chiamarli aforismi sarebbe pretenzioso,
chiamarli gargarismi sarebbe riduttivo: chiamiamoli borforismi.
borforismi: un beccare a caso tutte le situazioni in cui la vita si prende in giro da sola con la sua logica solo apparente.
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Montessori – dawnotdown, l’esilio del bambino. 1 settembre 2012 – 790
La scuola è quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.
Maria Montessori, citata da dawnotdown, blogger di wordpress
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anche se la citazione non fosse autentica, rimane molto bella.
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torti a distanza. 1 settembre 2012 – 789
la possibilità occasionale di avere ragione per una volta e su un certo argomento non ci garantisce di avere trovato un metodo per avere ragione sempre.
dateci tempo e sulla lunga distanza abbiamo tutti sempre torto.
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trattato in 11 parole (oppure 9 lessemi) sulla felicità del viaggiatore. 31 agosto 2012 – 788
chi è nato viaggiatore è felice solo quando viaggia, vero Marta?
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così come i cattivi cantano la bontà. 31 agosto 2012 – 787
gli stolti, con la forza del numero, si autodefiniscono saggi.
e sono i primi a cantare la saggezza, dopo avere definita tale la stupidità.
così come i cattivi cantano la bontà.
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ognuno celebra quel che non ha.
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gli italiani augurano buon pomeriggio, perché sono un popolo crudele.
i tedeschi augurano bel pomeriggio, perché gli manca la bellezza.
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de felicitate senectutis (la felicità della vecchiaia). 29 agosto 2012 – 786
alla fine dei cinquant’anni conclusi con un sorriso di sorpresa che il decennio che avevo alle spalle era stato il migliore della mia vita.
questo ribaltava parecchio un paio di secoli di tradizione romantica sulla bellezza della giovinezza, che solo Nizan aveva cominciato a contestare, ma senza troppa efficacia, considerando che era morto suicida a soli quarant’anni (soli quaranta, pensa un po’!).
arrivato oggi a metà del decennio successivo (considerando che fui concepito nel luglio 1947 sulle rive del Boite a Cortina, come mi fece sapere mia madre), e senza poter dire ancora se non possa essere l’ultimo della mia vita, rifletto ogni tanto sulle caratteristiche per me di questo periodo che va considerato, latinamente e virilmente, come l’inizio della vecchiaia.
che è una nuova adolescenza, quanto a crisi esistenziale, solo vissuta a rovescio:
lì esplodono le tempeste ormonali, qui si spengono,
lì la mente si apre a mondi sconosciuti, qui si offusca lentamente,
lì scopri di essere miope e ti metti gli occhiali, qui di essere diventato anche presbite e te li togli, senza parlare di cataratta per chi ce l’ha,
lì cresci in altezza, qui in larghezza, se non ci stai attento.
lì gli altri ironizzano sui brufoli, qui sulle stempiatura che dilaga e diventa quasi calvizie,
lì sei infelice e pensi che tutti te lo leggano sugli occhi, qui sei felice e ti diverti a pensare che nessuno lo sospetta nemmeno.
già, perché il segreto della vecchiaia è la felicità.
le malattie sono soltanto la polvere nell’ingranaggio e probabilmente sono volute da un qualche disegno autoprodotto ma dotato di senso per evitare che ci attacchiamo troppo alla vita e perché non possa esistere su questo pianeta una qualche perfezione (anche la Sicilia ha la mafia e l’Australia i deserti, per dire).
se si potesse prescindere dagli acciacchi che avanzano silenziosi e a passo veloce, di per se stessa considerata, la vecchiaia mentale è l’età perfetta.
dite pure che è solo l’effetto di quel tanto di neuroni che se ne vanno a quel paese, di una diminuzione complessiva di efficienza cerebrale, e non della saggezza consentita dal ridimensionamento degli istinti e dalla somma delle esperienze compiute…
che qualcosa dovrebbero averci insegnato, no?, se non siamo proprio dei bischeri…
dite quel che volete, ma io già lo sospettavo guardando in passato certi atteggiamenti di chi era già vecchio quando non lo ero io: i vecchi sono felici, ma si vergognano della loro felicità e la tengono segreta.
è una felicità sempre più fragile e sempre più preziosa, una felicità inquinata dall’ansia di quanto potrà ancora durare, ma
è una felicità maggiore rivedere il sorgere del sole per la 30millesima volta che per la millesima volta soltanto,
è felicità vedere i figli che diventano padri e i nipoti che diventano ragazzi,
è felicità sapere che hai vissuto e imparato,
che ora sai stare al mondo,
che conosci i segreti e i limiti della vita,
che non ti racconti favole consolatorie,
che non credi a Provvidenza o Ragione, ma solo al nonsenso e alla sofferenza, ma tutto funziona bene lo stesso,
e tu sei in pace con te e un po’ meno in guerra con gli altri,
è felicità che puoi guardare una bella ragazza senza essere schiavo subito del bisogno di portartela a letto che ti urla dentro,
che sei un patriarca,
che la gente che ha passato gli anni migliori della tua giovinezza a darti contro, ti guarda ora col rispetto che si deve a chi è scampato alla morte tante volte e ha quella cosa misteriosa e affascinante che si chiama saggezza.
e tu scopri di colpo quanto sia superiore Buddha a Cristo, per il solo fatto di essere vissuto fino a ottant’anni ed essere morto in pace.
si diventa tanto più felici quanto più si diventa vecchi, credetemi, le malattie servono solo a toglierci di torno quando è il momento, ma la felicità non dipende da loro, sono solo il tormento necessario per arrivare alla felicità suprema che è quella del morire.
capisco che questa frase vi sembri un pugno nello stomaco, ma avendo provato a morire già varie volte nella mia vita, metto sempre a confronto l’annegamento mancato degli undici anni con l’arresto cardiaco del febbraio scorso.
parlo a ragion veduta: una morte cosciente come quella dell’annegato è il trionfo della felicità, una morte inconsapevole come quella dell’arresto cardiaco improvviso e non percepito è una fregatura.
se siamo sempre più felici quanto più ci avviciniamo alla morte è perché la morte stessa è felicità biologica pura.
e il vecchio che lo sa, che lo ha capito, è felice non solo per la vita che ha alle spalle, ma anche per la morte che lo attende.
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crisidinervi, sfida alle sfide. 28 agosto 2012 – 785
Quella di sfidare se stessi è una panzana.
In realtà si sfidano le aspettative che hanno gli altri su di te.
Rocco R., http://crisidinervi.wordpress.com/, in un commento
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umanamente indolenti? 23 agosto 2012 – 784
non credo alla indolenza come caratteristica umana universale: dovrei considerarmi un alieno…
(a parte i periodi di caldo…)
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la convinzione della bellezza, la bellezza della convinzione. 23 agosto 2012 – 783
bellezza e convinzione sono una cosa sola.
il primo requisito della bellezza è infatti essere convinti di essere belli.
così come il primo requisito della convinzione è essere convinti di essere convinti.
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coito, ergo sum. 22 agosto 2012 – 782
il motto di Renzo Bossi, o di altri come lui che non sanno perché altro sono al mondo.
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il detto non è mio, è di DCHB, io mi prendo solo la responsabilità della sua applicazione.
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non guardare la vita in bocca. 22 agosto 2012 – 781
ci sono dei casi in cui la vita ci dà decisamente troppo e ci riempie di una felicità quasi disumana.
ma non abbiamo nessun motivo di esserne particolarmente soddisfatti come se fosse un merito nostro: chi va orgoglioso di un dono che ha ricevuto?
e, a rovescio, chi lo dice che dobbiamo sentirci colpevoli dei momenti di infelicità o di brutale mancanza di grazia che attraversano la nostra vita?
bisognerebbe pensare piuttosto che è tutto positivo quello che è trasformazione, anche nei momenti che fa male.
la regola vale per la vita stessa nel suo insieme: impariamo a sentirla come un regalo che ci è stato dato.
il che aiuta anche a pensare che, se il regalo è modesto, conta appunto l’intenzione o il pensiero.
come si suol dire, a caval donato non si guarda in bocca…
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gli addicted e la bellezza. 22 agosto 2012 – 780
noi addicted abbiamo un privilegio, perché abbiamo introdotto la bellezza nella nostra vita, non è più fuori di noi.
ne siamo schiavi, ma questa schiavitù è la nostra libertà.
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la pazienza è una virtù? 21 agosto 2012 – 779
la pazienza è l’unica virtù che i vivi condividono coi morti, mentre l’impazienza, come ogni altra virtù, ai morti è negata…
sarà vera gloria, allora, la sua?
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Domenico Corradini H. Broussard, il piacere della sfida. 21 agosto 2012 – 778
mai sfidare se stessi: si perde la sfida.
Domenico Corradini H. Broussard, commentatore di wordpress
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lo sportello dei reclami. 21 agosto 2012 – 777
non dobbiamo chiedere troppo alla vita, perché è un modo per chiedere troppo a noi stessi.
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l’orecchio del blog e il profeta inascoltato. 16 agosto 2012 – 776
che spettacolo penoso quello del profeta inascoltato!
nessun profeta è così bene inascoltato come colui che fa di tutto per esserlo, per poter rinfacciare agli altri la mancanza del suo ascolto.
e chiudersi ancora meglio nel segreto inaccessibile della propria grandezza.
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tenere un blog è come cantare o suonare la tromba: occorre orecchio.
non serve a niente esercitarsi per ore tutti i giorni se sei stonato.
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avere orecchio in un blog è essere dotato di buon senso: capacità intuitiva di sentire una bufala al primo sguardo, equilibrio di toni che devono avere una loro armonica coerenza interna (anche se canti o suoni dodecafonico) e apertura agli altri.
se queste doti non te le ha date la natura, non rimane che fare finta di essere dei profeti inascoltati.
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questo post ha un valore strettamente autobiografico; sono sgraditi gli intrusi…
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l’inaccettabile sofferenza di chi amiamo. 11 agosto 2012 – 775
alla nostra sofferenza possiamo porre rimedio, almeno in parte, se riusciamo ad accettarla.
ma nessuno può consolarci della sofferenza di chi amiamo, perché qui non abbiamo nessun diritto di accettarla.
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il vero significato del mio nichilismo. 11 agosto 2012 – 774
come ti contorci, o mio cuore, per la paura dell’inevitabile, tu che, fino a un momento prima di verificare con i tuoi occhi, ti cullavi nell’ottimismo e nella soddisfazione.
la natura non crea le sue regole crudeli per nulla, non lo sai forse bene?
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ma anche se non sei per niente meravigliato di scoprirle all’opera nel distruggere le tue false speranze, non hai potuto rinunciare ad abbellire nella tua mente il futuro di chi ti stava accanto, per abbandonarti alla quieta soddisfazione di avere fatto bene e di avere aiutato le cose a rimettersi nella strada giusta.
come se la fiducia di eventi positivi potesse aiutarli a diventare reali.
come se la nostra condanna non fosse già in quello che siamo.
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e il pessimismo razionale con cui guardi al mondo, il nichilismo obiettivo con cui affronti le cose, eccolo disapplicato.
no, non sei all’altezza della tua filosofia.
oppure la tua filosofia non ha affatto il significato che sembra.
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come ti è chiaro questo, ora che giace trascurata, quella filosofia, come se il nichilismo del pensiero fosse semplicemente il guardiano delle tue speranze, lo scudo perduto per difenderle, l’assicurazione sulla vita degli autoinganni.
che non li impedisce, ma cerca soltanto di risarcirli.
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IsA, il segreto della schiavitù. 10 agosto 2012 – 773
Il segreto della felicità è saper scegliere una schiavitù a noi congeniale…
La schiavitù rende liberi, ma bisogna sceglierla bene!
IsA, blogger di wordpress
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due problemi sulla schiavitù. 10 agosto 2012 – 772
il problema non è tanto capire come si fa a rendere liberi coloro che hanno scelto di vivere da schiavi.
il problema vero è perché mai si deve farlo.
siamo incastrati in un dilemma senza uscita: non ha senso farlo, ma lo facciamo continuamente.
da un lato tutti schiavi: qualcuno, in mancanza di più piacevoli schiavitù, schiavo della presunzione di non esserlo (ogni riferimento autobiografico è puramente casuale)…
ma la libertà è un concetto sfuggente, buono per tutti gli usi, e particolarmente per i peggiori.
dall’altro lato essere schiavi di qualcuno o di qualcosa è certamente un sollievo, come sanno tutti gli innamorati, anche perché la coscienza di una schiavitù principale ti garantisce l’incoscienza di tutte le altre.
dunque la discussione verterebbe essenzialmente sul tema “la mia schiavitù è più bella della tua”: il tema più idiota del mondo…
che cosa ci spinge verso la schiavitù degli altri sentendoci dei potenziali liberatori resta un mistero: forse il piacere di un ruolo eroico?
ma che cosa ci spinge invece verso il ruolo della vittima del proprio destino e della propria schiavitù, se non il piacere della negazione di noi stessi?
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l’insostenibile bellezza della passione. 8 agosto 2012 – 771
proprio chi vive davvero la passione e ne sente l’insostenibile bellezza cerca di tenersene lontano.
parlano tanto della bellezza della passione coloro che non la conoscono.
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la peggiore bassezza in amore. 8 agosto 2012 – 770
gli esseri umani sono capaci di qualunque bassezza: anche di amare a volte senza secondo fine alcuno…
è questo, a ben vedere, l’amore più strumentale che c’è e il gesto più arrogante, quando chiede di essere ricambiato, perché pretende addirittura il possesso integrale dell’altro.
e qui uso il maschile, dato che l’amore incondizionato è prevalentemente femminile.
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il virus. 4 agosto 2012 – 769
l’amore è una malattia, solo che il virus ha grandezza umana!
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ricordarselo. 3 agosto 2012 – 768
la realtà è la memoria.
(ho provato a immaginare che cosa sarebbe il mondo se nessuno riuscisse a ricordarselo.
ecco: che cosa sarebbe mai il tempo, senza memoria).
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pessimismi ottimisti. 2 agosto 2012 – 767
a volte il pessimismo filosofico dà più rilievo all’ottimismo del cuore. non è ancora più significativo, direi perfino più luminoso, un ottimismo che non ha nessun valido motivo razionale per esistere?
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le dimensioni dell’universo. 30 luglio 2012 – 766
le dimensioni dell’universo dovrebbero essere proprio quelle che occorrono in base al calcolo delle probabilità perché vi si realizzi l’avvenimento impossibile della comparsa di un barlume di autocoscienza dell’universo stesso (e della sua successiva quasi immediata e inevitabile autodistruzione).
quel barlume che pretendiamo di essere noi umani.
(che lapsus carino, ho digitato: immeditata autodistruzione).
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i luoghi troppo comuni. 29 luglio 2012 – 765
d’accordo su distruggere i luoghi comuni, ma se cominciassimo dai nostri, prima che da quelli degli altri?
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poco seria, un foulard come aforisma. 28 luglio 2012 – 764
un aforisma, breve e conciso, è come un foulard, che puoi indossare in mille modi e personalizzare con fantasia.
pocoseria, blogger di wordpress
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l’economia del cuore umano. 28 luglio 2012 – 763
e poi pretendono di farci credere che l’economia è una scienza!
lo è, ma come lo sono la psicologia o la medicina: tutte le scienze che hanno a che fare con l’essere umano direttamente ci danno interpretazioni e previsioni avventurose, aleatorie, incostanti.
non dipende da loro, dipende dal loro oggetto di studio, l’uomo, troppo imprevedibile ed umorale in quel che fa.
e siccome l’economia è fatta dagli uomini, tutti coloro che affermano di avere delle soluzioni scientifiche per i problemi economici sono degli illusi che non conoscono il cuore umano, o dei mistificatori che cercano di manipolarlo.
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i feticisti del tempo. 26 luglio 2012 – 762
l’uomo ha sempre sognato di dominare il tempo, tutto intero.
poi ci sono i feticisti del tempo, che sono i fanatici: quelli che si accontentano di avere anche soltanto la loro ora…
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intesomale, nichilismo e democrazia. 26 luglio 2012 – 761
Il nichilismo è come l’automobile: mettilo in mano a chi sa usarlo, dirigerlo, e porterà a nuovi piani di libertà.
ma mettilo in mano a chi non lo sa usare, o, peggio, a un gruppo di persone che, senza fantasia, con ingordigia, si contendono il volante, e porterà solo a disastri in cui non sarà nemmeno più possibile distinguere le dimensioni delle colpe individuali.
conta i cadaveri della religione.
conta i cadaveri della democrazia.
intesomale, blogger di wordpress
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il paradosso del rivoluzionario. 26 luglio 2012 – 757-760
le rivoluzioni sono l’intrusione violenta dell’irrazionale nella storia.
sono rivoluzioni prima di tutto dei modi di pensare, portano l’inimmaginabile, travolgono i giudizi e i rapporti di potere consolidati.
ed è proprio questo che la generalità dei rivoluzionari non capisce.
la loro idea di rivoluzione in fondo è rassicurante: essi la conoscono già prima che avvenga, hanno già deciso le sue strade e i suoi obiettivi.
e si trovano sempre travolti dagli avvenimenti.
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non possiamo sapere né che cosa vogliono davvero le rivoluzioni (che spesso non vogliono proprio niente di programmato) né, a priori, se avranno successo oppure no, e in particolare che tipo di successo avranno.
come se fosse un terremoto, col quale ha molte analogie strutturali, non possiamo neppure prevedere esattamente quando scoppierà una rivoluzione, talmente magmatico è l’impasto dei fattori che la genera: la riconosciamo soltanto quando ci siamo dentro.
l’imprevedibilità di una rivoluzione crea qualche difficoltà anche alla tempestività delle azioni per prevenirla, consigliate dal fatto che una rivoluzione, anche se a volte inevitabile, non è una scelta ottimale, storicamente parlando, per la qualità della vita di chi deve attraversarne una.
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il paradosso del rivoluzionario è che chiama rivoluzione il suo opposto: la congiura razionale per la presa del potere, la definizione di obiettivi lungimiranti, la conferma di vecchie filosofie della storia.
quando la rivoluzione scoppia davvero, nessuno è più patetico del rivoluzionario che crede che la rivoluzione che ha davanti sia quella che ha pensato lui: faccio un esempio solo, Lenin, che confessò da ultimo che sentiva che le cose stavano andando in un modo che non aveva previsto (e cercò morendo di bloccare Stalin, invano).
a volte però nelle rivoluzioni i rivoluzionari trovano davvero un ruolo, ed è quello di farle finire il più rapidamente possibile, di riportare il movimento convulso che tutto distrugge alla razionalità della scelta di un nuovo equilibrio sociale, di un nuovo assetto ideologico.
insomma l’unico vero ruolo di un rivoluzionario in una rivoluzione (quando riesce ad averne uno) è di fermare la rivoluzione.
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ma insomma, siamo sull’orlo di una rivoluzione?
e chi sono i veri rivoluzionari nella rivoluzione che ci aspetta?
voi, siete disposti a chiamare rivoluzione il crollo completo di tutti i vostri modi di vita, di tutto ciò in cui credete, delle abitudini consolidate e persino dei vostri modi di pensiero?
siete disposti a riconoscere che una completa catastrofe sociale è solo l’altro nome della rivoluzione e che le rivoluzioni non sono uno strumento del progresso umano, ma il rimedio della disperazione?
bene, allora e solo allora, siete pronti per sentirvi anche dire:
la rivoluzione congiunge in sè distruzione e creazione.
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redpoz, rassicurati dalla dittatura del destino. 24 luglio 2012 – 756
abbiamo bisogno di una regolarità.
di fatto, il destino è più rassicurante del caos.
così come una regolare ed autocratica dittatura è più rassicurante della libertà.
redpoz, blogger di wordpress
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rozmilla, Borges e l’economia. 23 luglio 2012 – 755
sembrerebbe che anche l’economia sia una forma tra le altre di narrativa fantastica.
rozmilla, blogger di wordpress
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è solo un problema di misure. 22 luglio 2012 – 754
da un certo punto di vista un dubbio è solo una certezza più piccola.
dubito non perché non so nulla, ma perché so meno di quello che credi di sapere tu.
non si potrebbe neppure dubitare se non si fosse certi almeno del dubbio.
ma adesso attenti alla conseguenza paradossale: perché, allora, per qualche principio di logica formale, credo che si debba concludere che anche la certezza è solo un dubbio troppo potenziato.
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il vero significato del destino. 20 luglio 2012 – 753
uno dei problemi della nostra mente è che, per i suoi limiti, è sempre costretta a cercare una regolarità in quel che accade; anzi il concetto stesso di accadere è strutturato in modo tale da definire una regolarità.
l’idea che esista un destino è la manifestazione estrema di questo nostro modo di pensare.
siamo esseri un po’ cretini, sbattuti in un mondo caotico e da esso prodotti, e siamo costretti a pensare che abbia delle regole, dato che non abbiamo una mente abituata a gestire il caos, ma una mente più semplice che se la cava solo con poche regole.
per questo ci attacchiamo a qualche regolarità oggettiva e delimitata nel tempo e nello spazio che la scienza ci ha aiutato a scoprire, dando loro una importanza esagerata, e altre ce le inventiamo anche dove non ci sono.
questa seconda scatenata invenzione è il destino.
il bello è che spesso il destino funziona, cioè se crediamo di averne uno e ci regoliamo di conseguenza, possiamo anche verificare che c’è.
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tra invidia e gelosia. 20 luglio 2012 – 752
la vita dell’uomo è distribuita, più o meno equamente, fra l’invidia per quello che non si ha e la gelosia per quello che si possiede.
ci sarebbe anche l’indignazione, ma è la base comune di entrambe.
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l’invidia inadeguata. 18 luglio 2012 – 751
a volte l’invidiato cerca deliberatamente di provocare l’invidia negli altri (ma in questo caso perché anche lui l’ha dentro di sé).
di solito, però, l’invidia ha le sue basi non nell’invidiato, ma nell’invidiante, e questi, pur di esprimerla, molto spesso è costretto a scegliersi degli obiettivi veramente inadeguati.
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il sacrificio degli esperti. 17 luglio 2012 – 750
mi contraddico, probabilmente: ma alla fine ne sappiamo anche più degli esperti.
gli esperti, infatti, sono coloro che si sacrificano nella ricerca attorno a qualche punto particolare affinché altri possano continuare a farsi delle opinioni generali.
se non fosse così, saremmo tutti schiavi degli esperti, cioè di persone che non hanno alcuna visione complessiva della realtà.
per arrivare a questa occorre avere capacità di sintesi delle ricerche degli esperti, cioè di persone che hanno spesso metodi e criteri di valutazione del tutto discordanti fra loro, e possedere capacità di stabilire connessioni tra i risultati delle diverse aree di ricerca, senza banalizzarli troppo.
ma forse questa visione complessiva è impossibile.
forse essa ricopre in altro modo il ruolo che una volta aveva la fede: convincere gli uomini che sono in grado di comprendere il tutto.
non aggiungo che questo non è vero; dico solo che è difficile dovere rinunciare anche alla semplice idea di comprendere i fatti umani.
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Max Weber, sapere meno, sapere tutto. 17 luglio 2012 – 749
Un esperto è una persona che sa sempre di più su sempre di meno, fino a sapere tutto di nulla.
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che superficie ha la cultura? 16 luglio 2012 – 748
il vero enigma rimane come spesso sia proprio la cultura uno dei modi per fermarsi alla superficie delle cose…
potremmo parlare di superficie della cultura, se non venisse ancora meglio dire piuttosto di una cultura superficiale.
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cinque borforismi sulla felice impotenza della ragione. 15 luglio 2012 – 743-747
proprio il poter essere quasi soltanto distruttiva è la vera forza della ragione.
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chi le si oppone accusa la ragione di relativismo, ma proprio l’accusa conferma la volontà universalistica e assolutista di controllare le menti, cambiando loro persino il nome e ribattezzandole come anime.
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sì, la ragione si accontenta di avere una utilità essenziale come strumento di autodifesa contro ogni prepotenza e arroganza anche solo intellettuale: non ha orizzonti più ampi, questo umile ruolo di ancella della libertà le basta.
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la ragione non ha valori assoluti da proporre, ha solo valori assoluti da distruggere, e le uniche verità che sa comunicarci sono lo smascheramento delle menzogne tronfie e superbiose.
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è felicemente impotente la ragione, se per potenza intendiamo quella di una verità assoluta.
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l’ignoranza dei colti. 15 luglio 2012 – 742
le persone colte, quelle che meglio si informano attraverso la stampa e gli altri media, sono le più condizionabili e manovrabili proprio per questo.
dunque ignorano la situazione reale, conoscendone soltanto le false rappresentazioni che vogliono darne chi ha gli strumenti per strumentalizzare gli altri attraverso il controllo dell’opinione pubblica.
sono dunque propriamente ignoranti; ma anche gli ignoranti non sono da meno: se meno informati e dunque meno manipolati, la loro visione dei problemi è limitata alla sfera personale, il che può indurre a gravi errori di giudizio.
ignorante chi cerca di informarsi e ignorante chi non lo fa: chi si salva?
solo chi sa di non sapere, naturalmente, ma non rinuncia per questo a ricercare dei giudizi almeno provvisori e in parte dubitativi.
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le uova del cuculo nella nostra mente. 11 luglio 2012 – 741
ci ritroviamo, come tanta gente di buon senso, ridotti al silenzio comunicativo pubblico, soli oppure ridotti in una dimensione solo privata nell’analisi di evidenze semplici, che sarebbero sotto gli occhi di tutti nella loro immediatezza razionale ed emotiva se non mantenessimo noi stessi a spese nostre questo enorme apparato indifferente ad ogni crisi, che è la disinformacjia organizzata, petulante, ossessiva, che invade le nostre vite, ruba il nostro tempo, ossessiona le nostre emozioni.
spegnere per sempre la televisione, più di 10 anni fa, è stato uno strumento almeno per provare a distanziarmi, ma vedo poi riapparire la propaganda che fa impallidire Orwell, attraverso i giornali, internet, e i loro cascami, le chiacchiere con le quali tutti i giorni parliamo la lingua degli altri.
privi di un pensiero nostro e ridotti a pensare che siano nostri i pensieri che vengono depositati nella nostra mente come le uova del cuculo nel nido.
o forse le nostre menti sono state occupate dagli alieni, ma gli alieni siamo noi.
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sei borforismi (e un inciso) sulla catastrofe attuale. 9 luglio 2012 – 740
se si vuole capire meglio quel che succede nel mondo occorre capire che i governi non stanno operando per risolvere la catastrofe, ma per gestirla.
fa parte delle operazioni di necessario controllo dell’opinione pubblica e di contrasto alla disperazione, il far credere che abbiano una soluzione, che ci sia una soluzione.
il guaio è che in giro qualcuno, anche fra i potenti, che crede davvero di avere in mano il mondo.
(quando Berlusconi diceva che la crisi non c’era, lo faceva a modo suo; ora si usa una tattica diversa, dato che quella non era più credibile, ma lo scopo è sempre quello che il gregge continui a pascolare i prati sempre più aridi e secchi senza dare segni di rivolta).
del resto, considerando la natura della specie umana e di che cosa sia capace, forse è meglio così.
infatti abbiamo delle strade diverse…
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chi controlla i controllori? 5 luglio 2012 – 739
temo che sia inutile preoccuparsi di come deve essere data una notizia a coloro che porterebbero sempre e comunque il cervello all’ammasso.
i controllori dell’opinione pubblica esistono soltanto perché i controllati aspirano ad essere controllati.
quindi è perfettamente inutile chiedersi chi controllerà i controllori, basta sapere chi controlla i controllati.
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il vizio capitale del matrimonio. 5 luglio 2012 – 738
il vizio è speso soltanto una passione che è diventata abitudine.
come il matrimonio, per esempio.
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spassionatamente. 4 luglio 2012 – 737
forse chi vuole dominare le passioni non ha passioni…
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lordbad, i santoni. 4 luglio 2012 – 736
Siamo afflitti da un numero eccessivo di santoni e falsi predicatori che non fanno altro che prevedere la fine del mondo o, peggio ancora, un nuovo inizio.
lordbad, blogger di wordpress
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Mario Monti, le speranze infondate. 4 luglio 2012 – 735
Cosa peggiore della paura sono le speranze infondate.
Mario Monti
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la buona salute del ladro. 1 luglio 2012 – 734
se chi ruba lo fa col piacere in più di trasgredire le regole del gruppo, questo potrebbe essere un segno di forte sicurezza, cioè di buona salute, dell’individuo.
questo naturalmente non vale, se il furto è invece la regola morale condivisa dal gruppo e il ladro ruba per semplice e gregario conformismo.
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Lady philosopher, Il lusso del ladro. 30 giugno 2012 – 733
il desiderio di prenderci cura di quel che è nostro è di per sé una morale e farlo contro la morale di un altro è un lusso in più.
lady philosopher, blogger di wordpress
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lo spessore filosofico del ladro. 30 giugno 2012 – 732
può esistere una morale universale per esseri tanto diversi fra loro come sono gli esseri umani?
non bastassero le differenze locali di comportamento tra una cultura ed un’altra, si aggiungono le ben più gravi differenze individuali all’interno della stessa cultura, che rendono generalmente solo apparente una morale condivisa.
e quale è il prezzo che paghiamo socialmente per realizzare questa apparenza di una morale comune al gruppo?
insomma, la figura del ladro ha uno spessore filosofico e ci ricorda l’assoluta relatività di ogni morale.
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il naturale altruismo degli altruisti. 23 giugno 2012 – 731
se non ci fosse qualche uomo altruista e generoso, l’umanità si sarebbe autodistrutta da un pezzo.
ma chi ha queste caratteristiche dovrebbe essere meglio consapevole che la natura ha formato esseri come lui per il bene degli altri esseri umani, quelli che non sono né generosi né altruisti…
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a proposito di impegno. 23 giugno 2012 – 730
a volte ci vuole molto più impegno a lasciare una traccia negativa di noi nella memoria degli altri, che un ricordo positivo.
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Todorov, l’unica trascendenza possibile. 22 giugno 2012 – 729
L’unica trascendenza che ci resta è la traccia che lasciamo nella memoria degli altri.
Tanto vale che sia la più bella possibile.
Tzvetan Todorov
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complimento non richiesto… 18 giugno 2012 – 728
… malaugurio manifesto.
niente fa percepire in modo più desolante il tempo che passa che i complimenti di chi ha passato mezza vita a darti contro.
tanta fretta avete di seppellirmi?
e che diamine, mica sono ancora morto, aspettate per i complimenti postumi.
fatemi sentire vivo ancora un po’, continuate pure a combattermi.
oppure… siete voi che siete invecchiati?
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coniugazioni verbali. 16 giugno 2012 – 727
essere non è altro che essere stati.
chissà che diavolo è la morte, allora…
chissà che cosa significa vivere se solo il ricordo degli altri, la scrittura o altra forma d’arte ci garantiscono di essere vissuti.
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redpoz, normalità italiana. 10 giugno 2012 – 726
una “normalità” dalla quale è scomparsa proprio la “norma”.
una normalità nella quale manca ogni costante razionale per governare i comportamenti di ognuno.
una normalità dalla quale ognuno si chiama fuori.
una normalità tutta italiana!
redpoz, blogger di wordpress
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sismicità della tecnica. 10 giugno 2012 – 725
con la scoperta della tecnica l’evoluzione della specie è diventata extracorporea.
ma i tempi dell’evoluzione biologica sono lentissimi, i tempi dell’evoluzione tecnica sono diventati iperveloci.
qui c’è una spaccatura di fondo che attraversa la specie umana come una falda sismica.
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10 borforismi sulla fede e sulla mancanza di fede. 10 giugno 2012 – 715-724
la fede non è affatto una follia, come invece diceva Tertulliano: anche se nasce al di fuori della verità.
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la fede non ha niente a che fare col problema della verità: il suo spazio è tutto nello scollamento tra quello che sappiamo e quello che vogliamo.
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la fede nasce dall’etica, cioè dal bisogno di darsi degli obiettivi che chiamiamo doveri, non dall’esigenza del conoscere.
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la fede attribuisce alla volontà, che chiama Bene, il diritto di essere superiore alla verità.
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come trionfo della volontà di potenza, la fede rappresenta certamente una specie di negazione dell’esigenza di conoscere la verità.
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la fede nega quel poco che conosciamo, perché lo ritiene incompatibile con quel tanto che vogliamo.
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se la fede è una follia, si tratta di una follia collettiva, che cementa le società attorno a obiettivi condivisi, quanto meno per chi accetta di fare suoi gli obiettivi del gruppo sociale in cui vive.
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la fede è sempre di gruppo: sfortunato chi è il portatore di una fede non condivisa, anche e soprattutto se questa sua fede si chiama mancanza di fede.
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gli errori di valutazione. 9 giugno 2012 – 714
all’origine di ogni grande realizzazione ci sta un errore di valutazione.
perché, chi proverebbe a realizzare qualcosa di grande se avesse una precisa percezione di quanto sia mediocre la realtà?
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però, così impostato il borforisma non mi convince del tutto: perché la grandezza che occorre è quella del realizzatore, non quella della realtà.
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però il realizzatore stesso della grande impresa è parte del quadro di realtà mediocre in cui la colloca, ed è mediocre lui stesso.
e quindi: chi proverebbe a realizzare qualcosa di grande se avesse una precisa percezione di quanto sia mediocre non solo la realtà, ma lui stesso?
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La botte di Diogene, l’incontro. 6 giugno 2012 – 713
uno degli aspetti più deliranti del kapitale sta nel favorire l’incontro di oggetti inutili e pericolosi con soggetti idioti e irresponsabili, creando così un paesaggio sociale disseminato di bombe ad orologeria.
la botte di diogene, blogger di wordpress
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geografia del blog. 6 giugno 2012 – 712
il blog è un posto, se vuoi virtuale, dove non si pensa da soli.
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cronologie della vecchiaia. 6 giugno 2012 – 711
la vecchiaia comincia quando termina il buonumore.
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il valore del dolore. 2 giugno 2012 – 710
il dolore fisico, l’unico nudo vero biologico dolore che ci è dato, è il migliore testimone della dissociazione che affligge il mondo: tra la sua dimensione reale e piena, che chiamiamo soggettiva, talmente è limitata e circoscritta la nostra percezione di essa, e quella solo apparente e un poco più allargata, che chiamiamo oggettiva, forse perché è talmente impoverita da ridursi a povero insignificante oggetto.
nessuno di noi può davvero andare oltre la diretta e totalizzante percezione del dolore proprio; quello degli altri ci rimane escluso e non riusciamo mai a percepirlo davvero: eppure è questo dolore che riempie quasi totalmente, quando c’è, la vita reale.
solo l’empatia e l’amore rappresentano un fragile ponte che prova a superare questa frattura, facendoci conoscere e condividere, almeno un poco e come in fantasia, il dolore degli altri.
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afo, noi ventenni. 29 maggio 2012 – 709
Noi ventenni non capiamo niente.
Però allo stesso tempo contiamo niente.
Per il bene del pianeta le due cose si bilanciano a vicenda.
afo, blogger di wordpress
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l’impossibile sincerità in amore. 27 maggio 2012 – 708
chiunque si meraviglia dell’impossibilità di essere sinceri in amore non tiene abbastanza in conto che ogni verità è soggettiva.
e l’amore è quel tipo di relazione in cui si crea un nuovo soggetto, che non siamo più noi stessi, ma la relazione con la persona che amiamo.
anteporre la verità all’amore, anche quando può fare male alla persona che amiamo, è dunque come anteporre all’amore noi stessi come soggetti, cioè considerare poco importante la relazione, subordinandola alla nostra verità individuale, ed essere indifferenti alla sofferenza dell’altro.
chi mente in amore è saggio, perché ha capito e accettato l’inevitabile imperfezione umana.
per questo chi ama davvero non può né deve essere sincero: l’amore è necessariamente bugiardo.
tenetene conto anche quando rimproverate alla persona che vi ama le sue bugie.
e viceversa, chi è sincero non ama davvero, perché pensa solo a se stesso.
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cinque borforismi su un odioso modo di intendere l’amore – 26 maggio 2012 – 707
un “odioso modo di intendere l’amore” è quello che pretende di sottoporre la persona amata a dei vincoli, che le chiedano di diventare diversa da quello che è…
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meno egocentrismo, per favore, e più chiarezza: se si ama qualcuno, si deve prenderlo per come è; altrimenti si abbia il coraggio della solitudine o di relazioni effimere.
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il modo migliore di precipitare nel gorgo dell’odi et amo è quello di amare per come l’altra o l’altro dovrebbe essere.
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chi ti dà il diritto di decidere come dovrebbe essere qualcuno per esser degno del tuo amore?
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chi ama un partner sognandolo diverso dalla sua autentica natura è ancora un bambino costretto ad amare un genitore che avrebbe voluto diverso da quello che è.
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Michele Lecchi, facile difficile. 25 maggio 2012 – 706
E’ la definizione di “facilità” che è difficile…
Michele Lecchi, blogger su blogs.it
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l’insuperabile vantaggio della menzogna sulla verità. 24 maggio 2012 – 705
è questo che dà un grande vantaggio ai diffusori di menzogne: che le bugie sono necessariamente facilmente comprensibili, altrimenti fallirebbero il loro scopo, mentre la verità non ha bisogno di essere facile, dato che non ha secondi fini.
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la morte delle probabilità. 24 maggio 2012 – 704
allora, il mondo non è reale, ma solo eventuale.
pare proprio che il mondo sia una costellazione di probabilità, che vengono determinate e concretizzate dall’osservazione.
l’osservazione è un modo di morire che hanno le probabilità, che in questo modo entrano nel flusso del tempo che le cancella, dopo averne fatto, per un istante insignificante, delle cose osservate.
ma l’osservazione non è soltanto è un modo di morire che hanno le probabilità, è anche il loro solo modo possibile di vivere.
anche per le particelle la vita e la morte sono una cosa sola.
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coraggio incoscienza coscienza. 23 maggio 2012 – 703
dei gesti convulsi e insensati condotti in gruppo, col senso di impunità che il gruppo garantisce, sono coraggiosi, solo perché sono una sfida al buon senso e alla prudenza?
proprio perché il coraggio non è incoscienza, si misura sempre con dei limiti che ha ben chiari, e calcola (senza nessuna garanzia di non sbagliare, naturalmente).
il limite che il coraggio si dà coincide con la coscienza.
è l’identità stessa che si definisce attraverso questi limiti.
dove c’è incoscienza, cioè mancanza della coscienza dei limiti, manca l’identità stessa, quindi manca il coraggio.
e a volte anche l’ancoraggio…
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la verità asimmetrica. 19 maggio 2012 – 702
verità e falsità sono asimmetriche, perché la falsità (oppure il non essere, se si preferisce) è il fondamento del mondo e la verità, in fondo, è solo un tipo particolare di falsità.
la prevalenza non solo fisica, ma anche concettuale, della menzogna e la sopravvivenza della verità soltanto come residuo o concetto limite conferma semplicemente che il fondamento dell’essere intero è la menzogna ovvero il non Essere…
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forse battersi per la verità significa battersi contro la vita?
forse chi scrive un blog dedicato alla ricerca di qualche verità è semplicemente un depresso e un disadattato che non sa vivere nella realtà nell’unico modo possibile, cioè nella menzogna?
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facsimili. 18 maggio 2012 – 701
la verità?
un nome collettivo per una raccolta di facsimili senza l’originale.
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inutile provare a separare allora il concetto di verità da quello di realtà.
non solo la verità è solo un altro tipo di menzogna, lo è a maggior ragione anche la realtà.
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eh sì: siamo nel pieno del paradosso del cretese, quello che diceva che tutti i cretesi mentono sempre ed era impossibile stabilire se stava mentendo dicendo così oppure dicendo la verità.
già questo paradosso avrebbe dovuto semplicemente liberarci o del concetto di “verità” o del concetto di “sempre”.
dal paradosso si esce solo affermando che qualunque frase che contiene il concetto di “sempre” è priva di senso.
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però, a meglio guardare ancora, il paradosso stabilisce una connessione stretta appunto fra il concetto di “verità” e il concetto di “sempre”: è impossibile dire “sempre”, quindi è impossibile parlare di verità.
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dicendo che la verità non esiste stiamo però cercando ancora di dire una verità?
dipende: la critica sarebbe mortale: forse stiamo soltanto di esprimere la nostra depressione e il blog ci serve da terapia?
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la verità è come la fede: ce la portiamo dentro, in varie forme, e non possiamo farne a meno.
questo non basta a darle nessun altro tipo di senso, che non sia quello biologico, cioè che siamo fatti così.
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uovadigatto, la chimera della verità. 18 maggio 2012 – 700
Se la verità è una chimera, lo è perché è un’invenzione degli uomini.
La realtà è un’altra cosa.
Uovadigatto, blogger di wordpress
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la verità quantistica. 15 maggio 2012 – 699
una menzogna si scopre anche con un occhio solo, ma due occhi da soli non bastano a trovare una verità.
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che un uomo solo possa arrivare alla verità è un’illusione o megalomane o succube.
tanto è vero che, dove la follia collettiva esige che lo si creda, trasforma quest’uomo in un essere in diversi modi divino.
a maggior ragione si deve dubitare che la verità possa essere la conquista di menti in gruppo, che aggiungono ai limiti di una mente sola le dissonanze e le disarmonie di un concorso plurimo di voci.
insomma, dove il singolo è interdetto dal raggiungimento della verità, a maggior ragione ne è escluso chi la cerca col sussidio di altri.
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però non mi riferisco alla abusata Verità delle iniziali maiuscole; è delle verità da niente che parlo qui, per dire che neppure loro esistono.
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tutto questo però è molto meno drammatico di quel che sembra, se si riflette alla natura semplicemente probabilistica di ogni anche piccolissima verità.
solo nel rozzo modo di pensare dualistico della premodernità il falso è il contrario del vero.
in quel piccolo mondo antico di favole chi scopriva una menzogna aveva per ciò stesso compiuto un piccolo passo avanti sulla faticosa strada delle verità.
ma invece, quante menzogne occorrerebbe scoprire per arrivare a definire anche una sola piccola verità?
una verità è impossibile, perché sarebbe il contrario non di una menzogna sola, ma di infinite.
ma una verità non è il contrario di una menzogna, è solo una sua oscillazione probabilistica, che si colloca in qualche punto basso del percorso che congiunge il meno probabile al possibile.
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veramente, all’inizio avevo pensato di scrivere il contrario: e cioè che la menzogna va vista solo come una variazione soggettiva della verità.
ma poi mi sono reso conto che la frase non era abbastanza nichilista e grondava ottimismo da ogni parte.
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molto meglio così: in un mondo dove esistono solo diverse forme di menzogna, la verità è soltanto una menzogna un po’ meno improbabile di altre.
questo giustifica, in fondo, che ciascuno dica la sua piccola non verità e porti il suo piccolo contributo all’elogio universale della follia.
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accorgersi. 3 maggio 2012 – 698
c’è solo una cosa peggiore di dover vivere in mezzo a una tribù di scimmie intelligenti urlanti.
accorgersi di essere una di quelle scimmie.
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indignado. 3 maggio 2012 – 697
sono piuttosto stufo degli indignados contro gli altri.
disposto a prender parte solo a un movimento di indignati con se stessi.
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libertà di giudizi. 2 maggio 2012 – 696
purtroppo l’unico modo per avere un giudizio proprio è di formarsene uno su quelli degli altri…
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tre paradossi su nichilismo e depressione. 2 maggio 2012 – 695
la depressione è l’unica malattia che può riuscire a diventare filosofia e, quando succede, il nichilismo è la sua terapia.
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se nichilismo è solo un modo per dire depressione, allora questa ci devasterà fino in fondo.
se resistiamo invece alla tentazione della sofferenza e della disperazione fine a se stessi, se teniamo fermo il nichilismo come sistema di pensiero e interpretazione globale del mondo, in questo caso possiamo goderci la depressione almeno dal punto di vista intellettuale e trasformarla in pensiero.
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quando il pessimismo che nasce dalla perdita di valore dei desideri assume la forma filosofica del nichilismo incontra un limite.
infatti filosoficamente un nichilismo assoluto sarebbe una contraddizione in termini: sarebbe come una nuova religione del nulla assoluto, e invece la caratteristica del nichilismo è di relativizzare tutto, compreso se stesso.
in questo senso esatto il cerchio si chiude e il nichilismo diventa una terapia della depressione.
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masochismi. 1 maggio 2012 – 694
c’è del masochismo nel sapere?
indubitabile.
non meno di quanto ce ne sia nel vivere.
o nell’amare.
vivere e cercare di sapere sono solo diverse forme di odi et amo.
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ivan, sapere fa incazzare. 1 maggio 2012 – 693
Sapere spesso fa incazzare, tipo non so perché continuo a leggere questo blog.
Quindi non solo non so niente, ma – vista la reale impotenza di fronte a tutto – è meglio non sapere.
Passare piano e non sporcare.
Ivan, commentatore di wordpress
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cinque diversi modi di saperlo. 30 aprile 2012 – 692
ognuno dà interpretazioni diverse e non saprei dire chi sa davvero cosa, sarebbe soltanto presuntuoso pretendere di saperlo.
è vero, né tu né io possiamo saperlo.
– però forse tu ed io assieme possiamo provare a saperlo.
altrimenti il mondo resterà a coloro che credono o vogliono far credere di saperlo.
e magari sono anche peggio di noi, e non gli interessa neppure molto di saperlo.
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suicidi della speranza. 30 aprile 2012 – 691
dice Wolf Bierman, citato in un blog:
Chi predica la speranza mente, ma chi – uccide la speranza è una lurida carogna.
sul primo punto non ho niente da dire, sul secondo, invece, dipende se si uccide la speranza propria o quella degli altri.
chi, a ragion veduta, uccide le proprie speranze non è colpevole: il suicidio mica è punito dalla legge, solo nel Medioevo lo era.
– il che alla fine è come dire che la speranza non deve essere in vendita e ognuno deve essere padrone solo della speranza propria.
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questioni di scelta. 29 aprile 2012 – 690
il segreto delle tante cose che faccio sta nelle tante che non faccio.
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i paradossi della menzogna. 28 aprile 2012 – 689
la menzogna è la regina dei paradossi: perché per mentire occorrerebbe almeno sapere la verità.
ma la cosa straordinaria degli umani è che riescono a mentire anche senza conoscerla.
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errore di interpretazione. 27 aprile 2012 – 688
se il mondo della comunicazione, e quindi della conoscenza, si fonda sull’interpretazione, questa è solo la definizione eufemistica che diamo dell’errore.
il mondo e la comunicazione, in altre più succinte parole, sono figli dell’errore.
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pogo, la scoperta del nemico. 25 aprile 2012 – 687
Finalmente abbiamo incontrato il nemico, ed eravamo noi.
Pogo
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buon 25 aprile… 25 aprile 2012 – 686
… non finiremo mai di liberarci.
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Doriana Bruni, la signora dell’anello. 24 aprile 2012 – 685
Le nostre forze sono incastonate nelle nostre debolezze.
Doriana Bruni, commentatrice di wordpress
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l’arte della persuasione. 24 aprile 2012 – 684
il primo principio di un’arte della persuasione è che non si deve avere interesse a persuadere.
la persuasione è infatti quasi sempre un atto di sottomissione psicologica da parte di chi si fa persuadere o si dichiara persuaso: si tratta soltanto di un abuso del nome.
la riuscita di chi intende persuadere è un’illusione ottica, dato che, ascoltando un altro, ciascuno si convince di quello di cui era già persuaso.
dovrebbe interessarci molto di più che qualcuno cerchi di persuaderci: quando avviene questo, è perché le nostre idee non sono condivise, e le obiezioni arricchiscono solo chi le riceve…
l’impossibilità di una persuasione che cambi la nostra natura, vale anche per noi, naturalmente.
la vera arte della persuasione, quella di cui tutti dovremmo diventar capaci, è dunque quella di non farsi persuadere, ma di lasciar pensare che siamo disponibili a farlo, e perfino di crederci noi stessi, anche se sappiamo che non è vero.
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gli intellettuali rompiscatole. 24 aprile 2012 – 683
che gli intellettuali siano fastidiosi è una verità, non una battuta ostile di chi non lo è, dettata forse da un senso di inferiorità non ammesso.
fastidiosi, non solo per via del narcisismo che affligge chiunque scrive, e riguarda ancor più chi scrive cose degne di essere lette che chi si accontenta di imbrattare carta per passare del tempo immerso in una sensazione di onnipotenza.
l’ntellettuale insopportabile: cioè l’uomo che fa sapere agli altri che lui pensa, e si spera lo faccia in maniera critica.
quando è narciso, in realtà l’intellettuale sta venendo meno alla sua vera natura, perché dà più rilievo al bisogno di gratificazione del proprio io che alla sua funzione sociale; e potrebbe persino risultare un poco meno fastidioso in una società che ha fatto del narcisismo la sua nuova legge morale.
fastidiosissimo, invece, diventa l’intellettuale, ma preferisco dire la mente critica che non sta zitta, quando va fino in fondo al proprio dovere sociale e rompe e logora le idee del conformismo di massa, anche del famoso conformismo degli anticonformisti.
leggo in un blog una frase stupidamente attribuita ad Einstein: la mente è come un paracadute, non funziona se non si apre.
ma l’esempio è sciocco: le menti non si aprono da sole, le menti sono come il cibo in scatola che ha bisogno di vigorosi apriscatole per poter essere raggiunto.
la mente ce la apre sempre qualcun altro, discutendo con noi, dandoci torto, proponendoci le proprie insopportabili teorie.
se le scatole potessero parlare, definirebbero molto fastidioso gli apriscatole, e direbbero che le menti critiche sono rompiscatole, dicendo una cosa più vera di quanto immaginano.
per questo diffidate degli intellettuali che non risultano fastidiosi, sono apriscatole rotti, che non hanno la lama della critica.
di solito comincio a sperare che quel che ho scritto valesse davvero la pena della stesura solo quando vedo la fremente indignazione del lettore.
vi ho fatto male? benissimo, l’apriscatole è entrato, lasciatemi il tempo per proseguire il lavoro e alla fine il coperchio di latta di quella scatola chiusa che è la nostra testa comincerà a sollevarsi, tagliata e crestata, spinta in alto dalla asimmetria del dialogo.
è così che funziona!
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ottimismo della volontà. 24 aprile 2012 – 682
nel lungo periodo, ma forse anche nel medio o addirittura fra un attimo, siamo tutti morti.
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la tomba narcisista. 23 aprile 2012 – 681
la tomba cristiana, monumento narcisista.
quel marmo, quella foto di ceramica, oppure il solo nome, che nobilita un fondo banale di terra che è una potente macchina di decomposizione, quelle casse di metallo dentro le casse di legno, per una specie di illusione di preservare il corpo dal disfacimento…
ma se la tomba è dedicata al narcisismo impossibile del corpo morto, che dire del narcisismo che dedica all’anima un paradiso intero?
– e ci meravigliamo se per qualcuno la morte diventa un prezzo possibile da pagare al narcisismo?
un classico, direi…
ma la cremazione spariglia un poco le carte…
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il tempo veloce del vuoto. 22 aprile 2012 – 680
Umberto Galimberti (…) stava ragionando sulla diversa percezione e gestione del tempo per i giovani “d’oggi” e quelli di alcuni anni fa. (…) Faceva notare come il tempo sia decisamente accelerato, e con esso il nostro modo di rapportarci alle cose: veloci, veloci, veloci.
dal blog di redpoz, gestione-tempo-ed-io
– il tempo velocizzato del post-moderno: tema immenso, che riguarda anche lo scrivere nei blog, probabilmente, che potrebbe essere analizzato da questo stesso punto di vista: scriviamo nei blog per l’amore della velocità? perché non sappiamo più accettare i tempi lunghi che comporterebbe lo scrivere in altro modo, per un libro, ad esempio?
(per qualche blogger non è così, ma per me sì).
– un’altra considerazione: il tempo veloce non scorre più veloce di prima, è solo un tempo più pieno, che non sopporta spazi vuoti; ed è veloce non perché si vive in fretta, ma perché si dimentica in fretta.
quindi l’età del tempo veloce è in realtà l’età del cervello veloce.
e il cervello è veloce soprattutto perché non si ferma a ricordare.
ecco che ritorno all’esempio della scrittura da blog: dove si scrive un post oppure un commento, e poi si corre via, e non rimane il tempo di ricordare.
e invece, se scrivessimo un lungo articolo oppure un libro, tutto quello che stiamo pensando su quel tema dovrebbe essere organizzato e per far questo memorizzato.
– ma poi, quel che dà significato al pieno è l’alternanza del vuoto e del pieno: in un tempo tutto pieno, tutto perde di spessore.
il tempo veloce del senza memoria, il tempo tutto pieno di esperienze del momento, è riempito da tante esperienze senza rilievo, tutte eguali: è riempito di esperienze che non sono esperienze: il tempo tutto pieno è un tempo tutto vuoto, è un tempo pieno di niente.
tempo della velocità, tempo della smemoratezza, tempo della disorganizzazione…
tempo del vuoto.
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Casasanto, le mie lingue. 20 aprile 2012 – 679
Gli uomini che hanno lingue differenti, pensano anche in modo differente.
Spesso non si tratta di differenze culturali, ma è la lingua che cambia il modo di pensare della gente.
Daniel Casasanto
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Dalai Lama, la voce del maestro. 19 aprile 2012 – 678
“Siete voi che dovete decidere se i miei insegnamenti vi possono servire e, se non è così, non prendetemi come maestro”.
Dalai Lama
– se il Dalai Lama pensa che i suoi pensieri siano insegnamenti, l’ascoltatore che decide di non “prenderlo” come maestro, non sbaglierà necessariamente?
non sarebbe meglio che il Dalai Lama dubitasse anche di essere un maestro?
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lo studio delle varianti. 18 aprile 2012 – 677
la speranza è solo una variante dell’infelicità.
accorgersene è il primo passo verso quella forma di serenità che si chiama indifferenza.
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redpoz, il tonfo. 18 aprile 2012 – 676
– Certo adesso non possiamo diventare profeti a tutto tonfo! (eheh, avevo scritto “tonfo” anziché “tondo”… profetico?)
redpoz, blogger di wordpress
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il baratto paranoico. 17 aprile 2012 – 675
se non potete darmi una speranza, datemi almeno un colpevole.
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biologia dell’ideologia. 14 aprile 2012 – 674
da giovane mi scelsi un’ideologia: tutti quelli che la condividevano con me erano giusti, gli altri canaglie.
la gioventù è passata: oggi mi sembra più saggio cercare di capire chi è canaglia e considerare sbagliata la sua ideologia.
si chiama morte delle ideologie, credo.
infatti: non ne sopravvive nessuna.
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un blog di classe. 9 aprile 2012 – 673
vi avverto, non sono classificabile.
vi deluderò sempre.
guardate il titolo di questo post, ad esempio.
che cosa significa?
che sono snob? che sono comunista? che ho fatto il liceo classico e credo di saper scrivere in uno stile tradizionale? che è un blog scritto assieme ai compagni di scuola (anche se di cinquant’anni fa)?
sarà sempre come voi pensate, ma poi, scoprirete, anche il suo contrario.
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contro l’ottimismo della volontà. 7 aprile 2012 – 672
“con l’ottimismo della volontà vorrei contestare questa tesi, ma con il pessimismo della ragione devo accettarla”.
se la frase sull’ottimismo della volontà che contrasta col pessimismo della ragione non l’avesse scritta un uomo meritevole del massimo rispetto e in una condizione di infelicità straordinaria (che è l’unica cifra per leggerla in trasparenza come una filigrana, come una pacca sulla spalla data da sé medesimo), ci accorgeremmo facilmente che è una mezza sciocchezza, o forse una specie di cura omeopatica per disperati.
ottimismo delle volontà quando tutto dimostra che non c’è modo di realizzare la nostra volontà?
allora cambiamo la volontà, per favore: quell’ottimismo della volontà è un modo sicuro di rovinare la vita a se stessi e agli altri, affannandosi dietro obbiettivi senza speranza.
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Il signore delle stelle, l’errore di Dio. 5 aprile 2012 – 671
Una divinità si dimostra intelligente concedendo l’intelligenza ad una specie che la usa per autodistruggersi ed usa la fede come giustificazione per distruggere i suoi simili in nome di un dio buono ed amorevole?
Se dio deve essere perfetto, l’uomo, sua creatura a quanto dicono, è palesemente un grosso errore e ciò negherebbe la perfezione di dio.
Il Signore delle stelle, blogger di wordpress
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tu non sai a Chi somiglio Io. 5 aprile 2012 – 670
che l’uomo somigli a Dio o è vero o è falso.
se noi somigliamo a Dio, e di conseguenza Dio somiglia a noi, ci sarebbe da preoccuparsi parecchio: non saremmo in buone mani.
ma per fortuna l’affermazione è certamente falsa, perché autocontraddittoria: come potrebbe Chi è perfetto assomigliare all’imperfezione?
l’identità si definisce attraverso la delimitazione; come potrebbe ciò che non ha limiti avere un’identità? come potrebbe il Tutto assomigliare ad una sua parte?
ma se l’affermazione è falsa, come tutto fa ritenere, allora essa è anche umana.
che l’uomo assomigli a Dio, non è Dio a dirlo, ma l’uomo.
una delle tante bugie dette per darsi importanza…
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machzender, grazie alla morte. 2 aprile 2012 – 669
La morte andrebbe vista come un atto di amore della natura nei confronti dell’umanità.
Grazie alla morte oggi noi viviamo, senza di essa la vita sul pianeta sarebbe impossibile.
Grazie alla morte, il genere umano evolve: immagina se non fossero morti i nostri avi preistorici: non avremmo mai avuto progresso e sviluppo.
Grazie alla morte, quindi.
machzender, blogger di wordpress
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l’ossimoro intelligente. 2 aprile 2012 – 668
quanti si sono accorti che “la vita intelligente” è un ossimoro, cioè una contraddizione in termini?
oso pensare che l’uomo sia una sfortunata eccezione: se avessimo le prove che qualcosa di simile a lui è diffuso ovunque nel cosmo avremmo la prova più definitiva della non esistenza di Dio.
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Tabucchi, il patto dello scrittore con la vita. 30 marzo 2012 – 667
Scrivere, è sempre un modo di venire a patti con la mancanza di senso della vita.
Antonio Tabucchi
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Pessoa, l’occulto. 26 marzo 2012 – 666
Un dio nasce. Altri muoiono. La Verità
né venne, né se ne andò: mutò l’Errore.
Abbiamo adesso un’altra Eternità,
ma il passato era sempre migliore.
Cieca, la Scienza coltiva inutile aiuola.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo dio è solo un’altra parola.
Non cercare né credere: tutto è occulto.
Fernando Pessoa
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anonimo studente. Leopardi, il pessimismo. 23 marzo 2012 – 665
Leopardi nacque, molto giovane, a Recanati. Morì di un pessimismo nero, perché non aveva un guidatore che lo guidasse.
anonimo studente
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dunque, morire. 23 marzo 2012 – 664
dunque, morire è scomparire, ma diciamo meglio: è lo scomparire degli altri, non del tutto di noi: sempre più incartapecoriti e trasparenti, per qualche tempo sopravviveremo nel ricordo e – per quel che abbiamo fatto di concreto nella nostra vita oramai passata – anche nel procedere del mondo: come le nostre spoglie mortali, prima di sparire del tutto.
quel che abbiamo fatto, quel che abbiamo contato nella vita degli altri che restano è la declinante sopravvivenza che ci viene lasciata in dono per un po’: continueremo a parlare, anche se non potremo più ascoltare, e quindi neppure rispondere…
sono gli altri che perdiamo con la morte, gli altri non perdono del tutto noi.
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l’importanza del detto. 21 marzo 2012 – 663
più importante di quel che uno dice ad un altro è quel che l’altro capisce.
(da un detto indiano, citato da redpoz)
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la teologia, rischio della fede. 16 marzo 2012 – 662
la verità di ciò in cui si crede, nel caso della fede, è rappresentata essenzialmente dalla condivisione col gruppo.
nel momento in cui il singolo comincia ad interrogarsi sui contenuti di quel che crede, la sua fede è già a rischio.
questo rischio a volte si chiama teologia.
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il bisogno della fede. 15 marzo 2012 – 661
la fede è un bisogno, ma di rassicurazione, non certamente di verità.
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la terapia della fede. 15 marzo 2012 – 660
vi è qualche rapporto tra fede e infelicità?
in linea generale, guardando alle società nel loro insieme, si direbbe di sì.
dove c’è più infelicità, là c’è più predisposizione alla fede, data la natura consolatoria di questa.
ma da questo consegue il paradosso successivo: che se la fede ha un effetto consolatorio, dunque là dove vi è fede maggiore vi può essere anche felicità maggiore.
è la fede che allarga il sorriso sui visi dei miserabili che non hanno nulla e che sopravvivono con un lavoro ai limiti delle possibilità umane.
(dite pure che questo post è birmano, senza saperlo).
quindi non solo dove vi è più motivo di infelicità vi è più fede, ma dove vi è più fede vi è anche più felicità.
la fede è una terapia, la mancanza di fede è un frutto positivo dell’abbondanza.
ma dove l’abbondanza produce una insanabile impossibilità di credere emotivamente, ecco che subentrano la psicoanalisi e la filosofia, forme di fede che attribuiscono alla ragione il compito di creare punti di riferimento alternativi e stabili.
il problema sta però nel fatto che a questo compito la ragione è inadeguata: la ragione è perfetta per demolire certezze, non per costruirne…
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alla ricerca di se stessi. 12 marzo 2012 – 659
ho sempre avuto una viva antipatia per coloro che si dedicano alla ricerca di se stessi, passati i 18 anni.
se non sai chi sei, come fai neppure a cercarti?
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Mauro Poggi. le priorità. 11 marzo 2012 – 658
Ultimamente il problema di Dio non è fra le mie priorità, visto che il mondo non pare essere fra le priorità di Dio.
Mauro Poggi, blogger di wordpress
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ritratto cosmopolitano. 9 marzo 2012 – 657
sono un cosmopolita e un viaggiatore: se la patria è dove si sta bene – come scrisse Manzoni -, la mia patria è il resto del mondo.
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un caso disperato. 8 marzo 2012 – 656
che io sia un caso disperato direi che non è un caso…
no, non cerco il senso della vita: mi cerchi lui, piuttosto.
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ogni filosofia è una fede. 28 febbraio 2012 – 655
Ogni filosofia che non si limita a porre delle domande, ma pretende di poter dare una risposta globale alle questioni, è una forma di fede.
– Hai stabilito un’eguaglianza; questo significa che anche la fede è una forma di filosofia?
Non necessariamente: la fede può essere totalmente aliena dalla filosofia, la filosofia sistematica non può essere aliena dalla fede.
L’uomo ha bisogno di risposte, sembra che non riesca a reggere facilmente alla domanda aperta che lascia in sospeso la questione del senso; è la funzione della fede quello di liberare l’uomo da questa angoscia, e rispetto ad essa sto dicendo che la filosofia positiva è solo una forma più lambiccata di fede.
Certo, a volte anche le religioni, per sostenere l’immediatezza della adesione alle loro affermazioni, possono ricorrere a costruzioni intellettuali complesse, ma queste non appaiono assolutamente essenziali al costituirsi della fede, sembra che piuttosto servano alle scaramucce dialettiche con le altre fedi di forma strettamente filosofica.
– Ma allora è possibile vivere senza credere in qualcosa?
Si direbbe di no, perché quanto ho appena finito di dire è esposto a sua volta al rischio di risultare una risposta globale al problema del senso: e dunque appare a sua volta dotato della potenza della fede anche dire che occorre vivere accettando che il senso non sia raggiungibile dalla nostra mente, dati gli infiniti errori a cui è sottoposto il nostro linguaggio.
– Perfino quando nega che la Verità sia raggiungibile? Stai dicendo che anche la negazione della Verità è una Verità assoluta da guardare con diffidenza?
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il razzismo degli altri. 21 febbraio 2012 – 654
è tipico dei razzisti, e converge col quadro generale di mancanza di immaginazione che li caratterizza, il non riuscire ad immaginare di poter essere oggetto di un razzismo eguale e contrario a quello che esprimono loro.
e pensare che basterebbe anche solo l’ombra di un sospetto di questo tipo per guarirli quasi completamente dalla loro malattia.
in poche parole il razzista soffre di una forma acuta di mancanza di relativismo, ed è talmente convinto di appartenere ad un gruppo che è il migliore di tutti, da non riuscire proprio a concepire che l’oggetto del suo disprezzo, perché diverso da lui, possa ricambiarlo di un disprezzo parallelo ed equipotente, alimentato dalla stessa convinzione di appartenere ai migliori.
i razzisti vanno accuratamente protetti dalla sensazione straniante di essere un gruppo fra i tanti, e dalla osservazione che ogni gruppo umano tende per propria natura all’aggressività contro gli altri con sensazioni illusorie di onnipotenza ostile, e a questo provvedono istituzioni importanti come i mass media nazionali e le chiese.
men che meno gli si deve fare presente che speculare politicamente sul razzismo degli elettori è un gioco che risulta facile sotto ogni latitudine, e che niente attizza tanto il razzismo altrui quanto il proprio.
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Hitchens, la religione educativa. 19 febbraio 2012 – 653
Nell’universo morale comune i buoni fanno del loro meglio, i cattivi fanno del loro peggio, ma se volete che le persone buone facciano cose crudeli, ci vuole la religione. La religione fa compiere cose cattive alle persone buone e fa dire cose stupide alle persone intelligenti.
Christopher Hitchens
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l’onnipotenza dell’ateo e quella di Dio. 18 febbraio 2012 – 652
a volte sembra che negando Dio l’ateo voglia proteggersi dai propri deliri di onnipotenza.
a volte che voglia togliere di mezzo anche l’ultimo intralcio che la ostacola.
è sconcertante che uno sguardo acuto possa notare che molto spesso le due scelte alternative si sovrappongono e coesistono nella stessa persona come fossero particelle quantistiche.
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i limiti della responsabilità. 17 febbraio 2012 – 651
sono responsabile solo di quello che dico io, non di quello che capisci tu.
(questa non so proprio dove l’ho letta)
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Szymborska, l’estasi dell’odio. 17 febbraio 2012 – 650.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti –
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
giunta prima al traguardo?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
E guarda risoluto al futuro
– lui solo.
Wislawa Szymborska
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la tossicodipendenza della ricchezza. 16 febbraio 2012 – 649
i poveri mantengono umanità e generosità, non nonostante ma grazie alla povertà.
è la ricchezza che toglie agli uomini la generosità e l’umanità.
questa non è una cosa straordinaria, anzi, è la cosa ordinaria; la cosa straordinaria è che ce ne dimentichiamo.
per questo la ricchezza è come una specie di intossicazione o di dipendenza: il ricco è come un tossico, chiama felicità la sua droga, è infelice e neppure lo sa.
ecco, cominciamo a guardare ai ricchi che inseguono il loro denaro con lo stesso compatimento, misto ahimè a leggero fastidio, con cui guardiamo gli altri tossici che ci inseguono per chiederci un euro.
trovate i ricchi così diversi da loro?
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contro il fanatismo. 14 febbraio 2012 – 648
gli uomini si distinguono non in base al fatto se credono o non credono in Dio, ma al fatto se sono fanatici oppure no (dato che anche molti atei sono fanatici).
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canonicismo, il rumore di un bacio. 7 febbraio 2012 – 647
Il bacio fa rumore quando le due persone si staccano.
canonicismo, blogger di blogs.it
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speranza e bisogno. 7 febbraio 2012 – 646
la speranza, che è così facile scacciare dal proprio sguardo quando tutto va bene, si riaffaccia proprio al momento del terrore e del bisogno.
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cinzia, il bisogno di Dio. 6 febbraio 2012 – 645
dio ha bisogno del nostro amore, perché resterebbe emarginato nel suo io troppo bello, nel narcisismo.
cinzia, ancora lei
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cinzia, le simpatie ricambiate. 6 febbraio 2012 – 644
Non solo credo in Dio, ma mi è simpaticissimo.
cinzia, commentatrice un po’ fuori di testa
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il peccato impossibile. 28 gennaio 2012 – 643
perdona loro perché non sanno quello che fanno.
bella questione: ma si può peccare se si ignora di commettere peccato?
se la risposta è no, allora il peccato sarebbe riservato solamente ai credenti, perché soltanto loro peccano in piena coscienza.
oppure, proprio l’ignoranza del peccato è, al contrario, l’unico peccato possibile e si pecca solamente non sapendo di peccare?
e allora i peggiori peccatori sarebbero i bambini e i semplici.
difficilmente quella frase fu effettivamente detta da colui al quale è attribuita.
– da uno spunto di redpoz, cercando-il-peccato
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Konrad Adenauer, avere ragione. 26 gennaio 2012 – 642
In politica non si tratta di avere ragione, bensì di mantenerla.
Konrad Adenauer
però fuori dalla politica è ancora più importante condividerla.
(citazione di redpoz, risposta di bortocal)
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Francesco Merlo, l’intelligenza del cretino. 26 gennaio 2012 – 641
Il vero cretino è intelligente.
E’ l’intelligenza l’arma micidiale del cretino.
Francesco Merlo, giornalista.
in un percorso a spirale allucinante, questo stesso aforisma potrebbe esserne una prova.
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ritratto dell’autore da vecchio. 25 gennaio 2012 – 640
invecchiando cresce il bisogno di lasciare qualcosa, è come se ci si volesse preparare a parlare ancora, anche quando non si avrà più un corpo a disposizione per farlo.
quanto ad ascoltare le risposte, invece, non c’è rimedio, e del resto sono un poco sordo già adesso.
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afo, l’equilibrio impossibile. 24 gennaio 2012 – 639
L’equilibrio è l’elemento base dell’esistenza.
Ed è, purtroppo, l’eccezione: difficile da trovare, e per alcuni, impossibile da amare…
afo, blogger di wordpress
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la schiuma del pensiero. 24 gennaio 2012 – 638
non ti sforzare troppo di dare stabilità al tuo pensiero: il pensiero è la schiuma che corre sulla cresta di un’onda che sta per infrangersi sulla riva, niente di più solido di così.
di quella schiuma non resterà una forma fissa in un momento dato: resterà, in chi ha guardato quell’onda e quella schiuma, il ricordo del suo modo di scivolare verso l’impatto sulla riva.
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stupidi e libri. 17 gennaio 2012 – 637
il numero degli uomini stupidi è praticamente infinito e quindi anche il numero dei libri stupidi lo è.
ma dove non arriva la stupidità del libro, non abbiate dubbi, arriverà sempre la stupidità del lettore che leggerà il libro senza capirlo.
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canonicismo, le religioni interessanti. 17 gennaio 2011 – 636
Io non penso che le religioni siano vere, penso che le religioni siano interessanti.
canonicismo, blogger di blogs.it
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redpoz, sei lezioni di rugby. 13 gennaio 2011 – 635 [da espungere nell’edizione definitiva dei borforismi?]
Ripensando al placcaggio, sei sono le lezioni di questo gesto tecnico fondamentale:
umiltà: per placcare bene un avversario non lo si può aspettare in piedi dritti come una sentinella, occorre abbassarsi, chinarsi tenendo la schiena ben dritta, per cingerlo sotto la vita. Un placcaggio implica affrontare un avversario da una posizione di “inferiorità”
coscienza di sé: non importa quanto si sia grossi o quanto sia grosso l’avversario, con la tecnica ben applicata un giocatore “mingherlino” può placcare il più grosso degli avversari
coraggio: per placcare occorre avanzare velocemente, andare incontro all’avversario, non lasciargli prendere velocità e poi subire comunque l’impatto. Chi ha paura nel placcaggio si farà quasi certamente male, oppure non allungherà neanche il braccio per ostacolare l’avversario
fiducia: in difesa ognuno è per sé, ogni giocatore deve tenere d’occhio il suo uomo e placcare lui e solo lui. Non si può assolutamente seguire il giocatore marcato dal compagno, pena dei “buchi” in difesa pazzeschi nei quali gli attaccanti potranno passare senza difficoltà. Quindi, ognuno deve assumersi tutta la responsabilità nel fermare il proprio avversario e avere assoluta fiducia che ciascuno dei compagni faccia altrettanto col suo.
modestia: la regola impone di cingere l’avversario, farlo cadere e cadere assieme a lui. Altrimenti è persino fallo. Per fermare qualcuno occorre quindi accettare di andare giù a terra assieme a lui, non esistono placcatori che escono dal campo con la maglietta pulita
rimettersi in gioco: fatto un placcaggio, occorre rialzarsi il più velocemente possibile, rimettersi in linea ed essere subito pronti a farne un altro. Bisogna essere reattivi, senza sosta. E per tornare in gioco, quasi sempre occorrerà arretrare di qualche metro.
redpoz, blogger di wordpress, dal blog omonimo
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[sulla felicità ai tempi della crisi]. 6 gennaio 2012 – 634
perché mi auguri pochi dubbi, francesco? lasciami i miei molti dubbi, per favore.
è dalla ricchezza dei dubbi che nasce la forza del rifiuto, e non potrei rifiutare il consumismo stupido se non dubitassi di troppe cose.
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la prepotenza della libertà. 6 gennaio 2012 – 633
la chiamano libertà, ma è soltanto prepotenza.
la libertà democratica occidentale è sempre e soltanto la tutela del diritto dei più potenti e ricchi di fare quello che vogliono.
e nei momenti di difficoltà grave, se appare necessario l’esproprio dei ricchi, non avviene mai per via pacifica.
solo l’esproprio dei poveri cristi è non-violento.
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carlo, la farina del sacco dell’io. 5 gennaio 2011 – 632
Dove c’è un io (con la sua mente) c’è anche un tu (con la sua mente) e una “società” (con le sue tradizioni) che ci ospita, spesso in modo in-ospitale.
L’io si forma nella relazione con il mondo, per cui non è facile capire quale sia la farina nel sacco dell’io.
Non vorrei scoprire che quello che noi percepiamo sia il frutto della farina del sacco degli altri.
carlo, commentatore di blog altrui
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il razzismo simbolico. 5 gennaio 2012 – 631
il razzismo è dentro tutti, ma proprio TUTTI noi, semplicemente perché è uno dei tanti sintomi dei limiti della mente umana, cioè del suo bisogno di semplificare il vissuto per poterlo memorizzare in qualche modo.
razzismo, la cosa di cui più ci vergogniamo come esseri umani, e pensiero simbolico, la cosa di cui andiamo più orgogliosi, sono connessi tra loro ben più strettamente di quanto noi pensiamo.
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Karl Kraus, un aforisma e mezzo. 4 gennaio 2011 – 630
L’aforisma non coincide mai con la verità: o è mezza verità, o una verità e mezza.
Karl Kraus, Detti e contraddetti
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la felicità del dubbio. 4 gennaio 2012 – 629
perché qualcuno mette il dubbio in contrapposizione alla felicità?
forse non conosce la sottile raffinata edonistica felicità del dubbio?
se la felicità sta nella mancanza del dubbio, dobbiamo considerare felici le falangi vittoriose che marciano compatte ed ottuse a distruggere una nobile città conquistata?
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Johann Wolfgang Goethe, le pietre. 2 gennaio 2011 – 628
Puoi costruire qualcosa di bello anche con le pietre che trovi sul tuo cammino.
Johann Wolfgang Goethe
perché anche?
sempre si costruisce, tutto si costruisce con quel che si trova lungo il cammino.
e se sono state pietre, inciampi, ostacoli, riuscirci è ancora più bello.
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una inedita legge di Murphy. 31 dicembre 2011 – 627
se qualcosa può esserci, in qualche parte del mondo ci sarà.
(legge di Murphy originaria: se qualcosa può andare storto, andrà).
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il vitello d’oro di Dio. 31 dicembre 2011 – 626
qualunque tentativo di dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio (aldilà dei risultati risibili, in se stessi considerati) è nella sua stessa sostanza blasfemo.
perché presuppone la razionalità, cioè la somiglianza all’uomo, di Dio.
non Dio ha fatto l’uomo a Sua immagine e somiglianza, ma gli uomini si fanno Dio a propria immagine e adorano ancora Lui, come il vitello d’oro.
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il pessimismo è gratis. 30 dicembre 2011 – 625
il pessimismo è buono, perché di solito è onesto; l’ottimismo non so, spesso non lo è e serve a fregare gli altri: avete mai visto un piazzista pessimista?
il pessimismo è buono perché è facilmente altruista, è più facile essere pessimisti se ci si preoccupa anche degli altri; l’ottimismo di Berlusconi è egoista: facile essere ottimisti se si è Berlusconi e non si ha interesse per gli altri.
il pessimismo è buono perché difficilmente è interessato, non ci si guadagna molto a guardare in faccia la verità, molti esseri umani non sono capaci di farlo; se lo fossero, non ci sarebbero le Chiese.
il pessimismo è anche gratis, l’ottimismo quasi sempre lo devi comprare, e soprattutto costa: niente è più costoso di un ottimismo fuori posto.
per non dire che quasi ogni pessimista nasconde nel cuore una speranza ritrosa, mentre l’ottimista di facciata usa il suo disinvolto appello alla bontà del futuro per nascondere anche a se stesso la propria disperazione.
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l’ottimismo del pessimista. 29 dicembre 2011 – 624
il pessimista che cerca di diffondere il suo pessimismo per aiutare gli altri a guarire dal loro ottimismo e dai pericoli connessi, non è un inguaribile ottimista?
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l’oceano col cucchiaino. 26 dicembre 2011 – 623
bisogna essere veramente stupidi per combattere la stupidità. come chi vuole svuotare l’oceano col cucchiaino. anzi, mi correggo: col colino del the.
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il divino nell’arte. 25 dicembre 2011 – 622
in base al principio transitivo dell’eguaglianza dire che Dio potrebbe essere un artista non è molto diverso dal dire che l’artista assomiglia a Dio, cioè all’idea che ce ne facciamo.
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la provvidenza artistica. 24 dicembre 2011 – 621
io non so se esista la provvidenza divina, che è un eufemismo per dire che propendo per il no, ma so certamente che esiste la provvidenza artistica: di questo non posso dubitare per prove ripetute, e potrei credere alla provvidenza divina solo se pensando che anche Dio è un artista.
si tratterebbe allora di capire di che tipo di spettacolo la nostra vita faccia parte…
tragedia? farsa? dramma satiresco?
c’è solo da escludere che si tratti di una sit comedy a lieto fine, direi.
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la specie umana è radioattiva? 23 dicembre 2011 – 620
la specie umana ha caratteristiche speciali di instabilità che ne rendono molto precaria la sopravvivenza a lungo raggio, pur essendo comparsa così recentemente dal punto di vista geologico.
mi pare infatti avvenga nella biologia quel che avviene nella chimica con gli elementi radioattivi: anche le specie biologiche, come gli elementi chimici, più diventano complesse, più diventano instabili.
ci sono elementi chimici che possono vivere per la loro instabilità legata al loro grande numero atomico solo qualche frazione di secondo, perché immediatamente decadono in elementi più semplici producendo una radioattività distruttiva.
quasi altrettanto potrebbe accadere con le specie biologiche e con la specie umana, in particolare, altamente instabile e distruttiva come se fosse a sua volta radioattiva…
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l’Italia di Lilliput. 21 dicembre 2011 – 619
l’Italia è il nuovo paese televisivo di Lilliput, dove un nano politico come Berlusconi appare come un gigante mediatico solo perché i suoi abitanti sono stati rimpiccioliti ad una grandezza in pollici.
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il caso è la necessità. 18 dicembre 2011 – 618
capiremo davvero il mondo quando ci diventerà immediatamente chiaro che il caso è solo l’altro nome della necessità e la necessità soltanto l’altro nome del caso.
come l’onda è anche una particella, così l’ondulazione del caso è anche la particella della necessità.
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Jacques Monod, soli per caso e per necessità. 18 dicembre 2011 – 617
L’uomo deve infine destarsi dal suo sogno millenario per scoprire la sua completa solitudine, la sua assoluta stranezza.
Egli ora sa che, come uno zingaro, si trova ai margini dell’Universo in cui deve vivere.
Un Universo sordo alla sua musica, indifferente alle sue speranze, alle sue sofferenze, ai suoi crimini.
Jacques Monod, Il caso e la necessità
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la libertà di repressione. 14 dicembre 2011 – 616
la libertà altro non è che un particolare punto di equilibrio della repressione.
si potrebbe quasi dire – udite, udite! – che la libertà si ha quando la repressione si rende talmente efficace da non essere neppure più percepita.
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Pensierodud, l’arte della fuga. 12 dicembre 2011 – 615
Si può fuggire restando fermi?
Istinto, natura; paura.
Scappare restando immobili.
Si può pensare di battere il nemico abbandonandosi, in qualche modo, ad esso?
pensierodud, blogger di WordPress e commentatore di questo blog
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a proposito di paura. 10 dicembre 2011 – 614
come ogni altro animale anche l’essere umano deve vivere nella paura, che è la condizione fisiologica per la quale è stato programmato dall’evoluzione.
se non ha una paura oggettiva e fondata è ancora peggio, perché deve inventarsene qualcuna di artificiale, cioè uscire di testa.
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il dono di Dio. 6 dicembre 2011 – 613
ogni uomo ha il Dio che si merita e solo chi è completamente innocente riceve il dono di non averne nessuno.
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Rozmilla, l’amore: a torto o a ragione. 2 dicembre 2011 – 612
Il torto e la ragione scompaiono dall’orizzonte, di fronte alla morte, rimane solo l’amore.
Rozmilla, blogger di wordpress
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è Ungaretti? 30 novembre 2011 – 611
la morte si impara vivendo?
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la vecchiaia come forma di alcolismo. 29 novembre 2011 – 610
invecchiare diminuisce i freni inibitori più di una bella bevuta. si ha sempre meno da perdere.
e del resto si è sempre meno presenti a se stessi: il processo è più fisiologico che volontario.
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la mia anima gemella. 27 novembre 2011 – 609
chi cerca nell’amore l’anima gemella non dimostra per ciò stesso di essere un inguaribile narcisista che non la troverà?
faccio già così fatica a sopportare me stesso (e non sono il solo a lamentarsi del peso che rappresento), devo anche impormi un secondo me stesso?
fatemi cercare invece semplicemente una persona che sia complementare a me, che abbia i difetti che io non ho e le qualità che mi mancano, che sappia quel che io non so e non sappia quel che so io, che sappia tacere quando io parlo e parli quando io taccio, che sappia ridere quando ho voglia di piangere e si commuova quando sorrido.
– mmm…: che abbia i difetti che io non ho, che sappia quel che io non so, che sappia tacere quando parlo, che sappia ridere quando ho voglia di piangere…; d’accordo: dovrebbe essere praticamente senza difetti, ma ignorantissima, stare quasi sempre zitta e ridere quasi sempre.
praticamente impossibile, da quando si è suicidata Marylin Monroe.
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Doriana Bruni, gli anni della giovinezza. 26 novembre 2011 – 609
Ci vogliono molti anni per diventare giovani…
Doriana Bruni, umorista, commentatrice di blog altrui
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quanto è difficile lasciarla. 23 novembre 2011 – 608
l’esperienza dimostra che è molto difficile lasciare una donna.
provateci: e allora sarà lei a cercarvi, a riallacciare il rapporto, a farvi sentire di nuovo ben disposto verso di lei.
e a questo punto, a sorpresa, sarà lei a lasciarvi, cercando di farvi del male, guardando bene se è riuscita a ferirvi quando eravate indifeso.
perché, semplicemente, non poteva sopportare l’idea di non avere lei il pallino della situazione.
non so spiegarmi perché, ma non mi viene in mente un solo esempio in cui sia un uomo a comportarsi così.
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dov’è il meglio. 19 novembre 2011 – 607
il meglio non esiste.
ogni meglio è solo un meno peggio visto in un momento di euforia.
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la perfezione della vecchiaia. 19 novembre 2011 – 606
dev’essere questo che nella vecchiaia ci frega: il fatto che da un certo momento in poi comincia ad apparirci come una forma di perfezionamento.
al fondo della perfezione ci sta il sonno perfettissimo, del resto.
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l’invidia degli italiani. 19 novembre 2011 – 605
a volte può sembrare che l’Italia sia un paese straordinariamente invidioso.
sono però convinto che sentimenti simili siano presenti anche in altri paesi.
la vera particolarità degli italiani non è di provare una invidia più forte di quella in uso in altri paesi, è di non fare neppure uno sforzo per nasconderla.
gli italiani non sono invidiosi, sono maleducati.
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la domanda fondamentale sull’amore. 17 novembre 2011 – 604
quanto alla domanda “potrò ancora essere capace di amare, dopo tutto questo?”, io la trasformerei piuttosto in questa: “in che modo sarò ancora capace di amare, dopo tutto questo?”
perché amare oppure no non dipende da noi.
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ambiguità, il tuo nome è amore. 15 novembre 2011 – 603
troppi stati d’animo diversi vengono chiamati amore: questa confusione è deliberatamente cercata, perché abbiamo paura di essere sinceri con noi stessi.
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il senso della ricerca di senso. 12 novembre 2011 – 602
quando gli esseri umani si convinceranno che cercare un senso delle cose è solo un modo per darsi importanza, cominceranno a vivere molto meglio.
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borforisma di giornata. 12 novembre 2011 – 601
se i problemi non li affronti tu, ti affrontano loro.
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borforisma lungo sul controllo della delusione. 6 novembre 2011 – 600
è abbastanza demoralizzante rendersi conto, avvicinandosi al bilancio conclusivo della propria esistenza, di avere compiuto per i primi 63 anni di vita un errore di valutazione fondamentale.
ogni rapporto affettivo e sociale, infatti, è fondato sull’interesse e sul tornaconto, e noi abbiamo pervicacemente e contro ogni evidenza creduto il contrario, perfino all’interno di scenari che lo dichiaravano in modo abbastanza esplicito: cambia la natura di questo interesse e di questo tornaconto, ma non la sostanza, e cioè che ciascuno persegue esclusivamente la propria gratificazione e ricerca ciò che gli interessa.
ad averlo capito prima ci si poteva risparmiare di rimproverare a chi si amava di essere fatta oppure fatto così; sarebbe stato più giusto riconoscere che noi stessi, e ogni altra persona intorno a noi, siamo fatti così.
muoversi in un mondo di relazioni sostanzialmente egoiste non impedisce affatto i legami affettivi, richiede soltanto legami affettivi fondati su questa consapevolezza, che confina con una coscienza permanente della loro assoluta precarietà.
in sede di bilancio, ecco evidente la stortura introdotta nella propria esistenza dalla voglia narcisista di illudersi di essere così interessanti ed affascinanti da meritare una dedizione assoluta, salvo accorgersi che una persona apparentemente disposta a farlo, cioè ad annullare del tutto se stessa per noi, è assolutamente poco interessante, e se rinuncia al proprio io, sarà perché ha un io non interessante neppure per lei stessa.
ma l’autoanalisi non è finita, ed arriva al punto che più fa male: la ricerca di una persona di questo tipo è la spia del fatto che noi stessi siamo fatti così, che noi stessi ci consideriamo in fondo ben poco significativi ed interessanti, tanto da essere pronti ad illuderci di trovare, ora qui ora lì, chi non sia altro che lo specchio di una nostra dedizione pronta a sacrificare tutto di noi in cambio dell’illusione dell’amore totale.
e a fare altrettanto, a farci usare in cambio di questa illusione di essere amati.
una disponibilità che confina con l’accettazione della strumentalizzazione da subire, con gusto del degrado.
liberarsi da questa illusione è vitale, riconoscere la realtá che ci concede solo il gusto di passioni condizionate, amare sentendosi amati solo per quello che si può dare e finché lo si può dare, oppure per la durata per cui interessa a chi interessa a noi.
avremo passioni non molto più misurate (perché è ben difficile porre limiti alle passioni), ma almeno delusioni più controllate.
ecco, controlliamo la sofferenza della delusione, almeno, se non possiamo controllare l’entusiasmo dell’innamoramento.
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Doriana Bruni, i rischi del domandare. 5 novembre 2011 – 599
Attento a quel che chiedi perché potresti ottenerlo.
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diversi tipi di democrazia. 4 novembre 2011 – 598
com’è possibile che una parola si allontani talmente dal suo significato originario da essere usata per indicare il suo contrario?
è una perversione della parola democrazia che il potere del popolo di decidere diventi il potere del popolo di decidere chi decide per lui.
a ben vedere questo è proprio il contrario della democrazia.
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diversi, ma non troppo. 3 novembre 2011 – 597
mi viene il dubbio che la malattia, il dolore, la disperazione siano degli accessori con i quali la morte cerca di nascondere la propria irrimediabile banalità.
anzi, questi accessori è la vita a costruirli attorno alla morte, perché la scoperta della banalità della morte non è altro che presa di coscienza della banalità della vita, altrettanto irrimediabile.
quando arriviamo a sentire la morte come un fatto banale, è perché la vita stessa sta rinunciando ad illuderci e si mostra per quello che è, una variante poco significativa della morte.
vita e morte, due tipi di banalità diversi, ma non troppo.
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Montaigne, la sottomissione. 29 ottobre 2011 – 596.
Come il donare è qualità dell’ambizione e del privilegio, così l’accettare caratterizza la sottomissione.
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canonicismo, perché i dittatori. 27 ottobre 2011 – 595
Perché i dittatori spesso si vestono in modo eccentrico e stravagante?
E’ facile: nessuno di quelli che gli stanno intorno ha piu’ osato esprimere disapprovazione per i loro gesti, e questo per alcuni anni.
Ognuno di noi avrebbe la tendenza a far cose originali e ogni volta i nostri simili con la loro disapprovazione ci riportano nella norma.
Il dittatore, non avendo piu’ alcuna barriera che lo contenga, dopo alcuni anni diventa mano a mano sempre piu’ eccentrico e sempre piu’ stravagante (oltre che piu’ prepotente, piu’ violento, eccetera).
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quel che appartiene al popolo. 27 ottobre 2011 – 594
parlare di qualcosa che “appartiene al popolo” è una specie di imperdonabile ingenuità.
non esistono le proprietà teoriche, la proprietà è un dato di fatto, un rapporto di forza oggettivo, e questo rapporto di forza vede regolarmente il popolo soccombere di fronte alla forza di individui o di gruppi che si impadroniscono dei beni di un territorio; che alcuni di questi, poi, amministrino i beni carpiti con la forza della loro personalità o della coesione del loro gruppo affermando di farlo in nome del popolo, alla fine è una variante ben poco significativa rispetto allo scenario che vede alcuni gestire questi beni a proprio esclusivo vantaggio senza neppure nasconderlo.
il popolo sopporta, approva, e in un modo o l’altro determina il suo essere sottomesso sia che segua capi carismatici democratici che si sostituiscono a lui, sia che si sottometta a preptenti poteri che lo violentano.
alla fine l’unica realtà che veramente appartiene al popolo, di regola conformista e debole, è il suo lasciarsi governare da altri.
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sbagliare in compagnia. 25 ottobre 2011 – 593
pensando controcorrente (contro ogni corrente) è molto facile colpevolizzarsi, sapendo quanto è facile per un un uomo solo sbagliarsi.
se non fosse che la storia dimostra che agli uomini riesce ancor meglio sbagliare mettendosi in gruppo.
– fa molto meno danno l’errore di un individuo isolato che l’errore condiviso da una moltitudine intera.
questo sia detto a conforto di ogni pensatore isolato quando sbaglia (e sbaglia quasi sempre).
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la prima vittima della dittatura. 23 ottobre 2011 – 592
la prima vittima della dittatura sul piano psicologico è il dittatore stesso: la caduta dei freni inibitori per l’eccesso del potere che gli viene attribuito lo condanna a diventare l’esasperata deformazione di se stesso.
– questo borforisma è l’ideale continuazione del precedente, dato che l’essere umano assolutamente e totalmente libero è il dittatore.
e chi vuole una illimitata libertà per tutti, agita senza saperlo lo slogan: “più dittatura per tutti”.
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gli amanti della libertà. 23 ottobre 2011 – 591
gli amanti della libertà senza limite alcuno non si accorgono che una libertà totalmente sregolata è la personificazione perfetta della barbarie.
o forse lo sanno benissimo, ma gli torna comodo dare un bel nome al loro egoismo. [integrazione 2021]
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anatomia del successo. 19 ottobre 2011 – 590
quando ci si lascia alle spalle la maggior parte della propria vita e con essa le possibilità di avere un successo maggiore di quel poco che si è già avuto, capita a tutti o quasi di rendersi conto che se ne è avuto molto meno di quello cui si pensava di avere diritto da giovani.
ma allora subentra una forma di disincanto che è quasi una specie di consolazione, e si nota facilmente allora il carattere totalmente illusorio di certe forme di successo planetario, col quale gli esseri umani banali festeggiano qualche essere umano anomalo che ha dato loro qualche agio o qualche divertimento.
questo successo riguarda coloro che lo decretano, non coloro che lo ricevono.
questi, gli uomini e le donne di successo, gli restano nella loro essenza del tutto estranei: è stato voluto dagli altri, e li riguarda ben poco.
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il senso di colpa. 14 ottobre 2011 – 589
strano: risulta più facile gestire gli sconvolgimenti del senso di colpa che una equilibrata e razionale presa d’atto dei limiti invalicabili della nostra possibilità di agire.
molto difficile capire perché.
aiuta solo relativamente perfino l’osservazione che almeno a volte i sensi di colpa si riesce a scaricarli sugli altri.
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ngshya, contro Einstein. 26 settembre 2011 – 588
Dio gioca a dadi con l’universo, perché sa di poter vincere.
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borbottando sui giovani d’oggi. 26 settembre 2011 – 587
di tutte le analisi che si possono fare dei comportamenti di questa generazione quella che a me convince di più è che gli adolescenti d’oggi vivono nell’eterno presente. altrimenti non si tatuerebbero sul corpo il nome del loro amore del momento, come se il loro corpo fosse immortale e l’amore non potesse essere dimenticato fra due mesi.
la postmodernità ha prima cancellato il passato, e poi anche il futuro, così che ogni istante vissuto da chi è visto solo nell’oggi è oggi l’eternità. oppure la televisione.
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filosofia del conflitto. 25 settembre 2011 – 586
ci si chiede che cosa sarebbe la filosofia se ai filosofi non piacesse tanto litigare fra loro.
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il sapere di saper qualcosa. 24 settembre 2011 – 585
io: una volta mi chiedevo se tra il non saper tutto e il non saper niente vi fosse una differenza. poi ho smesso.
afo: saper niente? su… accontentiamoci di saper qualcosa…
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afovidius, il lieto fine. 23 settembre 2011 – 584
Tutto è bene quel che finisce bene.
Pensandoci meglio, tutto è bene quel che finisce, punto, perché anche se finisce male, purché sia finito, allora non c’è danno.
Ma tutto finisce.
Quindi, tutto è bene, purché visto in prospettiva, eh.
afovidius, blogger di wordpress
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il dubbio del filosofo. 22 settembre 2011 – 583
a volte mi viene il dubbio che la filosofia sia solo una forma di letteratura particolarmente noiosa.
sto ancora aspettando di incontrare il filosofo che esprima questo dubbio.
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le radici delle parole. 21 settembre 2011 – 582
a ben vedere gli animali sono come una variante di piante, che hanno perso le radici, sono come certi polloni che vagano alla deriva nelle lagune tropicali per trapiantarsi non si sa dove; per non dire di quelli che volano addirittura nell’aria facendosi sostenere dal vento.
questa futilità, questa leggerezza dovrebbe essere il nostro dato identificativo.
e invece troppo spesso ci affidiamo alle parole come se potessero loro ricostituire le radici che fortunatamente abbiamo perduto.
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la prima impressione. 21 settembre 2011 – 581
la prima idea che ci facciamo di una persona che non abbiamo mai visto o conosciuto prima ci dice molto più di noi stessi che di lei.
la prima impressione è l’impressione che noi facciamo a noi stessi e che attribuiamo volentieri a lei.
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di che colore è il tempo (secondo la talpa). 21 settembre 2011 – 580
si pensa a volte che il tempo sia solo una invenzione di noi umani (e mi pare di ricordare che anche Kant fosse arrivato ad una ipotesi simile).
il tempo è inseparabile dalle cose conosciute dagli uomini, ma questo non esclude che il tempo appartenga solo agli umani.
l’idea che il tempo sia soltanto una categoria del pensiero umano è affascinante: provate a guardare un gatto e spesso avrete l’impressione che lui non conosca il tempo.
però potrebbe anche essere sbagliata, chi può davvero dirlo?
la nostra mente non è stata prodotta dall’evoluzione per risolvere questi problemi e siamo come la talpa che vorrebbe sapere di che colore è il cielo fiutandolo col naso.
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Feynman, alla ricerca del tempo perduto. 20 settembre 2011 – 579
Il tempo è ciò che accade quando non accade nient’altro.
Richard Feynman
che straordinario rovesciamento della verità.
il tempo è ciò che succede quando succede qualcosa.
quando non succede niente, neppure il tempo succede.
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Byrne, che cosa teme Susskind. 19 settembre 2011 – 578
Susskind teme che la realtà possa superare irrimediabilmente la nostra capacità di rappresentarla.
Peter Byrne
e se questa incomprensibilità della realtà fosse invece una risorsa?
(Susskind è uno dei più grandi fisici viventi, è l’autore della teoria delle stringhe, del principio olografico e della teoria dei multiversi).
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lo spirito del bambù. 17 settembre 2011 – 577
è straordinario quante parole occorrano per dire quel che ad una pianta riesce senza parole.
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il proverbio zulu. 15 settembre 2011 – 576
te lo ricordi il proverbio zulu citato da Gramsci nei Quaderni del carcere?
è meglio procedere e morire che restare fermi e morire.
il fatto triste è che lo diceva uno che era costretto alla seconda opzione.
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democrazia: potere SUL popolo? 14 settembre 2011 – 575
alla sistematica manipolazione degli esseri umani viene dato volentieri il nome di democrazia.
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Platone in parlamento. 9 settembre 2011 – 574
la democrazia parlamentare, che attribuisce il potere alla maggioranza o quasi, o comunque fissa regole abbastanza certe per darlo, riesce ad evitare le lotte cruente per il potere e gli spargimenti di sangue del passato, che vengono ora riservati ai paesi più arretrati che devono liberarsi delle dittature.
tuttavia questo vantaggio rischia di essere cancellato dal semplice dato di fatto che la maggioranza degli esseri umani è stupida, e che quindi il potere della maggioranza è anche il potere degli stupidi di farsi e farci governare da stupidi simili a loro.
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B, F, G, P, S: alfabeto della frustrazione (il calvinismo della bellezza). 6 settembre 2011 – 573
Bellezza Fortuna Poesia Saggezza sono come la Grazia calvinista, arrivano a chi non deve neppure cercarle, e sfuggono a chi le reclama perché non gli sono state date.
sono l’alfabeto dell’ingiustizia di Dio o della vita, la quale pure è un dono che ha i suoi diritti che a noi sfuggono e non ci riguardano neppure.
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chi sono gli speculatori. 5 settembre 2011 – 572
gli speculatori sono i normali investitori quando, seguendo la stessa logica loro di tutti i giorni, fanno delle cose che risultano sgradite ai governi e che rendono loro la vita difficile.
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Bishnu, what is the hope. 4 settembre 2011 – 571
Hope is a waking dream.
It is difficult to say what is impossible, because the dream of yesterday is the hope of today and the reality of tomorrow.
Bishnu, from Nepal
la speranza è un sogno da svegli.
è difficile dire che cosa è impossibile, perché il sogno di ieri è la speranza di oggi e la realtà di domani.
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Stanislao Nievo, [la violenza dell’impegno]. 31 agosto 2011 – 570 b
Chi agisce per rinnovare qualcosa nell’umanità rimane solo. Il suo sforzo è violenza.
Stanislao Nievo
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Stanislao Nievo, isolarsi. 31 agosto 2011 – 570 a
Gli uomini (…) quando pensano profondamente si distaccano dagli altri. Scendere nel fondo della vita, la propria e l’altrui, separa dalla sensibilità corrente, crea il vuoto intorno. (…)
La comunicazione della verità profonda è un processo sconvolgente.
Isola.
Stanislao Nievo
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l’amore e il suo contrario: l’amore. 30 agosto 2011 – 569
l’amore che ci rende bugiardi, curiosi, impiccioni, gelosi, violenti, che amore è?
è amore?
ma c’è un amore che non ci renda bugiardi, curiosi, impiccioni, gelosi, violenti?
che strani gli umani che chiamano amore il suo contrario.
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l’eccesso della virtù. 29 agosto 2011 – 569
in medio stat, certamente, solo la mediocritas.
ci starebbe anche la virtus solamente se potesse essere mediocre.
contraddizione in termini: la virtus è un eccesso, non ci sarebbe neppure bisogno di darle un nome se fosse la norma.
allora, la mediocrità è la virtù di chi non ne ha nessuna.
– la parola latina virtus, che deriva dalla stessa radice di vir, l’uomo in quanto maschio, non significava originariamente affatto virtù, ma piuttosto valore, nel senso di eroismo virile, un valore da cui erano escluse per loro stessa natura le donne.
nel rapportarsi all’antico proverbio latino in medio stat virtus bisogna però dimenticarsi del suo significato originario (in mezzo al resto il valore spicca) e rivolgersi anche al significato assunto successivamente, soprattutto per impulso del cristianesimo (la virtù sta nel mezzo, nel senso che è moderazione degli opposti e spesso non scelta).
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la banalità del non banale per i banali. 28 agosto 2011 – 568
in un paese conformista come l’Italia, il destino di chi pensa originale è la saccenza con cui i conformisti e i mediocri si scuotono di dosso le riflessioni non banali, magari, molto banalmente, definendole banali.
dall’alto di una banalità che è poi la loro regola di vita.
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a proposito di psicoterapeuti. 23 agosto 2011 – 567
il miglior incentivo ad analizzare la psiche altrui è non avere voglia di analizzare la propria.
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chiacchiere sul tempo. 23 agosto 2011 – 566
si definisce temperato un clima in cui non vi è un solo eccesso climatico, ma ce ne sono due, opposti.
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forme di spiritismo. 22 agosto 2011 – 565
sembra che il concetto di “spirito” sia stato inventato da persone che per motivi loro volevano o vogliono fare del male al loro corpo e non sanno dirsi perché, quindi gli serve credere che possa esserci qualcosa di loro, lo “spirito”, che ne trae vantaggio.
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il tesoro della critica. 13 agosto 2011 – 564
la prima capacità che distingue un capace da un incapace (per non dire semplicemente una persona intelligente da un cretino) è quella di fare tesoro delle critiche.
aldilà della difficoltà psicologica, a volte, di accettarla, l’intelligente la critica la capisce, e vede anche subito se è pertinente e utile oppure no.
il cretino invece non sa capire la ragione della critica e quindi in lui l’aspetto emotivo domina completamente, e non sa fare uso positivo degli argomenti contrari che ogni critica porta con sé e che uno non avrebbe saputo trovare da solo.
ecco perché chi non capisce che tesoro sia la critica e la vive soltanto come aggressione, si incaponisce nelle sue ragioni, cioè nei suoi torti.
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Doriana Bruni, dell’inutilità di andare in palestra. 12 agosto 2011 – 563
Se Dio avesse voluto che le dita dei piedi fossero facilmente raggiungibili dalle nostre mani, le avrebbe messe all’altezza delle ginocchia. Doriana Bruni, autrice di testi comici
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la presunzione degli incapaci. 12 agosto 2011 – 562
è molto più facile che sia presuntuoso chi è incapace di chi non lo è.
infatti spesso chi è incapace è incapace anche di rendersi conto dei suoi limiti.
mentre chi ha delle capacità è portato naturalmente a pensare che anche gli altri le abbiano e impiega del tempo ad accorgersi che non è così.
questo spiega perché gli incapaci, non potendo rinfacciare ai capaci di esserlo, rinfacciano loro di essere presuntuosi.
senza accorgersi che con questo dimostrano ancora meglio di essere incapaci anche di valutare, e dunque di essere loro, veramente, presuntuosi.
– tuttavia muovendomi fra diverse culture e diversi paesi sono arrivato a comprendere che questo problema è poi particolarmente italiano.
è in Italia che la persona capace deve lottare con tutte le sue forze contro gli incapaci invidiosi, perlopiù perfettamente organizzati in diverse mafie, che gestiscono normalmente il potere.
altrove non pare sia proprio così.
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Alessandro Manzoni, idola fori. 10 agosto 2011 – 561
Non si può spiegare quanto sia grande l’autorità d’un dotto di professione, allorché vuol dimostrare agli altri le cose di cui sono già persuasi. Alessandro Manzoni
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il paradosso della solitudine. 9 agosto 2011 – 560
vi è chi preferisce viaggiare da solo, perché da soli si conosce più gente.
ma se la solitudine del viaggiatore è lo strumento migliore per la socializzazione durante il viaggio, non è questo un paradosso che da allargare anche al grande viaggio della vita?
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wildestwoman, il silenzio della folla. 5 agosto 2011 – 559
Non c’è miglior modo di sparire che mescolarsi tra la folla.
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Lewis Carroll, il fastidio del senso. 5 agosto 2011 – 558
Se non c’è nessun senso, ci risparmiamo un mondo di fastidi, perché non abbiamo nessun bisogno di trovarcene uno.
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Karl Marx (forse), pecore e greggi. 4 agosto 2011 – 557
Per poter essere il membro impeccabile di un gregge di pecore, si deve prima di tutto essere una pecora.
a sorpresa, ho ricevuto un aforisma di Karl Marx che potrebbe perfino essere di Groucho anziché suo, contro il conformismo.
anche contro quello di sinistra?
purtroppo la stessa fonte attribuisce lo stesso aforisma anche ad Albert Einstein
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Saramago, il difetto delle parole. 24 luglio 2011 – 556
“E’ questo il difetto delle parole.
Stabiliamo che non c’è altro mezzo d’intenderci e di spiegarci, e finiamo con lo scoprire che restiamo a metà della spiegazione e così lontani dal comprenderci che sarebbe stato molto meglio lasciare agli occhi e al gesto il loro peso di silenzio”.
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che cosa ci dice l’emoticon. 16 luglio 2011 – 555
è l’emoticon che ci mostra il confine sottile che passa fra l’ironia e l’arroganza.
ops, dimenticavo:
🙂
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Karim, a look around. 15 luglio 2011 – 554
“il mondo che ci circonda è una pura interpretazione personale”
Karim, blogger
questo aforisma ha delle ricadute funeste sul soggetto, se si trova a vivere in un mondo che giudica di merda.
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gomme abrasive: sull’arte di cancellare le tracce. 15 luglio 2011 – 553
ovvio che solo i cretini hanno convinzioni immutabili. ma altrettanto ovvio che soltanto i disonesti cancellano le tracce di quel che sono stati.
perché cancellare le testimonianze delle proprie trasformazioni?
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Marc Augè, ancora sull’arte del dimenticare. 14 luglio 2011 – 552
“Dimmi cosa dimentichi e ti dirò chi sei”
Marc Augé
(è come dire che ci definisce molto di più quel che non vogliamo essere che quel che siamo)
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testa o croce. 14 luglio 2011 – 551
ogni virtù è soltanto l’altro lato di un difetto.
esattamente come ogni vizio, volendo, è solo l’altro lato di una virtù.
il che, ad essere sinceri, non depone propriamente a favore delle virtù.
(però almeno depone, per quel che si può, a favore dei vizi!)
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l’era glaciale della segretezza. 14 luglio 2011 – 550
non c’è più la sana segretezza di una volta… fra poco si dovrà costruire qualche museo per ricordare alle nuove generazioni com’era il mondo al tempo della privacy.
quasi una specie di museo dell’homo sapiens durante l’era glaciale…
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la pura fede. 8 luglio 2011 – 549
la fede più pura e disinteressata è quella di chi dubita.
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Doriana Bruni, i difetti delle virtù. 7 luglio 2011 – 548
Ognuno ha i difetti delle proprie virtù.
Doriana Bruni
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la sopravvivenza e la fede. 7 luglio 2011 – 547
dobbiamo avere fede o anche semplicemente confidare, perché altrimenti proveremmo il dolore di sentirci perduti.
ma la fede può garantire soltanto la quiete interiore, non la verità.
e quindi ogni corruzione inizia dalla fede, con la quale si rinuncia alla ricerca della verità per evitarci un dolore, e ci siaccontenta di una sicurezza fondata solo soggettivamente per sopravvivere in qualche modo.
è penoso a pensarci bene che noi siamo pronti a barattare quel tanto di dignità intellettuale che ci viene messa a disposizione, in cambio di una vita liberata dai dubbi.
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lordbad, l’ateismo di Dio. 6 luglio 2011 – 546
L’intero ateismo si basa su “dio”.
lordbad, blogger di wordpress
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sopra la panca…, sotto la campa… 6 luglio 2011 – 545
è proprio la capacità di capire che toglie ai capaci di capire la capacità di agire?
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pensiero scarno, la spavalderia perduta dei capaci. 4 luglio 2011 – 544
probabilmente i capaci hanno perso il naturale senso di spavalderia dei tempi migliori…
quando ancora non sapevano quello che adesso sanno
e gli manca lo slancio, il gioioso senso d’inconsapevolezza che porta a lanciarsi verso l’ignoto per saggiare esperire memorizzare e… replicare in altre forme e contenuti.
o replicarsi in altre forme e contenuti.
pensiero scarno, blogger
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mcc43, l’asticella. 3 luglio 2011 – 543
Più alta è l’asticella delle idee convenzionali che uno accetta, più bassa è quella del coraggio.
mcc43, commentatrice, ora blogger su wordpress
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il coraggio dei cretini. 3 luglio 2011 – 544
il coraggio è bene sia correlato all’intelligenza.
il coraggio di chi non sa valutare le difficoltà è insulsa spavalderia.
invece la mancanza di coraggio di chi ha tutte le possibilità intellettuali per affrontare una situazione e lo sa è semplice vigliaccheria oppure viltà morale.
la viltà delle persone capaci è la premessa della spavalderia dei cretini.
e il risultato si chiama fascismo.
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nel dubbio. umani. 3 luglio 2011 – 543
il mondo è più complicato della nostra mente e soprattutto delle nostre convinzioni: lasciarsi andare al dubbio, anziché alle certezze che abbiamo già, aiuta a costruire l’unica certezza che ci è concessa come esseri umani: quella di un dubbio ben temperato.
restare umani, per prima cosa, potrebbe significare, a mio parere, rinunciare alle certezze precostituite.
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de senectute. 1 luglio 2011 – 541
la vecchiaia inizia nel momento esatto in cui capisci che non potrai più fare niente di meglio di quello che hai già fatto.
e che anzi non sapresti più neppure ripeterlo…
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Camus, il gusto della verità. 1 luglio 2011 – 540
Il gusto della verità non impedisce di prendere posizione.
Albert Camus
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contro il silenzio vuoto. 28 giugno 2011 – 539
La cosa che raccomanderei di più oggi agli adolescenti?
Solo una: la pratica del silenzio.
Non: studiare, informarsi, amare, lottare, relazionarsi, appassionarsi.
No. Ce n’è già abbastanza, di tutto questo.
Ma di silenzio?
Ecco perché consiglierei loro soltanto: un’ostinata resistente controcorrente ricerca del silenzio. – comment-8119
non concordo.
guardate alla vita di Buddha: il silenzio ha un senso solo se, prima, c’è stato lo studiare, informarsi, amare, lottare, relazionarsi, appassionarsi.
senza che la vita sia prima stata riempita di tutto questo, ed altro, non ha alcun senso contemplare il vuoto.
c’è un silenzio vuoto, che non ha nulla da dire neppure a noi; e un silenzio che si sovrappone al pieno del vissuto, e che parla più forte di lui.
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perseverare negli errori degli altri. 28 giugno 2011 – 538
“forse avrei dovuto fare a meno di fare quello che ho fatto, se non fossi uno che ama perseverare nei TUOI errori”. (lapsus rivelatore).
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contro la condiscendenza. 26 giugno 2011 537
i rapporti sociali sono rapporti di forza: la gente si schiera istintivamente ogni volta dalla parte di chi ritiene più forte, per non avere grane.
manifestazioni di debolezza, come può essere facilmente classificata la condiscendenza, per non dire in Italia la buona educazione, precludono l’appoggio degli altri, intesi come gruppo: che si ha, solo facendo capire che si è determinati a combattere.
la malata socialità umana non è affatto fondata su principi di giustizia e legalità, ma di obbedienza e gregarismo conformista.
quindi inutile pretendere dagli altri come massa quello che solo qualche individuo eccezionalmente può dare!
il concetto che la condiscendenza sia un valore positivo che verrà ricompensato è dunque gravemente errato.
non va così, al massimo la condiscendenza produce qualche sindrome di Stoccolma e premia ingiustamente soltanto i prepotenti ai quali è regalata!
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il filosofo e lo tsunami. 20 giugno 2011 – 536
chi vede arrivare uno tsunami da lontano ha il dovere di lanciare l’allarme anche se non vi è alcun luogo dove fuggire?
con i miei post non intendo diffondere il terrore, ma neppure la fiducia, bensì semplicemente l’amore per l’esatta conoscenza e comprensione dei rischi che dobbiamo affrontare.
per una strana deformazione della mia psiche, che però potrebbe essere ricondotta alla tesi leopardiana che le cose sconosciute fanno molta più paura di quelle note, io nel prendere le misure ai pericoli a cui siamo davanti mi sento molto più tranquillo che ad affidarmi ad una fiducia generica e senza fondamenti.
la volontà della farfalla. 14 giugno 2011 – 535
se qualcuno mi dice che “la decisione del singolo può influenzare una catena di eventi, determinare la realtà, modificare la Storia”, sono disposto ad accettare questa affermazione ispirata ad un ottimismo buonista totalmente favolistico solo nel senso in cui Borges dice che un battito d’ali di farfalla nella foresta amazzonica può determinare un ciclone nel Golfo del Messico.
cioè solo se ammettiamo che gli effetti dell’azione del singolo hanno raramente una qualche relazione con la sua volontà cosciente.
in ogni caso è giusto agire, ovviamente, a condizione di essere consapevoli che il nostro agire è perfettamente determinato fuori di noi, che difficilmente il risultato della nostra azione, a parte l’apparenza del momento, avrà qualcosa a che fare con i nostri desideri o con la nostra volontà, e che questa non è a nostra disposizione.
infatti, sotto l’apparenza del fatto che noi agiamo la volontà, la volontà agisce noi.
il brutto della democrazia. 14 giugno 2011 – 534
da quando in qua la bellezza è democratica?
non è la bellezza il vantaggio che offre la democrazia, sono altri.
non chiedetemi adesso quali, non ho tempo di concentrarmi in questo momento…
la democrazia non è forse la coalizione di chi si sente inferiore e cerca di difendersi con la forza anonima del numero?
la bellezza è antidemocratica per eccellenza e sulla bruttezza della democrazia vi è una tradizione ininterrotta da Platone in poi.
del resto non è forse bello ciò che si distingue dalla massa?
se tutti o quasi fossero belli, non sarebbe la bellezza una forma di bruttezza? e i brutti non diventerebbero forse belli?
la filosofia delle paturnie. 10 giugno 2011 – 534
la nausea di essere è un’espressione secondo me troppo impegnativa e la lascerei a Sartre. senza offese per nessuno, ma è meglio non costruire sistemi filosofici sulle paturnie. basta aspettare che passino.
come renderci infelici. 20 maggio 2011 – 533
l’arte del ridimensionamento delle attese sembra la via maestra per il raggiungimento della serenità, cioè della felicità umana possibile.
ma stranamente non si insegna a scuola, anzi gli insegnamenti morali che vengono prestati in Occidente sono volti al potenziamento della volontà e alla costruzione dell’uomo artificiale, fino a che restiamo nell’ambito della morale laica.
se guardiamo poi alla morale religiosa, essa da noi si occupa programmaticamente della felicità di un’altra vita, non prima di avere comunque stabilito che essa è antitetica alla felicità in questa.
tanto che, in una variante o nell’altra, a noi si insegna solamente come renderci infelici.
ed eccoci tutti ridotti ad essere degli autodidatti della felicità.
ben triste cosa dovere imparare la felicità da soli e doversi anche sentire colpevoli quando non realizziamo a sufficienza l’arte inutile e dolorosa di cercare di ridurre il mondo a nostra immagine e somiglianza
l’eroica fesseria. 19 maggio 2011 – 532
rimane tutto da stabilire se buttarsi in un’impresa generosa, ma indubitabilmente persa in partenza e tale che dal fallimento non si ricaverà nient’altro che sensi di colpa, sia un atto eroico o semplicemente una fesseria.
risponderei senza ombra di dubbio: la seconda che hai detto, se non pensassi che ogni atto eroico è sempre una fesseria.
definiamo eroici infatti gli atti autolesionistici e volontari del singolo che la collettività per motivi egoistici ritiene vantaggiosi per se stessa.
qualcuno, in tempi passati, avrebbe chiesto però come la felicità collettiva possa essere costruita a partire dalla somma di tanti singoli atti infelici individuali.
il vero amico al momento del bisogno. 17 maggio 2011 – 531
precipitare nelle difficoltà ha almeno un vantaggio secondario: aiuta a distinguere i veri amici dagli altri.
è facile capire che i veri amici sono quelli che ti restano al fianco e amici fasulli sono invece quelli che ti abbandonano.
e fino a qui non occorreva un borforisma, ma bastava il comune proverbio richiamato dal titolo per dare voce a questa regola elementare, ma forse troppo.
perché occorre aggiungere che, fra quelli che restano, veri sono gli amici che non cercano di diventare un problema in più, restandoti al fianco nel momento del bisogno solo per far sentire che anche loro contano pur qualcosa.
e attenti, forse potrebbero esserlo perfino alcuni di quelli che scompaiono nel silenzio, se lo fanno pur di non diventarlo, quel famoso problema in più…
l’irrazionale logica dei fatti. 10 maggio 2011 – 530
la dietrologia, figlia degenere di un razionalismo acritico, considera i fatti come se l’essere umano fosse razionale.
ma la prima base di una analisi razionale di quel che l’uomo fa è di non dimenticare mai che è un animalo ombroso, bizzarro e crudele, che non segue la logica.
e non si capisce perché dovrebbero essere i fatti a seguire la logica perfetta che è sconosciuta a coloro che confusamente li determinano, perdipiù in lotta fra loro.
borforisma a quattro mani sul perdono. – 7 maggio 2011 – 529
“Il perdono, secondo me, è sinonimo di aver capito la situazione”.
è per questo che è assurda una morale che impone il perdono: come si può chiedere di capire a chi non capisce?
saper perdonare è una fortuna che la vita concede ad alcuni, non può essere un dovere.
borforisma a sei mani sull’arte dell’imbalsamazione. – 6 maggio 2011 – 528
mcc43: perfezionismo: è la tattica con cui il passato ci trattiene dall’intraprendere qualcosa di nuovo.
bortocal: ma pubblicare non ha a che fare col perfezionismo? pubblicare non è una variante dell’arte dell’imbalsamazione?
borforisma a sei mani: ma di chi sono le due mani che mancano?
[del lettore, ovviamente]
restare bambini. – 5 maggio 2011 – 527
non si tratta di tornare bambini, perché lo restiamo tutta la vita, il problema è riconoscere e accettare sempre il bambino che è in noi.
forse restare bambini è uno slogan più chiaro che “restare umani”.
umani a volte non sappiamo bene che cosa sia; che cos’è essere bambini lo sappiamo meglio.
solo non so bene se e quanto i bambini sono umani…
la libertà di parola mortale. – 5 maggio 2011 – 526
quanto abbiamo introiettato la censura perbenista che ci vieta di parlare della morte e seguiamo questo divieto per isitinto, senza neppure consapevolezza?
esso dunque fa della morte un tabù orribile e un fatto non partecipabile.
parlarne, distribuire il carico dell’angoscia, aiuta a diminuirla, e la cosa è importante, considerando che il potere delle religioni si basa in larga parte sul fatto che ognuno di noi è solo e disarmato di fronte alle sue paure.
niente spaventa tanto chi fa uso delle angosce umane a fini di potere, quanto il pericolo che gli esseri umani mettano sotto controllo razionale la principale delle loro paure, quella di morire, e lo facciano nell’unico modo possibile: vivendo con pienezza la vita e parlando con libertà della morte.
la larva e la crisalide. – 4 maggio 2011 – 525
interno esterno, movimento esistenziale.
quanto più sei giovane, tanto più sei interno alla vita, e quindi meno consapevole; invecchiando impari sempre di più a vederla dall’esterno.
movimento che assomiglia all’uscita progressiva della larva dalla crisalide.
alla fine, quel guscio vuoto che ti lasci alle spalle sei tu.
mcc43, la maschera del perfezionismo. 3 maggio 2011 – 524
il perfezionismo è una maschera della voglia di fallire.
dopo Gadamer. 28 aprile 2011 – 523
se c’è una strada per sfuggire al dolore (ma non è sicuro) è la sua interpretazione.
la buona vecchiaia. 28 aprile 2011 – 522
uno degli aspetti postivi della fase finale della vita (oppure della mia vita, per non generalizzare troppo) è che tutto avviene come se la gente avesse imparato a fidarsi di te, come se oramai vi fosse un giudizio stabilizzato sulla tua persona e sul significato delle tue azioni, che tu stesso oramai non potrai più rimettere in discussione con quel tanto di tempo che ti resta.
o forse sei tu stesso che ti sei formato questo giudizio conclusivo positivo su di te e che, quasi senza accorgertene, lo trasmetti agli altri, come riflesso di quella conoscenza di te stesso che hai finalmente raggiunto quando oramai serve tanto poco…
o forse sei tu che finalmente sei in pace con te stesso e che, detto in poche parole, sei diventato quel che avresti sempre voluto essere: buono.
la cicatrice del perdono. 26 aprile 2011 – 521
nella vita degli individui la capacità di perdonare fa la differenza fra la serenità e la sofferenza.
chi non sa perdonare ha infatti una bella propensione a rovinarsi la vita.
in fondo il perdono è solo la cicatrice che mettiamo sui dolori che la vita, attraverso gli altri, inevitabilmente ci infligge.
non è difficile lodare la velocità di cicatrizzazione chiamata perdono.
resta solo da dimostrare che queste lodi pronunciate dai pulpiti possano davvero aiutare a guarire da quella malattia che si chiama voglia di vendetta e che altro non è che il dolore di una ferita che non si rimargina o che addirittura si infetta.
storia e civiltà. 22 aprile 2011 – 520
le civiltà nascono e crescono per raggiungere il benessere, ma niente è così efficace nel distruggere le civiltà come il benessere raggiunto.
la storia non dimostra altro, gli uomini studiano la storia, ma ignorano la sua regola fondamentale.
l’unico elemento che distingue la modernità in questo campo è che in precedenza le civiltà erano diverse e la morte dell’una corrispondeva all’emergere di un’altra; nella modernità invece si è costruita un’unica civiltà globale, la cui caduta rischia di essere la caduta dell’umanità intera e la fine irrecuperabile della civiltà stessa.
la solitudine del dubbio. 17 aprile 2011 – 519
in questo mondo di certezze bipartisan, preferibilmente ottuse e cretine, incontrare un’altra persona informata che documentatamente dubita è autentica una festa del cuore e della mente.
ma il tempo, che è galantuomo, rivela che vi è una differenza fra chi dubita perché usa il dubbio come strumento razionale di ricerca della verità e chi lo usa come strumento emotivo per il consolidamento delle proprie anche parziali certezze, appunto sentite più che ragionate.
ma attenzione: questa rappresentazione potrebbe essere una costruzione mentale volta a proteggere i propri dubbi, che, per chi fa la fatica improba di dubitare, sono merce preziosa.
non crediate infatti che il dubbio sia facile o regalato; facile è la certezza che si trova per le strade a man bassa; il dubbio va invece coltivato con cura, esige attenzione e scrupolo e va costruito con la pena dell’informazione, spesso non casualmente aggrovigliata e contradittoria, tanto che il dubbio appare come una pianticina che cresce stentata fra le rocce.
troppo facile, quindi, per chi li ha, affezionarsi ai suoi dubbi così faticati, e costruirsi scenari mentali per difenderne l’originalità.
quindi a volte il tempo non è neppure così sofisticato e, in modo infingardo, si accontenta di mettere i dubitanti l’uno contro l’altro, semplicemente evidenziando che i loro dubbi riguardano campi diversi; può sembrare ridicolo, e lo è, ma basta questo, a volte, perché ciascuno dei dubitanti si scopra nuovamente solo.
può sembrare ridicolo, e lo è, ma basta questo, a volte, perché ciascuno dei dubitanti si ritenga l’unico portatore di un dubbio autentico e fondato; un dubbio così approfondito ed esclusivo da ridurrne il depositario alla più radicale e sterile delle solitudini.
è molto più facile condividere le certezze che i dubbi, infatti.
e questo spiega perché i portatori di false certezze, volentieri chiamate fedi, si organizzano facilmente fra loro, mentre non si vedono associazioni di chi non ne ha.
siccome la certezza è semplice, è relativamente semplice averne anche una sola, o comunque una cerchia ristretta, e condividerla con altri.
siccome i dubbi sono invece potenzialmente illimitati, e comunque chiunque – per sopravvivere – deve escluderne dalla propria mente alcuni -, ecco che la selezione dei dubbi da accettare e di quelli da respingere fa di ogni dubitante quasi un caso a sè, relativamente ai dubbi che coltiva, e quindi perfino i dubitanti tendono ad aggregarsi (se proprio devono farlo) sulla base dei dubbi che escludono, cioè in fondo proprio sulla base delle loro relative certezze.
proprio come i credenti, in fondo!
insomma, la strada che consente al dubbio di diventare una solida certezza almeno psicologica è la stessa che condanna ogni dubitante alla perfetta solitudine della mente e del cuore e che gli permette di salvarsi da questa situazione senza sbocco solo credendo a sua volta emotivamente a qualcosa.
(e poi qualcuno osa parlare di conoscenza umana).
perché (non) pubblichiamo. 10 aprile 2011 – 518
dopo avere, per quanto mi riguarda, (non) risposto, o meglio non saputo rispondere, alle due domande perché leggiamo e perché scriviamo, resterebbe da non rispondere alla domanda perchè pubblichiamo (oppure no, come nel mio caso, per il futuro e per il passato non immediato).
non trovando la risposta specifica che sarebbe necessaria, mi appello al principio generale del piacere: facciamo una cosa se e fino a quando ci dà piacere, la evitiamo quando ci diventa fastidiosa, oppure quando il fastidio che ci costa realizzarla supera il piacere medesimo.
l’ultima ipotesi è che ci siano circostanze dispettose della vita nelle quali non fare una cosa, come ultima libertà che ci resta, ci dà molta più di soddisfazione che farla.
e con questo tiro un bel sospiro di soddisfatto sollievo dalla mia ultima pena.
necessario e/o possibile. 7 aprile 2011 – 517
il cardinale Richelieu diceva che la politica è l’arte di rendere possibile ciò che è necessario.
ma io sono meno cinico di lui e penso che sia invece l’arte di rendere necessario ciò che è possibile.
ci sono politici rivoluzionari come Marx e Lenin che condividono la concezione della politica di Richelieu.
ma altri politici rivoluzionari, come Gandhi o Gramsci, pensano piuttosto alla seconda maniera.
per i primi la felicità necessaria dell’essere umano va realizzata nonostante l’essere umano; per i secondi la felicità necessaria dell’essere umano passa attraverso la sua trasformazione.
i favori imperdonabili. 2 aprile 2011 – 516
ho visto molti esseri umani capaci di perdonare un’offesa, anzi, ancora di più e meglio: capaci proprio di dimenticarsela.
ma non ho mai visto nessun essere umano capace di dimenticare un favore ricevuto.
un favore non è mai perdonabile: in nessun modo.
l’arte della vita e le sue recensioni 2 aprile 2011 – 515
c’è arte che si scrive con le parole o sulla tela o dietro una macchina da presa, oppure si riesce a trasformarla in musica.
e ci sono momenti che l’arte la si fa invece con la vita, sino al punto di rischiarla.
difficilmente quando si vive…
perché scrivo? 30 marzo 2011 – 514
perché respiro?
le radici dell’altruismo. 27 marzo 2011 – 513
non puoi salvarne uno, senza salvarli tutti, come mai te l’eri dimenticato?
eppure lo sai.
tutti per uno?
uno per tutti.
la consonanza. 23 marzo 2011 – 512
ma che dire quando le risonanze si moltiplicano come voci di strumenti che dicono la stessa idea musicale in una sala di concerto?
che dire quando diverse risonanze creano una perfetta consonanza, tra due o più, come voce di una sola persona?
niente si deve dire, per non disturbare la musica, che sta già parlando in prima persona.
le risonanze. 22 marzo 2011 – 511
per qualche misterioso effetto di risonanza le persone più aperte ai drammi degli altri sono proprio quelle che ne vivono di propri.
guardate all’uomo sano e felice, come invece è geloso della propria felicità e se la tiene stretta.
solo gli infelici sono pronti a condividere le proprio pene e, con questo, a farsi carico di quelle altrui.
positivi o negativi. 20 marzo 2011 – 510
gli imprevisti della vita: positivi o negativi, molto dipende da come li viviamo noi.
fra il fare e il dire. 19 marzo 2011 – 509
la realtà è complessa.
la decisione è semplice.
tertium non datur?
ma no, in mezzo, oscillante ed incerta, ci sta la letteratura…
contro la comune tolleranza. 18 marzo 2011 – 508
delle grandi tragedie del mondo e dei feroci massacri della storia responsabili non sono i pochi che le provocano, ma i molti che le tollerano.
la disperata speranza di Nazim. 10 marzo 2011 – 507
due aforismi che sono quasi due borforismi, tradotti dal blog di un giovane algerino: tel000quel.blogspot.com
domandare altrettanto alla speranza che alla disperazione.
non credere è una fede sufficiente in quanto non spera di essere ricompensata.
io avrei detto soltanto, piuttosto: domandare altrettanto alla disperazione che alla speranza.
la forma della vita. 9 marzo 2011 – 506
“a volte si ha la prova che la vita è un disegno già tracciato e che a noi spetta puramente di colorarlo”.
c’è in ogni vita una serie di corrispondenze misteriose che non trovano spiegazione.
la maturità comincia quando inizia questa sensazione, che la tua vita ha una forma precisa nello spazio-tempo.
questa potrebbe essere la spiegazione: la vita è come una coppa che ha una sua forma, che non dipende dal fatto che fuori piova o che risplenda il sole.
beviamo quindi la coppa della vita.
i genitori più amati. 7 marzo 2011 – 505
i genitori più amati sono i cattivi genitori, i bravi genitori non lo richiedono e soprattutto non creano la paura di scomparire se non amati abbastanza.
ed è facile vedere che fra un genitore buono ed uno cattivo il figlio dedicherà tutte le sue attenzioni e le sue premure al secondo, semplicemente perché dell’altro si sente sicuro.
il torto statistico della maggioranza. 7 marzo 2011 – 504
è sempre più facile che sia la maggioranza ad avere torto.
per nessun motivo trascendente, ma puramente statistico.
perché la maggioranza è una sola e le minoranze molte, e dunque è statisticamente più facile che l’aver ragione ricada fra una delle molte minoranze che proprio sull’unica maggioranza…
mcc43, le intuizioni. 6 marzo 2011 – 503
Le intuizioni migliori che una persona ha spesso sono quelle che a lei risultano oscure.
[mcc43] il sillogismo degli orrori, gli orrori del sillogismo. 5 marzo 2011 –502
Confrontarsi con gli orrori rende degni di celebrare le visioni e i suoni ammirabili.
questo mi pare un borforisma vero e proprio!
e anche bello, direi…
tuttavia, tuttavia: la somiglianza è più formale che sostanziale.
ad esempio:
per celebrare visioni e suoni ammirabili, occorre davvero essere degni?
e di che cosa? 😉
.
Sento odore di sillogismo in costruzione, e io non li ho mai capiti.
Tremo e scappo.
.
fai bene a temere i sillogismi, che non sono altro che delle contorte e pretenziose tautologie, come già avevano dimostrato i logici greci antichi che criticavano Aristotele.
“Tutti gli uomini sono mortali – Socrate è un uomo – Quindi Socrate è mortale”.
ma se non sai ancora che Socrate è mortale, come fai a dire che tutti gli uomini sono mortali?
e se lo sai già, perché ti serve un sillogismo intero per dirlo?
e se non sai neppure se Socrate è mortale oppure no, come fai a dire addirittura che è un uomo?
però, scusami: forse più che il sillogismo ti fa per caso paura la critica del sillogismo? 😉 😉 😉
.
doccia calda: faccio bene a disinteressarmi dei sillogismi, come tu hai gustosamente chiarito
doccia fredda: ho paura della critica del sillogismo.
Ma se non capisco nemmeno…
etciù….
aaahhha ahhha
mcc43: le tre delusioni possibili. 4 marzo 2011 – 501
uno: i leader possono deludere
due: le comunità possono deludere
tre: le ricostruzioni storiche possono deludere
i singoli, i gruppi sociali, l’umanità intera nello spazio-tempo.
la delusione è anche una forma di liberazione positiva che assomiglia alla morte.
ma a volte la libertà eccessiva non fa per noi.
l’altra faccia della paura. 2 marzo 2011 – 500
l’arroganza è semplicemente l’altra faccia della paura…
la presunzione al potere. 28 febbraio 2011 – 499
l’opinione pubblica media apprezza i leader molto più per la presunzione, che è facile da vedere, che per l’intelligenza effettiva, che sfugge a chi non ne ha molta, cioè alla maggior parte degli uomini.
ciò comporta in democrazia la facile ascesa al potere degli stupidi, con lo stupido consenso delle masse.
poiché gli elettori conservatori sono per ciò stesso meno aperti e vivaci intellettualmente, ecco che, per rigoroso teorema, quasi sempre i leader di destra devono almeno apparire, se non proprio essere, simili a loro nelle doti intellettuali.
solo l’elettorato liberal, democratico o progressista può permettersi, a volte, dei leader davvero intelligenti.
l’importante è che non se ne stufi troppo presto.
[scale temporali]. 27 febbraio 2011 – 498
non vi è alcuna differenza sostanziale fra l’utile e il giusto, salvo la scala temporale.
il giusto è semplicemente ciò che è utile sulla lunga distanza, mentre definiamo utile ciò è tale solo nell’immediato.
il contrasto fra il giusto e l’utile non è un contrasto di sostanza, ma soltanto un contrasto di opportunità.
chi si ferma a considerare l’utile immediato agisce sulla base del momento e nel presupposto che non vi saranno modifiche nella situazione esistente, così che ciò che è utile oggi lo sarà anche domani.
naturalmente nei momenti in cui si spezzano le regole del gioco e nasce una realtà nuova, cioè nei momenti rivoluzionari, questo modo di pensare si rivela sbagliato.
in questi momenti ci si accorge dell’importanza del giusto, cioè di ciò che è utile nella lunga distanza, anche se comportava la rinuncia a qualche utilità immediata.
insomma, l’utile è soltanto l’ingordigia applicata al giusto.
l’arte della giusta indignazione. 27 febbraio 2011 – 497
sembrare cinici è l’unico modo di non esserlo davvero.
occorre smettere di indignarsi ogni volta, l’indignazione suscitata ad arte è la via maestra della manipolazione.
e l’arte dell’effimera indignazione perpetua ci conferma disarmati di fonte al potere.
non indignarti subito, aspetta, verifica, prendi le misure ai racconti, con tutta la diffidenza necessaria.
la tua indignazione è un sentimento prezioso, ricordalo.
non regalarla alla prima notizia che passa.
indignati raramente e solo quando proprio non puoi farne a meno, solo dopo un accertamento rigoroso dei fatti.
ma, allora, picchia duro!
un consiglio sui titoli. 26 febbraio 2011 – 496
quando si sa già che l’articolo sarà pieno di bugie, consiglio di leggere solo i titoli.
bugiardi anche loro, ma essendo così corti, almeno mentono meno…
la libertà nella rete. 20 febbraio 2011 – 495
con che entusiasmo parlano della libertà della rete tutti coloro che non le offrono motivi reali per censurarli. basta usare la rete come se fosse un cellulare per ritrovarsi del tutto liberi là dentro.
pensare bene, invece, che cosa significa “finire nella rete”.
la libertà delle dittature. 20 febbraio 2011 – 494
la differenza fra le democrazie e le dittature è che, se la gente scende in piazza a protestare, le dittature cadono.
colpevoli e vittime. 18 febbraio 2011 – 493
siamo tutti talmente vittime che, senza saperlo, sogniamo il momento in cui ci scopriremo colpevoli.
la prima regola di un vangelo ateo. 18 febbraio 2011 – 492
la prima regola di un vangelo ateo è di NON amare gli altri in generale.
non si comprende in realtà come possa essersi data una legge morale genericamente filantropica proprio l’animale più feroce fra quelli che popolano il pianeta; al momento: prima che lui, l’uomo benefico, arrivi a sterminare tutti quelli che non gli servono.
l’amore universale per gli altri è un sentimento innaturale che il presunto Creatore non ha messo nei cuori delle sue umane creature, sarebbe stato troppo contraddittorio, visto quanto sono ciniche e crudeli.
perfino Joshua, che di quel Creatore si trovò ad essere considerato diretto messaggero, a leggerlo bene, disse soltanto di amare il prossimo, chi ci sta vicino, chi è dalla nostra parte, e di non guardare più in là: e non propose nessun amore universale e generico per l’essere umano in quanto tale.
la filantropia universale non viene da lui, ma dalla filosofia stoica dei suoi tempi, che si impadronì della sua figura dopo la sua morte: ed è una forma di stoicismo, cioè di masochismo etico, neppure erotico o sessuale.
Buddha o Mohammed non proposero da parte loro nessuna perversione di questo genere; tanto meno i 300 milioni di dei degli indù.
occorre diffidare di tutti coloro che fanno intendere di essere dediti a questo valore assoluto dell’amore universale.
occorre allontanare da sè tutti coloro che si occupano attivamente dei problemi altrui semplicemente per mascherare i propri e spesso per voglia di macerarsi, di negarsi e di soffrire.
l’amore degli uomini per l’umanità, considerata la nostra natura, dovrebbe essere saldamente fondato sull’interesse e non su effimeri slanci sentimentali.
la società degli atei è dedita ad un sano, ristretto, operoso egoismo: egoisticamente e freddamente solidale, ma niente di più.
il vangelo di [Joshua] Jeshuu aveva due comandamenti fondamentali: amare Dio e amare il cosiddetto e maldefinito prossimo.
l’ateo non ha vangeli, solo per paradosso e beffa si può dire che ne abbia uno.
non ha infatti promesse di felicità né buoni annunci da diffondere.
dall’amore di Dio è automaticamente esonerato.
dall’amore per gli altri come comandamento, anche: l’ateo non accetta comandi.
l’amore per se stesso nasce in lui spontaneo e biologico dalla sua stessa natura di essere vivo, e lui compatisce coloro che non lo provano come esseri biologicamente un po’ malriusciti; compatisce anche coloro che, pur provandolo, lo negano in nome di un Amore più grande, o come ipocriti consapevoli o come esseri che non sanno riconoscere se stessi; si turba per la pietà di fronte a coloro che non riescono ad amare se stessi.
l’ateo è semplicemente impegnato a cercare di capire come si può davvero amare se stessi e vivere in pace col mondo.
l’ateo riconosce di avere bisogno degli altri per vivere ed è onestamente teso a riconoscere i suoi veri interessi.
sa di avere degli affetti, che gli sono essenziali per vivere, e niente di più.
su questa strada degli affetti concreti e delle ricerca onesta del proprio vero interesse umano il clamore di chi grida che dobbiamo amare gli altri perché Dio ce lo comanda è semplicemente un fastidio in più.
contro l’arroganza del potere. 13 febbraio 2011 – 491
“Lei usa l’arroganza del potere; io uso allora il potere dell’arroganza”.
Andrea B., mio cugino
il nostro carapace linguistico. 12 febbraio 2011 – 490
il linguaggio?
è la scorza dietro cui ciascuno protegge se stesso.
a volte serve soprattutto a prendere le misure dello spazio che occupiamo nel mondo.
il muro di Palestina del linguaggio. 12 febbraio 2011 – 489
che razza di muro di Berlino o di Palestina è il linguaggio!
ogni volta che un significato riesce a passare è solo perché le guardie di confine si erano distratte un attimo.
sì, solo per scherzo possiamo dire che il linguaggio serve a mettersi in relazione con gli altri: il linguaggio serve a proteggersi!
perché nessuno entri, perché nessuno esca!
l’improprietà intellettuale. 9 febbraio 2011 – 488
proprietà intellettuale.
l’ossimoro più mostruoso che ci sia.
la risposta migliore. 4 febbraio 2011 – 487
la migliore risposta alla domanda perché esistiamo è: perché no?
l’ebbrezza della rivoluzione. 3 febbraio 2011 – 486
chi dice come finirà una rivoluzione assomiglia a chi dice come finirà la rissa fra due ubriachi che si affrontano con due bottiglie spezzate in mano.
comunque, di solito vince il più grosso o il meno ubriaco.
la sicurezza del dubbio. 3 febbraio 2011 – 485
poche cose come il dubbio esigono una così fondata sicurezza interiore.
solo gli insicuri non dubitano mai, perché non possono permetterselo.
per qualche dubbio in più. 2 febbraio 2011 – 484
ho studiato la questione, discusso, approfondito, mi sono documentato.
e alla fine ho qualche dubbio in più.
bene! ho qualche dubbio più preciso, finalmente: proprio questi dubbi in più sono conoscenza in più.
la memoria dell’attore. 2 febbraio 2011 – 483
prodigiosa è la memoria dell’attore.
registra e riproduce come vero l’intero mondo di un personaggio che non c’è.
NOTA. dedico questo borforisma a quell’attore straordinario, purificato dall’età, che è Gianrico Tedeschi, 91enne ragazzo sulla scena del Piccolo Teatro di Milano.
abbassa la tua radio per favore. 26 gennaio 2011 – 482
quante volte bisogna ripetere una bugia prima che diventi una verità?
non saprei dire, pare che dipenda molto dal volume della voce con cui la si ripete.
la malattia e il sintomo. 26 gennaio 2011 – 481
Berlusconi è solo un sintomo.
la malattia è l’Italia.
le parole non dette. 23 gennaio 2011 – 480
“la migliore parola è quella non detta”.
– questa l’ho sentita ieri.
anche questa è stata detta.
a proposito di Aosta. 23 gennaio 2011 – 479
se Cesare preferiva essere primo ad Aosta che secondo a Roma, io preferisco addirittura essere nessuno chissà dove!
il prezzo della Verità. 19 gennaio 2011 – 478
nell’età della comunicazione di massa le verità sono una merce come tante altre, e chi ha più soldi se le compera…
ma a forza di comperare le verità, alla fine si compera perfino la Verità.
pessimismo fragile. 11 gennaio 2011 – 477
pessimismo della ragione, ottimismo della volontà.
compromesso fragile, quello di Gramsci, a pensarci bene.
questa volontà ottimista senza ragione è troppo simile a quella di Schopenhauer.
non hanno ragione allora Buddha, piuttosto che Gramsci, o Schopenhauer stesso, quando l’uno e l’altro propongono di rinunciare alla volontà?
* * *
rinunciando alla volontà, si disperde anche il pessimismo.
tutto quel pessimismo nasce soltanto dalla frustrazione oggettiva della volontà.
rinuncia alla volontà, dissoluzione del pessimismo.
a ben calibrare il pensiero, è un compromesso molto più solido.
paradosso del paradosso. 10 gennaio 2011 – 476
il paradosso è lo schermo di un introverso?
il paradosso è lo schermo di una mancanza di stile?
un paradosso è soprattutto un modo efficace per non rendere troppo credibili le proprie idee.
eccole inoffensive prima di tutto per se stessi.
il marketing dei filosofi. 8 gennaio 2011 – 475
la prima legge del marketing è che, quanto più stupida è una idea, tanto più facilmente si diffonde.
ops, a meno che questa non sia, invece, una qualunque Legge di Murphy…
la cattiveria dell’umorista. 6 gennaio 2011 – 474
mcc43: L’umorista eccita e libera l’altrui sottofondo di cattiveria.
è appunto questa cattiveria dell’umorista che induce al sorriso, quando la si mette a confronto con la cattiveria della vita intera…
umorismo e verità. 5 gennaio 2011 – 473
è proprio fra gli umoristi che si trovano le verità più vere.
solo un sorriso le rende sopportabili.
l’Ombra. 5 gennaio 2011 – 472
Dio, l’Ombra dell’io.
ma nell’età del narcisismo trionfante, meglio scrivere: dio, l’ombra dell’Io.
capirsi… 30 dicembre 2010 – 471
qualcuno conserva delle pie illusioni sulla comunicazione, crede che il fraintendimento sia casuale, o peggio ancora intenzionale (col che si ritorna al borforisma precedente).
e invece la comunicazione umana (e forse persino quella delle macchine) è SEMPRE fondata su dei fraintendimenti.
innamoramenti e delusioni. 29 dicembre 2010 – 470
interdirsi gli entusiasmi perché il loro prezzo è la delusione?
ad ognuno la sua scelta, dipende se sente più forte la bellezza dell’entusiamo o il peso della frustrazione.
ma quanti rinuncerebbero ad innamorarsi perché l’amore prima o poi passa?
paura e paranoia. 29 dicembre 2010 – 469
siamo sicuri che la paranoia sia una malattia mentale e non il modo naturale di reagire della mente umana ad una situazione di pericolo?
paranoia: pensiero laterale, più o meno, in greco antico.
il suo tratto caratteristico è proprio quello che conduce al dubbio di sopra: chi cade in paranoia resta perfettamente razionale, tutto è considerato lucidamente, tranne la paura che genera la paranoia stessa.
in altre parole, siccome il pericolo va analizzato per potersene difendere, il modo usuale di farlo è di cercare di personalizzarlo, di renderlo razionale, di attribuirgli un senso.
inutilmente, perché il pericolo spesso non ha senso e queste costruzioni mentali sono una spaventosa dispersione di energie.
* * *
chi è veramente paranoico è semplicemente una persona che teme fuori posto.
ma quando temiamo siamo tutti paranoici, almeno un poco.
la paranoia come psicosi è un disturbo affettivo, non del pensiero.
e quando abbiamo paura siamo tutti dei malati di mente.
quattro borforismi sull’amore per gli animali. 28 dicembre 2010 – 465-468
l’amore per gli animali ha una forte componente autobiografica: è più facile amarli quanto più gli si somiglia.
* * *
amore? ma no, anche quando si rivolge alle bestie, l’amore è soltanto un egoismo più cupo.
* * *
troppo facile amare chi non ha diritto di replica.
* * *
amare gli animali è come togliere al proprio egoismo il guinzaglio…
l’accento sul sentimento. 25 dicembre 2010 – 465
sentimento e pensiero si dice, per marcare una contrapposizione.
ma no, manca l’accento.
il pensiero è sentimento e il sentimento è pensiero!
l’ossimoro oggettivo. 20 dicembre 2010 – 464
dicesi ossimoro la combinazione di due parole incompatibili fra loro, tanto che la combinazione non dà senso. quando ci accorgeremo che parlare di realtà oggettiva è, oggettivamente, un ossimoro?
Le Scienze soggettiviste. 20 dicembre 2010 – 463
“È un fatto accertato, per le neuroscienze, che ogni cosa di cui facciamo esperienza è in realtà un prodotto della nostra immaginazione”. Susana Martinez-Conde e Stephen L. Macnick, Le Scienze, dicembre 2010, pag. 10
“Nel contesto della teoria dei quanti le particelle non hanno né posizioni né velocità definite finché, e a meno che, un osservatore non misuri quelle grandezze”. Stephen Hawking e Leonard Mlodinow, Le Scienze, dicembre 2010, pag. 88
“L’ignoranza genera convinzioni certe più spesso della conoscenza”. Charles Darwin, Le Scienze, dicembre 2010, pag. 12
considerando che l’ignoranza cambia oggetti e dimensioni, ma non finisce mai, ne deriva che dobbiamo dubitare di ogni conoscenza che afferma di essere certa.
le passioni senili. 19 dicembre 2010 – 462
nell’età senile le passioni sono filtrate col duro setaccio del disincanto.
ma guai se superano questa prova: allora divampano incontenibili, come per chi non ha più niente da perdere.
dov’è il Creatore? 17 dicembre 2010 – 461
ogni osservatore è il creatore dell’universo in cui vive.
non credere, non obbedire, non combattere. 16 dicembre 2010 – 460
il vantaggio di un ateo è che non solo non deve credere, ma non deve neppure sforzarsi di sapere.
non occorre sapere che Dio non c’è per essere atei, basta soltanto non sapere se c’è.
e, insomma, se proprio occorre fare uno sforzo, basta sapere di non saperlo.
smentire Amleto. 15 dicembre 2010 – 459
che il non essere non esista non è una novità, sai che fantasia ci vuole a pensarlo.
ma che neppure l’essere esista, questo è un pensiero più tosto.
eppure è così: essere e non essere sono solo due concetti limite, perfino indistinguibili fra loro se esistessero, quando li mettiamo bene a fuoco.
nessuna scelta possibile, sorry, Hamlet.
e allora che cos’altro c’è?
tutto quello che sta in mezzo fra loro, che un poco è e un poco non è.
quello che vive, che scorre nel tempo, che muore, che dice di esserci, ma a volte dimentica che esserci, essere probabili, essere possibili, essere vivi, essere pensati, essere morti, dovere ancora nascere, sono solo varianti sottili della misteriosa inafferrabile sfuggente esperienza che chiamiamo vita.
l’anarchia di chi rispetta la legge. 7 dicembre 2010 – 458
l’anarchico più pericoloso è l’amante della legge.
perché sostituisce all’appartenenza di gruppo il rispetto del principio impersonale della legalità.
è sotto questo scudo che il suo individualismo riesce a realizzarsi pienamente, liberandolo dalla tutela non gradita di ogni altro legame.
assassini potenziali confessi. 5 dicembre 2010 – 457
quanta voglia di confessare c’è in giro…
è noto che un comportamento altrui suscita in noi reazioni emotive tanto più profonde quanto più ci sentiamo direttamente coinvolti.
e per un fatto che non ci riguarda direttamente il coinvolgimento nasce da un comportamento che sentiamo potenzialmente anche nostro.
quindi chi grida contro un assassino stupratore sta urlando contro lo stupratore assassino potenziale che sente dentro di sé.
invoca la pena di morte contro i propri impulsi che non può accettare.
confessa: sono un assassino e uno stupratore anche io, uccidetemi!
ma gli istinti non sono una malattia inguaribile, ci sono altre terapie.
la legge morale di Murphy. 30 novembre 2010 – 456
se senti la voce della coscienza che dice che se hai qualcosa di buono da dire al mondo devi dirlo, stai in guardia.
più che legge morale potrebbe essere legge di Murphy.
dubbi anti-patici. 29 novembre 2010 – 456
chi combatte i fascisti israeliani è un antifascista o un antisemita?
chi combatte i fascisti arabi è un razzista o un antifascista?
le rime del cuore e della mente. 26 novembre 2010 – 455
il mondo cambierà quando alla rima cuore, amore, si sostituirà la rima mente, niente.
l’arroganza esantematica. 25 novembre 2010 – 454
quella forma terribile di ignoranza estrema che è la scarsa intelligenza, la peggiore delle condanne possibili, quella inflitta senza nessuna colpa, che destina ad una ignoranza cronica ed irrimediabile perché non illuminabile da alcuna luce, è quasi sempre direttamente proporzionale alla arroganza con cui si difende e spesso è facilmente riconoscibile proprio a partire da questo: da una arroganza estrema.
chi sa, sa di non sapere; ma chi non sa, non sa neppure questo, e nessuno riuscirà a spiegarglielo, a meno che non lo scopra da solo.
l’arroganza è la malattia infantile dell’ignoranza, ma è una forma esantematica, fortemente contagiosa.
[Michele Lecchi] il silenzio della passione. 23 novembre 2010 – 453
La passione induce a trattare un argomento in modo non imparziale.
L’assenza di passione induce a non trattare un argomento.
i dolori del risveglio. 23 novembre 2010 – 452
se il corpo stanco non produce in fretta le endorfine necessarie a sopportarla, la vita nei risvegli di certe mattine è davvero un tormento: piccoli dolori salgono dappertutto, il malessere della respirazione costipata diventa senso di soffocamento, l’ansia si impadronisce della mente.
poi lentamente la droga naturale che cancella le sensazioni negative raggiunge i livelli necessari e ci introduce in un mondo di benessere, ottimismo ed efficienza: tutto passa, eccoci in buona forma, la vita sorride.
la vita è male, come diceva Leopardi; peggio, la vita biologica è dolore in se stesso, e non lo sentiamo solo perché ogni mattina ci droga come soldati che devono andare al macello.
insegna di più un mattino che inizia storto che un intero trattato di filosofia.
preghiera laica del mattino. 18 novembre 2010 – 451
so di essere agganciato ad un frammento roccioso insignificante scagliato nel vuoto, circondato da scimmie bercianti che si autodefiniscono uomini, cioè esseri intelligenti, e stanno rapidamente finendo di consumare ingordamente le risorse di quel pezzettino di terra.
so che molte di quelle scimmie chiamano i loro desideri „Dio“, convinte perfino di „esistere“ e di essere state appositamente create da questo immaginario essere superiore, e sono perfino propense ad ammazzare chi fa loro presente che nessuna provvidenza può garantire loro la sopravvivenza ai loro sbagli e tanto meno una immortalità che non appartiene alla loro natura, ma che semplicemente dovrebbero cercare di vivere al meglio quel tanto di tempo che è stato loro dato.
a volte ritengo che la mortalità sia il più grande dono che la legge del mondo ci ha dato e ringrazio sottovoce quel niente che ci ha reso effimeri.
prezzo e gratuità dell’arte. 15 novembre 2010 – 450
molto spesso il prezzo che alcuni artisti pagano per opere sublimi è una personalità ributtante.
ma gli altri (le altre)? quelli (quelle) che non solo producono opere meravigliose, ma sono anche meravigliose persone?
direi che questi hanno il dono di produrre l’arte gratis e non pagano alle muse alcun pedaggio.
l’uso del tempo nell’artista. 15 novembre 2010 – 449
alcuni artisti non cessano di stupire per la sterminata produzione, e meraviglia come abbiano potuto riuscire a tanto.
van Gogh dipingeva 3 o 4 quadri al giorno: come poteva?
il segreto potrebbe nascondere sgradite sorprese: Michelangelo e Leopardi, ad esempio, non si lavavano.
del resto il rapporto che abbiamo con un artista è quello con la sua opera, non dobbiamo affatto viverci assieme.
il viaggio della scrittura. 15 novembre 2010 – 448
viaggiatori e scrittori sono una razza sola: l’unica differenza fra loro è che i primi mettono in gioco nel viaggio anche il corpo.
l’arte dell’invecchiare. 15 novembre 2010 – 447
chi non accetta di invecchiare non ha ancora avuto dalla vita quello che si aspettava da lei e vive nella improbabile attesa che una giovinezza simulata gli regali quello che non ha saputo conquistare nella giovinezza autentica.
invecchiare è un’arte e al cattivo gusto non c’è rimedio.
lo schifo del mondo. 13 novembre 2010 – 446
non dire mai che il mondo fa schifo.
è una inutile sfida a dimostrare che è capace di ben peggio…
la miopia del tempo. 3 novembre 2010 – 445
e se il tempo fosse soltanto una forma di fortissima miopia?
storie immortali. 28 ottobre 2010 – 444
muore soltanto ciò che è già morto.
target. 27 ottobre 2010 – 443
non ho fallito nessun obiettivo: so di averli superati tutti, perché ho imparato a non averne.
stasera pago io. 27 ottobre 2010 – 442
la teoria del “gliela faccio pagare io” non funziona.
alla fine tiro i conti e scopro che c’è un trucco.
è il metodo col quale pago io.
l’annegato prudente. 26 ottobre 2010 – 441
– un uomo scivolò in acqua e, mentre affondava annegando, pensò: se mi agito, rischio anche di sbattere da qualche parte e di farmi male…
– giusto: del resto, facendo il morto si galleggia meglio.
– sì, ma solo in acque tranquille; nei mari in tempesta a fare il morto si annega davvero.
mcc43, l’ultima legge di Murphy al femminile. 25 ottobre 2010 – 440
chi ha in sè la predatrice la troverà.
postulato sul rispetto delle opinioni e suoi limiti di applicabilità. 24 ottobre 2010 – 439
il rispetto dovuto alle opinioni è sempre assoluto, dato che l’opinione è una manifestazione della persona e quasi un prolungamento del sé.
alle opinioni si deve dunque lo stesso rispetto che si deve alle persone.
però con due precisazioni ulteriori rispetto a questo postulato, che potremmo definire due suoi limiti di applicabilità: e sono un principio di esclusione radicale ed un principio di proporzionalità.
a) principio di esclusione:
nessun rispetto è dovuto alle persone mentre aggrediscono altre persone, e lo stesso vale dunque per le loro opinioni
b) principio di proporzionalità (inversa)
il rispetto dovuto alle opinioni come alle persone è sempre inversamente proporzionale alla pubblicità data alla opinioni stesse oppure al ruolo pubblico assunto dalle persone stesse.
chi assume un ruolo pubblico oppure presume che le proprie opinioni abbiano un valore che superi la sua stretta dimensione personale e dunque le pubblica proponendo di fare assumenre loro un valore universale, toglie a se stesso e alle sue idee lo scudo del rispetto privato ed apre necessariamente le porte alla rude critica pubblica.
misteri dolorosi. 20 ottobre 2010 – 438
le donne che si convincono di amare un uomo soltanto perché desiderano cambiarlo.
la memoria involontaria. 14 ottobre 2010 – 437
la memoria non dipende affatto dalla volontà, che semmai preferisce l’oblio…
noi figli nietschiani dell’eterno presente…
noi tutti nietschiani contro voglia…
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Dio è morto. Nietsche – Nietsche è morto. Dio
chi sopravvive a chi? – 13 ottobre 2010 – 436
il problema non è affatto se gli uomini possano sopravvivere senza Dio.
il problema, semmai, è se Dio possa sopravvivere agli uomini.
che ne sarà di Dio tra pochi anni, quando l’umanità avrà finito di autodistruggersi?
fumi ed incensi. – 8 ottobre 2010 – 435
credente, non credente.
fumatore, non fumatore.
21 spunti malvagi sul male. – 1 ottobre – 414-434
che cosa è il male? non lo so, ma questo non mi impedisce di parlarne.
* * *
sarebbe più facile capire il male se esso fosse sempre provocato dagli uomini; invece a volte esso nasce direttamente per forza propria (se non vogliamo dire che è voluto da Dio).
* * *
per quanto riguarda il male fatto dagli uomini, niente è capace di provocare il male così bene come le buone intenzioni.
* * *
la peggiore forma di cattiveria o di sordidezza morale è quella che non riesce neppure a riconoscersi, tanto è connaturata alla volontà di fare del bene.
* * *
è doloroso che il male, quando è provocato dagli uomini, non viene quasi mai dal male di una cattiva intenzione, ma quasi sempre dall’aspirazione al bene di una buona intenzione calibrata male.
* * *
il male fatto dagli uomini è quasi sempre il frutto di un errore di valutazione.
(forse è questo che intendeva Socrate quando diceva che il male non nasce dalla volontà ma dal non sapere?)
* * *
la mente umana tende irresistibilmente a rifiutare che si possa fare il male per semplice sbaglio, è troppo sconcertante.
* * *
la mente umana identifica negli altri gli errori di giudizio con le cattive intenzioni (mentre non sa riconoscere il male nelle proprie azioni).
* * *
un errore di giudizio radicato in una mente e continuamente ripetuto lo chiamiamo carattere.
* * *
l’identificazione dell’errore con la volontà si chiama etica.
* * *
non riusciremmo più a rifiutare il male se dovessimo accettare che si fa qualcosa di vile e di sporco solo per sfuggire a qualcosa che ci appare ancora più vile e più sporco, anche quando non è così.
* * *
non ci sono cattive intenzioni, ci sono solo buone intenzioni gestite male.
* * *
ahimè, se riuscissimo davvero a capire che nessuno vuole il male riconoscendolo come tale, non ci sarebbero più colpevoli.
* * *
ma perché ho scritto “ahimè” qui sopra? non avrei dovuto esprimere piuttosto il desiderio che noi vivessimo in un mondo senza colpevoli?
* * *
no, ecco appunto un esempio di quanto dicevo! questa aspirazione ad un mondo senza colpevoli è il tipico esempio di una buona intenzione capace da sola di produrre del male, eliminando in noi l’impulso a rifiutarlo.
* * *
allora l’intenzione gestita male è quella che nasce dalla volontà di essere troppo buoni? il male nasce da qui?
* * *
ecco che l’ho detto, il male può essere anche il figlio naturale di una eccessiva e incontrollata aspirazione al bene.
* * *
chi non ha capito che il male è solo l’altra faccia del bene, ecco chi è più pronto a compiere il male credendo di fare il bene.
* * *
chi sa che male e bene sono inseparabili ricerca il punto di equilibrio migliore fra loro: non aspira a fare il bene in assoluto, certo che questa aspirazione diabolica alla perfezione è già di per se stessa male.
* * *
è più vicino a fare concretamente il bene chi non teme in assoluto di fare del male, ma ricerca nelle circostanze quale è la concreta possibilità di farne il meno possibile.
* * *
che cosa è il male? non lo so, ma questo non mi impedisce di cercare come evitare di compierlo – e di lasciarlo compiere.
musi gialli e musi bianchi. – 27 settembre 2010 – 413
si parla di Cina e, ridendo, un’amica mi racconta di un venditore ambulante cinese in una spiaggia d’agosto a cui lei dice di passare più tardi, e lui le risponde che deve segnarsi il numero dell’ombrellone, perché altrimenti non saprebbe più riconoscerla: “siete tutti uguali”, dice.
non solo i cinesi sono tutti uguali per noi, ma anche noi siamo tutti uguali per i cinesi.
per distinguere i cinesi tra loro o i bianchi tra loro, occorre viverci in mezzo un tempo ragionevolmente lungo, quasi come si dovesse familiarizzare con una specie di lingua, quella delle facce.
questa indifferenziata somiglianza di un gruppo umano che ha tratti diversi dai nostri ai quali non siamo abituati, in qualche modo allontana anche il gruppo indistinto dalla consueta umanità.
quanto è più facile e forse anche uccidere in una massa indistinta di ”musi gialli” o bianchi che un individuo ben definito.
la natura virile della virtù. – 27 settembre 2010 – 412
se sapessimo bene che cosa intendevano gli antichi per virtù, saremmo sdegnati contro quella idea di virtù.
virtus riconduce a vir, l’uomo nel senso sessuato del termine.
è impossibile tradurre virtus dopo che il cristianesimo ha equiparato i due sessi, e questa è stata la sua principale rivoluzione storica.
virtus è l’essere uomini in quanto maschi, e assomiglia all’andreia dei greci, che potrebbe apparire un po’ meno sessuata, dato il significato del termine d’origine, anér, l’essere umano, ma lo è ancor peggio, invece, perché riserva il concetto di “essere umano” soltanto ai maschi.
andreia viene reso con “coraggio”, noi non possiamo tradurlo con “umanità”, perché questo termine ha acquisito un significato quasi opposto; il termine italiano moderno che più gli è vicino è “virilità”.
(chissà quanti che si chiamano Andrea conoscono bene il significato del loro nome).
l’andreia greca o la virtus latina dunque è l’essere coraggiosi, virili, il capire la tragedia della vita e non averne paura: qualcosa da cui secondo gli antichi le donne erano escluse per la loro natura femminea.
ovviamente, come sempre succede, anche latini e greci chiamavano natura la loro cultura.
ma la natura non prevede altra virtù che se stessa.
saggezza contro natura. – 27 settembre 2010 – 411
la strada della saggezza è aspra e faticosa, come ben già sapevano gli antichi.
per intraprenderla non basta l’intelligenza, che pure è un requisito che esclude una buona parte degli uomini: occorre anche la forza.
Ercole al bivio, infatti.
la strada della saggezza è talmente dolorosa che anche molti di coloro che potrebbero intraprenderla possedendo una intelligenza sufficiente, se ne tengono lontani non riuscendo a sopportare il dolore che comporta percorrerla.
tanto che appaiono alla fine fortunati coloro la cui vita è costellata di dolore per cause proprie, e che arrivano alla saggezza senza averla neppure cercata e quasi costretti da motivi esterni.
addirittura, a ben pensarci, quest’ultima appare l’unica strada possibile per diventare saggi: chi si sobbarcherebbe infatti anni di dolori e difficoltà per acquisire qualche abitudine mentale che ti rende diverso dalla massa e ti garantisce di essere guardato con ostilità dalla maggioranza?
davvero, la saggezza è contro natura e si diventa saggi solo per sbaglio.
la bugia romanzesca. – 22 settembre 2010 – 410
ogni scrittore in fondo non è altro che un adorabile bugiardo.
che cos’è un bel romanzo se non una sequenza affascinante di bugie raccontate col sorriso sulle labbra?
(e pensare che qualcuno si definiva perfino “verista”: verista, però, mica “vero”! )
non è chiaro… borforismi 123 – 11 settembre 2010 – 409
… se sia un esilio peggiore andarsene felici dalla propria patria, che non si sopporta più, sperando di trovarne una nuova e migliore,
oppure tornare per forza a casa propria, dovendo abbandonare un paese straniero dove si viveva bene, e accorgersi che ancora più straniero è diventato il proprio.
l’ossimoro informazione oggettiva. – 28 agosto 2010 – 408
in-formare: dare forma alla realtà.
di per se stessa la realtà non ha una forma, è l’informazione che gliela dà.
quindi non può esistere una “informazione oggettiva”: è una contraddizione in termini, un ossimoro…
molto meglio parlare, piuttosto che di informazione oggettiva, di informazione a soggettività limitata.
borforisma in quattro tempi su (dis)informazione e potere. – 27 agosto 2010 – 407
che l’informazione sia potere è vero, ma è ancora più vero che la disinformazione è un potere ancora più forte.
mica per niente si parla di “potere cieco”.
per questo l’informazione, quando riesce a varcare il muro dell’indifferenza, è – per il fatto stesso di essere ascoltata – una premessa della disgregazione di ogni potere cieco.
rimane oscuro che cosa spinge alcune menti un poco malate di idealismo a sfidare il potere e a rischiare se stesse per diffondere l’informazione.
andante – allegro – adagio assai – andante con brio
contro la volontà di migliorarsi. – 26 agosto 2010 – 406
diffidare di tutti coloro che cercano di non essere quello che sono, in parole povere “di migliorarsi”.
o ci riescono, e stanno poi male e finiscono per fare star male anche gli altri.
oppure non ci riescono, e allora spesso finiscono col dovere accontentarsi di fingere di essere quello che non sono!
a proposito del web. – 26 agosto 2010 – 405
il potenziamento dell’informazione è di per se stesso potenziamento del fraintendimento e dell’errore.
da quando siamo più informati siamo anche più disinformati.
le qualità dei limiti. – 25 agosto 2010 – 404
mai cercare di limitare i propri limiti.
molto meglio osservarli bene e notare come i nostri limiti sono le nostre qualità migliori.
l’arte della menzogna. – 24 agosto 2010 – 403
non sono bugiardo, sono soltanto incostante.
ma questo forse è solo un modo più elegante di mentire.
non sono bugiardo, sono solo terribilmente fedele alla verità del momento.
afovidius, alla voce tradizione. – 24 agosto 2010 – 402
si chiama tradizione…
un modo moderno per definire il passaggio della stupidità di generazione in generazione.
afovidius
a sorpresa, anche dell’interessato, un perfetto borforisma che non è mio e che ho rubato ad un commento dove si sarebbe stupidamente perso…
sesso senza tempo. – 11 agosto 2010 – 401
più che parlarci della sessualità infantile, Freud avrebbe dovuto parlarci del carattere infantile della sessualità.
più importante della dimostrazione che anche i bambini provano dei desideri amorosi, anche se non ancora collegati alla sfera genitale, sarebbe stata quella che anche la sessualità adulta collegata alla sfera genitale ha in se stessa il carattere di un gioco infantile.
lo sforzo di ogni cultura umana è di imporre invece alla sessualità il carattere di un comportamento adulto.
se gli uomini hanno perso la sessualità periodica degli animali, regolata dai ritmi dell’estro, e dispongono di una sessualità aperta, potenzialmente permanente, hanno poi dovuto pagare questa propensione al godimento sessuale senza scansioni temporali periodiche con una regolazione mentale della sessualità, che rappresenta una delle contraddizioni più laceranti della nostra specie.
l’iposensibilità degli scrittori. – 11 agosto 2010 – 400
tra i pregiudizi che colpiscono gli scrittori c’è quello che, se chi scrive sa esprimere bene dei sentimenti e rivelarne delle pieghe segrete, è perché li prova più intensamente del normale.
è vero piuttosto il contrario, in alcuni casi.
probabilmente chi si butta addosso ad una donna travolto da un istinto cieco o chi massacra la moglie in un raptus non saprebbe descrivere i processi mentali vissuti in queste esperienze, dato che sono rimasti ampiamente incoscienti nella loro brutale irrazionalità.
sono i sentimenti vissuti in maniera meno violenta, invece, che si lasciano analizzare e portare alla coscienza razionale meglio.
– particolarmente dannoso è il pregiudizio dello scrittore ipersensibile quando è lo scrittore stesso a crederci.
la droga della scrittura. – 11 agosto 2010 – 399
ci sono scrittori che creano al lettore un mondo alternativo dove sfuggire per dimenticare le frustrazioni di questo, altri che ti parlano della vita facendotene vivere più intensamente gli aspetti.
in ogni caso la scrittura agisce come una droga.
ma c’è pur sempre una differenza fra l’acido e il caffè.
5 ossimori sull’astuta furbizia. – 4 agosto 2010 – 398
la furbizia, una delle più acute manifestazioni di mancanza di intelligenza.
– chi ha parlato di astuzia della ragione?
la ragione è cretina e non può nulla di fronte all’astuzia.
– come si conciliano i due borforismi precedenti?
differenziando la furbizia (l’astuzia stupida) dall’astuzia (la furbizia intelligente).
… per usare due ossimori.
– l’ossimoro, ad esempio, è astuto o semplicemente furbo?
– pare che, morto Ulisse l’astuto, nessuno sia più riuscito ad esserlo, ma chi aveva la vocazione debba limitarsi ad essere furbo.
per sopravvivere.
NOTA.
l’ossimoro è quella figura retorica che si ottiene mettendo in coppia, come in molti matrimoni, due realtà incompatibili fra loro.
il fanatismo dei sordi. – 27 luglio 2010 – 397
il fanatismo assomiglia molto alla sordità.
il fanatico ritiene che chi non la pensa come lui sia disonesto e finga, poiché non ritene possibile che qualcuno pensi davvero delle cose diverse da quelle che pensa lui, che sono le uniche vere.
come un sordo, finito per sbaglio al concerto, che, vedendo la gente applaudire, diceva: Questi sono tutti matti.
anche secondo lui i musicisti fingevano soltanto di suonare, dato che nel suo mondo non esisteva la musica.
come quel sordo non era consapevole della sua sordità, così succede anche al fanatico.
le poesie ungheresi. – 27 luglio 2010 – 396
nessuno è obbligato ad essere intelligente, per fortuna; ma nessuno è neppure obbligato ad esprimere giudizi su ciò che non capisce, rivelando di essere un cretino a coloro che capiscono.
esprimo io forse dei giudizi su una poesia scritta in ungherese?
che storia farà domani? – 26 luglio 2010 – 395
Marx non ha tenuto conto che la storia è complessa come e forse ancora di più della meteorologia.
illegalità e governo. – 25 luglio 2010 – 394
il governo sottoposto alla legge?
bubbole: il governo è il nucleo centrale operativo e il coordinatore dell’illegalità necessaria a mantenere in vita una società.
quel religioso istinto di morte. – 13 luglio 2010 – 393
nelle religioni si può vedere chiaramente in azione il meccanismo mentale che prepara la morte.
le religioni applicano l’istinto di morte alla vita per tenerla sotto controllo e renderla sopportabile.
la pura vita, abbandonata a se stessa, è violenta e maligna; mitigata dallo spirito di morte, può diventare misurata, saggia ed elegante.
i quattro pilastri del perdono involontario. – 13 luglio 2010 – 392
la differenza principale fra i rancorosi e coloro che sanno dimenticare sta nel fatto che, per qualche contorto motivo, i rancorosi ricavano soddisfazione dal loro odio e quindi se lo tengono stretto.
dimenticare è perfino meglio che perdonare…
– invece che consigliare di perdonare settanta volte sette, il rabbi avrebbe fatto meglio a consigliare di dimenticare una volta per tutte.
solo che il perdono è volontario, ma la dimenticanza no.
– non si può rendere obbligatorio un comportamento involontario come la dimenticanza.
(come no? e allora perché ti vietano di desiderare la donna di un altro?
– ma, scusami, e desiderare le donne che non sono di nessuno, allora, si può?
sempre poi che le donne siano di qualcun altro che loro stesse)
– ho l’impressione che si riescano a vietare i comportamenti istintivi, per costringere almeno a provare a tenerli sotto controllo, ma che sia impossibile ordinare attivamente di provarli.
(come no? e allora: l’amatevi l’un l’altro?
come è possibile ordinare di amare a qualcuno che non prova l’amore?
non è come ordinargli di essere ipocrita?)
ma questo è come dire che, al punto cruciale, ogni legge morale che intervenga nel campo dei sentimenti è inefficace.
(mi stai dicendo che l’islam è meglio del cristianesimo?)
sette promemoria sulla memoria. 12 luglio 2010 – 391
anche la nostra memoria se ne frega della verità oggettiva; lo scopo della memoria mica è la verità, ma la soddisfazione di sé del ricordante.
– tanto è vero che – come ha dimostrato Freud – tendiamo a dimenticare le esperienze sgradevoli e ricordiamo di preferenza quelle piacevoli (traumi e coazioni a ripetere a parte…).
– ma la scrittura, prima, e l’informatica, poi, stanno mettendo in crisi la soggettività della memoria: sempre pronte a smentire quel che la nostra mente ci ha raccontato di noi, sempre pronte a metterci di fronte a cose che di noi avevamo dimenticato e che non riconosciamo neppure più come nostre.
– la scrittura, la stampa, internet hanno posto le premesse di qualcosa che potrebbe rivelarsi drammatico: il sostituirsi della memoria oggettiva a quella soggettiva.
cioè la perdita di centralità del soggetto; del resto abbiamo già dovuto perdere le voci degli dei di dentro per potere acquisire la capacità di leggere mentalmente un testo scritto.
– diventa sempre più difficile costruirsi una immagine rassicurante di sé, raccontandosela su su quello che siamo con dei falsi ricordi.
– dovere ricordare le cose come sono davvero è destabilizzante, suppongo.
– prima o poi ci sarà un movimento iconoclasta degli archivi informatici, creato da esseri umani che non sopportano più le prove di come erano davvero?
filosofia del dovere. – 12 luglio 2010 – 390
chi lo sa davvero quale è il dovere dei filosofi.
chi lo sa se gli uomini hanno più bisogno della verità dolorose dei filosofi o delle bugie consolatrici dei preti.
chi lo sa se il dovere dei filosofi non sia quello di tacere…
la naturale idiozia. – 11 luglio 2010 – 389
tanto l’idiozia quanto l’intelligenza appartengono alla natura.
entrambe quindi devono avere una funzione biologica utile per la specie.
solo che l’idiozia è statisticamente prevalente.
considerando che i non intelligenti sono in grado di individuare coloro che invece lo sono e di far loro del male con la forza del numero, solo un vero idiota si fa scoprire come non idiota…
in poche parole, possiamo concludere che ci sono idioti normali che non sanno neppure di esserlo, e idioti peggio, che sono tutti quelli che sanno di non esserlo e lasciano scoprire la loro documentata convinzione.
– nessuna fatica a dimostrare l’utilità biologica della mancanza di intelligenza.
il vero enigma è capire l’utilità biologica di quella forma speciale di mancanza di intelligenza che è l’intelligenza.
sinceramente privi di equilibrio? – 11 luglio 2010 – 388
non ho ancora capito se le persone sincere (pochissime) sono tali soprattutto per una loro mancanza interiore di equilibrio che gli impedisce di raggiungere la condizione naturale dell’essere umano che è la menzogna.
i sette limiti della sincerità. – 10 luglio 2010 – 387
non capirò mai chi ritiene la sincerità una virtù.
come potrebbe esserlo, visto che la vocazione naturale dell’essere umano è la menzogna?
la capacità di mentire, ad esempio, è un indice certo del regolare sviluppo cognitivo del bambino: un bambino cresce bene, quando impara a mentire sempre meglio.
– del resto la sincerità è solo un concetto limite e non esiste in assoluto: concretamente esistono solo diversi gradi di menzogna.
– così quella che chiamiamo sincerità è solo un diverso modo di organizzare la menzogna.
– la personalità stessa, cioè la maschera che ci mettiamo addosso per recitare il personaggio che non siamo, è una favola che raccontiamo a noi stessi e agli altri.
– se l’uomo fosse sincero, sarebbe in grado di accettare se stesso.
– se l’uomo fosse sincero, non esisterebbe il pudore, che è l’istinto da cui nasce la menzogna stessa.
è il pudore la prima forma di menzogna.
è dalla foglia di fico che nasce la religione.
– la civiltà e la cultura, in particolare la religione, altro non sono che una lotta secolare per dissimulare noi stessi.
l’arte stessa, culmine della civiltà, è anche il culmine della bugia, come insegna Oscar Wilde.
– molte cose diventerebbero chiare se partissimo da questa premessa fondamentale sulla natura umana: ma per farlo, occorrerebbe essere sinceri con se stessi.
l’amore e la cartina di tornasole. – 9 luglio 2010 – 386
l’amore dà un contributo fondamentale alla conoscenza di noi stessi.
niente come lo sguardo amoroso di chi ci vuole bene, quando si posa affettuoso su di noi accanto a noi, è in grado di rivelarci così bene i nostri difetti.
l’amore è spesso una sanguinosa cartina di tornasole.
onnipotenza e depressione. – 9 luglio 2010 – 385
è la percezione della propria onnipotenza che crea il nostro benessere.
entrambi si incrinano nei momenti in cui la vita si incarica di smentirci.
– la depressione, allora, altro non è che la perdita dell’onnipotenza infantile ed assomiglia molto alla perdita della fede in dio.
terzo piccolo delirio di onnipotenza: il teologo. – 9 luglio 2010 – 384
non esisterebbe un Dio onnipotente se l’uomo che se lo immagina non portasse dentro di sé per tutta la vita l’idea così infantile della propria onnipotenza.
l’onnipotenza del filosofo, ovvero la filosofia dell’onnipotenza. – 9 luglio 2010 – 383
il borforisma precedente perché non dovrebbe valere anche per i filosofi, oltre che per i romanzieri? vale per ogni tipo di scrittura, direi, perfino per gli autori di nuovi teoremi matematici.
vale per ogni tipo di pensiero umano.
l’onnipotenza del romanziere, ovvero il romanzo dell’onnipotenza. – 8 luglio 2010 – 382
sembra quasi che ogni autore di romanzo voglia dimostrare a Dio di essere in grado almeno di immaginare un mondo più interessante di quello vero, pur prendendosi per lo scopo un tempo molto minore dell’eternità servita a Lui per crearlo.
sì, i romanzieri migliorano il mondo, o almeno sono convinti di poterlo fare.
onnipotenti come Dio, e in qualche caso se la cavano pure meglio…
le certezze possibili. – 7 luglio 2010 – 381
nessuno può essere certo che la propria religione sia quella giusta, ma tutti possono essere scelti che la propria religione è quella sbagliata.
i vantaggi della lotta vana. – 4 luglio 2010 – 380
se sportivamente l’importante non è vincere, ma partecipare alla gara, allora anche nella vita reale, per sentirsi bene, non è necessario sconfiggere l’ingiustizia e la prepotenza dei violenti, ma almeno contrastarle.
combattere la nostra lotta vana ci regala, almeno, quella cosa preziosa che è la coscienza dei giusti, del tutto ignota agli ignavi.
tre borforismi nati da un biglietto. – 30 giugno 2010 377-379
mi trovo a casa ovunque, tranne che nella mia patria, cioè in quella che dovrebbe essere casa mia.
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per fortuna trovo amici ovunque vado: è un ottimo metodo per dimenticare gli amici che ho perduto nel luogo da cui provengo.
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anche il buio più nero può indicare una direzione o in alternativa almeno consigliare uno stato.
la direzione è “via dal buio: ovunque, ma non qui”.
lo stato, in alternativa, è l’immobilità più completa.
il transfert morale. – 20 giugno 2010 – 376
non ho mai conosciuto nessun moralista – a cominciare da me – che non fosse spinto da un personale senso di colpa.
in poche parole: il moralismo è un caso di transfert negativo, rimproveriamo agli altri quel che ci piacerebbe poter rimproverare a noi stessi.
i doni inaspettati. – 17 giugno 2010 – 375
la vita che è crudele è anche bizzarra, e a volte ci fa dei regali immensi semplicemente perché apparentemente non si rende conto del loro valore.
tocca a noi saperli apprezzare in silenzio.
innamorarsi… – 16 giugno 2010 – 374
innamorarsi significa quasi sempre incontrare per sbaglio una persona che assomiglia in qualcosa a chi vorremmo che fosse.
l’intelligenza infelice. – 16 giugno 2010 – 373
non mi risulta l’esistenza di studi scientifici sul rapporto fra intelligenza e depressione, ma sono sicuro che vi è una relazione e che un quoziente di intelligenza più alto facilita l’instaurarsi della depressione.
in altre parole, chi capisce di più ha più probabilità di essere scontento e la stupidità rende più probabile una relativa felicità o almeno l’acquietamento nella propria condizione.
chi sa è necessariamente infelice, chi conosce soffre, e chi non sa e non conosce vive beato.
in altre parole ancora, il quoziente di intelligenza misura anche la propensione all’infelicità.
bello e buono. – 9 giugno 2010 – 372
occorre essere ben ottimisti per pensare che ciò che è bello sia normalmente anche buono.
se guardiamo alle cose con spirito disincantato, troviamo che normalmente la bellezza ha in sé qualcosa di egoista, quando non è proprio malvagia.
e difficilmente la bontà è bella: molto più facile che sia stucchevole o noiosa.
la dittatura della memoria. – 2 giugno 2010 – 371
ogni dittatura ha bisogno di un popolo che non ricordi.
solo così i dittatori fanno credere di non sbagliare mai.
sotto le dittature la memoria ha le gambe corte come le bugie.
il secondo comandamento. – 19 maggio 2010 – 370
Non nominare il nome di Dio invano.
è l’ateo l’osservante più scrupoloso del secondo comandamento di Mosè.
la malattia dell’ateismo. – 19 maggio 2010 – 369
il nulla è solo un altro nome di Dio.
per questo in fondo l’ateismo è una malattia genetica.
che produce un serio disturbo linguistico.
(per questo la specie è condannata).
– e guai a chi non comprende che questi sono soltanto paradossi.…
scrivere aforismi. – 18 maggio 2010 – 368
scrivere aforismi è un atto di fiducia nel lettore.
scrivere borforismi non so: forse soprattutto un atto di sfiducia in me stesso.
sette regole di saggezza non dette sulla memoria. – 18 maggio 2010 – 361-367
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la memoria sta alla vita individuale e alle sue esperienze come la storia sta a ciò che è pubblico.
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storia e memoria salvano entrambe il passato dalla morte reinterpretandolo.
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reinterpretare è certamente falsificare, perché il gesto cambia il significato del vissuto inserendolo in un nuovo contesto.
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leggere o ricordare è come mescolare un patrimonio genetico ad un altro per qualche nuova vita: quello di chi scrive con quello di chi legge, quello di chi è ricordato con quello di chi lo ricorda.
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l’unico modo umano che abbiamo di sopravvivere almeno un poco sarà la falsificazione che gli altri faranno di noi.
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l’unica alternativa possibile alla riscrittura del passato è lasciarlo morire del tutto e dimenticarlo.
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ci sono gesti che muoiono sterili, scrittori che muoiono senza lettori, uomini che muoiono senza figli.
che schifo l’intelligenza. – 11 maggio 2010 – 360
chi è veramente intelligente riesce a farsi passare per cretino.
economia della morale. – 9 maggio 2010 – 359
pochi riflettono che quando insultiamo qualcuno ci stiamo indebitando con lui.
– per lo stesso principio, quando facciamo invece del bene a qualcuno acquistiamo dei crediti.
e tuttavia ben pochi amano i creditori, passato il momento del bisogno.
il tesoro dell’esperienza. – 9 maggio 2010 – 358
le uniche esperienze da cui bisogna imparare sono le proprie.
scienza e politica. – 6 maggio 2010 – 357
la politica può essere una scienza?
a me pare improbabile che l’espressione collettiva della volontà (che è la politica) possa avere a che fare con l’amore disinteressato del sapere, come ci piacerebbe poter definire la scienza.
però anche la scienza, a guardarla bene, è soprattutto manifestazione della volontà di potere, e meno di amore del sapere fine a se stesso.
con la politica cerchiamo di dominare gli uomini, con la scienza di dominare la natura.
quindi forse la politica non è una scienza, ma la scienza è certamente politica.
accontentarsi della fede. – 4 maggio 2010 – 356
la fede, che a volte le suscita, sa degradare ogni virtù.
infatti vivere onestamente per fede è come essere onesti per conformismo.
sì, la fede degrada tutto quel che di buono produce.
(anche se a volte bisogna accontentarsene, per come è miserabile l’essere umano, dato che per alcuni non c’è altro modo di migliorarli un po’).
in nome del Bene. – 3 maggio 2010 – 355
nella beneficenza fatta per motivi religiosi il ruolo della fede è quello del mandante.
amore col poscritto. – 2 maggio 2010 – 354
il requisito principale di un politico è l’amore per il potere.
la gente ad un politico poi alla fine chiede proprio di saper comandare.
P.S. quando Berlusconi dice che il Popolo delle Libertà è il partito dell’amore, intende proprio questo.
giudici o giornalisti. – 2 maggio 2010 – 353
troppo comodo fare i giornalisti facendosi passare le notizie dai tribunali durante le inchieste.
così va a finire che i giudici fanno i giornalisti, invece.
niente di strano, poi, che i giornalisti facciano i giudici.
il potere ai politici. – 1 maggio 2010 – 352
il potere ai filosofi?
la tesi di Platone è assurda: vorrebbe dare il potere a coloro che amano il sapere, cioè che non desiderano esercitarlo.
per esercitare il potere bisogna amarlo.
no, no: il potere ai politici…
emozioni senz’anima. – 27 aprile 2010 – 351
mi scrivi:
Personalmente uso le seguenti cinque parole come sinonimi assoluti:
Anima – Spirito – cuore – emozioni – sentimenti.
– le emozioni esistono certamente.
a volte credo che esistano anche i sentimenti.
il cuore: quel che è effettivamente non ha nulla a che fare con quel che se ne dice usandolo come metafora.
l’anima? con la maiuscola?
l’Anima?
che cos’ha in sé che non abbiano già le emozioni e i cosiddetti sentimenti?
che cosa ci dà in più questa parola?
lo Spirito poi: parola usata da gente certamente poco spiritosa…
Marx non esiste. – 27 aprile 2010 – 350
il tempo non esiste.
però ha un valore economico immenso ed è il fondamento dell’economia.
il plusvalore di Marx altro non è infatti che un abuso di tempo.
chi comprende questa contraddizione intuisce qualcosa dell’essere umano e del mondo.
– certo, se il tempo non esiste e il tempo è la base del valore, allora anche il valore non esiste.
grob blog. – 27 aprile 2010 – 349
che il proprio blog semichiuso e moribondo su blogs.it sia preso di mira da commenti di pubblicità alla Rolex firmati “maria”, che cercano di stimolare improbabilissimi acquisti on-line di simile merce da parte dei miei occasionali lettori, mi pare un segno certo della gravità della crisi economica mondiale. 😉
non solo perché io per primo e i miei blogger per secondi non siamo gente da Rolex; ma poi perché normalmente chiedo ai miei lettori di prendersi tutto il tempo che occorre, se proprio insistono a leggermi, e di lasciar perdere l’orologio, ma piuttosto di perdersi in post dalla lunghezza spesso senza tempo, oppure viceversa fulminanti nel giro di un secondo o due, neppure ben misurabili…
in crisi sembrano i prodotti di lusso ed evidentemente anche il blog è un prodotto di lusso, riservato sia ad autori sia a lettori sfiziosi, che hanno del tempo da perdere.
tanto più che lo stesso avviene per i miei video ancora più clandestini su You Tube: una richiesta di abbonamento da Stylehotels; credo che purtroppo non mi servirò mai di un hotel che appartenga a questa catena.
– ora non so se passo sui commenti di “maria” a togliere la pubblicità, e poi non accetto o accetto, tanto fa assolutamente lo stesso, la pubblicità su You Tube.
però una cosa carina la riscontro lo stesso, ed è che nel suo ultimo commento ai miei post la presunta maria definisce il mio blog “grob”, attirata dalla assonanza vagamente da rospo delle due parole, suppongo, ma azzeccandoci lo stesso.
perché grob è una parola tedesca che significa “di spessore”, ma anche “grossolano, rozzo, privo di tatto”.
in qualche modo tutte e due le definizioni mi paiono azzeccate, ma mi dà soprattutto da pensare questa idea che richiedere ai lettori di prendersi parecchio tempo per leggerci sia un atto di maleducazione.
rifletterò rifletterò (a cominciare dal prossimo post, perché questo mi pare perfino già troppo lungo).
– però il mio ultimo aforisma morale sulla questione è questo:
in un mondo in cui ognuno abusa del tempo altrui e l’economia si regge sul fatto che la gente non si rende conto quanto valore economico abbia il suo tempo che regala ad altri, proprio io dovrei farmi scrupolo di scrivere i miei borforismi?
anche quando sono borforismi lunghi come questo?
aquile. – 22 aprile 2010 – 348
il destino di chi pretende di volare alto spesso è di ritrovarsi solo.
ma mica è detto che poi si sia all’altezza della propria solitudine.
tre punti di vista sull’altrove. – 17 aprile 2010 – 345-347
non so se il mistero della morte si possa capire dal suo interno, dal nostro sguardo di esseri mortali: dopotutto nessuno di noi può vedersi completamente e la morte sembra essere fuori della nostra visuale, come la punta del naso.
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è strano che il sonno non ci fa paura, e la morte sì; dopotutto la differenza è solo di durata; e molti si lamentano di non riuscire a dormire, ma nessuno di non riuscire a morire.
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il mistero della morte è identico a quello della nascita: non è meno inquietante (anzi!) una persona che si forma, senza che sappiamo ancora chi sia, di una persona che scompare, lasciandoci però almeno chiara traccia di lei.
la forza di gravità nella scrittura. – 17 aprile 2010 – 344
io trovo che lo scrivere di per sé sia un’azione leggera e il leggere invece un’azione pesante.
di qui l’insoddisfazione di dover leggere pesantemente tante cose leggere e la leggerezza di poter scrivere leggermente di tante cose di peso.
la coincidenza degli opposti. – 11 aprile 2010 – 343
quando una persona intelligente, addirittura geniale, col tempo si rivela un perfetto cretino, rimane aperto il dubbio se lo sia sempre stato.
come liberarsi del passato. – 11 aprile 2010 – 342
c’è chi cerca di liberarsi del passato provando a dimenticarlo.
è meglio invece tenerlo sotto gli occhi, per superarlo.
dimenticarlo è il vero modo per restargli legato, senza neppure saperlo.
contemplarlo fino a che diventiamo capaci di capirlo e ci appare diverso, questo è il modo vero di cancellarlo.
fa male? non ne dubito: cancellare i legami sbagliati certamente fa male.
ma evitare questo dolore mantiene in vita sofferenze più grandi ed oscure.
la ragione vince sulla fede. – 10 aprile 2010 – 341
fra la scienza e la fede, è la seconda in una condizione evidente di inferiorità.
perché la scienza si accontenta di pervenire a verità parziali, provvisorie e relative, ammettendo di poter sbagliare, e la fede no.
e quindi la fede è costretta al continuo sforzo sovrumano di affermare delle verità assolute, da cui la scienza può tenersi le mani libere riservando tutte le sue energie ai risultati concreti.
la fede vince sulla ragione. – 10 aprile 2010 – 340
fra la scienza e la fede, la prima è in una condizione evidente di inferiorità.
perché la scienza ammette di poter sbagliare e la fede no, e quindi sul piano psicologico dei rapporti di forza sarà sempre la fede a vincere.
il nome di Dio invano (ovvero: la specie schizoide). – 9 aprile 2010 – 339
tipicamente umana, se vogliamo, è la condizione della nostra specie, caratterizzata dal pensiero e dal linguaggio simbolici.
cioè da una connaturata tendenza schizoide, che la porta a parlare di se stessa in terza persona attribuendosi il nome di Dio invano.
l’unione delle ignoranze. – 9 aprile 2010 – 338
tutti ignoriamo qualcosa, e il modo più efficace di sapere qualcosa di più è di unire le reciproche ignoranze.
come a dire, l’unione delle ignoranze fa la forza del sapere.
la strada della saggezza. – 4 aprile 2010 – 337
la strada della saggezza è la stessa del distacco.
pochi se ne accorgono.
troppe favole di Pollicino in giro con le bricioline che riportano a casa.
le bricioline della saggezza portano lontano da casa, invece.
e quando proprio ti accorgi che non sai, proprio allora è arrivata la saggezza.
(e manco si è fatta riconoscere).
libertà di (seconda) scelta. – 30 marzo 2010 – 336
si può scegliere la libertà per paura?
le parole della felicità. – 27 marzo 2010 – 335
disperato che ogni giorno mi invochi,
bada bene che io non ti appaia davvero!
spezzo i cuori, io, travolgo ogni pensiero,
niente, con me, sarà più come prima.
gusta le lacrime che ti riempiono i giorni,
tieniti cara la tristezza consueta.
guai a scambiare una depressione quieta
con la mia tempesta senza confini!
le urla del dittatore. – 24 marzo 2010 – 334
le urla del dittatore ci farebbero ridere anziché spaventarci se potessimo vederlo per quello che è:
un bambino che ha paura del buio.
paura: a questo porta non vedere nessun altro intorno a sé.
quattro paradossi sulla libertà di tornare bambini. – 24 marzo 2010 – 333
c’è qualcosa di infantile, a volte, nel dover lottare per la libertà.
i dittatori, in fondo, sono solo dei bambini cresciuti male o non cresciuti affatto.
anche i dittatori lottano a modo loro per la libertà: quella del loro ego distorto.
insomma, la dittatura regala a tutti la libertà di tornare bambini.
ragionevolmente parlando… – 21 marzo 2010 – 332
la razionalità non è un tipico pre-giudizio?
il pregiudizio della follia. – 21 marzo 2010 – 331
ho letto: follia è non avere pregiudizi.
da uno spunto di Patrizia Caffiero: luisa-ruggio-e-le-mille-storie-8208836
se si parla di donne. – 21 marzo 2010 – 330
donne: meraviglia che non si può capire, ma solamente amare.
(se il desiderio di confondersi con ciò che non si può capire è amore).
l’abito e il monaco, scioglilingua. – 20 marzo 2010 – 329
l’abito non fa il monaco, però spesso l’abito da monaco aiuta chi monaco nel cuore non è a non esserlo meglio.
De senectute 1 – 19 marzo 2010 – 328
non è detto che si migliori con gli anni, come qualcuno dice ad incoraggiamento.
è già molto che quel tanto che si perde con l’età sia compensato da qualche nuova virtù.
imperfezioni speciali. – 16 marzo 2010 – 327
sono le imperfezioni che ci rendono speciali…
che ci lasciano un margine per migliorare,
che ci permettono di costruire qualcosa di nuovo.
i dettagli del diavolo. – 15 marzo 2010 – 326
se il diavolo si nasconde nei dettagli, forse anche il buon Dio ne tiene conto.
biforisma sul perfettibile. – 15 marzo 2010 – 325
Afovidius: nella vita c’è sempre spazio per migliorare 😀
Bortocal: io non ho poi moltissimo tempo per migliorare: dev’essere per questo che sono già praticamente perfetto! 🙂
Afovidius: per quanto riguarda il tempo per migliorare, non è detto che io ne abbia di più…
Bortocal: già, ma questo vale per tutti, e per questo siamo tutti praticamente perfetti.
buon lavoro. – 15 marzo 2010 – 324
il nostro lavoro – e, se non bastasse, molto spesso la vita intera – è soprattutto una lotta paziente per non perdere le motivazioni a fare qualcosa di buono.
fatto questo, direi che tutto il resto è un dettaglio.
(vale come strana forma di incoraggiamento).
il senso del limite. – 9 marzo 2010 – 323
non esisterebbero i confini se non potessero essere attraversati.
cara imbecillità. – 7 marzo 2010 – 322
tutti siamo affezionatissimi alle nostre forme di imbecillità.
è già tanto quando non le chiamiamo amichevolmente saggezza.
l’imbecillità al governo. borforismi 28 – 7 marzo 2010 – 321
se la democrazia è il potere degli imbecilli per definizione, considerando la prevalenza numerica della mancanza di intelligenza sull’intelligenza, la dittatura è addirittura il regno degli imbecilli.
in poche parole, il potere è sempre agli imbecilli, sia in democrazia sia in dittatura, ma il vantaggio della democrazia rispetto alla dittatura è che almeno in democrazia gli imbecilli litigano fra loro invece di marciare tutti uniti.
che cos’è la bellezza. – 7 marzo 2010 – 320
a volte si direbbe che la bellezza sia soltanto la maschera dell’infelicità.
voglia di vomitare. – 6 marzo 2010 – 319
il grido è il vomito dell’anima.
se non gridi, ti viene da vomitare.
l’amicizia degli ormoni. – 28 febbraio 2010 – 318
dove un amore non regge non per diminuzione del desiderio sessuale, ma per contrasti di carattere, è ancora più difficile che possa sopravvivere un’amicizia, che dovrebbe reggersi senza neppure la spinta degli ormoni.
il cielo dell’ateo. – 27 febbraio 2010 – 317
dice una commentatrice che io guardo il cielo come un cecchino che vuole fare centro.
questa me la segno, ovviamente.
la macchina della verità, ovvero la verità a macchina. – 24 febbraio 2010 – 316
sono gli onesti, di solito, a vergognarsi per piccoli errori compiuti: i mascalzoni hanno la lunga e sperimentata sfacciataggine del delinquente abituale.
se gli uomini fossero intelligenti, individuerebbero subito il delinquente per la sua tipica mancanza di vergogna.
e invece sono abituati a pensare che chi si vergogna sia anche colpevole.
morte contro natura? – 24 febbraio 2010 – 315
il controllo delle nascite no, perché non è secondo natura.
il controllo della morte sì, anche se le cure mediche sono altrettanto contrarie alla natura.
vorrei tanto capire qual è la logica.
forse che la vita è sacra sempre e la morte è un male da combattere?
ma la morte non fa parte della natura?
e come possono parlare in nome di Dio uomini che temono tanto la morte da considerarla contro natura?
monogamia sadica. – 24 febbraio 2010 – 314
se un Dio ci avesse creati come siamo e poi ci volesse fedelmente monogami, sarebbe un creatore o maldestro o sadico.
oppure vergognosamente prevenuto a favore di quei rari esseri umani che riescono ad essere monogami per una vita intera
la timidezza della verità. – 23 febbraio 2010 – 313
la verità non guarda in faccia a nessuno.
sì, ma il proverbio non aggiunge che lo fa perché è molto timida
la democrazia dei sordi. – 21 febbraio 2010 – 312
è quando i sordi criticano la musica che non possono sentire che apprezzo fino in fondo il valore della democrazia.
il viaggio del sonno. – 20 febbraio 2010 – 311
ci sono sonni che sono solo un modo più comodo di viaggiare.
l’intelligenza del gatto. – 17 febbraio 2010 – 310
si dice che l’uomo è l’animale intelligente per eccellenza.
non si riflette abbastanza bene che l’unica caratteristica veramente esclusiva della nostra specie è la stupidità.
di un gatto si potrà dire che è intelligente (dunque condivide questa caratteristica con noi…), ma avete mai incontrato un gatto del quale si possa dire che è stupido?
diventare formiche (con l’informatica). – 17 febbraio 2010 – 309
l’informatica è una creatura umana, ma è anche una sfida continua alla nostra intelligenza, e sembra inventata apposta per farci diventare coscienti ogni giorno di più dei limiti oggettivi delle nostre possibilità individuali.
l’informatica è anche il formicaio della mente, lo strumento che trasforma i singoli individui in particelle di una rete di connessioni pensanti che fa di ognuno di noi la cellula viva di un formicaio in perenne movimento.
l’informatica con i prodigi generati sui fondamenti di una logica binaria assolutamente idiota (tanto che perfino le macchine possono capirla ed applicarla) è la prova migliore di come non vi è prodigio dell’intelligenza e della creatività che non trovi i propri fondamenti nella stupidità umana.
la televisione di Platone. – 15 febbraio 2010 – 308
la verità non esiste.
la televisione sì.
nella caverna di Platone è la televisione che disegna le idee che sono più vere del mondo stesso.
dieci capoversi su amore e verità. – 5 febbraio 2010 – 307
è diverso amare una donna che si ha e amare una donna che non si ha ancora.
ops: è diverso amare una persona che si ha e amare una persona che non si ha ancora.
ops ops: non si possono avere le persone, e quindi neppure le donne.
insomma, c’è l’amore possesso e c’è l’amore ricerca, non trovo un modo adeguato per dirlo.
– la verità è come la donna o la persona che abbiamo già, oppure è come la persona che cerchiamo perché non l’abbiamo?
dico un pochino meglio se ci riesco: amiano la verità di quell’amore che è l’amore per la donna che si ha, o che si crede di avere? oppure amiamo la verità dell’amore con cui si cerca una persona, sapendo che potremo amarla, ma non potremo mai “averla”?
ecco una domanda che non sarebbe male porsi.
– la gelosia non è una forma d’amore, ma la negazione dell’amore.
se l’amore vero è ricerca e non possesso, amiamo solo ciò che non abbiamo; e allora ama davvero la verità solo chi non ce l’ha.
a volte penso che anche tra persone si ama chi non conosciamo ancora.
il diavolo e il copia e incolla. – 5 febbraio 2010 – 306
il diavolo si nasconde nei dettagli e nell’era di internet nel copia e incolla.
[rasenti. – 3 febbraio 2010 – 305
oh bontà del camminare rasenti ai muri!
è quel che si pensa quando un blocco di ghiaccio, cadendo dal tetto tedesco 5 piani sopra di te in perfetta sincronia con la tua falcata sul marciapiede, ti manca di 30 cm.
sul lato esterno, naturalmente.]
l’immortalità dei morti viventi. – 2 febbraio 2010 – 304
proprio coloro che non sanno vivere bene hanno problemi ad accettare la mortalità e si riducono a inventarsi l’anima.
è l’unica speranza che si danno: che ci sia ancora una vita di là, dopo avere sprecato questa.
non è ver che sia la morte… – 1 febbraio 2010 – 303
la morte il peggiore di tutti i mali?
possiamo vederla piuttosto come un rito di passaggio, però è il passaggio più strano che c’è, perché ci conduce ad un niente della coscienza, e come possiamo dire che ci conduce se noi non ci siamo più?
ma il niente della coscienza non è neppure un niente assoluto: morire per esempio non significa affatto non parlare più, significa solo che gli altri non ci possono più parlare – ma forse soltanto perché non sanno come si fa.
in ogni caso, anche senza dopo, la morte è lo scopo della nostra vita.
imparare a morire significa proprio questo: imparare che siamo un niente anche da vivi, e questo è la morte che ce lo insegna, e allora il passaggio dalla vita alla morte è compiutamente raggiunto quando capiamo che morire è passare da un niente a un altro niente.
i noiosi. – 31 gennaio 2010 – 302
ci sono persone esattamente prevedibili come la morte o il sonno, dei quali rimane vagamente incerto soltanto il “quando” e il “come”, ma non il “se”.
Freud li definisce nevrotici e attribuisce loro l’irresistibile bisogno di ripetere gli stessi gesti o atteggiamenti.
a me paiono invece semplicemente i figli dello spirito di morte che spargono attorno a sé.
a proposito di inezie. – 30 gennaio 2010 – 301
non mi pare importante non essere capiti da chi non può capire.
Luisa Ruggio: La crisi della scrittura. – 28 gennaio 2010 – 300
non si guarisce mai dalla crisi della scrittura.
la scrittura stessa, in ogni suo aspetto, è uno stato di crisi.
mi scappa di essere stupido. – 27 gennaio 2010 – 299
non vi può essere libertà senza conoscenza, come posso essere di libero di decidere se NON SO che cosa decido?
ma la premessa necessaria della conoscenza è la volontà di conoscere, come posso conoscere qualcosa se non desidero neppure saperla?
ma quanti di coloro che reclamano la libertà sono disposti a sobbarcarsi anche la fatica di conoscere?
e come possiamo chiamare, allora, la voglia di libertà degli inconsapevoli? cioè la semplice voglia di essere stupidi?
“mi scappa”? cioè: mi scappa di essere stupido?
la voglia di stare nel gregge senza decidere in che senso può essere definita voglia di libertà?
l’altra faccia della libertà. – 26 gennaio 2010 – 298
la libertà di prepotenza si chiama delinquenza.
amici e nemici. – 24 gennaio 2010 – 297
siamo abituati a considerare la stampa uno strumento di libertà e la sua libertà un pilastro della democrazia.
ma se provassimo a vedere le cose da un altro punto di vista? se ci accorgessimo che la stampa, anche libera, è il principale nemico della democrazia?
la stampa non è forse uno strumento di controllo del popolo?
e come può esserci democrazia dove il popolo è controllato?
– a questo paradosso bortocaliano trovo una sola obiezione possibile:
ma, caro bortocal, di che popolo parli? dove è il popolo?
il peso dei film. – 19 gennaio 2010 – 296
qualcuno dice che la vita è un film.
pochi si accorgono che ci sono vite così leggere, che un film può essere più di una vita intera.
– ma vale anche per le vite troppo pesanti.
anche in questo caso ci sono film che valgono di più, perché sono più leggeri.
– insomma sempre il film è un film, e solo qualche vita è un film.
esprimere e non reprimere (tre borforismi sulla follia). – 19 gennaio 2010 – 286-288
293
eh eh, non mi escludo affatto dal ciclo dei “malati mentali”, direi che tutti lo siamo in modi diversi.
quindi perché toglierci la soddisfazione di rinfacciare agli altri la loro follia quando questo ci aiuta così bene a dimenticare le proprie?
294
se c’è una terapia della follia, direi che il primo passo è liberarsi delle proprie tensioni e della propria aggressività: esprimere e non reprimere è il mio motto.
295
l’aspetto più positivo della terapia della follia che propongo è che coincide perfettamente con la malattia, e questo sicuramente non è un vantaggio da poco.
il pericolo dell’amore. – 18 gennaio 2010 – 292 – revisione stilistica 9 novembre 2019
l’odio è solo l’altra faccia dell’amore, cioè è il volto che assume l’amore quando ha perso la speranza di dominio che lo animava.
se gli esseri umani lo sapessero, considererebbero la tentazione di amare e farsi amare troppo per quello che è: il peggiore dei pericoli ai quali è esposta la nostra vita.
non sono schiavista, ma… – 10 gennaio 2010 – 291
qualcuno può forse negare che se non ci fossero gli schiavi non ci sarebbe neppure lo schiavismo?
gli sguardi. – 5 dicembre 2009 – 290
la vita: nient’altro che uno sguardo sul nulla.
non fosse che puoi incrociare altri sguardi.
il contagio della solitudine – 1 dicembre 2009 – 289 – revisione stilistica 8 novembre 2019
289a
un articolo delle Scienze on-line di oggi, Solitudine contagiosa, dice che “la solitudine si diffonde fra i gruppi di persone proprio come il raffreddore” o come l’influenza suina.
e, a mio modesto parere è anche più pericolosa, dato che l’unica persona che indirettamente conoscevo (era la moglie di un collega di lavoro) è morta non per l’influenza suina, ma per la medicina che le hanno dato per curarla, e a cui era allergica, il Tamiflu.
289b
dicono che essere soli peggiora in modo significativo la salute generale, in particolare delle persone più anziane.
semplice capire perché, senza troppe ricerche, basta pensare a come si mangia male da soli, senza questi riti sociali che poi distendono e favoriscono persino la digestione.
289c
insomma, alcune università americane hanno misurato l’andamento della solitudine di 5.124 persone, che originariamente facevano parte di un gruppo di ricerca sui disturbi cardiaci.
e hanno scoperto l’acqua calda: e cioè che se qualcuno tende a diventare più solo, anche i suoi amici lo diventano.
d’altra parte mi sembra una logica conseguenza matematica: se io mi stacco da un amico, anche lui avrà un amico in meno, no?
289d
e poi, a proposito di anziani che precipitano nella solitudine, mi pare che la statistica abbia semplicemente dimenticato di considerare che, se le persone anziane tendono a diventare sole, è perché la morte glieli porta via, gli amici.
da qui a dire che la solitudine è come un virus, ce ne passa.
289e
d’altra parte se chi trova un amico trova un tesoro, chi lo perde che cosa fa? perde un tesoro, evidentemente.
e allora com’è che tutti sono così pronti a buttare al vento troppi tesori di amicizia che si ritrovano?
forse perché ci sono in giro troppi amici tarocchi che è meglio perderli che trovarli?
amico uguale tesoro, ma amico tarocco uguale tesoro tarocco, occhei?
289f
La società trarrebbe beneficio affrontando in modo deciso il problema delle persone sole aiutandole a ricostruire la loro rete sociale e a creare una barriera protettiva contro la solitudine.
in modo deciso? Dio ce ne scampi e liberi: mi pare di vederlo il nuovo Esercito della Salvezza, a caccia di solitari per liberarli da loro stessi.
289g
sì, ho cominciato questo post senza sapere dove andavo a parare, ma ora lo so: voglio scrivere qualche breve nota di elogio della solitudine per mettere in guardia qualche assistente sociale dal venire ad intromettersi nei fatti miei.
non sono certo il solo: mi ricordo di una frase latina: Beata solitudo sola beatitudo.
come dire: l’unico modo di essere felici è di starsene beatamente da soli.
credevo che la frase fosse di Petrarca, invece scopro che è di Bernardo di Chiaravalle, un tipaccio, anche se la chiesa l’ha dichiarato santo: fece condannare Abelardo e Arnaldo da Brescia, promosse la seconda crociata, sostenne il potere assoluto della Chiesa come un qualunque imam iraniano di oggi, lottò ferocemente contro gli eretici del suo tempo, e per colmo di sventura gli fu dedicata una enciclica da Papa Pio XII nel 1953, che gli appioppò il titolo di Doctor mellifluus, credendo di fargli un complimento.
insomma, se questi sono i solitari…
289h
anche Petrarca (“Solo e pensoso…”) era un solitario sui generis, sempre immerso in missioni diplomatiche oppure nella composizione di opere celebratissime.
Seneca, che temo sia all’origine di tutta questa vera e propria sequenza di elogi del vivere da soli e appartati, era un altro solitario che faceva il primo ministro di Nerone, e definiva addirittura “la solitudine per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta”.
289i
trovo perfino un elogio della solitudine scritto dalla Libera Associazione Barbarica.
anche Pamuk, premio nobel turco, ed Eucherio da Lione hanno scritto un Elogio della solitudine.
289l
però un certo Giorgio Mazzoldi non concorda con la frase Beata solitudo, e la definisce, in modo piuttosto solitario: “fulgido esempio di frase del cazzo”.
comincio a dargli ragione vedendo che nella storia tutti questi solitari che lodano la solitudine cominciano a diventare un esercito.
289m
troppa folla per mettermi a lodare la solitudine anche io, e nessuna possibilità di dire più niente di originale, direi.
289n
insomma a me capita di essere contagiato della voglia di solitudine molto più dalle folle che dai solitari, che volete che vi dica?
e gli unici solitari che mi infettano proprio di solitudine sono quelli che vanno in giro a lodarla a capo di grandi masse.
289o
ovviamente l’Elogio della solitudine che preferisco è quello, applauditissimo da un grandissimo pubblico di solitari entusiasti, di Fabrizio De André.
sapete che faccio? rinuncio a dire la mia e lascio lodare la solitudine a lui, anche se forse io avrei lodato nella solitudine qualcos’altro che la paura dell’organizzazione.
[nb 2019: da non considerare
da questo momento avviene una svolta nei miei borforismi: smettono di essere aforismi, tendono a diventare più argomentati.
è quasi una seconda stagione, oppure una seconda parte; sopravvivono ancora tuttavia alcuni borforismi brevi, come una prosecuzione della prima parte]
un mondo di bene. 28 novembre 2009 – 288
che ti voglio bene è vero, potrei ripertetelo anche ora guardandoti negli occhi.
credo che anche tu me ne vuoi, ne sono certo.
poi dietro il voler bene ognuno ci mette il suo mondo, e qui nascono i guai.
l’inferno dei pettegoli. 25 novembre 2009 – 287
il pettegolezzo è un comportamento moralmente così degradante e allo stesso irresistibile, che basta ascoltare un pettegolo (e chi di noi non lo fa?), per essere trascinati, prima ancora di morire, nel suo personalissimo inferno.
disinforcrazia – 23 novembre 2009 – 286
la democrazia, in quanto unico sistema di governo nel quale il popolo, almeno apparentemente, ha il potere, è anche l’unico dove il popolo non può conoscere la verità.
gli apparati di disinformazione sono pertanto il tratto distintivo delle democrazie piiù o meno apparenti.
e come la forca, secondo gli antichi viaggiatori, contrassegnava i paesi civili, così la propaganda politica, ossia la manipolazione della verità, caratterizza le democrazie.
telepatia. – 22 novembre 2009 – 285
chissà perchè la chiamano -patia.
forse perché i pensieri degli altri è meglio non saperli?
in questo caso internet rischia di essere la fine delle relazioni umane.
transessualità plurime. – 22 novembre 2009 – 284
maschi che cercano di farsi femmine facendosi penetrare da maschi che si fan passare per femmine?
oppure femmine in corpi maschili che si fanno penetrare da maschi in corpi artificiali di femmine?
maschi apparenti che cercano di farsi penetrare da femmine apparenti?
questa faccenda da qualunque lato la giri, la giri più facilmente dal lato oscuro della sessualità, maschile o femminile che sia.
non è ver che sia la morte… 21 novembre 2009 – 283
so bene che i sessant’anni sono molto migliori dei venti.
la vita mi appare un continuo miglioramento interrotto dalla morte, mah.
forse la morte arriva appunto quando capiamo che è lei il miglioramento definitivo.
gratta e vinci. – 19 novembre 2009 – 282
mi piace chi fa previsioni sugli amori: come se si dicesse di sapere dove andrà finire la pallina della roulette.
è lo stesso gioco: è un gratta e vinci
semplicità dell’amore. – 19 novembre 2009 – 281
– l’amore è una cosa troppo complicata…
– l’amore è una cosa troppo semplice…
i dolori dell’amore. – 18 novembre 2009 – 280
mica è facile amare senza far male a nessuno.
a volte si deve scegliere, amando, se far del male a se stessi o alla persona che ami…
a volte, poi, ancora peggio: non lo sai neppure, se fai del male o del bene, né a chi…
al paradiso delle mail. – 15 novembre 2009 – 279
penso a dove finiranno mai le mail perdute, scritte e non riuscite all’invio.
nello stesso posto dove finiscono i post scritti e cancellati – immagino -, oppure le poesie pensate e poi dimenticate prima di scriverle, i sogni evaporati prima del risveglio…
ma allora ci sarà anche un paradiso per le mail?
ci saranno mail che finiscono all’inferno?
oppure in purgatorio a purificarsi dei peccati?
si poteva pensare che restassero in una specie di limbo: ma la Chiesa l’ha abolito…
finiranno dove finiremo noi tutti, e non c’è pensiero più straziante di questo, di novembre.
tempo e verità. – 13 novembre 2009 – 278
se il tempo è galantuomo e ristabilisce la verità, allora la verità esige molto più tempo della menzogna.
chiarezza morale. – 27 ottobre 2009 – 277
nell’educazione abbiamo il dovere della assoluta chiarezza espressiva.
si tratta di etica prima che di linguistica.
dare dei messaggi che contengono espressioni poco chiare, dicendo che tanto nessuno chiede di chiarirli, è il principio di ogni corruzione morale.
la regola della ripetitività. – 27 ottobre 2009 – 276
come funziona la regola della ripetitività?
le cose ripetute sono noiose se sono intelligenti e sono divertenti se sono stupide.
provate a ripeterlo…
vi è scappato uno sbadiglio, per caso?
oh, grazie!
la religione dell’indifferenza. – 26 ottobre 2009 – 275
la religione dell’amore – non è difficile da capire – è solo l’altra faccia della religione del potere.
di nessuno vogliamo essere più padroni che di chi amiamo.
dateci una religione dell’indifferenza!
Balzac. – 26 ottobre 2009 – 274
qualcuno potrebbe spiegarmi perché viviamo in tempi più corrotti di quelli di Balzac e non abbiamo neppure un Balzac per descriverli?
così, se voglio informarmi sul presente, devo ancora leggere lui.
“Splendori e miserie delle cortigiane”.
lo zoo degli scrittori – tanti modi bestiali di scrivere… – 23 ottobre 2009 – 266-273
lo scrittore passerotto.
non riesco a vedere una grande differenza fra il passerotto che intreccia le pagliuzze per costruire il nido e lo scrittore che combina le parole per ricavarci un racconto o una poesia.
se non che lo scrittore a volte pensa che il batuffolino che mette insieme sia immortale e il passerotto non se lo immagina nemmeno.
lo scrittore gatto.
c’è chi scrive come si costruisce un nido e chi scrive come un gatto che affila le unghie per aggredire la preda.
non so perché, definirei solo il primo uno scrittore.
lo scrittore pecora.
scendendo la scala delle diverse possibili scritture, si incontra lo scrittore pecora.
scrive senza coscienza, come se stesse brucando erba.
lo scrittore pavone.
e colui che scrive solo per fare la ruota?
lo scrittore boa.
capace di inghiottire un lettore intero.
ma occorre un lettore che ami diventare altro da sé.
lo scrittore giraffa.
la sua sterminata altezza le consente di vedere le cose da un punto di vista solo suo.
in un certo senso il mondo della giraffa è diverso da quello di ogni altro essere vivente.
la giraffa a volte sembra abbia la testa fra le nuvole, tanto che può persino dimenticarsi di scrivere.
non importa: basta quella testa a cinque metri da terra per farne uno scrittore lo stesso.
lo scrittore tartaruga.
è così sensibile che la sua scrittura non esce mai di casa.
fanatismo. – 11 ottobre 2009 – 265
quando un insieme di stupidi pensa di liberarsi della propria stupidità affidandosi ad un capo, accuratamente scelto in modo che sia più stupido di loro.
l’intelligenza femmina. – 10 ottobre 2009 – 264
l’intelligenza è femminile.
dev’essere per questo che certi maschi che menano vanto della propria rozzezza, oltre a non intendersi di intelligenza, non si intendano neppure di femminilità.
riflessioni da supermarket. – 9 ottobre 2009 – 263
l’intelligenza non si compra e del resto, se la vendessero, gli stupidi comprerebbero altro.
la cosa meravigliosa. – 9 ottobre 2009 – 262
non sapremo mai se la vita è una cosa meravigliosa o una boiata pazzesca.
non avendo altro a disposizione, ce la facciamo piacere per forza.
il limite della verità. – 1 ottobre 2009 – 261
la verità assoluta è un concetto limite, ma questo non impedisce alla verità relativa di essere vera.
così come il concetto limite dell’infinito non impedisce poi al metro di misurare.
consenso insensato. – 30 settembre 2009 – 260
la mia esperienza del mondo mi induce a ritenere che dove si aggrega un consenso confuso su frasi fatte è molto probabile che venga detto qualcosa di insensato.
tre volte assurdo. – 26 settembre 2009 – 259
a partire dalla trinità il cattolicesimo sembra una sistematica negazione del buon senso.
la funzione unica del dogma cattolico sembra quella di creare un popolo disposto a credere a tutto quanto provenga da una fonte di potere.
l’estrema finzione. – 26 settembre 2009 – 258
l’estrema unzione sembra una cresima fatta troppo tardi.
per la seconda volta fa di te un eroe, ma la morte ha già vinto la sua partita.
fare di ognuno un messia. – 26 settembre 2009 – 257
fare di ognuno un messia.
quella goccia d’olio sulla fronte e quello schiaffetto sulla guancia vorrebbero fare di te un eroe pronto al martirio.
fuggi dalla cresima e rifugiati nella terra di Brecht, che non ha bisogno di eroi!
il paradosso del prete. – 26 settembre 2009 – 256
il prete rinuncia al matrimonio.
ma se è sacro il matrimonio, come può essere sacra contemporaneamente anche la castità obbligata del prete?
tutto e il contrario di tutto?
l’istinto divino. – 26 settembre 2009 – 255
se il matrimonio è solo un ripiego per tenere sotto controllo gli istinti, non sembra un paradosso dire che averne fatto un sacramento ha divinizzato persino gli istinti.
certo che il Dio cristiano, ostinatamente celibe, rimane incomprensibile nel suo distacco dalla sessualità.
questa osservazione non intacca le religioni politeiste che invece conoscono solamente divinità con una precisa identità e attività sessuale.
il battesimo del conformismo. – 26 settembre 2009 – 254
impadronirsi di un neonato e infiocchettarlo per un rito di appartenenza ad una religione che per lui non esiste.
ma bisognerebbe chiedersi chi sia il battezzato, se il pupo frignante o i suoi genitori.
impegnati da quel rito a diventare i maestri del suo conformismo.
antropofagia divina. – 26 settembre 2009 – 253
mentre l’ostia pastosa si scioglieva nella bocca ho pensato, quando ero cattolico praticante, se anche la carne umana potesse avere una simile facoltà di dissolversi sulla lingua.
la santa comunione antropofaga virtuale.
la perversione della confessione. – 26 settembre 2009 – 252
se il cattolicesimo non avesse inventato la confessione, non sarebbe santificata la figura sociale dell’ipocrita, cioè del prete, che – dopo avere frugato nella tua vita sessuale nell’ombra del confessionale – ne esce col sorriso sulle labbra torpide.
ristabilendo l’equilibrio sociale, infranto da quel momento di pura perversione, come una morbida corazza, protettiva del bon ton dallo scatenamento degli istinti.
la santa alleanza. 22 settembre 2009 – 251
una sola alleanza assicura l’invincibilità nella storia: quella fra gli stupidi e i disonesti.
stupidità e odio. – 20 settembre 2009 – 250
tra gli ostacoli fra cui si muove la ragione umana (che potremmo anche accontentarci di chiamare più umilmente saggezza) l’odio non è dei minori.
+l’odio è capace di fare di una persona potenzialmente dotata di raziocinio un perfetto cretino.+
dicendolo in altre parole, c’è da chiedersi se un essere senziente e quindi emotivo possa agire con equilibrio.
dicendolo in altre parole ancora, c’è da chiedersi se la vita non sia necessariamente cretina.
il segreto del nostro destino. – 20 settembre 2009 – 249
fate attenzione alle vostre esperienze, diventeranno le vostre abitudini.
fate attenzione alle vostre abitudini, diventeranno il vostro carattere.
fate attenzione al vostro carattere: diventerà il vostro destino.
a proposito di perbenismo spinto. – 17 settembre 2009 – 248
non credo che ci si debba preoccupare troppo se non si ha voglia di fare le cose giuste.
farle un po’ controvoglia o non farle per niente mi sembra abbastanza normale fra noi esseri umani.
quelli che sono veramente preoccupanti sono coloro che hanno addirittura la voglia di farle.
ci leggo una evidente propensione al fanatismo.
la dittatura della memoria. – 17 settembre 2009 – 247
Siamo i dittatori orwelliani della nostra vita.
La modifichiamo a nostro piacimento, mentre passa, e chiamiamo questo diritto: ricordi.
alcoolismo e democrazia. – 15 settembre 2009 – 246
l’alcoolismo è la peggiore obiezione alla democrazia.
quando un popolo intero è ubriaco, non sarebbe meglio proibirgli di votare come gli si vieta di mettersi alla guida?
ci sono anche i popoli incapaci di intendere e di volere.
cronologia dell’esperienza. – 12 settembre 2009 – 245
siamo plasmati prima al generale e poi al particolare.
che è come dire che siamo plasmati prima alle idee e dopo alla realtà.
questo significa che ciò che viene dopo è necessariamente filtrato da ciò che viene prima.
questo spiega l’impossibilità di cambiare le menti, cioè le persone.
cinque aforismi sull’ossimoro democrazia. – 11 settembre 2009 – 240-244
la democrazia, “potere del popolo”, è un ossimoro, cioè una contraddizione in termini: come può avere forza l’insieme dei deboli?
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il diritto universale di voto ha potuto essere realizzato solo dopo l’invenzione della radio (e poi della televisione), cioè solo dopo che il potere si era assicurato i mezzi per il controllo del popolo.
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la moderna democrazia nella società mediatica è la forma di potere più mostruosa che si sia mai vista, perché indica che il potere di controllo si è allargato dal corpo alla mente.
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cominceremo a capire qualcosa della democrazia quando cominceremo a vederla non come una forma di libertà, ma di dominio.
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democrazia: “potere SUL popolo”?
il paradosso dei quanti. – 9 settembre 2009 – 239
la fisica quantistica dimostra che siamo noi stessi a determinare quello che è reale in quanto osservatori.
ma questo non rende affatto il mondo meno reale.
le regole dell’osservazione non sono infatti per nulla meno rigorose di quelle della realtà.
dato che si confondono appunto con essa.
dato che l’osservazione è la realtà e non vi è altra realtà al di fuori di essa.
la libidine del potere. – 7 settembre 2009 – 238
imporre dei divieti agli esseri umani nella sfera sessuale è la massima espressione della libidine del potere.
ed accettarli è la massima espressione della libidine del servire.
infatuazione e amore. – 3 settembre 2009 – 237
non credo che ci sia una differenza sostanziale fra infatuazione ed innamoramento dal punto di vista del soggetto che prova questi sentimenti.
l’infatuazione è curiosità per chi si lascia conoscere molto in fretta e non ci offre sempre a nuovi campi di interesse.
non è colpa nostra se certe persone sono piuttosto noiose.
semmai ci sarebbe da chiedere perché andiamo a cercarle.
chi fa il mondo migliore. – 3 settembre 2009 – 236
sono ormai troppo avanti con gli anni per credere che il mondo migliori a poco a poco; con la stessa fede si potrebbe anche pensare che peggiori.
resta certo solo il fatto che, per chi riesce a sentirla, la poesia rende il mondo migliore.
lo sbadiglio del mammifero. – 2 settembre 2009 – 235
se solo i mammiferi sbadigliano è perché sono stati i primi ad accorgersi che in fondo la vita è noiosa…
un curioso innamoramento. – 2 settembre 2009 – 234
c’è un legame molto stretto fra innamoramento e curiosità.
innamorarsi è prima di tutto essere curiosi dell’altro.
ma anche l’infanzia è curiosa di tutto e innamorata di tutto.
quindi che cos’altro è l’innamoramento se non una regressione allo stadio infantile, almeno nei riguardi della persona che si ama?
curiosità. – 2 settembre 2009 – 233
direi che è tipicamente umana.
se non fosse che la condividiamo con le scimmie.
(forse è soltanto antropomorfa)
amori a perdere. – 2 settembre 2009 – 232
è molto difficile che l’amore per la scrittura produca della buona scrittura.
la scrittura migliore nasce preferibilmente dall’amore per qualcos’altro.
sei aforismi sulla dittatura. 30 agosto 2009 – 226-231
è ingenuo pensare che un dittatore sia un uomo di straordinarie capacità e intelligenza, che esercita il potere per questi suoi pregi.
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la dittatura si fonda sull’ignoranza e sulla stupidità, e quindi anche i dittatori sono ignoranti e stupidi: questa non è l’eccezione del momento, è la normalità.
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il primo fondamento della dittature è la convinzione puerile diffusa del carattere straordinario delle capacità del dittatore, che invece è un normale cretino, simile ai suoi simili che gli danno il potere.
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l’aura di invincibilità del dittatore non dipende dalle sue capacità personali (che quando ci sono sono solo parziali), ma semplicemente dal potere stesso che esercita, che è, esso sì, eccezionale, perché privo di limiti.
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ecco l’esempio di una semplice proiezione: non sono le capacità eccezionali che portano a un potere eccezionale, ma al contrario è il potere eccezionale conferito che porta a pensare che vi siano delle capacità eccezionali che lo giustificano.
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purtroppo la convinzione che il dittatore abbia dei poteri eccezionali paralizza l’opposizione, ed è la prima convinzione di cui debbono liberarsi gli avversari del dittatore, se vogliono abbatterlo.
un’altra piccola certezza (ma forse è la stessa di prima) – 28 agosto 2009 – 225
una associazione ufficialmente asessuata, ma di fatto largamente dominata da pedofili e omosessuali, definisce in buona parte del mondo la morale sessuale.
seconda prova abbastanza solida dell’inesistenza o della distrazione di Dio.
pabloz70: Una piccola certezza – 28 agosto 2009 – 224
Se Dio esistesse, non ci sarebbero le religioni.
l’inesperienza dell’innamoramento. – 13 agosto 2009 – 223
ogni tanto ho la sensazione che ogni innamoramento sia solo una forma di inesperienza.
per fortuna però la vita è così ricca ed e’ così remota la possibilità di avvicinarsi anche soltanto a una sua conoscenza parziale, che la continuità dell’innamorarci non ci viene negata praticamente mai.
tre risposte ad adriana. – 18 luglio 2009 – 222
coz è la sofferenza?
la sofferenza è quando non si riesce a dirlo, perché dirlo è già soffrire un pochino meno e con-dividerla con qualcun altro, di modo che per se stessi ne resti un po’ di meno.
coz è la solitudine?
la solitudine è l’assoluta normalità: quindi, direi che è accorgersene.
coz è la coz?
e la coz, direi che sono i punti di domanda con i quali ci abbelliamo la vita.
sei aforismi sulla solitudine. borforismi 213 – 18 luglio 2009 – 215-221
niente conosco di così doloroso nella vita come l’indifferenza di una persona a cui vuoi bene.
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la solitudine è una condizione comune nell’esistenza, anche se gli uomini comunemente la nascondono nel sapore dolciastro delle convenzioni sociali, che simulano una fraternità inesistente.
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ma una indifferenza non ricambiata ha la potenza dolorifica di tutta la solitudine del mondo concentrata in una persona sola.
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essere soli rispetto ad una persona particolare diventa così ben più doloroso che essere soli rispetto a tutto il resto del mondo.
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potrei chiedermi per quale forma di masochismo a volte costruiamo noi stessi accuratamente le condizioni di questa indifferenza che poi ci lacererà l’anima, se non avessi una risposta già pronta: per avere l’illusione di essere noi stessi a determinarla.
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una sofferenza che abbiamo l’illusione di infliggerci da soli risulta un po’ meno dolorosa di una sofferenza che sfugge completamente e dichiaratamente al nostro controllo.
le apparenze. – 17 luglio 2009 – 214
a volte il dolore dell’abbandono appare preferibile all’ansia della conquista.
aforisma del viaggiatore [n. 2]. – 17 luglio 2009 – 213
perché spostare una penna su un foglio quando possiamo spostare tutti noi stessi in uno spazio aperto?
fine della scrittura. – 16 luglio 2009 – 212
il giovane scrittore Pietro Grossi, venuto fino a qui, dice che “gli scrittori sono persone pagate per raccontare agli uomini delle menzogne che li aiutino a vivere meglio”.
ecco, finalmente ho capito perché non sono diventato uno scrittore.
luoghi per (non) scrivere un libro. – 5 luglio 2009 – 211
è difficilissimo scrivere un libro in un posto che sembra fatto apposta per scrivere un libro.
i libri che sembrano poter essere scritti in quel luogo si accavallano e scacciano dalla mente l’unico vero libro che attende di essere scritto.
non so quindi di che cosa abbia bisogno un vero libro per poter essere scritto: certamente non di un luogo troppo pittoresco.
anche i libri, come l’amore di Platone, sembrano piuttosto essere figli del bisogno, ossia di luoghi oscuri e incapaci di seduzione propria.
contro ogni pubblicazione. – 5 luglio 2009 – 210
niente è così poco adatto alla sincerità come un blog.
la spietatezza con se stessi che è possibile in un diario segreto e personale non è particolarmente adatta ad una esibizione pubblica.
nel pubblico si esprime sempre al massimo grado quel che di scurrile sa esprimere l’animo umano; e non casualmente chi ha fatto della scurrilità la sua seconda natura assume facilmente in un pubblico il ruolo di claque.
temo che questa sia anche una obiezione radicale a ogni teoria politica collettivistica.
temo che questa sia anche una obiezione radicale ad ogni forma di pubblicazione, sia in vita sia postuma.
autocoscienza. – 20 giugno 2009 – 209
l’autocoscienza è facile e chiara come guardarsi la punta del naso.
rileggersi. – 19 giugno 2009 – 208
è mica doloroso rileggersi?
l’arte del dimenticare non ci era stata regalata a ragion veduta?
credo infatti che fosse nel vaso di Pandora, e qualcuno diceva che era il dono più importante che gli dei avevano fatto agli umani.
ad un passo dal dire che quindi proprio la morte, la medicina della vita, è un grande dono.
borforisma del viaggiatore. – 16 giugno 2009 – 207
personalmente trovo che non sia molto difficile partire.
tornare è molto più difficile…
prigionieri della memoria. – 13 giugno 2009 – 206
nella società informatica vi è una grande perdita di libertà, perché nulla è dimenticato.
rischiamo tutti di diventare prigionieri della memoria.
l’arte del dimenticare. – 13 giugno 2009 – 205
dimenticare è un’arte superiore alla meccanica delle memoria.
grazie all’oblio l’uomo prova a dominare davvero il tempo e rende la vita vissuta simile alla vita desiderata.
avvitare. – 12 giugno 2009 – 204
è il fascino della vita: vita dentro vita.
metagrafie. – 11 giugno 2009 – 203
non è la mano del fotografo che fa la foto, ma l’occhio di chi guarda.
nella foto di un altro si può sempre scoprire una foto propria.
e lo stesso dicasi di quelle fotografie a quattro dimensioni che chiamano vite.
la memoria in viaggio. – 11 giugno 2009 – 202
viaggiare è uno strano esercizio di memoria.
si impara a memoria il presente con una potenza sconosciuta.
e si dimentica il passato.
viaggi nel tempo. – 11 giugno 2009 – 201
di fronte ad una lingua sconosciuta siamo di nuovo bambini.
è uno dei motivi che può indurre a viaggiare.
la segretezza pubblica. – 8 giugno 2009 – 200
nella società informatizzata nessuno deve più spiegare perché rende pubblici i suoi comportamenti, i gesti o le parole.
semmai dovrà spiegare perché evita di farlo.
il pubblico ministero della fede. – 7 giugno 2009 – 199
chi non crede in dio non deve dimostrare un bel niente.
figuratevi se dobbiamo metterci a dimostrare che non esiste la chimera o il mostro di Loch Ness.
l’ateo è l’avvocato della difesa: difende Dio dall’accusa di esistere.
se manca la prova del contrario, il suo cliente è innocente, cioè non esiste.
chi crede è un Pubblico Ministero, e l’onere della prova è tutto suo: è lui che deve dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio che Dio compie davvero il delitto di esistere.
helios65: il coraggio della fede. 4 giugno 2009 – 198
fede: la paura che vuole darsi coraggio.
senza fede. – 4 giugno 2009 – 198
non avere le allucinazioni non è una forma di allucinazione.
saggezza domestica. 2 giugno 2009 – 197
non mi risulta che la saggezza sia un fatto naturale.
infatti ha molto a che fare con l’addomesticamento, piuttosto.
(e ricordare gli improvvisi furiosi ritorni alla bestialità naturale di tutti gli addomesticati)
ossa. – 1 giugno 2009 – 196
ricordano come la carne che le rivestiva, cioè la vita, fosse cosa transitoria e superflua.
ne conservano solo una traccia: ciò che ne era la struttura, come un più deperibile minerale.
le parole della fede. – 30 maggio 2009 – 195
non esiste una fede non detta.
la natura intrinseca della fede e’ di essere detta: altrimenti che fede e?
all’inizio di ogni fede ci sta la parola, non solo all’ínizio del Vangelo dei discepoli riscritto da Giovanni il Presbitero, che addirittura fa della parola il proprio Dio.
– per questo scrivere e’ un atto di fede.
per questo quando viene meno la fede, viene meno anche la scrittura.
servi e padroni. – 25 maggio 2009 – 194
la dialettica fra servo e padrone – lo sapevano Leporello e Don Giovanni, oppure Robinson e Venerdi’ – mica e’ fondata soltanto sulla contrapposizione.
la contrapposizione, se proprio dobbiamo essere hegeliani, e’ solo la tesi.
e la complicita’ e perfino la solidarieta’ e quella specie di amicizia che si vengono a creare nella condivisione di uno scopo circoscritto, sarebbero l’altro lato della medaglia: se proprio volete, l’antitesi.
ma allora il segreto dove sta?
sta in una buona contrattazione, o sintesi.
(non sembra, ma questo borforisma e’ una critica radicale al concetto di lotta di classe di Marx, che risulta applicabile solo ad una societa’ senza libera contrattazione e in piu’ non tiene conto che comunque vi e’ in molti esseri umani un biologico insopprimibile bisogno di essere guidati, che deriva dall’imprinting del branco).
storie. – 23 maggio 2009 – 193
la poverta’ non ha storia.
ce l’hanno la ricchezza, la bellezza, il potere, che sono il contrario della poverta’: loro si’ ne hanno di cose da raccontare.
la poverta’, non avendo e non avendo avuto niente, non ha neppure niente da ricordare.
partenze. – 15 maggio 2009 – 192
una partenza è solo una metafora ben riuscita.
a maggior ragione se è reale e non virtuale soltanto.
facilità della bellezza. – 14 maggio 2009 – 191
a volte penso che sia molto buono confondere la felicità con la bellezza.
in fondo la bellezza è molto più facile da trovare…
(ops, volevo parlare della felicità della bellezza e ho finito di parlare della sua facilità)
il tempo reversibile. – 12 maggio 2009 – 190
se la scrittura è l’arte di attendere il passato (come dice Luisa Ruggio), da uno scrittore ci si attende anche che sappia ricordare il futuro.
lettura, unica nostra risorsa contro l’unidirezionalità del tempo
kontraproduktiv n. 2. – 11 maggio 2009 – 189
una delle azioni peggiori che si possano fare è non meritare i giudizi sprezzanti dei nostri nemici.
la paura della vita. – 11 maggio 2009 – 188
al fondo di ogni dittatura sta una pulsione suicida, condivisa dalla massa quando la massa appoggia la dittatura.
che cosa alimenta la dittatura, infatti, se non la voglia di imprigionare la vita?
diciamo pure: la paura della vita?
kontraproduktiv. – 11 maggio 2009 – 187
per questo soffriamo, perché qualcuno possa consolarci?
festa della mamma. – 10 maggio 2009 – 186
è sciocco che la vita che non sa dire il suo senso, lo trovi semplicemente nell’averne generato dell’altra.
però per fortuna l’emozione non sente ragioni.
entropia. – 9 maggio 2009 – 185
entropia, legge universale anche delle passioni.
(questo borforisma è assolutamente identico al penultimo, a ben guardare, e quindi è una dimostrazione concreta del principio stesso che afferma)
sembrava amore e invece era un frigorifero. – 9 maggio 2009 – 184
siamo abituati a pensare che l’amore è un fuoco, quindi potrebbe apparire simile a una reazione chimica esotermica.
nessuno di noi paragonerebbe invece l’amore ad un frigorifero, che assorbe calore dall’esterno.
eppure, a mio parere, l’amore per durare deve proprio assorbire energie (psichiche) dall’ambiente.
termodinamica amorosa. – 9 maggio 2009 – 183
applicando il principio dell’entropia alla passione, la seconda legge della termodinamica amorosa dice che ogni amore tende spontaneamente alla disgregazione senza apporti esterni.
avere stile. – 9 maggio 2009 – 182
forse lo stile è una abitudine che non riesce a diventare ripetizione.
ovvio per gli altri. – 7 maggio 2009 – 181
purtroppo quello che è ovvio per noi non lo è per gli altri.
in questo scarto sta annidato il diavolo della polemica a vuoto e dello scontro ideologico.
ma per fortuna anche l’angelo della comprensione reciproca attraverso il dialogo paziente e appassionato (se lo si accetta).
forse questo è un borforisma sull’ovvietà del dialogo.
armonia del disordine. – 6 maggio 2009 – 180
bellezza e armonia non si devono cercare nell’ordine, ma nel disordine.
la vita è disordine, e l’ordine a cui tende il mondo è sinonimo invece di morte.
(borforisma citabile la prossima volta che vostra madre vi intimerà di rimettere a posto la vostra stanza, chiedendovi se pensate che sia la vostra serva).
vorrei una lingua. – 6 maggio 2009 – 179
vorrei parlare una lingua dove l’aforisma di Nietsche “diventa quello che sei” non abbia senso, perché “sei” è identico a “diventi” ed è una parola sola.
una lingua dove si possa pensare solamente “sii quello che sei” e “diventa quello che diventi” e queste due frasi non si possano distinguere e formino un concetto solo.
vorrei parlare una lingua adeguata al flusso della vita e dunque anche della morte.
vorrei parlare una lingua che non esiste attorno al bacino del Mediterraneo.
la noia delle ripetizioni. – 6 maggio 2009 – 178
vi sono ripetizioni cui tutti siamo costretti sempre, a cominciare dagli atti della vita.
senti la noia di una vita che si ripete sempre uguale a se stessa?
non vi è ripetizione che sia uguale a se stessa, se avviene nel quadro di uno stile bene impostato.
tre punti di equilibrio. – 6 maggio 2009 – 175-177
siccome la vita è un flusso, chi pensa all’equilibrio come la posizione stabile e simmetrica dei due piatti di una bilancia, ha certamente sbagliato tutto.
l’equilibrio di cui abbiamo semmai bisogno è quello del viaggiatore su skateboard che fende una folla: è fatto di movimenti di adattamento istintivo, mosse repentine che considerate ciascuna da sola sono invece apparentemente mosse di disequilibrio.
vi è anche un altro modo di mantenere l’equilibrio in un flusso, ed è il più facile di tutti: abbandonarsi del tutto alla corrente, senza fare nulla per mantenere un equilibrio che sia diverso dal flusso stesso…
anche l’evoluzione sbaglia. – 2 maggio 2009 – 174
che gli esseri umani abbiano un cervello così scombussolato fa dubitare che qualcuno che potesse avere un senno lo abbia creato.
ad una interpretazione plausibile della sua formazione sembra molto più adatta la teoria dell’evoluzione, dato che vi si procede per prova ed errore.
e tutto fa pensare piuttosto ad un errore…
l’amore per i carcerieri. – 2 maggio 2009 – 173
amando la libertà, in attesa che arrivi, si amano almeno i carcerieri.
(questo borforisma è applicabile a tutte le forme di oppressione)
amavi et odi. – 2 maggio 2009 – 172
è così difficile liberarsi dall’odio dopo l’amore, perché l’amore, a guardarlo bene, è una variante dell’odio stesso.
come se agli uomini fosse possibile amare qualcuno solo odiando tutti gli altri.
e quindi meglio sarebbe dire agli uomini di non amare neppure.
– prima che lo dica qualcun altro, lo dico io.
questo borforisma è assolutamente inaccettabile: questo borforisma è il fondo dell’abisso.
gamie. – 1 maggio 2009 – 171
alla domanda se la specie umana sia monogama o poligama a volte mi verrebbe da rispondere: dipende dal sesso da cui la si guarda!
sette origami fatti con la paranoia. – 28 aprile 2009 – 164-170
paranoia è pensare che un altro (o un’altra) non possa fare a meno di pensarti.
insomma, la paranoia è come un pensiero a specchio, e cerchi di convincerti che quello che non può fare a meno di pensarci non sei tu.
chissà perché la paranoia è considerata una malattia mentale: non è semplice voglia di sentirsi vivi?
poche cose alimentano la paranoia come il blog.
si direbbe che la paranoia sia solo una variante dell’innamoramento, tranne quando assume l’aspetto di quella mutazione genetica dell’innamoramento che è l’odio.
se occorre odiare qualcuno con tutta la forza con cui hai cercato di impossessartene, chiamando questa violenza interiore amore, ecco che la paranoia amica è sempre pronta a darti una mano.
se la paranoia potesse vedere le colpe vere di chi odia non potendo più amare, allora sarebbe quasi saggezza.
la luce dell’intelligenza. – 27 aprile 2009 – 163
l’intelligenza risplende benissimo anche fra le cose vili, anzi forse di più.
– sì, ma adesso non fatevene un alibi, d’accordo?
la morale universale. – 27 aprile 2009 – 162
credere che esista un Dio che dà un valore universale alla morale significa semplicemente credere che i propri valori morali abbiano un valore universale. si è forse mai visto qualcuno che ritiene che esista una morale universale, ma che non sia la sua?
immaginario reale. – 26 aprile 2009 – 161
non sono così sicuro che ciò che è immaginario non esista almeno un pochino.
dopotutto ci sono anche gli amori immaginari, e non sono meno reali degli altri, per esempio.
morti apparenti. – 22 aprile 2009 – 160
gli animali sono esseri così leggeri che muoiono solo nello sguardo degli uomini.
siamo noi umani il cuore pesante della morte.
repetita. – 20 aprile 2009 159
essere amico può essere ben di più che essere amante.
non è quindi detto che la fine di un amore sia un buon motivo per farne prendere il posto a un’amicizia.
afoborforisma. – 7 aprile 2009 158
un aforisma è una macchina per estrarre pensieri dall’intimo del lettore, niente altro.
un borforisma chissà.
[l’odio deluso] – 3 aprile 2009 157 22:48:19 [157]
non è l’odio che nasce da un amore deluso, ma il contrario: l’amore è una forma d’odio non pienamente realizzata.
vita e sogno. – 2 aprile 2009 156
“perché vivere la vita se basta sognarla?”
– ma perché sognarla se basta viverla? AD
chi sogna di vivere la vita soltanto, non sa viverla, è vero.
ma chi la vive soltanto, non sa sognarla.
c’è chi ha una vita così così, mica degna di sognarla.
e sogni, a loro volta, mica tanto degni di essere vissuti.
il pipistrello della speranza. – 2 aprile 2009 155
il pipistrello è un simbolo della morte.
ma la morte non è incompatibile con la speranza.
– non riesco ad identificare la speranza con la bellezza.
ci sono anche speranze vergognose e brutte come un pipistrello.
odio e pietà. – 2 aprile 2009 154
la pietà è solo la versione dolce dell’odio.
ma potrebbe essere ben di peggio: la versione ipocrita dell’indifferenza.
– ho detto odio, e sembrerà strano.
perché non ho detto disprezzo?
perché il disprezzo è solo la versione snob dell’odio.
– una perfetta corrispondenza simmetrica (o, matematicamente, proporzione) fra amore – odio e indifferenza – disprezzo.
se fosse così, avremmo per la prima volta la dimostrazione matematica che l’odio è un sentimento più forte dell’amore.
la redenzione di Erode. – 30 marzo 2009 153
che cosa vuoi aspettarti da Uno che ha fatto ammazzare suo figlio?
e non sto parlando di Erode…
l’ispirazione della Bibbia. – 30 marzo 2009 152
miliardi di persone credono nella bibbia senza averla mai letta e in nome di valori che la bibbia nega per prima.
la forza del cristianesimo sta nell’avere un libro sacro che dice tutto e il contrario di tutto.
e che nessuno comunque legge.
la legge del perdono. 30 marzo 2009 151
è già difficile perdonare chi ha torto.
figurarsi, perdonare chi ha ragione.
praticamente impossibile: per questo tipo di perdono occorre prima cambiare se stessi.
la parola invisibile. 30 marzo 2009 150
a volte abbiamo bisogno delle parole per vedere.
la parola invisibile.
questa sì che mi sembra una cosa strana.
la bellezza colpevole. 30 marzo 2009 149
la bellezza è sempre colpevole.
la colpa della bellezza è di essere innocente.
non si può essere innocenti.
e la bellezza è sempre innocente.
notizie difficili. 29 marzo 2009 148
se è una notizia, come mai nessuno la sa?
è ben difficile diventare una notizia!
la noia della lettura. 29 marzo 2009 147
non sempre ha ragione il lettore che si lamenta di una lettura noiosa.
essendo la lettura è una interazione, quindi la noia della lettura riguarda tanto l’autore, quanto il lettore.
a volte il lettore è molto più noioso dell’autore!
a volte non sono noiosi affatto né l’uno né l’altro, ma è semplicemente la scintilla che non scocca.
la lettura è come un innamoramento.
definireste una donna noiosa solo perché non ve ne siete innamorati?
oltre Borges. 29 marzo 2009 146
neppure Borges ha immaginato che i cartografi producano una mappa del regno che è 10 volte più grande del regno stesso.
questo per provare a dire in immagine che il pensiero è molto più complesso della realtà e che la realtà non basta a contenerlo.
potenza della fede. 28 marzo 2009 145
la fede intima, preziosa, solida come una roccia che regge la vita di miliardi di persone, ed è contemporaneamente ingenua e sprovveduta fino alla stupidità, altro non appare che una manifestazione impressionante della potenza della propaganda, cioè del potere esercitato sulle menti.
piccolo è grande. 28 marzo 2009 144
sono proprio le cose piccole a fare le grandi.
lo spreco della democrazia. 28 marzo 2009 143
la democrazia è quel sistema politico dove i cittadini devono essere ingannati, cosa che non è necessaria in forme di vita sociale più autoritarie.
da questo punto di vista la democrazia è un sistema politico fondato su uno spreco di energie e di risorse, e può essere possibile solo in condizioni di relativa sovrabbondanza di beni.
lo spreco della democrazia si chiama “libera informazione”.
i 4 elementi. 28 marzo 2009 142
sia fuoco, aria o fango (cioè terra ed acqua assieme), la parola è tutto per chi la ama.
o forse è tutto proprio perché è fuoco aria e fango assieme.
[le infedeltà] 27 marzo 2009 141
credo che ci si possa stancare di una persona come ci si stanca di una parola o di uno stile: solo per trovarne altre o un altro.
[la pelle delle parole] 27 marzo 2009 140
a volte le persone mi sembrano semplicemente parole chiuse in una pelle, spesso carezzevole, peraltro.
[musica senza strumento] 27 marzo 2009 139
molto spesso non sono riuscito a trovare differenza fra le persone e le parole.
alle volte rimane come un incomprensibile scarto: simile ad una musica che fosse suonata senza alcuno strumento.
[piatti d’argento] 27 marzo 2009 138
amo i paradossi, tanto più se offerti su piatti d’argento.
[sovversivi] 27 marzo 2009 137
la parola, quando diventa dei molti, diventa sovversiva, dei poteri e delle pigrizie.
[i sordi] 27 marzo 2009 136
vorresti negare che la parola sia tollerata solo come un lusso?
riservato ai pochi, che non riescono a dirla ai molti che non vogliono sentirla?
[proibizioni] 27 marzo 2009 135
vorresti negare che la parola stessa sia proibita?
che molti la probiscano addirittura da soli a se stessi?
prima regola per la felicità. 26 marzo 2009 134
capire la differenza fra distacco ed odio.
sindrome di Stoccolma. 26 marzo 2009 133
ognuno è attaccato al suo carattere, come la vittima ama il proprio carnefice.
tortura di primavera. 24 marzo 2009 132
primavera?
accetto che tu mi parli di primavera solo nell’espressione “tortura di primavera”.
mostri e chiacchiere. 20 marzo 2009 131
non solo il silenzio della ragione produce mostri.
ne producono molti di più le sue chiacchiere
qualche volta zitta. 20 marzo 2009 130
rimane il fatto che la ragione produce la disperazione e che per questo motivo qualche volta ritiene ragionevole stare zitta.
la metà della strada. 16 marzo 2009 129
chi conosce le paure degli uomini, è già a metà della strada che conduce al potere.
potere e paura. 16 marzo 2009 128
se la religione si accanisce tanto nell’impedire agli uomini una dolce morte, ora che possono, è perché la paura della morte è l’unico potere che le resta.
che mondo sarebbe. 16 marzo 2009 127
che mondo sarebbe quello dove la morte non fa più paura?
il segreto di Nostradamus. 16 marzo 2009 126
più ti distacchi dalla realtà, più azzecchi nelle previsioni…
de senectute. 13 marzo 2009 125
trascorsi gli esagerati soggettivismi della giovinezza, la vita ti regala finalmente una visione abbastanza oggettiva di te, pregi e difetti.
in una parola, ti lascia solo di fronte ai tuoi vizi, che finalmente riconosci senza scambiarli per virtù, ma nella piena consapevolezza che non hai assolutamente più nessuna speranza di riuscire a cambiarli.
(stranamente questo ti aiuta a capire alcune cose importanti che invece riguardano non te, ma l’essere umano in generale)
trovarsi. 6 marzo 2009 124
l’amicizia è come la musica: il modo migliore di cercarla è che ci trovi lei.
inspirare forte. 6 marzo 2009 123
a volte anche l’amicizia è una specie di ispirazione.
una strana forza. 5 marzo 2009 122
che strana forza ha la musica.
la stessa – si direbbe – dell’amicizia, ed è la cosa che più le somiglia.
delfini. 5 marzo 2009 121
il vero vertice dell’evoluzione sono loro, i delfini.
la prova certa?
non pensano di essere il vertice dell’evoluzione, non pensano neppure che ve ne sia uno.
non per niente si chiamano delfini: resteranno loro, dopo la nostra fine.
la critica dei fatti. 3 marzo 2009 120
è terribile accorgersi che, se non esiste la verità dei fatti, non esistono neppure i fatti.
il pallore della verità. 3 marzo 2009 119
se chi ha il potere vuole confondere la verità, la verità obbedisce e impallidisce confusa.
riso amaro. 27 febbraio 2009 118
chi dice che ridere è il contrario di piangere non ha mai riso con le lacrime agli occhi?
o semplicemente non ha mai riso amaro?
la forza della verità. 27 febbraio 2009 – 117
o verità, non sei che una manifestazione del potere.
Karlheinz Deschner storia criminale. 24 febbraio 2009 116
Chi non racconta la storia del mondo come una storia criminale è un complice.
Karlheinz Deschner, Storia criminale del cristianesimo
storto. 23 febbraio 2009 115
come si chiama un “diritto” che non si può rifiutare?
se preferite, chiamatelo anche abuso.
umano non umano? 19 febbraio 2009 114
che esista qualcosa di umano al di fuori dell’uomo, secondo me, è solo un’illusione ottica.
o una forma molto umana di consolazione.
il limite di Dio. 19 febbraio 2009 113
è il limite che ci fa vivere – come possiamo riuscire a non capirlo?
senza nessun limite non saremmo nulla.
saremmo l’indistinto, saremmo Dio.
rompere gli specchi. 19 febbraio 2009 112
porta male rompere uno specchio, dice la superstizione.
porta male rompere gli specchi nei quali ci si guarda, porta male smettere di analizzarsi e di conoscersi.
porta male anche specchiarsi in uno specchio rotto, che ci fa sentire spaccati dentro.
definizioni. 18 febbraio 2009 111
l’amore ha a che fare con la determinazione, che definisce la vita, e dunque col limite.
anche la libertà, ma non lo sa.
ancora sulle medaglie. 18 febbraio 2009 110
niente prepara tanto bene il ritorno dell’intolleranza, come il trionfo della libertà.
come fate ad essere così sicuri che gli uomini amino davvero la libertà?
BollicinaAD – Luisa Ruggio: certe domande. 15 febbraio 2009 109
– certe domande sono venute al mondo con lo spavento incorporato.
– per esempio questa: mi sto innamorando?
la genesi dell’odio. 15 febbraio 2009 108
non c’è modo più sicuro di suscitare l’odio, che contrastare l’odio altrui.
al cubo. 14 febbraio 2009 107
se questo non è uno dei miei borforismi più belli,
io non sono tedesco.
esclusive. 14 febbraio 2009 106
della morte ci riguarda solo quella degli altri.
ma l’amore è l’unica morte che tocca noi.
luisa. 13 febbraio 2009 105
luisa luisa, l’amore ci fa morire più della morte.
i guai della lettura. 11 febbraio 2009 104
quando uno scrittore legge un lettore, sono guai per il lettore.
(vale anche per le scrittrici ovviamente, dato che la scrittura non ha sesso e, se lo ha, è femmina)
preferenze. 11 febbraio 2009 103
preferisco una risata amara che l’amarezza e basta. . . .
due tipi di scrittura. 10 febbraio 2009 102
la scrittura è la vita di ogni scrittore.
però non conosco scrittore che abbia avuto una vita grande come la sua scrittura.
medaglie al valore. 9 febbraio 2009 101
ogni lato ha la sua medaglia.
prima regola di una morale nietschiana. 9 febbraio 2009 100
se non fugge l’attimo, fuggi almeno tu!
disperata speranza. 9 febbraio 2009 99
vi è un punto della speranza in cui diventa molto simile alla disperazione.
e anche viceversa, ovviamente: ma questo è molto più facile da capire.
l’ultima rinuncia. 9 febbraio 2009 98
La sofferenza e’ l’unica cosa della quale possiamo dire “è mia”. (pabloz70)
speriamo che ci venga lasciata almeno quella.
le ferrovie del cuore. 9 febbraio 2009 97
ci sono ritardi salutari su ferrovie deviate che non portano da nessuna parte.
e anticipi frenetici che per lo stesso motivo fanno solo danni.
uovo gallina. 2 febbraio 2009 96
è venuto prima lo sviluppo della produzione per soddisfare i bisogni (l’uovo) o lo sviluppo dei bisogni per soddisfare la produzione (la gallina)?
qualcuno dice che il famoso dilemma non ha senso, perché la gallina è solo l’uovo in altra forma…
Luisa Ruggio: scrittore. 2 febbraio 2009 95
uno che antepone al fare perché non ne può fare a meno, avendo fatto a meno di tutto il resto.
terapia della menzogna. 31 gennaio 2009 94
– le bugie non sempre fanno male….
– resta da dimostrare però che facciano bene.
[devo questo borforisma a helios65, autrice della prima parte.]
alternative… 31 gennaio 2009 93
per non essere pessimisti occorrerebbe essere bugiardi…
le età dell’amore. 31 gennaio 2009 – 92
nell’adolescenza il corpo impone alla mente il desiderio e la trascina in avventure sconosciute.
poi viene l’età matura, dove spesso il corpo sussurra “non facciamolo stasera, ho il mal di testa” ed è la mente a guidare la danza del desiderio imponendo al corpo avventure che il corpo sente di meno.
e la mente, sempre lei, sempre la stessa (pare), che osserva sardonica questa trasformazione.
il blog secondo Leopardi. 27 gennaio 2009 91
2009-01-27 – 21:50:37
L’Accademia dei Sillografi “propone per ora tre premi a quelli che troveranno le tre macchine infrascritte.
L’intento della prima sarà di fare le parti e la persona di un amico, il quale non biasimi e non motteggi l’amico assente; non lasci di sostenerlo quando l’oda riprendere o porre in gioco (…)
L’Accademia pensa che l’invenzione di questa così fatta macchina non debba essere giudicata nè impossibile, né anche oltremodo difficile, atteso che (…) più d’una macchina si è veduta che giocava a scacchi per se medesima. (…)
Quanto maggiormente è da credere che possa fare questi medesimi effetti una macchina immaginata dalla mente dell’uomo e costrutta dalle sue mani.
Giacomo Leopardi, Proposta di premi fatta dall’Accademia dei Sillografi, Operette Morali, 1827
la superdonna. – 26 gennaio 2009 90
basta una conoscenza scolastica del tedesco per demolire l’interpretazione nazista di Nietsche.
Übermensch: oltre l’uomo.
ma Mensch in tedesco è anche la donna, perché significa “essere umano in generale”.
l’uomo di sesso maschile di cui parlavano i fascisti, traducendo Superuomo, si dice Mann.
nella rete. 26 gennaio 2009 89
Nietsche non avrebbe mai immaginato che l’oltreuomo potesse essere una tecnologia.
falsa educazione. 26 gennaio 2009 88
qualcuno è mai riuscito a spiegare davvero che cosa ci sia di buono in quella forma di menzogna organizzata che chiamiamo buona educazione?
a meno che la sua bontà non consista nel prendere atto che l’essere umano è incapace di vivere nella verità, persino in quella spicciola di tutti i giorni.
8 aforismi sulla solitudine in contrasto fra loro. 25 gennaio 2009 87
la solitudine aumenta la possibilità di conoscerci, lasciandoci soli di fronte a noi stessi.
– la solitudine, per la mancanza di confronto con gli altri, agevola il rischio di false analisi di sè.
.
i rapporti con gli altri ci lasciano molto meno tempo per pensare a noi stessi e possono rallentare il processo della conoscenza di sè.
– confrontarsi con gli altri è pur sempre un modo molto utile e quasi indispensabile di cooscere se stessi.
.
una fitta rete di relazioni con gli altri è la premessa necessaria di una evoluzione e trasformazione del nostro io, per gli stimoli al cambiamento che questo riceve.
– la trasformazione del nostro io nella realazione con gli altri è tanto più forte, quanto più sono forti quelle relazioni; relazioni che sentiamo deboli e poco significative ci trasformano poco.
.
è molto difficile conoscere ciò che si trasforma continuamente; al massino si possono comprendere le regole di questa trasformazione; ma queste sono una parte del nostro io, ma non sono il nostro io.
– l’uomo solo può forse conoscersi, ma difficilmente trasformarsi; l’uomo aperto alle relazioni può trasformarsi, ma si conosce poco.
amore e ipocondria. 23 gennaio 2019 86
dall’ipocondria, la malattia che consiste nel credere di avere qualche malattia senza averla, si guarisce in un modo solo.
cioè, ammalandosi davvero di quella malattia.
mi verrebbe da pensare a volte che fra l’innamoramento e l’amore la relazione è la stessa che fra l’ipocondria e la malattia.
anche dall’innamoramento si guarisce alla stessa maniera: amando davvero.
senza colori. 21 gennaio 2009 85
settarismo: il lusso di essere razzisti senza guardare il colore della pelle.
spese inutili. 14 gennaio 2009 84
non si è mai vista una fase di recessione in cui per prima cosa tra le spese inutili non venga tagliata la libertà.
definizione e limitazione. 13 gennaio 2009 83
siamo fatti soprattutto da quel che non possiamo essere, direi.
l’amore per i propri limiti. 12 gennaio 2009 82
ho coscienza dei miei limiti, per fortuna, questa tiene – disse.
circoscrivono delle aree di impotenza molto chiare.
sono queste assenze che mi tengono unito agli altri: per questo le amo molto, le mie incapacità.
terrorista! 11 gennaio 2009 81
dal punto di vista del potere il vero terrorista è colui che non condivide il terrore che il potere vorrebbe incutere.
il rischio della verità. 11 gennaio 2009 80
nella ricerca della verità, il rischio è che a volte si riesce a trovarla.
William Faulkner
il piacere del lavoro. 9 gennaio 2009 79
il piacere del lavoro credo sia come l’odio nell’amore.
c’è, ma è l’altro lato della medaglia.
il comunismo degli aforismi. 8 gennaio 2009 78
a ciascuno il suo.
più facile a dirsi che a farsi, ma suona bene.
ma come fare giuste le parti, poi, se ognuno di noi è anche gli altri?
le fortune dell’amore. 7 gennaio 2009 77
nessuno ritrova se stesso in chi lo ama.
per fortuna.
capirsi. 7 gennaio 2009 76
capire l’altro non è identificarsi con l’altro.
è sapergli far sentire come l’hai capito.
coppia a rapporto… 7 gennaio 2009 75
rapporto di coppia, dice.
ma se sono già una cosa sola, che rapporto può esserci?
solo chi è ben distinto può entrare in rapporto.
la morale nietschiana. 1 gennaio 2009 74
se pochissimo di noi può veramente essere cambiato, e comunque il cambiamento non dipende da noi, smettere di dibattersi per diventare diversi da quello che si è non può che far bene.
questo aforisma si ricorda di Nietsche: Diventa quel che sei!
ottima legge morale.
il tempo scultore. 1 gennaio 2009 73
la coscienza ha uno scopo?
qualunque esso sia non è il cambiamento del sè.
altrimenti la coscienza avrebbe le mani e uno scalpello.
è il tempo lo scultore, non la coscienza.
la coscienza, al massimo, lo guarda mentre martella.
introspezione. 1 gennaio 2009 72
lo specchio è un importante strumento per conoscersi meglio.
ti dice di te tante cose che dal di dentro non cogli.
ti avvicina allo sguardo che su di te gettano gli altri.
ma che dire di chi ritiene, che guardandosi allo specchio, la propria faccia migliori?
il pericolo dei paradossi. 31 dicembre 2008 71
niente è più pericoloso che prendere un paradosso sul serio.
però, ricordatevelo: la vita è paradossale.
aforisma enorme. 30 dicembre 2008 70
la genialità?
è la capacità di darsi da soli una norma anormale.
i sinonimi. 30 dicembre 2008 69
non essendo io uomo di fede, quando dico “io credo” si potrebbe quasi leggere “io dubito”.
l’esilio nel blog. 30 dicembre 2008 68
il blog è una specie di esilio (dalla vita reale).
anche quando vai all’estero, all’inizio, per due o tre anni, ti vengono delle crisi da ritorno a casa.
poi ti passa, quando cominci a pensare che la tua vera casa è dove sei.
nel blog.
assoluzione pret a porter. 29 dicembre 2008 67
non essere troppo severo con te stesso: se non ti perdoni tu, chi lo farà al tuo posto?
(non posso farci niente con gli accenti francesi: la tastiera è tedesca).
danni immaginari. 29 dicembre 2008 66
io non immagino nemmeno che danni possa fare una immaginazione lasciata libera.
ho sempre visto benissimo e toccato con mano invece quanti danni possa fare la mancanza di immaginazione, cioè una immaginazione imprigionata.
le discordanze. 28 dicembre 2008 65
sono un girovago che si è imbattuto in una ferrovia.
destini che non combaciano.
google e l’immortalità. 28 dicembre 2008 64
la memoria artificiale ricorda tutto, mentre la memoria umana seleziona e dimentica.
l’informatica ci farà quindi scoprire gli svantaggi della immortalità.
siccome ricordare tutto è stupido come google, sembra che anche l’immortalità possa esserlo.
la ricerca del bello. 28 dicembre 2008 63
la ricerca condivisa del bello unifica i cuori, da` piccole gocce di felicita`, e quindi è anche nel suo minimo un tantino antifascista…
ma, sst, non ditelo a nessuno.
supermercati. 27 dicembre 2008 662
grande verità, che la felicità non si compra.
anzi è più facile che ci sia dove non c’è niente da comperare.
la prepotenza dell’hardware. 27 dicembre 2008 61
se quanto detto nei tre borforismi precedenti non è un delirio di mattutino sobrio, allora il potenziamento mostruoso della memoria realizzato con l’informatica è un inconsapevole salto di qualità nella sostanza dell’essere.
il mondo è diventato molto più solido, l’essere ha fatto un piccolo passo più in là dal divenire, dal momento che nulla più potrà essere dimenticato.
l’impotenza degli archivi. 27 dicembre 2008 60
la memoria delle cose che a noi è data in modo più complesso che in altri esseri naturali non fonda solamente la coscienza umana, con la sua presunzione di essere libera di decidere.
fonda ben altro: fonda il mondo stesso, come per noi esiste.
ma, siccome crea il mondo senza saperlo, questa sua è una forma paradossale di impotenza.
l’inesistenza del mondo. 27 dicembre 2008 59
immaginate un essere capace di tutti i nostri bisogni, di tutti i nostri desideri, di tutte le nostre emozioni.
ma immaginate che non possa averne memoria.
potrete cominciare a dubitare che per questo essere il mondo non esista neppure.
infatti.
i gatti. 27 dicembre 2008 58
la coscienza è solo il nostro disco fisso e serve a registrare i fatti, o meglio una parte dei fatti.
infatti esseri senza coscienza o con coscienza più semplice sono in grado di agire perfettamente come gli esseri con coscienza superiore.
il disco fisso. 27 dicembre 2008 57
niente è tenuto così accuratamente nascosto agli uomini:
quella che chiamano coscienza, ossia la volontà, altro non è che la registrazione in memoria di quanto già iniziato da qualcuno che non possiamo chiamare “io”.
la volontà agisce dopo il fatto, e questo sarebbe un fatto, se gli uomini sapessero vederlo.
capace da solo di scardinare millenni di storia umana.
economia del desiderio. 25 dicembre 2008 56
ogni realizzazione di un desiderio ci ricorda che il mondo è imperfetto.
ma ci sono persone che, invece di amare il mondo e i desideri ancora di più per questo, tengono i loro desideri in banca.
la giusta dose di silicone. 24 dicembre 2008 55
a volte la parola giustizia mi pare usata a sproposito.
l’esistenza di Dio. 22 dicembre 2008 54
quando sento qualcuno dire che Dio lo vuole, mi viene spontaneo guardarlo da sotto in su e ho voglia di domandare: e tu saresti Dio?
insomma Dio esiste, ma purtroppo è solo un espediente linguistico.
arrivi e partenze. 22 dicembre 2008 53
si arriva davvero quando si torna al punto di partenza.
tutti gli altri arrivi sono solo tappe.
le tre Grazie. 22 dicembre 2008 52
in un mondo sovrappopolato fino al limite del collasso, dove la medicina ha fermato la peste e non basta la carestia, necessiterà la guerra.
fame, pestilenza e guerra hanno aspramente mantenuto, a turno, nel passato, l’equilibrio demografico necessario.
grazie a loro solo la distruzione della vita eccedente ha consentito il rinnovo della vita sopravvissuta.
paradosso masochista. 22 dicembre 2008 51
dire dei paradossi espone costantemente alla smentita del paradosso.
ma il paradosso non se ne stupisce: è masochista e gli va bene così.
ateismo debole. 21 dicembre 2008 50
non è il concetto di dio a dividere gli uomini, ma gli uomini – divisi fra loro dai più diversi motivi – usano il concetto di dio per ribadire le loro contrapposizioni e dargli più forza.
l’ateismo o meglio ancora l’agnosticismo potrebbero quindi migliorare le relazioni fra gli uomini come segnale di una minore propensione allo scontro.
se non aprissero le porte alle ideologie, la forma moderna delle religioni.
.
(notare bene però che parlo di moderno in una società oramai post-moderna).
bellezza e sopravvivenza. 20 dicembre 2008 49
alla fine l’utilità va ricondotta alla sopravvivenza.
bene, la bellezza non si occupa di sopravvivenza: la dà per scontata, è oltre.
per questo è inutile, perche è la vita stessa.
onesta` debole. 19 dicembre 2008 48
– la precarietà negli accordi non è forse intrinseca della “ragione debole”?
– fai pensare a quanti indeboliscono la ragione solo per farsi meglio i fatti propri.
però la debolezza della ragione indebolisce gli accordi solo dove questi sono ragionevoli (cioè quasi mai).
per il resto non è questione di ragione debole, ma di onestà debole.
il sapore del superfluo. 19 dicembre 2008 47
potremmo definire la bellezza come l’arte del superfluo.
conoscete qualcosa di più inutile?
porta l’utilità nella bellezza chi vuole toglierne agli uomini il sapore.
la pianta parassita. 18 dicembre 2008 46
a volte mi pare che l’amore sia una pianta parassita.
e che la sua natura dipenda dagli altri sentimenti su cui si appoggia.
una s in più. 18 dicembre 2008 45
e se la sragione fosse semplicemente una ragione tutta srotolata?
tautologie. 18 dicembre 2008 44
Dio è soprattutto un modo per mettere la maiuscola al noi.
quindi “Dio è con noi!” è solo una fastidiosa tautologia.
empatia come omeopatia. 17 dicembre 2008 43
curare la propria infelicità riconoscendola nell’altro e curando lui?
ci si riconosce una specie di ragione, ma è una ragione debole, come del resto dovrebbe sempre essere la ragione.
un bel dubbio. 16 dicembre 2008 42
ho il dubbio che la bellezza sia involontaria sempre.
la bellezza non appartiene a noi: noi la rubiamo soltanto.
metafora della vita.
la sopravvalutazione del mal di denti. 14 dicembre 2008 41
qualcuno sa dirmi perché la natura ha dedicato tanta attenzione al mal di denti e così poca all’ignoranza?
il mal di denti suscita un dolore insopportabile e si farebbe qualunque cosa per liberarsene; l’ignoranza scorre inosservata e quasi sempre è vissuta con soavità e persino con piacevolezza da chi vi sta beatamente immerso.
perfino orgogliosamente immerso, a volte.
eppure è molto più pericolosa per la sopravvivenza della specie del mal di denti.
stranezze. 14 dicembre 2008 40
come è strana la vita, dicono…
o meglio, come sono strane e diverse fra loro le vite…
ma poi tutta la sovrumana ricchezza fantasiosa delle vite altrui si risolve in una sconcertante sensazione di vuoto di senso di tutte le vite, e soprattutto della propria.
a metà. 14 dicembre 2008 39
la comunicazione fra gli esseri umani?
qualcosa a metà fra l’equivoco e il miracolo?
l’Amore in Sè. 12 dicembre 2008 38
i tanti che parlano dell’Amore in sè, parlano anche loro e sempre dell’amore di Sé.
le vene. 12 dicembre 2008 37
esiste saggezza che non abbia una vena di follia?
esiste saggezza che non nasca proprio da quella vena di follia?
.
(e tu vorresti che mi tagliassi le vene?)
amore. 12 dicembre 2008 36
mai ho visto usare la parola amore di più che da parte di coloro che lo confondono con l’amore di sè.
amicizia e amore. 12 dicembre 2008 35
un amore che finisce può evolvere in amicizia.
ma un’amicizia che finisce?
che cosa può lasciare dietro di sè?
questo potrebbe far pensare che l’amicizia sia un sentimento più intenso dell’amore.
amicizia. 12 dicembre 2008 34
se è vero che chi trova un amico trova un tesoro, chi trova un amico capace di spirito critico ne trova mille.
il paradosso di questo aforisma è che si dovrebbe quindi pensare che lo spirito critico esercitato verso gli amici ne moltiplichi a sua volta il numero.
la volontà di credere. 9 dicembre 2008 33
la fede riguarda la sfera della volontà piuttosto che quella della conoscenza.
come risulta dal fatto che si vuole credere in qualcosa che si vuole sia vero, mentre si conoscono anche verità sgradevoli.
ma la volontà non esprime soltanto la fede, ma genera anche il potere.
il legame fra fede e potere, quindi, non è casuale.
quando la ragione serve. 9 dicembre 2008 32
mai saputo che la forza si serva della ragione altro che come ancella.
le false sicurezze. 9 dicembre 2008 31
non so perché, quando trema la verita` si rafforza la voce…
istruzioni sul Maelstrom. 9 dicembre 2008 29
resto convinto che qualche intrepido possa sfuggire al gorgo.
il metodo giusto non è quello di mettersi a lottare contro la corrente, ma di lasciarsene in apparenza trascinare, come privi di forza o di consapevolezza, esercitando una pressione decisa in una direzione soltanto laterale, così che questa basti a farci scivolare per la tangente.
basta accelerare un poco per ritrovarsi fuori del gorgo.
il coraggio delle frustrazioni. 7 dicembre 2008 28
e se nei rapporti cercassimo soprattutto le frustrazioni, anche se non abbiamo il coraggio di dircelo?
un’atomica chiamata internet. 19 novembre 2008 27
ci si è chiesti per anni se la potenza della bomba atomica potesse essere gestita dalla morale scimmiesca dell’umanita`.
nessuno si fa oggi la stessa domanda a proposito di internet.
eppure internet è molto più potente di una bomba atomica!
religioni per animali. 19 novembre 2008 26
vi sono religioni che nascono dalla paura della morte.
altre dal carattere problematico della vita.
le prime sono religioni per animali, le altre per esseri umani.
i legami. 19 novembre 2008 – 25
“religione”: qualunque atteggiamento o sistema di pensiero per tenere assieme (re-ligare) una visione complessiva del mondo.
compreso l’ateismo, ovviamente.
l’utilità della cibalgina. 17 novembre 2008 24
probabilmente gli ecclesiastici per primi sanno che la religione è intrinsecamente falsa e solo uno strumento – come la cibalgina – per proteggere l’uomo dal dolore.
in questo caso il discorso della religione si sposta dal piano della verità a quello dell’utilità.
dove la cibalgina vince.
sull’origine di Dio. 16 novembre 2008 23
pur di giustificare il dolore, l’umanità si inventa qualunque cosa, perfino una teologia.
colori. 12 novembre 2008 22
qual’è il colore della notte?
è lo stesso colore dei sogni.
ma quale colore hanno i sogni?
pathei mathos. 7 novembre 2008 21
non so se sia davvero il dolore a procurare la conoscenza.
e se questa convinzione fosse solo una specie di comsolazione?
la sensazione di “avere imparato” nella sofferenza subentra quando la sofferenza appunto cessa ed è superata.
(cioè dipende dal piacere leopardiano della cessazione del dolore e non dal dolore).
mai visto uno che nel pieno del dolore si frega le mani e dice: cavolo, come sto imparando bene?
il sarcasmo della verità. 7 novembre 2008 20
in un mondo che ha molto di sarcastico è solo scherzando che ci si avvicina alla verità.
una spiegazione del paranormale. 7 novembre 2008 19
le coincidenze sono tanto più probabili quanto più aumentano le ripetizioni.
insiemistica n. 2. 7 novembre 2008 – 18
(è come dire: che senso ha rivolgersi a un bugiardo per sapere la verità?)
insiemistica. 7 novembre 2008 17
come può decidere chi è lucido o no, chi non lo è di suo?
questo paradosso deve avere qualcosa a che fare con le leggi degli insiemi.
l’illusione della colpa. 7 novembre 2008 16
diciamo colpa, ma intendiamo correggibilità.
da questo punto di vista la colpa potrebbe perfino essere una beata illusione.
l’innocenza delle colpe. 7 novembre 2008 15
non conosco niente che sia più innocente e privo di colpa di una mancanza.
è questo che la rende irrimediabile.
a proposito di sostanze. 5 novembre 2008 14
nessun cambiamento è più profondo del cambiamento delle forme e delle apparenze.
metterci la faccia. 5 novembre 2008 13
i contenuti sono un optional: quel che riusciamo a comunicare davvero è soltanto l’aspetto esteriore del nostro messaggio.
è come dire che, mentre parliamo, è la nostra faccia oppure il colore della cravatta che si stampa nella mente di chi ascolta, non le nostre parole.
il minor male. 4 novembre 2008 12
meno male che la musica a volte ci salva dalle parole, o dalle immagini, della vita.
i sogni di Dio. 1 novembre 2008 11
ma anche Dio sogna, si direbbe.
non esisterebbe il mondo, se a Dio non piacesse sognare.
il dio delle cose sognate. 1 novembre 2008 10
se Dio è l’infinito Essere, significa che non si occupa delle cose che non esistono, come ad esempio le cose solo sognate?
ma che Dio e` quello che non si occupa dei sogni?
le giustificazioni. 31 ottobre 2008 9
mi sembrerebbe più equilibrato dire che i mezzi scelti giustificano i fini.
dove comincia la fede. 31 ottobre 2008 8
non ho ancora capito se la fede in Dio comincia dove finisce la fede in se stessi o il contrario.
guerra ed emozioni. 30 ottobre 2008 7
se la guerra è la politica con altri mezzi, allora anche la politica è guerra con altri mezzi.
allora anche le idee sono emozioni con altri mezzi.
prime pietre. 26 ottobre 2008 6
siccome nessuno di noi ha veramente colpa di essere quello che è, tutti possiamo scagliare la prima pietra.
fondi di bottiglia. 26 ottobre 2008 5
un fondo di verità: il fondo della bottiglia.
.
la verità: una bottiglia di vetro verdino.
ci si tiene chiuso dentro il vino, fino a che non lo si consuma.
il fondo di solito sopravvive quando si rompe la bottiglia.
la forza della distrazione. 25 ottobre 2008 4
dove non arrivano i buoni propositi, può portarci anche una semplice distrazione…
il lato di stagno. 23 ottobre 2008 3
ogni specchio abbagliante ha il suo lato di stagno.
vogliamo che rifletta la luce?
non potrebbe senza un fondo buio.
vittorie di Pirro. 22 ottobre 2008 2
se lasci tempo al tempo, tutte le vittorie sono vittorie di Pirro.
il rinvio della vittoria di Pirro, ecco uno dei principali problemi umani.
la differenza. 22 ottobre 2008 1
la differenza fra l’artista e il filologo è la stessa che sta fra un assassino e un pubblico ministero.