virus e razzismo: l’Italia in pericolo – 67

per quanto lontano dall’Italia, non posso tacere il vivissimo allarme che suscitano in me, anche un quarto del globo più vicino alla Cina, le notizie sulla improvvisa esplosione dell’epidemia di coronavirus in Lombardia, in forme decisamente drammatiche:

non esito a parlare di vera e propria angoscia, dato che è facile prevedere adesso che si allargherà rapidamente da noi in forme ben peggiori che in Cina.

finora incrociavo le dita, augurandomi che comunque la politica un poco assurda del blocco dei voli dalla Cina e i contatti meno intensi con quel paese ci tenessero lontani dalla prova; ha funzionato, ma per poco, e – occorre dirlo – soprattutto per gli errori di valutazione del governo e del ministro della salute, di Liberi e Uguali; contatti meno intensi per modo di dire, perché, ad esempio, soltanto nella mia ristretta cerchia familiare, ci sono due miei parenti che vi si recano spesso per motivi di lavoro, per non dire di mia figlia Sara, che ci è vissuta cinque anni, a studiare e lavorare.

odio le polemiche nel momento del pericolo, quando c’è comunque bisogno di fare fronte comune tutti assieme, ma come tacere di fronte agli errori comuni della destra e della sinistra?

perché non si sono controllati gli italiani che rientravano dalla Cina?

il virus del sovranismo è penetrato così profondamente nella cultura nazionale, senza distinzioni, che è sembrato adeguato a difenderci cercare di vietare ai cinesi di entrare, e non si è minimamente pensato a mettere sotto sorveglianza gli italiani che erano stati in Cina o avevano avuto contatti con cinesi.

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e questo è il primo punto debole del modo in cui questo paese reagisce all’emergenza di una pandemia.

purtroppo per i nostri leghisti dichiarati e in pectore, il virus non è razzista:  chi lo stava progettando e anche addirittura brevettando non ci aveva ancora pensato oppure non era riuscito a renderlo infettivo solo per certi gruppi etnici ancora (visto che neppure ne esistono di precisi), prima che probabilmente fuggisse dal laboratorio di ricerche sui virus di Wuhan (che lavora anche per conto della fondazione di studio sui vaccini di Bill Gates).

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il secondo punto di debolezza va ricondotto alle stesse ragioni politiche ed è l’autonomismo regionalistico, che ha creato una nuova casta di politicanti decentrati, con aumento vertiginoso di costi e di inefficienza: del resto, esistono studi scientifici precisi che documentano come il federalismo peggiora la condizione sanitaria di un paese, perché rallenta la possibilità di decisioni rapide e condivise; anzi qui dovremmo dire che la stessa dimensione statale è insufficiente e che il livello di decisione davvero adeguato è quello europeo.

nel concreto, adesso, chi deve decidere come gestire l’epidemia in corso nella bassa milanese, a due passi dalla metropoli? il governo o la Regione Lombardia? chi si prende il peso di decisioni pesanti e impopolari come quelle necessarie?

neppure la Cina col suo coprifuoco imposto a una provincia popolata come l’intera Italia, viene a capo facilmente dell’epidemia; figurarsi l’effetto degli appelli a stare in casa dell’assessore lombardo alla Sanità e di qualche misuricchia su base assolutamente locale.

ma il ministro si deciderà a prendere in mano la situazione? vergognosamente sta tacendo.

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il terzo aspetto del problema è la complessiva inefficienza del nostro sistema: come si può credere che l’uomo in fin di vita per il coronavirus a Lodi fosse andato in ospedale per farsi ricoverare qualche giorno prima e sia stato rimandato a casa?

oso sperare che non sia vero e che si tratti di una solite dicerie incontrollate.

– e invece no, la notizia è confermata; così come sono confermati i cinque medici che si sono infettati: passi che sia successo a Wuhan, all’inizio, quando del virus non si sapeva, ma adesso! e che fiducia si può avere in medici che, in temi di pandemia globale, non sanno neppure difendere se stessi o non sono stati messi in condizione di farlo?

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colgo l’occasione per descrivere che situazione ho incontrato nei diversi aeroporti attraversati in questi giorni: 1) Atene, cartelli all’arrivo; 2) Beirut: mi hanno chiesto all’ingresso se ero stato in Cina recentemente (si sarebbe facilmente saputo controllando i visti sul passaporto); 3) Abu Dhabi: libero passaggio ; 4) Muscat, mi hanno fatto compilare un modulo, prima di scendere dall’aereo, ma nessuno lo ha ritirato all’arrivo (forse perché ero semplicemente in transit); 5) Colombo: l’unico che effettivamente ritirava le dichiarazioni fatte compilare ai viaggiatori.

e adesso rovescio addosso a chi me l’aveva fatta la domanda se non avevo paura a viaggiare col coronavirus in giro…: non avete più paura voi, a restare? io mi sono messo in salvo al momento (almeno spero), ma voi, che siete nelle mani dell’assessore regionale leghista alla salute della Lombardia (anche se abitate in Piemonte o Emilia, naturalmente, perché il virus non si fermerà al confine fra le regioni), non avete più paura a restare?

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e adesso incrociamo le dita, se pensiamo di tenere sotto controllo con questi metodi una epidemia mondiale che, secondo gli ultimi studi, si diffonde con la stessa facilità dell’influenza.

purtroppo è facile profezia che l’Italia diventerà rapidamente uno dei migliori campi di diffusione di questo virus, perché il virus peggiore ce l’ha dentro la testa oramai di tutti, e si chiama razzismo, approssimazione, incultura e il peggiore sintomo della malattia dell’incultura dichiarata: la presunzione.

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e il fascio-vaccinista Burioni, che dice tutto e il contrario di tutto e continua a darsi ragione da solo? prima dice che devono stare in quarantena tutti coloro che tornano dalla Cina (come se il virus, ormai, non fosse più soltanto lì.

adesso, ma solo adesso, dice ance un’altra cosa: che l’unico modo per contrastare l’epidemia è l’isolamento di chi ha avuto contatti con le persone infettate. potrei dirgli: bravo, era ora.

ma sentite come lo dice, e mi meraviglia che si dia credito a un personaggio simile: Quarantena volontaria, obbligatoria, con la porta chiusa o con la porta aperta non importa.

come sarebbe a dire che non importa e con la porta aperta? se quarantena deve essere, e deve, deve anche essere obbligatoria: che ce ne facciamo di una lotta al virus affidata alla coscienza civile di un popolo che ne ha pochissima? 

ma no, non prendetevela troppo, Burioni ha detto anche il contrario: Isolamento rigido sotto stretto controllo medico è quanto di più serio ed efficace possiamo fare. Facciamolo. Continuiamo a farlo.

il Veltroni del ma anche era un maestro di rigida coerenza, al confronto.

 

 

 

 

 


20 risposte a "virus e razzismo: l’Italia in pericolo – 67"

  1. IMHO, le podistiche sono un’ottima cosa per diffondere i virus. Se non ne avete mai fatte vi spiego alcune cose: ci si ritrova alla partenza tutti sudati, perchè si sono già fatti 1 -2 km di riscaldamento, ammassati e ansimanti con 2-3 persone per mq, con i polmoni belli aperti in un numero che varia a seconda della rilevanza della manifestazione, da poche decine a diverse migliaia (una maratona può avere anche 10k partecipanti). I podisti arrivano da un bacino che come minimo abbraccia una mezza provincia ma puo essere anche internazionale, per esempio nelle 21Km è frequente trovare persone che vengono da molto lontano, anche fuori regione per non parlare delle maratone (42Km). Questa prepartenza dura un tempo che va da 5 minuti alla mezz’ora, poi si parte e i “motori” vanno su di giri, le espettorazioni e gli sputi sono la norma, e all’occorrenza ci si soffia il naso con le mani – qui ci vuole un po di tecnica. Quelli che non sono nelle prime posizioni devono attraversare giocoforza la scia lasciata da quelli che precedono.
    Poi dopo, all’arrivo, ci si saluta e ci si complimenta con gran pacche sulle spalle, scambi di 5, abbracci virili, sempre rigorosamente ansimanti e sudatissimi, in uno stato di semieuforia che fa passare in secondo piano non solo le elementari norme di igiene ma anche lo schifo.
    Poi tutti a casa a fare la doccia.
    Ciò non toglie che l’ambiente podistico sia abbastanza sano, e che contribuisce al rafforzamento psicofisico dei partecipanti e quindi della società, nonché un’ottima occasione di socialità interclassista. Dispiace che per un po ci dovremo giocoforza fermare e ripiegare in corsette private in semisolitaria.
    Se volete, fate girare.

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  2. Lo dicevo giusto in un commento di pochi giorni fa che chiudere i voli diretti, senza poter controllare quelli indiretti, mi sembrava del tutto inutile, una misura mediatica. E purtroppo non mi sbagliavo!
    Sarebbe stato inutile anche sigillare le frontiere come vorrebbe( a parole)Salvini, visto che il malato nel lodigiano è stato infettato da un amico arrivato in Italia con volo diretto il 20 gennaio.
    L’unica provvedimento sensato sarebbe stato imporre la quarantena a tutti quelli che avevano messo piede in zone a rischio(tutta la Cina, Giappone, Corea ), ma 1 mese fa sarebbe stata una misura troppo difficile da applicare e forse impopolare!

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    1. sì, pagheremo molto caro questo modo tutto mediatico di affrontare un problema vero.

      un governo serio e professionale avrebbe imposto la quarantena a tutti coloro che venivano dalle aree a rischio un mese fa, appunto,come dici tu, infischiandosi della impopolarità, invece di imporre una misura vagamente razzista e inefficace se isolata come il blocco dei voli diretti dalla Cina; ora finirà nel discredito, insieme all’opposizione, ma questo non è certo il problema più importante…

      se la democrazia diventa un sistema che impedisce le soluzioni efficaci, perché non sono popolari, allora il problema è la democrazia come sistema politico.

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  3. Mauro io non mi fido molto nè del ministro della Sanità nè di altri.
    Basta sentire le notizie che ci arrivano compresa la soap opera, direi opera molto noir, sulla prescrizione.
    Nè mi fido dei vari pronto soccorsi italiani, purtroppo aggiungo, se non altro perche sono sempre stracolmi. e ci sono pochi medici.
    Il personale medico e infermieristico è carente a Torrette ospedale regionale Marche. I vari reparti e chirurghi litigano le sale operatorie sempre prenotate e insufficienti a rispondere alle richieste.
    I virus circolanti normalmente sono aumentati e chi si ammala pure per tutte le fasce di età.
    Mio marito è morto all’ospedale di Torrette per una polmonite batterica necrotica.
    Il medico di base non aveva capito cosa stava accadendo. È iniziata la serie di controlli, sono passati 15 giorni. Lui peggiorava così siamo andati al
    pronto soccorso di Jesi che ci ha rispedito a casa.
    Diagnosi: Sospetta forma di tisi!
    Di nostra iniziativa il giorno dopo siamo andati al pronto soccorso di Torrette, ricovero immediato.
    Dopo 45 giorni è morto, è stato curato certo credo bene ma era troppo tardi
    Non sono polemica nè in preda al panico.
    Dico solamente che di stupidi ce ne sono troppi e non credo che siamo pronti a fronteggiare un’eventuale epidemia se si diffondesse.
    I presupposti a che si diffonda ci sono e stanno nel pressapochismo e nella superbia degli ignoranti.
    Buona continuazione del tuo viaggio

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  4. Tutto secondo le previsioni. Abbiamo perso Milano Mauro, resta lontano quanto più possibile. Direi che abbiamo azzecato entrambi. Io col fatto che il virus lo cercavano negli aeroporti mentre era già all’interno del paese. Tu sul fatto che l’omertà storica degli italiani avrebbe aiutato in maniera decisiva la diffusione del virus. Sarà come in Apocalipse Z, e io spero di essere Brad Pitt. Qua vedo tanti italiani che vorrebbero a morte i cinesi e lodano il proprio paese che è molto preparato per questa epidemia. Io qualche dubbio ce l’ho.

    Sul fatto che il paziente sia stato rimandato a casa non ho alcun dubbio. Esperienze passate numerose tra pronti soccorso. A meno che tu non stia morendo ti mandano a casa, e nemmeno se stai morendo è scontato.

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    1. le lezioni della storia ai popoli arroganti sono sempre molto dure: questa epidemia rischia di essere il nuovo 8 settembre del sistema Italia, ma non vedo nuovi partigiani all’orizzonte.
      oramai è ufficialmente cominciata ma non vedo traccia delle decisioni immediate che, a fronte di una situazione simile ha preso la Germania, per non guardare lontano, riuscendo subito a bloccare la sua epidemia a una quindicina di casi.
      qui abbiamo tutte le premesse confusionarie per una situazione peggiore di quella cinese tra qualche settimana, e – a parte il tempo già perso con decisioni sbagliate – queste ore sono preziose e stanno passando senza nessuna decisione chiara.

      per l’esattezza, anche se sono soltanto uscito,e non rientrato, per il momento, io non l’ho visto cercare neppure all’aeroporto (Orio al Serio=: politica degli annunci: basta dire le cose in televisione, mica occorre farle.

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      1. Orio al Serio non ha tanti voli internazionali per cui a quel tempo controllavano esclusivamente voli diretti dalla Cina, cioè quasi nessuno.

        Hai proprio ragione che non stanno facendo assolutamente nulla. Se lo facessero economicamente per l’Italia è finita. Lasceranno tutti al proprio destino mentre partirà la caccia allo straniero.

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        1. non consideriamo internazionali i voli in Europa (ma il Regno Unito adesso?), però ti sbagli: nel mio viaggio avevo considerato di venire qui via Amman con Ryanair (ma poi il biglietto da Amman ad Abu Dhabi costava una enormità), e ci sono anche viaggi per il Marocco.

          certo, non hanno voli diretti per la Cina.

          i nostri politici, Renzi in testa, sono troppo occupati a parlarsi addosso tra loro per occuparsi di queste cose: che spettacolo orrendo!

          quanto al resto, sono meno pessimista di te, ora che gli untori sono italiani.

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          1. Per ora tutti gridano al linciaggio dei cinesi. Non è detto che prima o poi qualcuno non lo faccia sul serio. E poi magari passano anche alle altre nazionalità.

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            1. non lo so valutare da qui, e neppure potrei farlo bene da casa, considerando l’isolamento in cui ho scelto di vivere.

              il vero problema sarà dove probabilmente il virus si sta già diffondendo, come avvenuto in Italia, ma lì non lo sanno riconoscere.

              certo che il virus è molto democratico e adesso che gli infetti riconosciuti sono anche italiani…

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              1. continuano a dire che hanno chiuso 10 città mentre in realtà quello che hanno fatto è “invitare” a non uscire di casa… non vietare ma invitare. In compenso hanno chiuso supermercati e negozi. E se uno non ha fatto provviste? Semplice, va con la macchina nel supermercato del villaggio vicino, mica è vietato.

                È tutta una sceneggiata e intanto i contagi aumentano a decine ormai. E poi è impressionante quante cose abbia potuto fare il paziente 1 in 2 settimane. Personalmente non le avrei mai fatte nemmeno in 1 anno intero. Gli italiani sono molto attivi, cene e bar saranno la loro condanna mortale. Intanto addio turismo se non riescono a contenerla subito.

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                1. l’idea di contenerla subito è del tutto utopistica: non ci stanno provando nemmeno…
                  avremo la velocità di diffusione che il virus ha dimostrato di avere in Cina, senza la disciplina Né la serietà delle misure estreme prese dalla Cina; facile prevedere che l’Italia diventerà il bubbone infetto d’Europa.

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                  1. Infatti abbiamo perso anche Torino. Stanno uscendo i primi casi anche qua. Gli italiani si sono scoperti grandi podisti. Ma con quante persone può aver avuto contatto costui… pare più di 300 in 2 settimane. Era una superstar… che lasciava la moglie incinta a casa e andava a spassarsela alla grande. Pare non avessero nemmeno fornito il collegamento con maganer tornato dalla Cina per non metterlo in difficoltà. Ah l’omertà santa.

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                    1. la conferma più piena delle nostre analisi: l’Italia, per la sua cultura particolare, sarà la terra preferita dal virus: mancanza di cultura scientifica, approssimazione, clientelismo e politica alla ricerca della popolarità stupida sono gli ingredienti perfetti per il virus.

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  5. Niente panico. Ho appena attraversato l’incubo meningite e ho visto gli effetti nefasti della follia collettiva che portava le persone a mettersi in fila a notte fonda, per farsi vaccinare. Di Burioni mi fido.

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