problemi in qualche mese, perché non tenercelo ancora per un po’?

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siccome non siamo nati ieri, è abbastanza evidente che questa iniziativa nasce da un accordo sotto traccia con Renzi, per buttare giù Conte il prima possibile, dato che i sondaggi mostrano che è l’unico politico sulla piazza più popolare di Salvini, e che potrebbe dargli del filo da torcere in eventuali elezioni anticipate.

tutto il resto sono vaghe promesse che in politica non valgono nulla.

però – ripeto – a queste proposte non si risponde col muro del silenzio, ma andando a vedere le scatole, pardon, le carte di Salvini, fino a che ne ha ancora qualcuna in mano…, e provando a creare crepe nel muro della destra.

image

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ho finito.

chissà perché mi ostino a fare l’opinionista politico con me stesso: troppo fuori da ogni tipo di coro…

e con un post come questo mi candido a fare l’en plein dei dissensi, non ho dubbi.


2 risposte a "mi piacciono i Salvini in scatola – 560"

  1. Mi ero perso questa uscita o apertura di Salvini, ma non starò nemmeno a perderci tempo a ricercarla, mi fido…
    io la Meloni leader del centrodestra proprio non la vedo, anche se i voti della Lega al centro-Sud possono spostarsi benissimo su qualcuno che le spara più grosse di Salvini (ma i Fratelli d’Italia non mi sembrano così fantasiosi).
    Sui 5 punti che dire, crescita, infrastrutture (che vuol dire? Strade? Treni?) Sanità come? Come la sanità ciellina lombarda?
    Draghi anche no, grazie.
    E chi c’è rimasto? Ah, la difesa del risparmio: cominciassero a ridarci i 49 milioni.
    Però devo dire che su questi punti, così vaghi, il centrodestra è abbastanza unito (a parte forse Draghi), e anche un pezzo degli “avversari” potrebbe concordare.
    Ma che vadano a…

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    1. appunto, hai colto l’essenziale: una parte dell’attuale maggioranza (vedi Renzi) concorda completamente con le posizioni della destra (per non parlare di Di Maio), ma chiaramente Renzi non può, e forse non potrà mai entrare a fare da ruota di scorta per dare la maggioranza alla destra in questo parlamento: farebbe perdere troppi voti.
      la proposta del governo pseudo unità nazionale è l’unica strada che resta per tentare di creare una situazione in cui i 5Stelle siano totalmente neutralizzati in quel tanto di istanze anti-sistema che gli sono rimaste attaccate addosso…
      questo governo è così inviso alla classe dirigente reale del paese che farebbero carte false pur di liberarsene: è il più a sinistra, per dir così, che ci sia mai stato in Italia dopo i due di Prodi… e stanno cercando di liberarsene al più presto come hanno fatto con gli altri due: ora poi è anche più facile, almeno in apparenza.,..

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