le famose tre leggi della robotica di Asimov lui diceva, modestamente, di averle ricavate da John W. Campbell, in una conversazione del 23 dicembre 1940.
comunque fu indiscutibilmente Asimov a pubblicarle nel racconto Circolo vizioso dell’ottobre 1942, poi ripreso nell’antologia Io, robot del 1950.
prima legge: un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
seconda legge: un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
terza legge: un robot deve proteggere la propria esistenza, purchè questa autodifesa non contrasti con la prima e la seconda Legge.
insomma, secondo Asimov, ecco che i robot dovrebbero essere tutti politically correct…
diversi insomma dal robot Maria del film Metropolis di Fritz Lang, del 1927:
costruita da Rotwang, che ha progettato un robot, un uomo-macchina, anzi una donna-macchina, in grado di sostituire in tutto l’uomo.
per prendere il posto dalla Maria vera che incitava gli operai alla difesa dei loro diritti
e distoglierli dal fare la rivoluzione.
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la quarta legge della robotica e` molto piu` complicata e ne trovate il testo in inglese qui:
e` stata presentata, sotto forma di mozione per un voto del Parlamento Europeo di Strasburgo, da Mady Delvaux, del Partito Operaio Socialista del Lussemburgo.
e sono cose come queste che a me fanno amare l’Europa:
niente di simile potra` mai succedere negli Stati Uniti o in Cina.
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ma i robot sono forse degli operai, che una deputata socialista debba occuparsene?
in un certo senso, si`: quanto meno perche` stanno prendendo il posto degli operai umani.
(e poi parlano di crisi…).
le vendite di robot, o comunque di altri strumenti automatici, sono cresciute nel mondo del 17% all’anno tra il 2010 e il 2014 e del 29% nel 2015; i brevetti nell’ultimo decennio sono triplicati.
gli automi sono impiegati soprattutto nell’industria automobilistica, in quella elettronica, ma anche negli ospedali e nell’assistenza agli anziani.
ma lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, con la produzione di computer capaci di apprendere, di auto senza guidatori e perfino di armi in grado di prendere decisioni autonome, sta delineando una situazione radicalmente nuova che mette al centro dell’attenzione le tre leggi della robotica di Asimov.
non solo: ma che dimostra anche che non bastano.
oltretutto non vengono rispettate affatto nella programmazione dell’intelligenza artificiale.
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siamo davanti ad una nuova rivoluzione industriale, i cui protagonisti non sono i proletari di Marx, ma gli automi di tanti film di fantascienza.
e la Delvaux dunque pensa di attribuire a questi una sorta di diritti,
che servono in realta` piuttosto a tutelare i lavoratori veri che vengono espulsi dalla produzione a seguito della loro invenzione.
insomma, secondo la sua proposta, si comincia con l’attribuire agli automi una “personalità elettronica”, cioe` un obbligo di essere registrati con una specie di carta di identita` personale.
Ogni cittadino che impiega degli automi dovrà segnalarli allo stato.
si attribuisce a loro (per interposti proprietari, ovviamente – almeno al momento) un obbligo di risarcimento dei danni che possono provocare.
tutti gli automi dovranno essere assicurati per i danni a terzi, come oggi le auto.
ma i robot dovranno anche essere programmati perche` rispettino le leggi, a partire da quelle di Asimov,
per arrivare ad un codice di condotta per loro che, secondo la Delvaux, dovra` essere definito dall’Unione Europea.
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se gli automi saranno in grado di superare l’uomo in quanto a facoltà intellettive, almeno in campi specifici, allora devono rispondere legalmente di quello che fanno.
occorre cioe` prevedere che nella loro programmazione li si provveda di un’etica…
e infine si stabiliscono dei contributi pensionistici a loro carico.
chi impiega degli automi dovrà indicare allo stato quanto risparmia in contributi grazie alla sostituzione dei lavoratori in carne e ossa
e pagare i contributi corrispondenti.
dei quali ovviamente non dovranno essere gli automi ad usufruire,
ma che andranno a favore dei disoccupati
– ad esempio finanziando il reddito di cittadinanza dei senza lavoro e in generale il welfare.
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naturalmente gli industriali si oppongono fortemente a queste idee.
che io mi limito a riassumere.
non mi sento ancora pronto ad assumere una posizione precisa qui.
forse sono troppo datato per farlo.
a parte commentare che non mi pare strano che il capitalismo che si oppose ai diritti operai nell’Ottocento si opponga a regolamentare l’uso degli automi destinati a sostituirli.
dato che certamente uno dei vantaggi degli automi, dal loro punto di vista, e` di non avere regolamentazioni.
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ma preferisco lasciare ogni commento ai commenti e alla relativa discussione, se ci sara`.
intanto penso al triste destino che in 2001: Odissea nello spazio, il favoloso film di Kubrick del 1968, tocca ad Hal 9000.
il robot che accompagna gli astronauti nel viaggio spaziale verso Giove
e deve essere soppresso per essersi ribellato loro e avere cercato di ucciderli.
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l’argomento ora (22 luglio 2016) e` trattato anche qui:
Un robot pagherà le tasse al posto mio?
tecnicamente i robot sostituiscono gli umani nei compiti ripetitivi. Almeno finora è stato così ma con l’avvento dell’AI potrebbe sostituirli anche in altri ambiti più creativi. I manutentori dei robot poi saranno abbastanza limitati, in confronto a chi verrà escluso.
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e` fuori discussione che i robot distruggono piu` posti di lavoro di quanti ne creino.
la manutenzione dei robot non e` sufficiente a ristabilire l’equilibrio….
soprattutto poi se questa attvita` venisse affidata ad altri robot, come e` abbastanza probabile… 🙂
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e si arriva sempre al punto che gli esseri umani risultano ampiamente superflui 😀 . Mettiamola come quinta legge, gli esseri umani sono ammessi come animali di compagnia in accordo con tutte le altre.
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questa mi piace proprio… 🙂
e` chiaro comunque che gatti cani e canarini sono molto piu` gradevoli.
occorre capire che cosa potranno diventare gli esseri umani quando sara` finita l’espropriazione in corso del lavoro da parte delle macchine degli iper-plutocrati…
in un mondo dominato dal lavoro automatico gli esseri umani potrebbero sempre di piu` apparire come un peso superfluo, anche ai loro stessi occhi.
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il problema consiste nel riuscire a trovare il giusto bilanciamento. La crescita demografica enorme richiede tecnologia per potersi sostenere, ma allo stesso tempo bisogna permettere a tutti di poter contribuire in qualche misura al benessere generale e di conseguenza individuale. Infatti il problema che le macchine accentuano è l’esclusione, in quanto il capitale si concentra nel vertice della piramide.
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una crescita demografica delle dimensioni attuali non e` gestibile e comporta l’autodistruzione globale.
non basta la tecnologia a gestirla oltre i limiti attuali.
ma la fine della crescita demografica o anche soltanto u suo sostanziale ridimensionamento pone termine alla economia della crescita infinita.
in altri termini uccide il,capitalismo.
nello stesso tempo la concentrazione della ricchezza e` diventata mostruosa.
il capitalismo non e` mai stato apparentemente cosi` forte.
mi pare che siamo nel pieno di questo problema storico.
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