forse una volta i vecchi sembravano saggi perché acquistano la capacità di vedere come bambini anche gli uomini adulti meno vecchi di loro?
saggezza che non vale più niente nel mondo del consumismo sfrenato e della socializzazione online: qui anche gli adulti si sentono e si comportano perfettamente da bambini, manifestando in ogni modo la loro gioiosa mancanza di maturità.
e qui è ben difficile anche diventare vecchi saggi: perché non puoi diventare vecchio se resti sempre bambino.
Io ne faccio semplicemente una questione quantitativa. Una volta i vecchi erano pochissimi e selezionati dalla dura vita e quindi esprimevano punti di vista necessariamente diversi dalla maggioranza che era dei giovani. Il punto di vista insolito era quindi definito “saggezza”. Oggi è il contrario. Non credo che la qualita intellettuale o esperenziale dei vecchi sia maggiore di un tempo, è solo che oggi c’è piu varieta.
Un’esagerazione? Forse.
Io non mi sento piu saggio delle persone piu giovani di me, e non mi sembra che i piu anziani lo siano. La visione globale del globo su cui viviamo mi sembra piu ad appannaggio dei giovani perchè esperiscono da subito una dimensione globale (ripetizioni volute) che gli anziani difficilmente concepiscono. Non che questo poi si traduca in comportamenti o pensieri coerenti da parte dei giovani ma almeno è un vantaggio.
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mi sembra che siamo d’accordo sul punto essenziale: oggi è difficile, molto difficile identificare la saggezza con la vecchiaia; tu hai portato qualche nuovo argomento.
e se ne potrebbero aggiungere ancora altri, ampliando uno spunto che già suggerisci tu: il mondo è talmente cambiato nel giro di pochissimo tempo che davvero esperienze compiute in un mondo diverso sembra servano a poco per muoversi in questo.
occorrerebbe che il mondo tornasse a situazioni del passato nei modi di vita perché le esperienze degli anziani ritrovino senso.
ma naturalmente questo non vale per un aspetto dell’esperienza, quello più limitato, ma forse fondamentale, dei cicli biologici, che sono ancora pochissimo cambiati.
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Temo che il mondo tornerà a situazioni di un passato talmente passato che le esperienze dei vecchi attuali varranno poco o nulla. Ormai sono poche le persone che hanno vissuto in un mondo senza elettricità o senza automobili per fare esempi concreti.
Forse nelle tue valli ce ne sono ancora ma la maggioranza della popolazione mondiale è ormai inurbata da decenni e i vecchi che ci vivono, mi dispiace un po dirlo, hanno barattato da tempo parte della loro dignità per un po di benessere o presunto tale.
Sullo scollamento delle generazioni fra loro avevo scritto qualcosa proprio l’altro giorno nel mio blog: http://ravennapensa.blogspot.com/2019/12/shifting-baseline-syndrome.html
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come ti ho detto anche di là, molto interessante la tua riflessione sul tuo blog: purtroppo il fatto che siamo su due piattaforme diverse mi rende difficile l’abbonamento.
ma forse dovrei entrare anche io su blogspot?
l’anno scorso, in una piccola ricerca di storia locale, nel vero senso della parola, ho intervistato degli ultranovantenni che negli anni Cinquanta, per andare a lavorare partivano da questo paese in gruppo il lunedì all’alba e si facevano 5 ore a piedi per andare a lavorare nelle officine della vicina (oggi, ma non tanto allora) Val Gobbia, e tornavano a casa alla stessa maniera il sabato.
quando si dice che trasformazioni il tempo! è stato interessante rievocare quei tempi in una serata molto partecipata.
a parte questo, la resistenza di questi giovani di allora non sarebbe immediatamente trasferibile, era il deposito si una specie di saggezza di generazioni che è andato disperso.
e del resto veniva anche da una selezione naturale dura, che oggi non c’è più, ma che potrebbe ritornare ad esserci: non è difficile immaginare che in una catastrofe planetaria potrebbero sopravvivere solo i capaci di reggere a prove simili o persino peggiori; oppure proprio non riuscire a sopravvivere più nessuno.
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